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Clima

Coldiretti lancia allarme per siccitá: smog, sole e mimose fiorite nei giorni della merla

Smog in città e mimose già fiorite dalla Sicilia alla Liguria in un inverno anomalo con temperature miti e senza piogge significative al Nord dove in molte zone non piove da settimane ed è allarme siccità con fiumi e laghi svuotati. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti che evidenzia come con i cambiamenti climatici vengano smentiti addirittura i proverbi sui giorni della merla che corrispondo a 29, 30 e 31 gennaio.

Il clima in questi giorni – continua la Coldiretti – è invece segnato da un anticiclone invadente e tutt’altro che gelido con giornate soleggiate e temperature oltre le medie climatiche ma nebbia nella Pianura Padano-Veneta dove le temperature risultano piu’ basse rispetto al resto d’Italia. E’ dunque saltata la tradizione dei giorni della merla (29-30-31 di gennaio) che secondo la leggenda – ricorda Coldiretti – sono i più freddi di tutto l’anno e prendono il nome da una merla bianca che si rifugiò dentro un camino proprio per sfuggire al gelo. Dopo tre giorni uscì dal comignolo, completamente nera. Da allora tutti i merli sono neri. La tradizione attribuisce alla “Merla” anche la capacità di prevedere l’andamento delle stagioni successive: se i 3 giorni saranno freddi, la primavera sarà calda e soleggiata. In caso contrario, la primavera tarderà a manifestarsi.

L’anomalia climatica è evidente dalla situazione del fiume Po che ha portate praticamente dimezzate rispetto ad un anno fa e sono scese a Piacenza ad appena 379,7 metri cubi al secondo, il dato più basso degli ultimi 16 anni secondo l’Anbi. Una condizione di magra invernale che – precisa la Coldiretti – riguarda anche altri del nord mentre i grandi laghi che, da quello Maggiore a quello di Como che sono scesi ad un livello ben al di sotto della media storica del periodo.  A preoccupare è anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell`arco alpino ed appenninico ed il cui valore, soprattutto nella parte lombarda e piemontese, registra un -57.6%. Sono gli effetti di un andamento climatico anomalo che – sottolinea la Coldiretti – condiziona la vita sia in città con l’innalzamento dei livelli di inquinamento e nelle campagne dove ci sarà bisogno di acqua per le coltivazioni con la ripresa vegetativa. Nelle campagne le mimose sono fiorite in grande anticipo sul tradizionale appuntamento della Festa della donna dell’8 marzo ma il caldo – sottolinea la Coldiretti – ha provocato il ”risveglio” anticipato della natura con i mandorli che sono già fioriti in Sicilia e le coltivazioni più vulnerabili ai danni provocati dall’annunciato ritorno del maltempo nei prossimi giorni con repentine ondate di gelo notturno.

Una tendenza destinata ad accentuarsi che influenza anche i microclimi urbani con l’inquinamento dell’aria e l’allarme smog e polveri sottili nelle città di diverse regioni d’Italia. Una emergenza divenuta strutturale sulla quale bisogna intervenire ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori.  Con l’Italia che dispone di appena 31 metri quadrati di verde urbano per abitante è strategico puntare su un grande piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini che migliori la qualità dell’aria e della vita della popolazione dando una spinta all’economia e all’occupazione. L’obiettivo – precisa la Coldiretti – è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili. A provocare lo smog nelle città – continua la Coldiretti – è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono in modo rilevante e a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi. Una situazione preoccupante anche per i grandi centri urbani – evidenzia Coldiretti – dove il verde per mitigare il clima e ammortizzare gli effetti negativi dell’inquinamento oscilla su valori che vanno dai 6,4 metri quadrati per abitante di Messina ai 16,7 a Roma, dai 18 di Milano ai 24,3 di Firenze, dai 43 di Venezia ai 9,3 di Bari.

In questo contesto la piantumazione di nuovi alberi e la crescita del verde viene favorita dalla proroga del bonus verde prevista dalla manovra di bilancio che pone l’Italia all’avanguardia nella lotta allo smog e ai cambiamenti climatici. Un obiettivo in linea con le strategie nazionali del Pnrr dove – conclude la Coldiretti – sono stati stanziati 330 milioni di euro per la forestazione urbana che consentono di piantare 6,6 milioni di alberi attraverso la tutela delle aree verdi esistenti e la creazione di nuove, anche al fine di preservare e valorizzare la biodiversità e i processi ecologici legati alla piena funzionalità degli ecosistemi.

 


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Ambiente

Dal G7 dei ministri dell’ambiente a Sapporo le misure per la riduzione dell’inquinamento da plastica e per l’uso di combustibili fossili

Il G7 di Sapporo, in Giappone ha visto l’incontro dei ministri dell’ambiente e del clima con l’obiettivo comune di porre fine all’inquinamento da plastica entro il 2040 nei loro paesi. (altro…)


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Ambiente

Report Nevediversa 2023: in montagna è sos neve per la crisi climatica e l’aumento delle temperature

In Italia, complice la crisi climatica, è sos neve. Una neve sempre più rara – visto che su Alpi e Appennini a causa dell’aumento delle temperature nevica sempre di meno con impatti negativi anche sul turismo invernale e sulla stagione sciistica  e una neve sempre più costosa. (altro…)


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Ambiente

Quanto impatta sul clima una pizza? #worldpizzaday

In occasione della Giornata Mondiale della Pizza, nata nel 2017 quando il noto piatto italiano è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’Unesco, Studio Fieschi, impresa che si occupa della misurazione degli impatti ambientali, ha calcolato le emissioni di CO2 di questa ricetta grazie all’analisi del ciclo di vita (LCA), la metodologia su cui c’è il maggior consenso della comunità scientifica internazionale.

Non poteva che essere la pizza margherita, la regina delle pizze, il punto di partenza. L’impronta di carbonio, cioè l’insieme delle emissioni, della margherita è circa di 0,7 kg di CO2eq (CO2 equivalente). Un dato che emerge considerando i soli ingredienti necessari (quindi non la cottura) per preparare una margherita da 28/30 cm di diametro.

Se consideriamo l’impronta di carbonio, invece, di una marinara, emerge una curiosità interessante. Già, perché gli ingredienti di questa pizza emettono circa 0,2 kg di CO2eq, cioè circa un quarto della margherita. Come mai questa differenza? La risposta sta nella mozzarella, che da sola da un punto di vista climatico contribuisce per circa il 75% delle emissioni di CO2 della margherita.

Dobbiamo quindi rinunciare alla mozzarella?
No, gli impatti climatici della mozzarella non devono indurci a evitare di ordinare una margherita. Semmai è utile sapere che in base agli ingredienti, il profilo climatico delle pizze che scegliamo può essere molto diverso. Per esempio, quelle che includono la carne, come le pizze con il prosciutto, con la salsiccia o con la carne macinata (poco usata in Italia, ma presente nei paesi anglosassoni in diverse pizze, fra cui la minced beef pizza), hanno impatti climatici in genere superiori alle “sorelle” vegetariane.

In linea generale, possiamo comunque considerare la pizza un piatto più sostenibile di altri pasti, fra cui quelli a sola base di carne.


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