Social Innovation
SocialFare lancia Planet Foundamentals, la nuova call per accelerare startup ad impatto sociale
SocialFare lancia Planet Foundamentals, la nuova call per accelerare startup ad impatto sociale in grado di offrire soluzioni innovative in risposta alle sfide sociali più urgenti.
La call seleziona startup a impatto sociale guidate da team motivati e dedicati a crescere insieme a SocialFare per dare il via a processi di cambiamento positivo e scalabile.
La call, giunta alla sua quarta edizione (che corrisponde alla 16a edizione del programma di accelerazione di SocialFare denominato Foundamenta), è creata per accelerare startup a impatto sociale che propongono soluzioni innovative in risposta ad alcune delle sfide più urgenti individuate dal Global Risks Report.
Le sfide, per le startup sono:
- Education: soluzioni in grado di superare le barriere che al momento non garantiscono un accesso egualitario all’istruzione come mezzo di sviluppo, crescita ed emancipazione.
- Health: soluzioni per migliorare le possibilità di mantenersi in buona salute considerando le sfide emerse nel campo della salute globale.
- Environment: soluzioni in grado di contrastare l’evoluzione dei cambiamenti climatici, consentendo azioni legate alla conservazione della biodiversità e l’utilizzo responsabile delle risorse.
- Culture: soluzioni per la crescita culturale di comunità, in termini di partecipazione, democrazia, innovazione ed inclusione economica, decisionale e politica.
- Consumption: soluzioni di prodotti e servizi per migliorare l’impronta di consumo in termini responsabilità della singola persona, delle comunità, delle diverse industry.
Il percorso di accelerazione proposto è unico in Italia per la consulenza da parte di un team multidisciplinare di esperti di progettazione, business planning, investment readiness e social impact assessment. Ha durata di 4 mesi e mette a disposizione fino a 125 mila euro in cash per ciascuna startup selezionata, già a partire dall’inizio del programma. Offre inoltre l’opportunità concreta di accedere ad un prestigioso network di impact investor, mentor e advisor.Partner ufficiali della call sono Invitalia e NHOA.
L’investimento è eseguito da SocialFare Seed, veicolo di investimento dedicato alle startup accelerate da SocialFare. La call è aperta fino al 05 Maggio 2024 e si potranno candidare sia società già costituite sia realtà ancora in fase di costituzione che si distinguono per l’offerta di un prodotto/servizio altamente innovativo.
Tutte devono avere integrata l’intenzionalità di generare impatto sociale positivo per le persone e /o il pianeta.
La fase di selezione dei candidati, che meglio rispondono alle caratteristiche esposte, inizierà subito dopo la chiusura della call e si concluderà nel mese di Giugno con i colloqui di preselezione, portando ad una short list di candidati i da presentarsi al Selection Day, in presenza degli investitori soci di SocialFare Seed. Il programma per le startup selezionate si svolgerà fra l’autunno 2024 e l’inizio del 2025.
Scadenza: 05 Maggio 2024
Per scaricare il dettaglio della call e candidarsi
SocialFare è Incubatore Certificato MISE e il primo Centro per l’Innovazione Sociale in Italia interamente dedicato all’innovazione a impatto sociale: attraverso la ricerca, il capacity building e il co-design sviluppa soluzioni innovative alle pressanti sfide sociali contemporanee, generando nuova economia. Costituita come impresa sociale nel 2013 a Torino, SocialFare ha all’attivo 17 programmi di accelerazione specifici per startup a impatto sociale, ha accelerato 110 startup che nel loro complesso hanno raccolto, dal 2016 ad oggi, oltre 43 milioni di euro di funding. I suoi azionisti sono la Fondazione Compagnia di San Paolo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Finde SpA. La sede è a Torino in via Maria Vittoria 38, dove nel 2015 SocialFare ha dato vita a “Rinascimenti Sociali”, uno spazio di 2000 mq dotato di uffici, sale e co-working per ospitare realtà a impatto dell’ecosistema torinese, così come le startup durante il programma di accelerazione.
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Social Innovation
Torna a Torino dal 4 al 9 novembre il Social Festival Comunità Educative
Torna a Torino dal 4 al 9 novembre il Social Festival Comunità Educative, il grande appuntamento dedicato ai mondi della scuola e dell’educare. Una settimana di lezioni magistrali, seminari, workshop, attività con le classi, mostre espositive con 77 eventi, più di 200 relatori dai mondi dell’arte, della pedagogia, delle scienze, della cura, per mettere al centro del pensiero della città i percorsi di crescita delle nuove generazioni. Tema dell’edizione di quest’anno: “la cura del mondo”.
Il Social Festival Comunità Educative 2024, dopo le precedenti edizioni dedicate al rapporto scuola e città (“Ci vuole una città per fare una scuola”, I edizione 2022) e al rapporto corpo/mente/apprendimento (“Corpi in movimenti, menti in evoluzione”, II edizione 2023), quest’anno è dedicato a esplorare i percorsi educativi di apprendimento alla sostenibilità ambientale.
Formare coscienze ecologiche diventa allora il primo obiettivo di ogni istituzione formativa e educativa della società. Attraverso approcci integrati e pratici le scuole, i servizi educativi, le associazioni culturali e sportive, il terzo settore, le famiglie possono fornire alle nuove generazioni le consapevolezze e le competenze necessarie per vivere in modo rispettoso e responsabile dei delicati equilibri degli ecosistemi in cui siamo immersi.
Il Social Festival Comunità Educative inizierà lunedì 4 novembre alle ore 18 con la lectio magistralis di Massimo Recalcati “Elogio dell’insegnamento: accendere il desiderio di abitare la vita” che si terrà alle Gallerie d’Italia in piazza San Carlo.
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Digitale
Google è monopolista secondo il Dipartimento di giustizia USA. Ora potrebbe esserci il suo spezzatino
Un documento presentato al giudice federale degli USA Amit Mehta ha portato alla decisione di sanzionare Google per attività monopolistiche. La causa, promossa dal Dipartimento di Giustizia (DOJ) e diversi stati, sostiene che Google abbia usato il proprio potere di mercato in modo anticompetitivo, impedendo ad altre aziende di competere nel settore della ricerca online e dei servizi digitali.
Il giudice Mehta ha valutato le prove contro Google riguardo a vari accordi esclusivi con produttori di dispositivi e sviluppatori di browser che garantiscono a Google di essere il motore di ricerca predefinito su milioni di dispositivi. Questa esclusività ha reso quasi impossibile per i rivali ottenere una significativa quota di mercato, contribuendo a consolidare il monopolio di Google. Il DOJ, insieme agli avvocati generali di diversi stati, ha contestato che Google abbia illegalmente monopolizzato il mercato della ricerca e della pubblicità online attraverso accordi con aziende come Apple e Samsung per mantenere il proprio motore di ricerca come opzione predefinita su diversi dispositivi.
Il cuore dell’accusa riguarda gli “accordi esclusivi” di Google, che hanno portato all’accumulo di circa il 90% delle ricerche online e all’88% del mercato della pubblicità testuale, ostacolando i concorrenti dal punto di vista degli investimenti e dell’innovazione. Il DOJ ha dimostrato che Google paga ingenti somme per diventare il motore di ricerca predefinito, ad esempio su dispositivi Apple, scoraggiando il cambiamento di provider da parte degli utenti e limitando le scelte disponibili al consumatore.
La sentenza non prevede danni economici, ma un’ingiunzione che potrebbe includere misure per impedire a Google di continuare accordi esclusivi di default o addirittura obbligare l’azienda a separare il business della ricerca da altre operazioni come Android e Chrome.
Questo caso rappresenta un passo storico per l’antitrust negli Stati Uniti, simile al processo Microsoft degli anni ‘90, e potrebbe aprire la strada a nuove regolamentazioni per altri giganti della tecnologia, tra cui Apple e Amazon, anch’essi sotto scrutinio legale per pratiche anti-competitive.
Un team legale specializzato del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ), affiancato da esperti in regolamentazione antitrust e tecnologia, sta lavorando a una serie di raccomandazioni per il giudice federale Amit Mehta. La proposta del DOJ include sia rimedi comportamentali che strutturali per affrontare l’impatto monopolistico di Google. I rimedi in valutazione spaziano da restrizioni su accordi preinstallati con produttori di dispositivi, all’accesso dei concorrenti ai dati di ricerca, fino alla potenziale separazione di parti dell’azienda per ripristinare la concorrenza nel settore dividendo Chrome, Google Play Store e il sistema operativo mobile Android dal search.
Questa prima versione delinea una serie di strade per la riforma, tra cui l’obbligo per Google di rendere accessibili i dati e i modelli di programmazione utilizzati per generare risultati tramite il suo motore di ricerca. Il Dipartimento di Giustizia sta anche valutando la possibilità di chiedere al giudice di vietare a Google di utilizzare o conservare i dati che si rifiuta di condividere con società terze.
Google ha dichiarato che intende appellarsi alla decisione, sottolineando che le accuse ignorano i benefici offerti ai consumatori dal loro motore di ricerca. Le fasi successive del processo potrebbero determinare cambiamenti significativi non solo per Google ma per l’intera industria tecnologica, influenzando l’accessibilità e la concorrenza nei mercati digitali anche in Europa e negli altri continenti.
Negli ultimi dieci anni, Google ha accumulato 8,25 miliardi di euro di multe dalle istituzioni antitrust dell’Unione europea che riguardano tra gli altri il suo sistema operativo mobile Android e il servizio pubblicitario AdSense.
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Futuri possibili
TechSoup Days 2024 a Milano il14 e 15 novembre. Il tema è Tech for Humans
Due giorni intensi, un’occasione unica di formazione e di networking:
I TechSoup Days vogliono offrire spunti di pensiero e idee di cambiamento opzionabili da tutte le realtà Non Profit per generare sviluppo sostenibile con l’aiuto della tecnologia. L’edizione 2024 si svolge a a Milano presso Cariplo Factory il 14 e 15 novembre 2024.
Il tema è Tech for Humans:
Stiamo attraversando un periodo storico che vede protagoniste alcune tecnologie digitali dirompenti – dall’intelligenza artificiale al cloud computing – che stanno rendendo l’innovazione digitale più semplice e immediata, più democratica, più potente ed efficace, più inclusiva. Ed ecco che a nuove sfide si accompagnano anche urgenti responsabilità. Come il Non Profit può diventare protagonista di questo frangente? Quale contributo può portare affinché l’umano non rimanga indietro in questa trasformazione digitale?
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