Idrogeno
L’Europa blocca i fondi del PNRR per l’idrogeno blu perchè è poco sostenibile

La produzione di idrogeno blu non rispetta i parametri dell’Unione Europea e quindi non riceverà i fondi previsti per questa tecnologia nell’ambito del Recovery Plan secondo un documento dei tecnici della Commissione Europea che analizzano il Piano di Ripresa e Resilienza italiano.
L’idrogeno blu viene prodotto partendo da fonti energetiche fossili, attraverso il processo di pirolisi. L’idrogeno verde viene ricavato dall’acqua grazie ad un processo di elettrolisi ad alta temperatura e quindi non si basa sull’utilizzo di fonti energetiche fossili e non produce anidride carbonica. I fondi europei andranno solo all’idrogeno generato da fonti rinnovabili.
La scelta di non finanziare la produzione di idrogeno blu da metano farà diminuire di 2,4 miliardi i fondi a disposizione dell’Italia, ma saranno garantiti i finanziamenti volti per la produzione di idrogeno verde.
Questo provvedimento blocca il piano del governo Draghi di finanziare la transizione ecologica dell’ex Ilva di Taranto con i soldi del Next generation Eu.

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Energia
Ricercatori dell’ Università del New South Wales di Sidney trasformano un motore diesel in un motore a idrogeno


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Idrogeno
Avio Aero annuncia il lancio di un dimostratore tecnologico ibrido-elettrico

Avio Aero annuncia il lancio di un nuovo dimostratore tecnologico, un’iniziativa che ribadisce l’impegno dell’azienda nello sviluppo delle tecnologie che abilitano la propulsione ibrido-elettrica per l’aviazione civile e supporta gli sforzi per ridurre i consumi e le emissioni di CO2 del trasporto aereo. (altro…)

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Idrogeno
Il futuro della mobilità e dell’automobile è nell’idrogeno. Luci ed ombre di un futuro possibile

Il futuro della mobilità e dell’automobile è nell’idrogeno ? La Cina punta a un milione di veicoli a idrogeno entro il 2035, il Giappone 800 mila per il 2030, gli USA addirittura cinque milioni entro il 2050 e In Europa ci si aspetta 4,3 milioni nel 2030.
Le automobili a idrogeno già sul mercato come la Toyota Mirai immagazzinano il gas in bombole ad alta pressione e lo immettono poi in una pila a combustibile. Qui con una reazione elettrochimica genera elettricità che alimenta l’automobile.
Ma non mancano problemi per arrivare a un futuro elettrico alimentato a idrogeno. Serve una normativa europea meno rigida per produrre idrogeno verde.
Un altro problema da affrontare è la creazione di una catena di produzione più vasta ed efficiente, capace di trasportare gli enormi volumi di idrogeno che saranno necessari a soddisfare la domanda. Dobbiamo imparare dalla covid e dalle carenze di materia prima che abbiamo avuto.
Secondo il World Economic Forum non riusciremo mai a produrre entro il 2050 due miliardi di veicoli elettrici a batteria, perché stiamo ormai esaurendo le fonti di litio, cobalto e altre terre rare che servono per produrre le batterie.
Negli ultimi mesi l’Unione Europea ha approvato due progetti per lo sviluppo del settore, chiamati Hy2Tech e Hy2Use, per i quali ha stanziato diversi miliardi di euro.
Un altro fattore per poter espandere l’uso dell’idrogeno è formare talenti che lavorino nel settore attraverso vasti programmi di formazione necessari a formare un milione di persone che lavorino nel settore delle energie rinnovabili entro il 2030.
Un altro problema è la mancanza di un quadro normativo che regoli il settore: in mancanza di leggi chiare e definite, si continua a importare idrogeno verde da Paesi extraeuropei invece di favorire la produzione interna.
Le industrie europee difficilmente potranno competere con quelle extraeuropee, finché le regole del gioco non saranno uguali per tutti.

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