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Innovazione

Ecco il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del Governo Draghi: investimenti per 222 miliardi di euro

Il Governo ha trasmesso il 25 aprile al Parlamento il testo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Il Piano si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica. La Camera é convocata lunedì 27 aprile e il Senato martedì 27 aprile per le comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista della trasmissione alla Commissione europea del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il Piano italiano prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, lo strumento chiave del NGEU. Ulteriori 30,6 miliardi sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile. Il totale degli investimenti previsti è pertanto di 222,1 miliardi di euro.

Il Piano si organizza lungo sei missioni: Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura; Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica; Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile; Istruzione e Ricerca; Inclusione e Coesione; Salute.

Il Piano include un corposo pacchetto di riforme, che toccano, tra gli altri, gli ambiti della pubblica amministrazione, della giustizia, della semplificazione normativa e della concorrenza.
Si tratta di un intervento epocale, che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuire a risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana, e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale.
Il Piano ha come principali beneficiari le donne, i giovani e il Mezzogiorno e contribuisce in modo sostanziale a favorire l’inclusione sociale e a ridurre i divari territoriali.
Nel complesso, il 27 per cento del Piano è dedicato alla digitalizzazione, il 40 per cento agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico, e più del 10 per cento alla coesione sociale.

La prima missione, “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”, stanzia complessivamente 49,2 miliardi – di cui 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo.
I suoi obiettivi sono promuovere la trasformazione digitale del Paese, sostenere l’innovazione del sistema produttivo, e investire in due settori chiave per l’Italia, turismo e cultura.
Gli investimenti previsti nel piano assicurano la fornitura di banda ultra-larga e connessioni veloci in tutto il Paese.
In particolare, portano la connettività a 1 Gbps in rete fissa a circa 8,5 milioni di famiglie e a 9.000 edifici scolastici che ancora ne sono privi, e assicurano connettività adeguata ai 12.000 punti di erogazione del Servizio Sanitario Nazionale.
Viene avviato anche un Piano Italia 5G per il potenziamento della connettività mobile in aree a fallimento di mercato.
Il Piano prevede incentivi per l’adozione di tecnologie innovative e competenze digitali nel settore privato, e rafforza le infrastrutture digitali della pubblica amministrazione, ad esempio facilitando la migrazione al cloud.
Per turismo e cultura, sono previsti interventi di valorizzazione dei siti storici e di miglioramento delle strutture turistico-ricettive.

La seconda missione, “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”, stanzia complessivamente 68,6 miliardi – di cui 59,3 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 9,3 miliardi dal Fondo.
I suoi obiettivi sono migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico e assicurare una transizione ambientale equa e inclusiva.
Il Piano prevede investimenti e riforme per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, per raggiungere target ambiziosi come il 65 per cento di riciclo dei rifiuti plastici e il 100 per cento di recupero nel settore tessile.
Il Piano stanzia risorse per il rinnovo del trasporto pubblico locale, con l’acquisto di bus a bassa emissione, e per il rinnovo di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa.
Sono previsti corposi incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica di edifici privati e pubblici. Le misure consentono la ristrutturazione di circa 50.000 edifici l’anno.
Il Governo prevede importanti investimenti nelle fonti di energia rinnovabile e semplifica le procedure di autorizzazione nel settore.
Si sostiene la filiera dell’idrogeno, e in particolare la ricerca di frontiera, la sua produzione e l’uso locale nell’industria e nel trasporto.
Il Piano investe nelle infrastrutture idriche, con l’obiettivo di ridurre le perdite nelle reti per l’acqua potabile del 15 per cento, e nella riduzione del dissesto idrogeologico.

La terza missione, “Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”, stanzia complessivamente 31,4 miliardi – di cui 25,1 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 6,3 miliardi dal Fondo.
Il suo obiettivo primario è lo sviluppo razionale di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile e estesa a tutte le aree del Paese.
Il Piano prevede un importante investimento nei trasporti ferroviari ad alta velocità. A regime, vengono consentiti significativi miglioramenti nei tempi di percorrenza, soprattutto nel centro-sud.
Ad esempio, si risparmierà 1 ora e 30 minuti sulla tratta Napoli-Bari, 1 ora e 20 minuti sulla tratta Roma-Pescara, e 1 ora sulla tratta Palermo-Catania.
Il Governo investe inoltre nella modernizzazione e il potenziamento delle linee ferroviarie regionali, sul sistema portuale e nella digitalizzazione della catena logistica.

La quarta missione, “Istruzione e Ricerca”, stanzia complessivamente 31,9 miliardi di euro – di cui 30,9 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 1 miliardo dal Fondo.
Il suo obiettivo è rafforzare il sistema educativo, le competenze digitali e tecnico-scientifiche, la ricerca e il trasferimento tecnologico.
Il Piano investe negli asili nido, nelle scuole materne, nei servizi di educazione e cura per l’infanzia. Crea 152.000 posti per i bambini fino a 3 anni e 76.000 per i bambini tra i 3 e i 6 anni.
Il Governo investe nel risanamento strutturale degli edifici scolastici, con l’obiettivo di ristrutturare una superficie complessiva di 2.400.000 metri quadri.
Inoltre, si prevede una riforma dell’orientamento, dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea, ad esempio con l’aggiornamento della disciplina dei dottorati e un loro aumento di circa 3.000 unità.
Si sviluppa l’istruzione professionalizzante e si rafforza la filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico.

La quinta missione, “Inclusione e Coesione”, stanzia complessivamente 22,4 miliardi – di cui 19,8 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,6 miliardi dal Fondo.
Il suo obiettivo è facilitare la partecipazione al mercato del lavoro, anche attraverso la formazione, rafforzare le politiche attive del lavoro e favorire l’inclusione sociale.
Il Governo investe nello sviluppo dei centri per l’impiego e nell’imprenditorialità femminile, con la creazione di un nuovo Fondo Impresa Donna.
Si rafforzano i servizi sociali e gli interventi per le vulnerabilità, ad esempio con interventi dei Comuni per favorire una vita autonoma alle persone con disabilità.
Sono previsti investimenti infrastrutturali per le Zone Economiche Speciali e interventi di rigenerazione urbana per le periferie delle città metropolitane.

La sesta missione, “Salute”, stanzia complessivamente 18,5 miliardi, di cui 15,6 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 2,9 miliardi dal Fondo.
Il suo obiettivo è rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, modernizzare e digitalizzare il sistema sanitario e garantire equità di accesso alle cure.
Il Piano investe nell’assistenza di prossimità diffusa sul territorio e attiva 1.288 Case di comunità e 381 Ospedali di comunità.
Si potenzia l’assistenza domiciliare per raggiungere il 10 per cento della popolazione con più di 65 anni, la telemedicina e l’assistenza remota, con l’attivazione di 602 Centrali Operative Territoriali.
Il Governo investe nell’aggiornamento del parco tecnologico e delle attrezzatture per diagnosi e cura, con l’acquisto di 3.133 nuove grandi attrezzature, e nelle infrastrutture ospedaliere, ad esempio con interventi di adeguamento antisismico.
Il Piano rafforza l’infrastruttura tecnologica per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati, inclusa la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico.

Il Piano prevede un ambizioso programma di riforme, per facilitare la sua attuazione e contribuire alla modernizzazione del Paese e all’attrazione degli investimenti.
La riforma della Pubblica Amministrazione affronta i problemi dell’assenza di ricambio generazionale, di scarso investimento sul capitale umano e di bassa digitalizzazione.
Il Piano prevede investimenti in una piattaforma unica di reclutamento, in corsi di formazione per il personale e nel rafforzamento e monitoraggio della capacità amministrativa.
La riforma della giustizia interviene sull’eccessiva durata dei processi e intende ridurre il forte peso degli arretrati giudiziari.
Il Piano prevede assunzioni mirate e temporanee per eliminare il carico di casi pendenti e rafforza l’Ufficio del Processo.
Sono previsti interventi di revisione del quadro normativo e procedurale, ad esempio un aumento del ricorso a procedure di mediazione e interventi di semplificazione sui diversi gradi del processo.
Il Piano prevede inoltre interventi di semplificazione per la concessione di permessi e autorizzazioni, e sul codice degli appalti per garantire attuazione e massimo impatto agli investimenti.
Il Piano include anche riforme a tutela della concorrenza come strumento di coesione sociale e crescita economica. I tempi di queste riforme, che vanno dai servizi pubblici locali a energia elettrica e gas, sono stati pensati tenendo conto delle attuali condizioni dovute alla pandemia.

Il PNRR avrà un impatto significativo sulla crescita economica e della produttività.
Il Governo prevede che nel 2026 il Pil sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base. Nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale (2024-2026), l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali.
Il Piano destina 82 miliardi al Mezzogiorno su 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, per una quota dunque del 40 per cento.
In particolare, gli investimenti nelle infrastrutture e nella mobilità sostenibile al sud sono pari 14,5 miliardi, il 53 per cento del totale, e intervengono sull’alta velocità, sul sistema portuale e sulla viabilità nell’Italia interna.
Sono stanziati 8,8 miliardi per interventi di inclusione e coesione al sud, pari al 39 per cento del totale, e 14,6 miliardi per misure nell’istruzione e la ricerca, pari al 46 per cento.
Questi includono la creazione di nuovi asili, un incremento delle infrastrutture sociali, e politiche per il lavoro.
Il PNRR contribuisce a ridurre il divario tra il Mezzogiorno e il resto del Paese.
L’impatto complessivo del PNRR sul Pil nazionale fino al 2026 è stimato in circa 16 punti percentuali. Per il sud, l’impatto previsto è di circa 24 punti percentuali.

Il Piano prevede inoltre un investimento significativo sui giovani e le donne.
Una nuova strategia di politiche per l’infanzia è cruciale per invertire il declino di fecondità e natalità.
I giovani beneficiano dei progetti nei campi dell’istruzione e della ricerca; del ricambio generazionale nella pubblica amministrazione; e del rafforzamento del Servizio Civile Universale.
Per i ragazzi e le ragazze, sono stanziati fondi per l’estensione del tempo pieno scolastico e per il potenziamento delle infrastrutture sportive a scuola.
In particolare, è promossa l’attività motoria nella scuola primaria, anche in funzione di contrasto alla dispersione scolastica.
Per quanto riguarda le donne, il Piano prevede misure di sostegno all’imprenditoria femminile e investimenti nelle competenze tecnico-scientifiche delle studentesse.
Inoltre, l’ampliamento dell’offerta di asili, il potenziamento della scuola per l’infanzia e il miglioramento dell’assistenza ad anziani e disabili aiuteranno indirettamente le donne, che spesso devono sostenere la maggior parte del carico assistenziale delle famiglie.
Per perseguire le finalità relative alle pari opportunità – generazionali e di genere – il Governo intende inserire per le imprese che parteciperanno ai progetti finanziati dal NGEU previsioni dirette a condizionare l’esecuzione dei progetti all’assunzione di giovani e donne.
I criteri sono definiti tenendo conto dell’oggetto del contratto; della tipologia e della natura del singolo progetto.

La governance del Piano prevede una responsabilità diretta dei ministeri e delle amministrazioni locali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati, e per la gestione regolare, corretta ed efficace delle risorse.
È previsto un ruolo significativo degli enti territoriali, a cui competono investimenti pari a oltre 87 miliardi di euro.
Il Ministero dell’economia e delle finanze monitora e controlla il progresso nell’attuazione di riforme e investimenti e funge da unico punto di contatto con la Commissione Europea.


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Ambiente

Contrastare il cambiamento climatico rigenerando le risorse naturali insieme ad aziende e comunità: presentati in Confindustria Cuneo i progetti di Robin Wood

L’Italia è coperta per un terzo da foreste, ma il 99% di questo patrimonio – costantemente cresciuto nell’ultimo secolo – è abbandonato o non gestito adeguatamente. Se l’espansione delle foreste da un lato consente di immagazzinare più CO2, dall’altro modifica il paesaggio, la biodiversità e la fruibilità del territorio. Come valorizzare quindi un patrimonio di questa portata, rendendolo allo stesso tempo di interesse per aziende, enti pubblici e cittadini? A questa domanda vuole rispondere Robin Wood, progetto promosso da Walden in collaborazione con Cooperativa ERICA di Alba e il Consorzio Forestale del Canavese, nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) 2014-2022, e presentato durante un evento che si è svolto presso la Sala Ferrero di Confindustria Cuneo. (altro…)


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Innovazione

ESCP Business School ha inaugurato a Torino il nuovo Campus

ESCP Business School ha inaugurato a Torino il nuovo Campus con 8 mila metri quadri per oltre mille studenti. Situato nel cuore della città, in un edificio storico di proprietà di BNL BNP Paribas, che ha realizzato i lavori per ESCP. Il campus si estende su oltre 8.000 metri quadrati e rappresenta uno dei simboli del recupero architettonico degli edifici storici di Torino.

Originariamente costruito nel 1877 come residenza di prestigio in stile neoclassico, l’edificio subì danni durante i bombardamenti del 1942 e fu successivamente trasformato da BNL nel 1983.

Il campus di Torino, progettato come uno spazio in cui la tradizione incontra l’innovazione tecnologica, si pone al centro di una riflessione sugli spazi dell’educazione in relazione all’innovazione pedagogica. Gli spazi fisici del campus dialogano con le trasformazioni tecnologiche, in particolare l’intelligenza artificiale, che gioca un ruolo nel definire modalità di apprendimento e interazione. L’AI è parte delle attività didattiche e di ricerca, ma viene messa in relazione con l’intelligenza umana, che rimane al centro del processo educativo. Questo approccio sottolinea che, sebbene le innovazioni tecnologiche siano fondamentali, è l’abilità intellettuale e le qualità umane come empatia, creatività e pensiero critico che consentono una crescita. Il campus si configura come un laboratorio, dove l’integrazione tra tecnologia e umanità è il punto di forza per costruire il futuro della formazione.

Il campus favorisce l’interazione tra studenti, docenti e ospiti grazie a spazi comuni come la Library, MeetUp rooms, caffetteria, corridoi e salotti progettati come spazi di dialogo. L’Agorà, una piazza coperta e vetrata accessibile a tutti, rappresenta una soluzione sviluppata in collaborazione con la Città di Torino. Le aule, flessibili e riorganizzabili, presentano configurazioni che stimolano l’apprendimento collaborativo. Unicum del polo sono le classi ad emiciclo: evoluzione della didattica ex cathedra, offrono spazi di dialogo per seminari, discussioni e workshop, sia in presenza che online. La loro conformazione garantisce visibilità e interazione tra docenti e studenti oltre a un’acustica studiata.


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Innovazione

Come abbinare le sedie da cucina moderne: guida completa al design armonioso

Le sedie da cucina sono elementi fondamentali che completano l’arredamento della sala da pranzo, caratterizzando non solo l’estetica ma anche la funzionalità dello spazio. Scegliere le sedie più adatte può trasformare l’ambiente, rendendolo più accogliente e confortevole per i pasti quotidiani e le occasioni speciali. Tra gli aspetti da valutare c’è anche l’abbinamento delle sedie da cucina moderne, trovando le soluzioni perfette per soddisfare ogni esigenza di design.

Identificare lo stile e la palette di colori della cucina

Prima di scegliere le sedie da cucina è essenziale identificare lo stile dominante della cucina. Che si preferisca uno stile moderno, contemporaneo, industriale, scandinavo o eclettico, infatti, le sedie devono armonizzarsi con gli altri elementi dell’arredamento. Ad esempio, in una cucina moderna, le sedie con gambe sottili in metallo e piani in vetro o legno laccato si integrano perfettamente con linee pulite e superfici lucide.

La scelta dei colori delle sedie deve abbinarsi alla palette cromatica della cucina.

Le tendenze del momento permettono di valutare numerose alternative. Infatti, come si nota anche se esploriamo il catalogo di sedie per la cucina Deghi, i colori neutri come bianco, nero, grigio e beige, degli evergreen in grado di offrire una base elegante e versatile, oggi vengono affiancati da tonalità più particolari, come l’arancione, il verde e il celeste, che possono aggiungere vivacità e personalità senza sovraccaricare lo spazio. Naturalmente, a prescindere dalle preferenze personali, sarà importante bilanciare le tonalità per creare un equilibrio visivo che renda l’ambiente accogliente e dinamico.

Scegliere il materiale giusto per le sedie da cucina

Per capire come abbinare al meglio le sedie da cucina moderne bisogna tenere in considerazione anche il materiale in cui sono realizzate. Le sedie in legno massello sono apprezzate per il loro calore estetico e la loro durabilità. Disponibili in una varietà di finiture, dal rovere chiaro al noce scuro, le sedie in legno possono adattarsi a diversi stili di arredamento classico o moderno, offrendo una base solida e tradizionale.

Il metallo conferisce alle sedie un aspetto moderno e robusto. Le sedie in metallo possono essere combinate con legno o vetro per creare un contrasto interessante, ideale per cucine dallo stile industriale o contemporaneo. Inoltre, il metallo è resistente e richiede poca manutenzione, rendendolo una scelta pratica e durevole.

Le sedie in plastica e resina sono leggere, facili da mantenere e disponibili in una vasta gamma di colori e forme. Queste sedie sono ideali per cucine piccole o per chi cerca soluzioni flessibili e versatili. La facilità di pulizia e la leggerezza delle sedie in plastica le rendono perfette per un uso quotidiano senza sacrificare lo stile.

Le sedie rivestite in tessuti o pelle offrono un comfort superiore, rendendo i pasti più piacevoli. I rivestimenti in tessuto possono essere personalizzati con cuscini decorativi, aggiungendo un tocco di colore e texture alla cucina. Le sedie in pelle, invece, conferiscono un aspetto sofisticato e durevole, ideale per cucine eleganti e raffinate.

Considerare le forme e le linee delle sedie

Le sedie con linee pulite si integrano facilmente in vari stili di arredamento, offrendo un aspetto elegante e contemporaneo. Queste sedie sono ideali per cucine moderne e minimaliste, dove l’attenzione è focalizzata sulla semplicità e sulla funzionalità dello spazio domestico.

Le sedie con forme geometriche o asimmetriche, invece, aggiungono interesse visivo e dinamismo all’ambiente. Queste sedie possono fungere da punti focali nella cucina, creando un look unico e originale. Le forme innovative possono anche contribuire a rendere lo spazio più accogliente e invitante.

Abbinamento delle sedie con il tavolo da pranzo

Per creare un ambiente armonioso è importante che le sedie si armonizzino con il design del tavolo da pranzo. Se il tavolo è moderno e minimalista, le sedie dovrebbero seguire lo stesso stile con linee pulite e materiali contemporanei. Se il tavolo è classico, le sedie con dettagli ornamentali e materiali tradizionali si integreranno meglio.

Combinare diversi materiali, come legno e metallo o vetro e resina, può creare un look equilibrato e interessante. Ad esempio, un tavolo in legno massello abbinato a sedie in metallo conferisce un aspetto moderno-industriale, mentre un tavolo in vetro con sedie in legno aggiunge leggerezza e eleganza all’ambiente.

Assicurarsi che le sedie siano proporzionate rispetto al tavolo e che siano allineate correttamente contribuisce a mantenere un aspetto ordinato e piacevole. Le sedie troppo grandi o troppo piccole rispetto al tavolo possono creare squilibri visivi e rendere lo spazio meno funzionale. È importante posizionare le sedie in modo strategico per facilitare il movimento e l’accesso al tavolo.

Integrazione delle sedie con altri elementi dell’arredamento della cucina

Le sedie da cucina devono integrarsi perfettamente con gli altri mobili presenti nella stanza, come tavoli, armadi e pensili. Scegliere sedie che si abbinano ai materiali e ai colori degli altri mobili contribuisce a creare un ambiente coeso e armonioso.

Gli accessori e le decorazioni giocano un ruolo chiave nell’abbinamento delle sedie da cucina. Utilizzare cuscini decorativi, tovaglie, oggetti d’arte e altri accessori può aggiungere personalità e stile senza sovraccaricare lo spazio. È importante bilanciare gli elementi decorativi per mantenere un look equilibrato e piacevole.

Errori da evitare nell’abbinamento delle sedie da cucina

Per abbinare al meglio le sedie da cucina moderne è opportuno evitare alcuni errori comuni che possono compromettere il risultato finale e danneggiare la funzionalità e l’aspetto estetico dell’ambiente. Si tratta innanzitutto della scelta di sedie troppo grandi o troppo piccole per la propria cucina, mentre è fondamentale che siano ben proporzionate rispetto allo spazio disponibile e al tavolo da pranzo. Sedie troppo grandi possono rendere l’ambiente angusto, mentre sedie troppo piccole possono risultare scomode e insufficienti per gli ospiti.

Un altro errore comune è ignorare il comfort per l’estetica. Bilanciare design e comfort è essenziale, infatti sedie belle ma scomode possono rendere i pasti meno piacevoli, mentre sedie comode ma poco esteticamente gradevoli possono compromettere l’estetica della cucina. È importante quindi trovare il giusto equilibrio tra bellezza e funzionalità.

Allo stesso modo non considerare la durabilità dei materiali è un ulteriore errore da non commettere. Scegliere materiali resistenti e facili da mantenere è fondamentale per garantire la longevità delle sedie. Materiali di bassa qualità infatti possono deteriorarsi rapidamente, richiedendo sostituzioni frequenti e aumentando i costi nel tempo.

Anche trascurare il comfort della cucina può portare ad abbinamenti sbagliati delle sedie con gli altri elementi della cucina. Ad esempio, è necessario assicurarsi che rimanga abbastanza spazio nell’ambiente per muoversi comodamente, evitando ingombri eccessivi tra il tavolo, le sedie e gli arredi della cucina. Le sedie devono anche essere facili da spostare, per agevolare la pulizia e altre operazioni quotidiane.


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