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Compagnia di San Paolo e Fondazione Denegri Social Venture acquisicono il controllo di Socialfare

E’ stato annunciata l’entrata nella compagine di SocialFare in quota paritaria di Compagnia di San Paolo e Fondazione Denegri Social Venture, creata dalla famiglia Denegri proprietaria di Finde Holding, a cui fa capo Diasorin.

Con una quota paritaria la Compagnia di San Paolo assieme alla Fondazione Denegri Social Venture acquisiscono il controllo con una quota superiore al 51%, detenuto sino a oggi dai Giuseppini del Murialdo. È la prima volta che una fondazione fa un’operazione diretta in un’impresa sociale con l’attesa di un ritorno sia finanziario sia sociale.

SocialFare è un centro per l’innovazione sociale fondato a Torino nel 2013 dalla Congregazione dei Giuseppini del Murialdo per dare risposte concrete alla sfide sociali dovute alla crisi dell’economia e dell’occupazione giovanile. Incubatore certificato dal Mise, SocialFare offre da 2015 un programma di accelerazione imprenditoriale per startup selezionate attraverso la call Foundamenta, all’ottava edizione: 850 candidature ricevute da tutto il mondo nei primi 3 anni e 50 startup accelerate che nel loro complesso hanno raccolto sino a oggi 4 milioni di investimento.

Grazie all’apporto finanziario e di competenze della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Denegri, SocialFare potrà scalare soluzioni innovative alle più pressanti sfide sociali, sviluppare ricerca e sperimentazione di public-private partnership, accelerare capacity building per l’impatto sociale e impact startup.

L’intero ecosistema SocialFare potrà crescere a livello nazionale e internazionale rinforzando Torino come città di riferimento per l’innovazione sociale e l’impact investing.

“La Congregazione dei Giuseppini del Murialdo ha voluto fondare SocialFare, con la visione di valore del progetto Rinascimenti Sociali – luogo e rete di convergenza di Innovazione Sociale, nonché sede operativa di SocialFare, nel cuore di Torino – allo scopo di dare risposte concrete alle sfide sociali che la crisi dell’economia e dell’occupazione giovanile hanno fatto emergere in maniera drammatica e per molti aspetti inedita – racconta Don Danilo Magni in rappresentanza della Congregazione dei Giuseppini del Murialdo. –  Con SocialFare i “Murialdini” hanno inteso ed intendono attualizzare, con l’approccio dell’innovazione Sociale, la propria missione a favore dei giovani in differenti contesti, con particolare attenzione all’educazione, al lavoro e alla valorizzazione delle comunità. Se ad occhi meno attenti appare più immediatamente visibile il ruolo di SocialFare come incubatore certificato per l’accelerazione di startup ad impatto sociale, il lavoro più profondo e con maggiori ricadute è rappresentato dal Centro nella sua veste di “incubatore di conoscenza”. In questo quadro, gli apporti di know-how imprenditoriale e di capacità finanziaria dei nuovi soci Compagnia di San Paolo e Fondazione Denegri Social Venture, accanto all’approccio educativo della Congregazione, non potranno che dare un’importante ed ulteriore spinta all’identità ed alla missione di SocialFare e di Rinascimenti Sociali”.

“La Compagnia di San Paolo è andata costruendo negli anni una filiera integrata nel campo dell’impresa sociale sostenibile – ha dichiarato Alberto Anfossi, Segretario Generale della Compagnia di San Paolo – sostenendo da Nesta Italia a Open Incet, da Impact Hub alla convenzione triennale a favore di Torino Social Impact, recentemente firmata con la Camera di Commercio di Torino (che ha consentito a un’iniziativa partecipata da oltre cinquanta soggetti di assumere tratti più maturi, professionistici e operativi di servizio al sistema locale come pure di promozione nazionale e internazionale del medesimo).

Il nostro modello prevede in primo luogo un impiego di strumenti erogativi e di investimento, come pure un’azione di leva di sistema rispetto alla formazione dell’eco-sistema torinese e piemontese. L’obiettivo della Compagnia di San Paolo è costruire una filiera dell’innovazione sociale che, a partire dalle attività di accelerazione di conoscenza e accelerazione d’impresa, porti le organizzazioni a impatto sociale a raggiungere la sostenibilità e in taluni casi a diventare attraenti per capitali privati.

L’investimento in SocialFare della Compagnia si inquadra all’interno di questa filiera accanto agli interventi quali il bando Seed e agli investimenti già fatti in SocialFare Seed e nel fondo di Oltre Venture.

La nostra Fondazione negli anni passati ha sostenuto SocialFare fornendo uno startup grant; la crescita e i primi positivi risultati del modello hanno dapprima portato la Compagnia, accanto ad importanti investitori, a capitalizzare con €1,6 mln un veicolo per dare seed equity alle startup accelerate (SocialFare Seed srl) e poi a far maturare l’ipotesi di acquisire, in collaborazione con Fondazione Denegri Social Venture, il controllo di SocialFare.

Obiettivo dell’acquisizione da parte della Compagnia è passare da una logica di sostegno erogativo a una di investimento di capitale condiviso con importanti attori finanziari per sostenere la crescita dell’acceleratore sociale in una logica di professionalità e di apertura al mercato”.

“Riteniamo il nostro ingresso nel capitale sociale di SocialFare un risultato significativo e coerente per la neonata Fondazione Denegri Social Venture – afferma Corrado Ferretti, Vicepresidente della Fondazione – il cui operato è distante dalla mera erogazione ma si centra su un’operatività che coniuga capacità imprenditoriali con iniziative in grado di trasformare concretamente la società. Non a caso tale sinergia nasce a Torino, città da anni promotrice di una profonda trasformazione nel modo di fare impresa ed in grado di orientare gli investimenti alla missione di impatto sociale. Il grande obiettivo – prosegue Ferretti – è rendere SocialFare un punto di riferimento a livello europeo, traguardo che si può raggiungere solo unendo competenze imprenditoriali, capitale finanziario, e reti di opportunità di tutti i soggetti coinvolti.

Laura Orestano, AD SocialFare, ha espresso la soddisfazione di tutta la squadra SocialFare – che si caratterizza per una forte componente femminile e under 35  – e dei tanti partner convenuti in Rinascimenti Sociali, “auspicando che questo rinnovato assetto possa costituire la linea di partenza per un modello di convergenza sociale e finanziaria essenziale per accelerare know-how e soluzioni innovative in termini di modelli, servizi e prodotti rilevanti per la società. Approccio questo necessario, a livello locale e nazionale, anche per una nuova politica di sviluppo che ponga al centro le persone, i territori e le comunità con il loro sapere esperto e il loro potenziale imprenditoriale e di innovazione sostenibile.”


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Stefano Buono e Newcleo lanciano il progetto di una nuova torre – grattacielo a Porta Susa a Torino

Stefano Buono, fondatore e Ceo di Newcleo, ha annunciato l’intenzione di costruire una nuova torre nella zona di Porta Susa di fronte al grattacielo di Intesa Sanpaolo per localizzare la  sede italiana dell’ azienda.
Newcleo è una scaleup italo – inglese con sede a Londra, impegnata nello sviluppo di reattori nucleari di ultimissima generazione.  Stefano Buono immagina che la torri possa ospitare anche attività del Politecnico di Torino e la nuova sede di Liftt, la società di venture capital specializzata in investimenti deeptech, di cui Buono è presidente.
L’area prescelta per la nuova torre fa parte di un più ampio piano di riqualificazione urbana del Torino Innovation Mile che coinvolge oltre a Newcleo, il Politecnico di Torino, Ogr, Environment Park, Infra.To, Liftt, Nexto e Planet Smart City. I tempi per la realizzazione del progetto dovrebbero essere di tre anni dal momento in cui verrà finalizzato l’acquisto delle aree.
La nuova sede di Newcleo sorgerà su un’area di oltre 45 mila metri quadrati, di proprietà di FS Sistemi Urbani e utilizzerà i capitali del round di raccolta fondi da un miliardo di euro, annunciato lo scorso marzo che con altri round di finanziamenti porteranno a un totale di 3-4 miliardi di euro che saranno utilizzati per sviluppare due reattori in Francia e Regno Unito, un prototipo non nucleare  in Italia(nel laboratorio di Brasimone, sull’Appennino Bolognese e una fabbrica di combustibile nucleare.

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Digitale

A Novara Silicon Box porta un impianto produttivo per la realizzazione di semiconduttori e microchip per un investimento complessivo di 3,2 miliardi di euro

Silicon Box ha scelto Novara come sede del suo impianto produttivo per la realizzazione di semiconduttori e microchip, il primo nel suo genere in Europa, per un investimento complessivo di 3,2 miliardi di euro.

L’annuncio è arrivato durante la conferenza stampa per la firma della lettera di intenti che si è svolta a Roma a Palazzo Piacentini, sede del Mimit, alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, dei co-fondatori di Silicon Box Sehat Sutardja e Weili Dai, del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e del sindaco di Novara Alessandro Canelli.

Il sito di Novara è stato selezionato dall’azienda attraverso un processo di valutazione dettagliato, con il supporto di esperti e consulenti indipendenti. A pieno regime l’impianto potrà generare 1.600 nuovi posti di lavoro diretti, a cui si aggiungeranno quelli indiretti per la costruzione della fabbrica e per le forniture e la logistica a essa collegate.

Lo stabilimento sarà costruito e gestito secondo i principi europei di riduzione al minimo l’impatto sull’ambiente. L’investimento è al momento ancora soggetto all’approvazione della Commissione Europea.

Il sito contribuirà a soddisfare la domanda di assemblaggio di semiconduttori, principalmente nel mercato europeo, per abilitare nuove tecnologie come applicazioni di nuova generazione nel campo dell’intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni e componenti per veicoli elettrici.

L’investimento di Silicon Box si inserisce a pieno titolo nella strategia europea segnata dal Chips Act – che punta a raddoppiare la quota di mercato globale dell’Ue nel settore dei semiconduttori entro il 2030, dal 10 ad almeno il 20% – e nella strategia italiana per la microelettronica, che stanzia 4 miliardi per attrarre in Italia grandi investimenti e punta a irrobustire la ricerca industriale avanzata.

L’arrivo della multinazionale di Singapore a Novara rappresenta il secondo grande investimento in Italia nel settore della microelettronica in poche settimane, dopo quello da 5 miliardi annunciato a fine maggio da parte di STMicroelectronics per la costruzione di un nuovo impianto a Catania per la produzione in grandi volumi di carburo di silicio (SiC) da 200 mm per dispositivi e moduli di potenza, nonché per attività di test e packaging.

“L’annuncio di oggi – ha sottolineato Urso – conferma la validità del nostro piano strategico sulla microelettronica: è in atto un effetto volano degli investimenti sui chip in Italia. Silicon Box è davvero un caso modello, un unicum nel panorama internazionale, sarà il primo impianto di produzione di chiplet in Europa. Un partner industriale che ci farà crescere nel settore dell’alta tecnologia e che ci permetterà di aumentare le capacità di design e nel know how”. Urso ha poi aggiunto che “dall’inizio del 2024, se sommiamo l’investimento di Silicon Box a quello di STMicroelectronics e altri più contenuti da parte di aziende straniere in Italia – oltre all’assegnazione della linea pilota sui materiali ad alta resistenza che la Commissione europea ha voluto realizzare nella Etna Valley in Sicilia – arriviamo a un ammontare complessivo di oltre 9 miliardi di euro sulla microelettronica nel nostro Paese. Un dato, solo nei primi sei mesi dell’anno, non riscontrabile in nessun altro Paese europeo”.

Il presidente Cirio ha ribadito l’importanza dei risultati raggiunti in questi anni alla guida della Regione: “Il mio primo mandato da presidente del Piemonte si è concluso con l’importante risultato del secondo modello di auto a Mirafiori a Torino e il secondo si apre con il coronamento di un lavoro che ci impegnato negli ultimi mesi con il Governo, il Comune di Novara e Silicon Box per un investimento straordinario, da oltre 3 miliardi di euro, che approda in Piemonte con oltre 1.600 posti di lavoro in un settore che rappresenta il futuro della manifattura e che si aggiunge a altri investimenti annunciati nelle scorse settimane a conferma di quanto sia strategica la scelta del governo italiano di insediare in Piemonte e a Torino la sede della Fondazione per l’intelligenza artificiale”. Poi ha sottolineato che “l’investimento di Silicon Box rappresenta per noi un risultato straordinario, dimostra che investire in Piemonte è conveniente e conferma l’attrattività crescente del nostro territorio che ha battuto la competizione di regioni come la Lombardia e il Veneto che per anni sono state il locomotore del Nord a cui oggi si aggiunge a pieno titolo anche il Piemonte grazie al grande lavoro di questi anni e al fatto che, con Tav e Terzo Valico, che vanno a completamento nei prossimi anni, proprio in questo territorio si incroceranno le grandi direttrici europee di mobilità e di scambio delle merci. Ci abbiamo lavorato tanto, ci abbiamo creduto, abbiamo investito tempo, rapporti e risorse. Questo è il primo passo della Silicon Valley in Italia ed è un’occasione unica che rende il nostro Piemonte sempre più centrale in Italia e in Europa”.

Il sindaco Canelli ha parlato di “grande risultato per la nostra città. L’arrivo di Silicon Box costituisce un investimento strategico epocale non solo per Novara e per il Piemonte, ma per l’Italia tutta. Da 10 mesi a questa parte abbiamo lavorato per costruire un dossier di candidatura che ha consentito di portare in città questo insediamento che di fatto dà inizio ad un cambio di paradigma sullo sviluppo futuro di Novara e del nord est del Piemonte con la nascita di un hub della scienza e della tecnologia e di un distretto dell’innovazione per il quale la nuova produzione per i semiconduttori sarà centrale e il cui ruolo includerà lo svolgimento di compiti aggiuntivi relativi all’ambiente tecnologico, territoriale ed economico che la nuova fabbrica andrà a creare intorno ad essa. Missione che porterà anche a nuove opportunità di collaborazione con Università italiane ed enti di ricerca europei. Un intervento che prevede anche un importante rigenerazione urbana di aree industriali dismesse e degradate nel tessuto urbano. Inoltre, il progetto avrà un impatto rilevantissimo sul piano dell’occupazione, certamente, ma anche e soprattutto sul piano economico e formativo”. Canelli ha poi precisato che “Novara non è stata scelta a caso: la posizione strategica del nostro territorio è senz’altro stata essenziale nella decisione finale, ma gli investitori hanno visto molto di più nella nostra città. Hanno visto un tessuto produttivo florido, un’Università dove arrivano studenti da tutta Europa, hanno visto la presenza di scuole tecniche già altamente specializzate. Silicon Box non sarà dunque solo un parco tecnologico, ma una realtà dove verrà fatta formazione e che si impegnerà a creare un ecosistema della filiera dei semiconduttori e che aiuterà la nostra città’ ad avviare ulteriori progetti di riqualificazione e rigenerazione”.


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imprenditoria

Future Start-up Founders un percorso per le donne che vogliono diventare imprenditori nel mondo della tecnologia

Il percorso Future Start-up Founders di Femme Forward offre alle donne l’opportunità di ricevere una formazione gratuita nel campo dell’imprenditoria tecnologica: un programma di 60 ore su 8 settimane + 1 di lavoro progettuale, con contenuti erogati online in modalità live.

Le partecipanti avranno l’opportunità di concepire e presentare efficacemente la propria idea imprenditoriale, dalla validazione sul campo delle ipotesi all’elaborazione di un solido modello di business, dal perfezionamento delle strategie di sviluppo del prodotto alle tattiche di marketing ed i fondamenti tecnici necessari.

La formazione non si limiterà solo a lezioni teoriche. Attraverso workshop interattivi, lezioni live e asincrone, esercitazioni, sessioni di mentoring personalizzate e partecipazione a talk ed eventi di networking, acquisirai competenze sia tecniche che soft skills. Questo approccio olistico ti preparerà in modo completo per le sfide del mondo imprenditoriale.

Il percorso Future Start-up Founders si svolge nell’ambito di Femme Forward, un progetto finanziato dall’UE con il programma Erasmus+ e conta su un consorzio di 15 partner, tra cui TOP-IX, provenienti dall’industria, dalla tecnologia e dall’istruzione in 8 stati Europei.

La formazione prenderà il via l’8 novembre e accoglierà un massimo 30 partecipanti. Non sono richieste competenze specifiche all’ingresso o altri pre-requisiti se non la curiosità, la dedizione e l’ambizione di voler costruire il proprio futuro lavorativo ed imprenditoriale in campo tecnologico.

Per candidarsi entro il 29 ottobre


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