Sostenibilità
Direttiva europea sulla qualità dell’aria: non rinviamo al 2040 la revisione degli obiettivi
wÈ stato pubblicato il primo febbraio lo studio scientifico di un importante gruppo di ricercatori europei, fra i quali l’italiano Francesco Forastiere, Direttore della Rivista Epidemiologia e Prevenzione che mostra le conseguenze sulla salute delle persone che avrebbe il rinvio dei nuovi obiettivi di qualità dell’aria dell’UE – attualmente in discussione in Europa nell’ambito del trilogo sulla negoziazione della nuova Direttiva sulla qualità dell’aria.
Lo studio stima in quasi 330.000 le vite umane che sarebbero sacrificate in Europa dal rinvio di 10 anni dell’adempimento ai nuovi limiti sulla qualità dell’aria e dettaglia il costo umano per ciascun paese UE nel quale le concentrazioni medie di PM 2.5 oggi superano i 10 μg/m3: un terzo circa della mortalità aggiuntiva si verificherebbe in Italia.
Il Piano d’azione Zero Pollution 2021 della Commissione europea impegna l’UE a modificare l’obsoleta direttiva sulla qualità dell’aria del 2008, strumento giuridico cruciale nella regolamentazione dell’inquinamento atmosferico negli Stati membri dell’UE, sottolineando la necessità che la legislazione dell’UE si allinei agli studi scientifici e alle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Questo, considerando che gli attuali limiti agli inquinanti dell’aria come il particolato (PM2,5) e il biossido di azoto (NO2) sono lontani da quelli indicati dalle linee guida dell’OMS del 2021. La revisione della Direttiva, come proposta dalla Commissione Europea nell’ottobre 2022, prevede valori limite di qualità dell’aria per PM2,5 e NO2 da raggiungere entro il 2030 addirittura doppi di quelli indicati dalle linee guida dell’OMS: una proposta che non è all’altezza delle raccomandazioni dell’OMS.
Nel settembre 2023, il Parlamento europeo ha poi votato per l’allineamento alle linee guida dell’OMS entro il 2035, ma il Consiglio – formato dai rappresentanti degli Stati Membri – osteggia tale indicazione proponendo inoltre deroghe ampie e poco chiare e, dunque, tali da ostacolare l’effettività del diritto a respirare l’aria pulita. I meccanismi ipotizzati (fra questi PIL inferiore alla media dell’UE o particolari condizioni orografiche) consentirebbero agli Stati membri di ritardare il raggiungimento dei limiti addirittura al 2040: questo porterebbe alla consacrazione di un’idea di Europa a più velocità, con cittadini di seconda categoria, destinati a vedere compromesso il loro diritto alla salute.
In questa situazione, l’Italia ha sin dall’inizio osteggiato il testo della Direttiva formulato dal Parlamento, prediligendo, ancora una volta, compromessi politici che ostacolano la soluzione del grave problema dell’inquinamento dell’aria nel nostro paese, mettendo a rischio la salute pubblica e l’ambiente: il rinvio al 2040 comporterebbe infatti la morte prematura di oltre 100.000 persone, come se una città come Piacenza o Novara o Ancona sparisse.
Il Governo italiano, e in special modo le Regioni della pianura padana, stanno supportando una visione delle politiche che mette a rischio la vita dei propri cittadini, ancorandosi a motivazioni deboli e fuorvianti. Sono proprio le persone più vulnerabili – da un punto di vista sanitario, sociale ed economico, oltre ai bambini e agli anziani – a risentire degli effetti di una proroga al 2040 dell’attuazione dei limiti.
Se si considera che, già solo dall’inizio del 2024, in diverse città italiane e per molti giorni – prime fra tutte Milano e Torino – sono stati superati i limiti giornalieri indicati dall’OMS, è evidente come la tutela della salute sia messa a repentaglio.
Le associazioni si appellano al senso di responsabilità delle istituzioni del nostro paese affinché la posizione italiana nell’ambito dell’attuale negoziazione europea sia ridefinita garantendo il diritto costituzionalmente sancito alla tutela della salute umana.
“Ogni proroga significa aumentare i rischi per la salute pubblica, causare sofferenza, aumento delle malattie, morti premature e costi per l’assistenza. E’ un momento delicato in cui le implicazioni del ritardo vanno valutate con attenzione e con responsabilità. Occorre cercare soluzioni tempestive per garantire un ambiente più sicuro e salutare per tutti”. Francesco Forastiere, direttore della rivista Epidemiologia e Prevenzione.
“I governi nazionali che stanno investendo tutti i loro sforzi per garantire il loro diritto a inquinare per altri 10 anni dovrebbero essere trasparenti al riguardo, in modo che le loro scelte siano chiare e i cittadini possano esserne consapevoli e valutarle. Rinviare di 10 anni, dal 2030 al 2040, il raggiungimento dei nuovi standard di qualità dell’aria, come richiesto da alcuni paesi chiave in seno al Consiglio, è inaccettabile. Questo studio mostra quante morti premature questo ritardo causerà in alcuni paesi dell’UE. Anche le implicazioni finanziarie sono rilevanti, poiché dobbiamo tenere presente che il costo dell’inazione è molto più elevato del costo dell’azione per ridurre l’inquinamento atmosferico”. Margherita Tolotto, Policy Manager Aria e Rumore, European Environmental Bureau.
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Economia circolare
Entro il 13 febbraio 2025 obbligatoria l’iscrizione di 70 mila aziende al RENTRI il sistema informativo di tracciabilità dei rifiuti
ll RENTRI è il sistema informativo di tracciabilità dei rifiuti, previsto dall’art. 188-bis del Decreto Legislativo 152 del 2006 gestito direttamente dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica con il supporto tecnico operativo dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali. (altro…)
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Mobilità sostenibile
BikeSquare lancia un crowdfunding per crescere all’estero, per la comunicazione e per una nuova piattaforma
La start up innovativa BikeSquare nata a Novello lancia un crowdfunding per crescere e aprire nuovi punti di noleggio non solo in Italia, investine nel marketing e coinvolgere un numero sempre maggiore di pedalatori con nuove campagne di comunicazione e di marketing e per la realizzazione di una nuova piattaforma: innovativa. Per realizzare i progetti BikeSquare ha definito un obiettivo massimo di raccolta di 525.000 € per il round in corso.
BikeSquare è la prima piattaforma italiana dedicata al turismo con biciclette elettriche, nata dieci anni fa come impresa innovativa e dal 2024 Società Benefit focalizzata sulla mobilità sostenibile e sul cicloturismo, BikeSquare ha sviluppato la piattaforma che mette in rete più di 130 punti di noleggio e-bike e 443 partner in 54 destinazioni tra Italia e Spagna.per far arrivare il modello di cicloturismo e di sviluppo dei territori in Germania e in Spagna. Oltre a proporre il noleggio delle e-bike, il modello BikeSquare contribuisce a creare una rete di realtà che collaborano condividendo l’obiettivo comune dello sviluppo sostenibile della destinazione turistica.
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Clima
I devastanti incendi nella contea di Los Angeles sono l’effetto di come il cambiamento climatico stia modificando i fattori di rischio delle nostre vite
La contea di Los Angeles sta affrontando una delle peggiori stagioni di incendi nella sua storia recente. Nonostante la stagione degli incendi nel sud della California solitamente si concluda a fine autunno, venti secchi e forti hanno alimentato incendi devastanti che hanno sconvolto la regione nel cuore dell’inverno. Questo fenomeno anomalo sottolinea l’intensificazione degli effetti del cambiamento climatico e mette a dura prova le risorse delle autorità locali.
Gli incendi hanno causato la morte di almeno dieci persone e distrutto quasi 10.000 strutture, tra case, aziende e infrastrutture. Più di 180.000 persone sono state costrette a evacuare le loro abitazioni, con ulteriori 200.000 sotto avviso di evacuazione. Le fiamme hanno consumato oltre 14.000 ettari di terreno, compresi parchi naturali e aree protette, con effetti devastanti sulla flora e fauna locali.
Le condizioni meteorologiche hanno giocato un ruolo chiave nella propagazione degli incendi. Venti secchi, noti come “Santa Ana winds,” hanno raggiunto velocità fino a 70 km/h, alimentando le fiamme e rendendo difficili le operazioni di contenimento. Questi venti, combinati con temperature insolitamente elevate e una vegetazione resa estremamente secca dalla siccità, hanno creato un ambiente ideale per il rapido sviluppo degli incendi.
Le autorità locali e statali hanno mobilitato risorse significative per combattere gli incendi. Più di 3.000 vigili del fuoco sono stati dispiegati sul campo, supportati da aerei antincendio e elicotteri per il lancio di acqua e ritardanti sulle fiamme. Il presidente Joe Biden ha dichiarato lo stato di emergenza, garantendo l’accesso a risorse federali per supportare le operazioni di emergenza e la ricostruzione.
Le comunità colpite si trovano ad affrontare una crisi umanitaria. Molte famiglie hanno perso tutto e sono state costrette a rifugiarsi in centri di accoglienza temporanei. Le scuole sono state chiuse, e l’aria nella regione è diventata irrespirabile a causa del fumo denso, aumentando i rischi per la salute pubblica.
Gli esperti concordano sul fatto che il cambiamento climatico abbia aggravato la frequenza e l’intensità degli incendi in California. L’alternanza di periodi di piogge intense seguiti da lunghi periodi di siccità — un fenomeno noto come “latigazo hidroclimático” — ha reso la vegetazione più suscettibile agli incendi. La rapida crescita della vegetazione durante le piogge seguita da una secchezza estrema fornisce un’enorme quantità di combustibile per le fiamme.
La crisi in corso nella contea di Los Angeles evidenzia l’urgenza di affrontare le cause profonde del cambiamento climatico. Investire in misure di prevenzione, come la gestione della vegetazione e l’adozione di tecnologie avanzate per il monitoraggio degli incendi, è fondamentale per ridurre il rischio di disastri futuri. Allo stesso tempo, è necessario sostenere le comunità colpite, garantendo loro le risorse necessarie per ricostruire e riprendersi da questa tragedia.
Gli incendi nella contea di Los Angeles rappresentano un monito per il resto del mondo: l’intensificazione degli eventi climatici estremi è una realtà che richiede azioni immediate e coordinate a livello globale.
La California continua a essere teatro di incendi devastanti da anni , con il 2024 che ha registrato una stagione particolarmente intensa. Le condizioni climatiche estreme, caratterizzate da una combinazione di periodi di piogge intense seguiti da siccità prolungate, hanno creato un ambiente propizio per la propagazione degli incendi. Questo fenomeno, noto come “latigazo hidroclimático”, ha aumentato la vulnerabilità della vegetazione, rendendola più suscettibile alle fiamme.
Le condizioni meteorologiche estreme, come ondate di calore e siccità, hanno esacerbato la frequenza e l’intensità degli incendi in California. Il cambiamento climatico, alimentato dalle emissioni di combustibili fossili, ha contribuito a questi eventi, creando un ciclo di condizioni favorevoli agli incendi. La rapida alternanza tra periodi umidi e secchi ha aumentato il rischio di incendi, con la vegetazione che cresce rapidamente durante le piogge e si secca durante le siccità, diventando combustibile per le fiamme.
Le autorità locali e federali hanno mobilitato risorse significative per combattere gli incendi, con il presidente Joe Biden che ha approvato l’assistenza federale, compreso il dispiegamento di ulteriori risorse antincendio. Nonostante gli sforzi, la portata e l’intensità degli incendi hanno messo a dura prova le capacità di risposta, evidenziando la necessità di strategie più efficaci per affrontare queste emergenze.
La devastazione causata dagli incendi ha avuto un impatto significativo sulle comunità locali, con migliaia di persone evacuate, case distrutte e infrastrutture danneggiate. La ricostruzione richiederà tempo e risorse, e la frequenza crescente di questi eventi solleva preoccupazioni sul futuro della regione. È essenziale affrontare le cause profonde del cambiamento climatico e implementare misure di mitigazione per ridurre il rischio di incendi futuri e proteggere le comunità vulnerabili.
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