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Economia circolare

Dall’Italia un coro di proteste contro la proposta di regolamento europeo sugli imballaggi

“Perplessità e sconcerto”. “Irricevibile e dall’impatto devastante”. I giudizi sulla proposta di regolamento Ue sugli imballaggi sono eloquenti. A prendere posizione in questi giorni è stato l’intero comparto, preoccupato per le conseguenze che potrebbe avere la revisione della direttiva europea 94/62/CE sugli imballaggi.

In un comunicato del Ministero della Transizione Ecologica si legge:

La proposta di regolamento sugli imballaggi circolata nei giorni scorsi ci lascia perplessi, sia per il veicolo normativo scelto, un regolamento, che non lascia alcuna flessibilità di applicazione, sia per i contenuti.

Le scelte devono essere supportate da valutazioni tecnico scientifiche che consentano, a parità di obiettivi ambientali, di perseguire i modelli che comportano i benefici maggiori sotto il profilo sociale ed economico.

Inoltre, se un modello nazionale funziona (ed è questo il caso del sistema di gestione degli imballaggi italiano, basato su raccolta differenziata integrata, ove necessario con raccolta selettiva) la normativa comunitaria deve supportarlo e non sostituirlo con un altro dall’efficacia incerta.

A tal proposito, su indicazione del ministro Gilberto Pichetto, il MiTE ha aperto un confronto affinché si intervenga nelle sedi opportune a livello comunitario.

Più in particolare, l’Italia nel 2021 ha avviato a riciclo il 73,3% degli imballaggi immessi sul mercato: 10 milioni e 550mila tonnellate, vale a dire 7 imballaggi su 10, superando il target europeo al 2025 del 65%. Il PNRR ha previsto investimenti nell’ impiantistica del riciclo e nell’infrastrutturazione della raccolta differenziata per 2,1 miliardi di euro e il MiTE sta chiudendo le graduatorie per l’erogazione dei finanziamenti.

Stefan Pan, delegato di Confindustria per l’Europa, in un’intervista al Sole 24 Ore ha spiegato la linea lungo la quale si stanno muovendo le imprese in merito alla proposta di regolamento Ue sul riutilizzo degli imballaggi. Per Pan “nessuno si sta rendendo conto dell’impatto che avrebbe su molte filiere, con conseguenze pesanti sull’industria alimentare, cosmetica, farmaceutica, chimica, su quella dei dispositivi medici, della cura della casa, della ristorazione e della logistica. Senza contare ovviamente quella del riciclo, per cui siamo campioni europei”.

Preoccupazione è stata espressa anche da Federdistribuzione che giudica la proposta “irricevibile”:

La nuova proposta di Regolamento europeo sugli imballaggi, così com’è formulata, sembra avere un orientamento ideologico e poco aderente alle differenti logiche con cui si opera nei diversi Paesi nonché all’operatività concreta dei mercati

Sull’argomento è intervenuta anche Assobioplastiche, Associazione Italiana delle Bioplastiche e dei Materiali Biodegradabili e Compostabili:

Assobioplastiche esprime forte sconcerto in merito alla proposta di regolamento sugli imballaggi che la Commissione europea intenderebbe presentare entro il 30 novembre.

L’Associazione ritiene che detta proposta violi una serie di principi basilari come quelli di proporzionalità e neutralità tecnologica.

C’è un problema di merito (penalizzazione di alcuni materiali di imballaggio rispetto ad altri), ma anche di metodo nel processo decisionale europeo, quando si adottano normative così impattanti sulle imprese, il tessuto economico-sociale e i cittadini, in assenza di solidi agganci su chiare e trasparenti valutazioni scientifiche.

Chiediamo un ripensamento complessivo del testo che metta i materiali di imballaggio tutti sullo stesso piano senza penalizzare le nuove filiere che sono proprio quelle che, anche grazie al contributo dell’UE stessa, più hanno investito sotto il profilo dell’innovazione tecnologica e ambientale.


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Anti-spreco

Economia circolare sui rifiuti d’imballaggio, riuso e riciclo: partiamo dalle basi

Come parte del Green Deal europeo e del nuovo piano d’azione per un’economia circolare, la Commissione europea ha proposto una revisione della PPWD nel novembre 2022. L’obiettivo dell’iniziativa di revisionare il piano d’azione è assicurare che tutti gli imballaggi siano riutilizzabili o riciclabili in modo economicamente fattibile entro il 2030. Si mira a rafforzare i requisiti essenziali per l’imballaggio al fine di garantirne il riutilizzo e il riciclo; inoltre sono previste misure per affrontare l’eccesso di imballaggi e ridurre i rifiuti d’imballaggio. La proposta, che era nelle mani dei co-legislatori, è stata affrontata e messa ai voti in sede di plenaria del Parlamento europeo a novembre di quest’anno; la votazione si è conclusa con con 426 voti a favore, 125 contrari e 74 astensioni. Ma torniamo un attimo indietro: cos’è l’economia circolare?

Cos’è l’economia circolare?

L’economia circolare è un modello economico progettato per ridurre al minimo lo spreco di risorse e promuovere un utilizzo più sostenibile delle stesse. A differenza del tradizionale modello lineare “prendi, produci, usa e getta”, in cui i prodotti vengono fabbricati, utilizzati e poi eliminati, l’economia circolare si concentra sull’estensione della vita utile dei prodotti e sulla massimizzazione del recupero e del riutilizzo dei materiali.
Applicata all’dimensione degli imballaggi usa-e-getta, l’economia circolare, che si esprime in riuso e riciclo, diventa il  fulcro attorno cui si è costruita la Direttiva sui Materiali d’Imballaggio e i Rifiuti d’Imballaggio (PPWD). Oggi, la maggior parte dei beni richiede imballaggi in diverse fasi della loro vita produttiva ed esiste una vasta gamma di materiali che viene utilizzata per l’imballaggio, tra cui vetro, carta e cartone, metallo (come acciaio o alluminio), plastica (polimeri come il polietilene tereftalato (PET)), legno, sughero, tessuto (borse), ceramica o porcellana.

Il mercato dell’imballaggio genera un grande fatturato per l’UE ( per fare un esempio si parla di ben 355 miliardi di euro solo nel 2018), e include molti produttori che vendono e producono imballaggi negli Stati membri dell’Unione. La produzione e gli spostamenti dei materiali da imballo è poi certamente cresciuta con l’uso di Internet, gli acquisti e le vendite online di beni confezionati. Ma i materiali da imballaggio, una volta raggiunto la destinazione e terminato il loro lavoro, possono anche trovare nuova vita. Almeno è questa la prospettiva dell’Economia Circolare e quindi della PPWD.
La Direttiva sui Materiali d’Imballaggio e i Rifiuti d’Imballaggio (PPWD – Direttiva 94/62/CE) impone i requisiti che tutti gli imballaggi immessi sul mercato dell’UE devono soddisfare, promuove il riciclo e il riuso dei rifiuti d’imballaggio al fine di prevenire la produzione di nuovi rifiuti d’imballaggio.

Riuso e Riciclo: quali differenze?

Per completare il quadro sull’economia circolare è fondamentale conoscere la differenza delle due forme con cui essa viene più spesso applicata nell’ottica di una gestione sostenibile dei rifiuti, ovvero il riuso e il riciclo.
A livello generale il riuso si riferisce alla pratica di utilizzare un oggetto o un prodotto più di una volta, spesso in modo simile al suo scopo originale, i suoi vantaggi stanno di certo nella la riduzione del consumo di risorse, nella riduzione della produzione di rifiuti e nel risparmio economico per i consumatori. Il riuso di materiali d’imballaggio implica l’utilizzo di un imballaggio più di una volta prima che venga smaltito o riciclato; ad esempio, una scatola di cartone che è stata utilizzata per la consegna di merci potrebbe essere riutilizzata per un altro scopo, come immagazzinare oggetti o effettuare una nuova spedizione.

Con riciclo s’intende invece, a livello generale, il processo di trasformazione di prodotti usati in nuovi prodotti. L’obiettivo del riuso è quello di ridurre al minimo l’utilizzo delle materie vergini, e per fare questo, si cerca di sfruttare al massimo i prodotti usati recuperandone i materiali ancora intatti e trasformandoli in qualcos’altro. La recente moda, dell’ Upcycling è, se vogliamo, il “livello pro” del riciclo: non si trasformano i prodotti usati in nuovi prodotti, ma in prodotti migliori rispetto prodotto (usato) di partenza. Il riciclo di materiali d’imballaggio implica la raccolta, la separazione e la trasformazione di materiali d’imballaggio usati in nuovi prodotti o materiali; esempi comuni di materiali d’imballaggio riciclabili includono carta, cartone, plastica, vetro e metallo. Durante il riciclo, i materiali vengono lavorati per essere riutilizzati nella produzione di nuovi imballaggi o altri prodotti.

 

 


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Economia circolare

Rapporto annuale L’Italia che Ricicla: l’Italia si conferma leader in Europa

L’industria del riciclo italiana si conferma leader in Europa ed è ormai vicina al raggiungimento degli obiettivi di recupero di materia fissati a livello UE al 2025-2035. In alcuni casi, come per il riciclo degli imballaggi, questi sono già stati superati. (altro…)


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Ecomondo lancia una nuova iniziativa  Green Jobs & Skills. Inserito nel più ampio progetto dedicato all’innovazione, che comprende il coinvolgimento di giovani imprese con Start-Up & Scale-Up e l’Innovation District, Green Jobs & Skills vuole essere il luogo di incontro tra domanda e offerta di competenze e lavoro ma anche una preziosa occasione di orientamento. (altro…)


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