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Ambiente

La qualità dell’aria: politiche efficaci da conoscenze appropriate

I livelli di inquinanti atmosferici misurati nelle città del Nord Italia sforano pesantemente ed in modo persistente gli standard imposti dalla normativa a protezione della salute dei cittadini.

Fondazione per l’Ambiente organizza un seminario di discussione con esperti nel settore volto ad analizzare le principali cause dell’inquinamento atmosferico e fornire strumenti di conoscenza adeguati e necessari all’elaborazione di eventuali e possibili risposte al problema
L’evento si svolgerà presso 9 Aprile 2018 presso Socialfare, Via Maria Vittoria 38, Torino: Sala Engage– h. 14.30 -17.30

Partecipazione gratuita previa iscrizione. Per informazioni e iscrizioni contattare la Segreteria della Fondazione per l’Ambiente email: [email protected] – Tel. 3468910600

14.30 -16.30
Interventi programmati:
– Il Piano Regionale per la Qualità dell’Aria. Graziano Volpe, Responsabile settore Risanamento acustico, elettromagnetico ed atmosferico e grandi rischi ambientali, Direzione Ambiente della Regione Piemonte
– Dalla gestione della rete di monitoraggio al Protocollo Antismog. Mauro Grosa, Coordinatore regionale per la Qualità dell’Aria di Arpa Piemonte
– La comunicazione della Qualità dell’Aria: spunti di riflessione. Alessandro Bertello, Responsabile Ufficio controllo Qualità dell’Aria della Città Metropolitana di Torino
– Un approccio multidisciplinare in supporto alla pianificazione energetica ed ambientale: l’attività dell’Energy Center Lab. Marco Ravina, Assegnista di Ricerca, Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino
– La sostenibilità del settore cemento: sfide tecniche e ambientali. Renato Ferrero, già Responsabile Ambiente e Sicurezza BUZZI UNICEM SPA
– Conoscere e gestire la Qualità dell’Aria: esperienze. Silvio Cagliero, già Direttore Dipartimento Sud Ovest di Arpa Piemonte
Moderatore: Enrico Brizio, Presidente della Fondazione Ambiente – Turin School of Local Regulation e Coordinatore Regionale “Emissioni in Atmosfera” presso ARPA Piemonte
16.30 -17.30 Domande ed interventi dal pubblico.


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Ambiente

Uno studio di Roma Tor Vergata e dell’Enea dimostra che la presenza del virus Covid ha una relazione con le polveri sottili PM2.5

Uno studio dell’Università di Roma Tor Vergata e dell’Enea, pubblicato sulla rivista Science of The Total Environment, ha dimostrato che la presenza del virus responsabile del Covid-19 ha una forte relazione con le polveri sottili, che sono una delle cause dell’inquinamento atmosferico. (altro…)


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Agricoltura

Appello della filiera agro-alimentare italiana contro il regolamento imballaggi Ue

“La proposta di Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio se approvata nella sua attuale formulazione provocherebbe effetti pesantemente negativi sulle filiere produttive nazionali e sui consumatori oltre che opposti agli obiettivi di sostenibilità che dichiara di voler perseguire. Mette in discussione il riciclo dove l’Italia è leader e non tiene conto di soluzioni più sostenibili come le bioplastiche totalmente biodegradabili”. È quanto scrivono Coldiretti, Filiera Italia, Cia, Confapi, Ancc-Coop, Ancd-Conad, Legacoop, Legacoop Agroalimentare, Legacoop Produzione&Servizi, Ue.Coop, Fai-Cisl e Uila-Uil al Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, ai Ministri coinvolti direttamente, ai Presidenti dei gruppi politici della Camera e Senato e ai Capi delegazione Parlamento.

“In particolare, l’attuale Presidenza spagnola sta accelerando ulteriormente il negoziato cercando di far approvare un orientamento generale già al Consiglio ambiente del 18 dicembre e si rende quindi necessaria un’azione per fermare tale proposta che – scrivono le associazioni firmatarie – stravolge completamente la strategia finora utilizzata per la riduzione dei rifiuti di imballaggio passando dal principio del riciclo – che ha caratterizzato tale strategia negli ultimi anni – a quella del riuso”.

Il nostro Paese è diventato negli ultimi anni punto di riferimento globale nel materiale innovativo riciclabile ed ha già raggiunto in termini di riciclo obiettivi superiori alla stragrande maggioranza degli altri Paesi: il tasso di riciclo complessivo degli imballaggi in Italia ha raggiunto quota 73,3% nel 2021, superando l’obiettivo del 70% fissato per il 2030, collocando il nostro Paese al secondo posto in Europa per riciclo degli imballaggi pro-capite.

Secondo i firmatari, “rimettere in discussione questo modello ormai consolidato rischia di vanificare gli sforzi e gli obiettivi raggiunti finora, generando un impatto estremamente pervasivo che rischia di colpire oltre il 30% del nostro Prodotto Interno Lordo. Il danno non sarebbe infatti limitato alle sole aziende degli imballaggi ma riguarderebbe a ritroso filiere fondamentali per il nostro Paese quali l’intero settore agroalimentare, dalla produzione, alla trasformazione e distribuzione, mettendo a rischio decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro”.

I timori principali riguardando le conseguenze che il nuovo regolamento potrebbe avere sulle filiere produttive italiane.  “Non è pensabile, tra l’altro, che le abitudini consolidate di milioni di consumatori possano essere stravolte con un semplice tratto di penna. La proposta impatterebbe, inoltre, un settore come quello delle bioplastiche compostabili e totalmente biodegradabili introducendo una serie di limitazioni d’uso, limitando di fatto l’innovazione negli imballaggi e non permettendo il ritorno degli ingenti investimenti fatti in innovazione e in bioraffinerie prime al mondo oggi in funzione, di cui l’Italia è leader attraverso società quali Eni Versalis – Novamont che, insieme ad altre partecipate pubbliche e campioni nazionali, aderiscono a Filiera Italia”.

Questi impianti sono un asset del nostro Paese e potrebbero invece permettere ad intere filiere di imballaggi di continuare a lavorare e ad innovare, potendo tra l’altro contare sulle migliori infrastrutture per il trattamento del rifiuto organico in Europa. Parliamo di bioplastiche e di bioprodotti da fonti rinnovabili concepiti per la tutela del suolo e delle acque, attraverso la riconversione di siti industriali non più competitivi, nel rispetto delle specificità locali e in partnership con tutti gli attori della filiera. La leadership che il nostro Paese detiene in tali prodotti innovativi è ulteriormente confermata dal fatto che Cina e Stati Uniti stanno cercando di imitare tali prodotti e processi innovativi nella loro corsa agli sviluppi industriali del biomanufacturing.

Per il settore agroalimentare in particolare, la proposta impatterebbe negativamente sul confezionamento stesso dei prodotti, “mettendo a rischio gli attuali standard di sicurezza e qualità alimentare, ma anche la shelf-life dei prodotti stessi, con il conseguente rischio di aumento degli sprechi dovuto alla maggiore deperibilità degli alimenti venduti senza confezione. Un esempio indicativo è rappresentato dal divieto, che tale proposta introduce, di confezionamento di frutta e verdura in quantità inferiori ad 1,5Kg, prescrizione che determinerebbe la definitiva scomparsa del settore della quarta gamma di cui l’Italia è leader mondiale. Altro esempio rappresentativo sarebbe l’obbligo di passare dal riciclo al riuso nel settore dell’Ho.re.ca”.

“Immaginiamo la difficoltà di sostituire ad esempio, nel servizio d’asporto, le stoviglie monouso riciclabili con materiale in plastica da riutilizzare che andrebbero restituite dal consumatore ogni volta al ristorante di provenienza. Ciò aiuta a comprendere come, secondo tutte le più recenti evidenze scientifiche, gli imballaggi riutilizzabili che la Commissione Ue vorrebbe imporre sono più impattanti del packaging monouso comportando un aumento del 180% di emissioni di CO2 e di circa il 240% in più di consumo d’acqua. Tutto ciò genererebbe anche – concludono le Associazioni firmatarie – un ulteriore aumento dei costi di produzione per l’intera filiera agroalimentare, con pesanti ripercussioni sui prezzi pagati dai consumatori in un momento di grande difficoltà economica in cui abbiamo appena sottoscritto con il Governo il patto antiinflazione con obiettivi opposti”.


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Ambiente

La Natura attraverso i parchi: alla Reggia di Venaria e al Parco della Mandria un fine settimana di riflessione sui grandi temi ambientali e le sfide per il futuro

Dal 22 al 24 settembre, alla Reggia di Venaria e al Parco Naturale la Mandria l’ultimo appuntamento di celebrazione del centenario dei due primi parchi nazionali istituiti in Italia – il Parco nazionale Gran Paradiso e il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise – con una tre giorni di appuntamenti che hanno l’obiettivo di riflettere sui grandi temi ambientali e sul ruolo delle aree protette in questa epoca di grandi cambiamenti – a partire da quelli climatici – e sulle sfide per il futuro.

Alla Reggia di Venaria, sabato 23 mattina dalle 9.30, avrà luogo un incontro aperto al pubblico intitolato “L’uomo di fronte ai cambiamenti climatici”, con esperti di scienza, cultura e comunicazione. Ospite speciale, il teologo Vito Mancuso che farà il punto sui molteplici cambiamenti ambientali in corso, guardando verso nuove possibili visioni di futuro.
Il Parco Naturale La Mandria ospiterà venerdì 22 mattina, attività per le scuole che avranno l’opportunità di svolgere gratuitamente attività esperienziali e immersive nella natura con le guide e gli educatori dei parchi organizzatori mentre domenica 24 – tutto il giorno – i visitatori di ogni età potranno partecipare a numerose iniziative organizzate dai parchi nazionali e regionali, come brevi escursioni, animazioni, laboratori e mini-workshop dedicati alla scoperta della biodiversità, nonché visitare gli stand dei parchi, per conoscere il lavoro svolto dalle aree protette.


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