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Cibo

Il 15 novembre apre Fico, il parco agro alimentare di Bologna di Caab, Eataly e Coop

Apre al pubblico il prossimo 15 novembre FICO Eataly World che si autodefinisce il più grande parco agroalimentare del mondo. Il Parco punta ad attrarre milioni di visitatori da tutto il mondo su 10 ettari, con ingresso gratuito.

Fabbrica Italiana Contadina racchiuderà la biodiversità italiana, attraverso 2 ettari di campi e stalle all’aria aperta, ed 8 ettari coperti che ospitano: 40 fabbriche, oltre 40 luoghi ristoro, botteghe e mercato, aree dedicate allo sport, ai bimbi, alla lettura e ai servizi, 6 aule didattiche, 6 giostre educative, teatro e cinema, un centro congressi modulabile da 50 a 1000 persone e una Fondazione con 3 università.

L’itinerario può essere percorso a piedi o in bicicletta, libero o assistito da cosiddetti ambasciatori della biodiversità italiana.

La Mappa di Fico Eataly World Bologna

 


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Anti-spreco

Economia circolare sui rifiuti d’imballaggio, riuso e riciclo: partiamo dalle basi

Come parte del Green Deal europeo e del nuovo piano d’azione per un’economia circolare, la Commissione europea ha proposto una revisione della PPWD nel novembre 2022. L’obiettivo dell’iniziativa di revisionare il piano d’azione è assicurare che tutti gli imballaggi siano riutilizzabili o riciclabili in modo economicamente fattibile entro il 2030. Si mira a rafforzare i requisiti essenziali per l’imballaggio al fine di garantirne il riutilizzo e il riciclo; inoltre sono previste misure per affrontare l’eccesso di imballaggi e ridurre i rifiuti d’imballaggio. La proposta, che era nelle mani dei co-legislatori, è stata affrontata e messa ai voti in sede di plenaria del Parlamento europeo a novembre di quest’anno; la votazione si è conclusa con con 426 voti a favore, 125 contrari e 74 astensioni. Ma torniamo un attimo indietro: cos’è l’economia circolare?

Cos’è l’economia circolare?

L’economia circolare è un modello economico progettato per ridurre al minimo lo spreco di risorse e promuovere un utilizzo più sostenibile delle stesse. A differenza del tradizionale modello lineare “prendi, produci, usa e getta”, in cui i prodotti vengono fabbricati, utilizzati e poi eliminati, l’economia circolare si concentra sull’estensione della vita utile dei prodotti e sulla massimizzazione del recupero e del riutilizzo dei materiali.
Applicata all’dimensione degli imballaggi usa-e-getta, l’economia circolare, che si esprime in riuso e riciclo, diventa il  fulcro attorno cui si è costruita la Direttiva sui Materiali d’Imballaggio e i Rifiuti d’Imballaggio (PPWD). Oggi, la maggior parte dei beni richiede imballaggi in diverse fasi della loro vita produttiva ed esiste una vasta gamma di materiali che viene utilizzata per l’imballaggio, tra cui vetro, carta e cartone, metallo (come acciaio o alluminio), plastica (polimeri come il polietilene tereftalato (PET)), legno, sughero, tessuto (borse), ceramica o porcellana.

Il mercato dell’imballaggio genera un grande fatturato per l’UE ( per fare un esempio si parla di ben 355 miliardi di euro solo nel 2018), e include molti produttori che vendono e producono imballaggi negli Stati membri dell’Unione. La produzione e gli spostamenti dei materiali da imballo è poi certamente cresciuta con l’uso di Internet, gli acquisti e le vendite online di beni confezionati. Ma i materiali da imballaggio, una volta raggiunto la destinazione e terminato il loro lavoro, possono anche trovare nuova vita. Almeno è questa la prospettiva dell’Economia Circolare e quindi della PPWD.
La Direttiva sui Materiali d’Imballaggio e i Rifiuti d’Imballaggio (PPWD – Direttiva 94/62/CE) impone i requisiti che tutti gli imballaggi immessi sul mercato dell’UE devono soddisfare, promuove il riciclo e il riuso dei rifiuti d’imballaggio al fine di prevenire la produzione di nuovi rifiuti d’imballaggio.

Riuso e Riciclo: quali differenze?

Per completare il quadro sull’economia circolare è fondamentale conoscere la differenza delle due forme con cui essa viene più spesso applicata nell’ottica di una gestione sostenibile dei rifiuti, ovvero il riuso e il riciclo.
A livello generale il riuso si riferisce alla pratica di utilizzare un oggetto o un prodotto più di una volta, spesso in modo simile al suo scopo originale, i suoi vantaggi stanno di certo nella la riduzione del consumo di risorse, nella riduzione della produzione di rifiuti e nel risparmio economico per i consumatori. Il riuso di materiali d’imballaggio implica l’utilizzo di un imballaggio più di una volta prima che venga smaltito o riciclato; ad esempio, una scatola di cartone che è stata utilizzata per la consegna di merci potrebbe essere riutilizzata per un altro scopo, come immagazzinare oggetti o effettuare una nuova spedizione.

Con riciclo s’intende invece, a livello generale, il processo di trasformazione di prodotti usati in nuovi prodotti. L’obiettivo del riuso è quello di ridurre al minimo l’utilizzo delle materie vergini, e per fare questo, si cerca di sfruttare al massimo i prodotti usati recuperandone i materiali ancora intatti e trasformandoli in qualcos’altro. La recente moda, dell’ Upcycling è, se vogliamo, il “livello pro” del riciclo: non si trasformano i prodotti usati in nuovi prodotti, ma in prodotti migliori rispetto prodotto (usato) di partenza. Il riciclo di materiali d’imballaggio implica la raccolta, la separazione e la trasformazione di materiali d’imballaggio usati in nuovi prodotti o materiali; esempi comuni di materiali d’imballaggio riciclabili includono carta, cartone, plastica, vetro e metallo. Durante il riciclo, i materiali vengono lavorati per essere riutilizzati nella produzione di nuovi imballaggi o altri prodotti.

 

 


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Agricoltura

Il voto del Parlamento europeo sul regolamento imballaggi, sospiro di sollievo per la filiera agro-alimentare italiana

Mercoledì 22 novembre 2023 il Parlamento europeo ha adottato la sua posizione sul nuovo regolamento UE in materia di imballaggi, per affrontare l’aumento dei rifiuti e promuovere il riutilizzo e il riciclaggio. I deputati hanno adottato la risoluzione legislativa, che costituisce il mandato del Parlamento per i negoziati con i governi dell’UE, con 426 voti a favore, 125 contrari e 74 astensioni.

Riduzione degli imballaggi, uso limitato per alcuni tipi e divieto per le “sostanze chimiche per sempre”.

Il Parlamento ha sostenuto obiettivi generali di riduzione dei rifiuti prodotti dagli imballaggi proposti nel regolamento: il 5% entro il 2030, il 10% per il 2035 e il 15% entro il 2040. I deputati hanno poi proposto obiettivi specifici di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica (10% entro il 2030, 15% entro il 2035 e 20% entro il 2040).

I deputati vogliono vietare la vendita di sacchetti di plastica molto leggeri (inferiori a 15 micron), a meno che non siano necessari per motivi igienici o forniti come imballaggio primario per alimenti sfusi, per aiutare a prevenire lo spreco di cibo.

Vogliono inoltre limitare fortemente l’uso di alcuni formati di imballaggio monouso, le confezioni in miniatura degli hotel per i prodotti da toilette e le pellicole termoretraibili per le valigie negli aeroporti.

Per prevenire effetti negativi sulla salute, i deputati chiedono di vietare l’uso delle cosiddette “sostanze chimiche per sempre” aggiunte intenzionalmente (sostanze alchiliche per- e polifluorurate o PFAS) e del bisfenolo A negli imballaggi a contatto con gli alimenti.

Incoraggiare il riutilizzo e le opzioni di ricarica per i consumatori

Nel testo adottato, i deputati chiariscono i requisiti per il riutilizzo o la ricarica degli imballaggi. I distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore della ristorazione (inclusi hotel, ristoranti e bar) dovrebbero offrire ai consumatori la possibilità di portare e utilizzare il proprio contenitore.

Migliore raccolta e riciclaggio dei rifiuti di imballaggio

Le norme adottate dai deputati prevedono che tutti gli imballaggi siano riciclabili e rispondano a una serie di criteri rigorosi da definire attraverso la legislazione secondaria. Sono previste alcune eccezioni temporanee, ad esempio per gli imballaggi alimentari in legno e cera. (AM 392)

I deputati vogliono infine che i Paesi dell’UE garantiscano la raccolta differenziata del 90% dei materiali contenuti negli imballaggi (plastica, legno, metalli ferrosi, alluminio, vetro, carta e cartone) entro il 2029.

Citazione

La relatrice Frédérique Ries (Renew, BE) ha dichiarato: “I recenti avvenimenti in Europa, e in particolare in Belgio, riguardanti l’inquinamento delle acque da sostanze chimiche PFAS, dimostrano l’urgente necessità di agire. Votando per proibire gli inquinanti “per sempre” negli imballaggi alimentari, il Parlamento europeo ha dimostrato di voler proteggere la salute dei cittadini europei. Per quanto riguarda la plastica, il contratto è stato rispettato, poiché la mia relazione legislativa affronta il cuore del problema fissando obiettivi più severi di riduzione dei rifiuti per gli imballaggi in plastica. Purtroppo, per quanto riguarda l’economia circolare, e in particolare la prevenzione, l’esito della votazione in plenaria non è altrettanto positivo e ignora la realtà delle cifre: un aumento del 30% entro il 2030 se non agiamo subito. Delle 3R (Ridurre, Riutilizzare, Riciclare), solo il riciclaggio è uscito indenne. La fine degli imballaggi usa e getta è ancora lontana!”

Prossime tappe

Il Parlamento è pronto ad avviare i colloqui con i governi nazionali sulla forma finale della legge, una volta che il Consiglio avrà adottato la sua posizione.

Associazioni di categoria del settore agro-alimentare: “Con lo stop alla norma imballaggi vince la filiera italiana”

Coldiretti, Filiera Italia, Cia, Confapi, Ancc-Coop, Ancd-Conad, Legacoop, Legacoop Agroalimentare, Legacoop Produzione&Servizi, Ue.Coop, Flai Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil ottengono lo stop alle restrizioni sulla normativa sugli imballaggi, garantendo così la tutela del settore agroalimentare e di asset strategici per il Paese. In particolare, il voto prevede l’esenzione dagli obblighi previsti dal regolamento per i prodotti soggetti ad un alto tasso riciclo, valorizzando così le alte performance italiane.

Ottenuta, inoltre, la tutela delle bioplastiche totalmente compostabili e biodegradabili. Un risultato che valorizza il primato dell’Italia in tale settore e conferma come tali materiali possano costituire un elemento di forza anche con Paesi schierati su posizioni diverse rappresentando soluzioni incontestabilmente sostenibili. L’Italia, infatti, è diventata negli ultimi anni punto di riferimento globale nel materiale innovativo riciclabile ed ha già raggiunto in termini di riciclo obiettivi superiori alla stragrande maggioranza degli altri Paesi: il tasso di riciclo complessivo degli imballaggi in Italia ha raggiunto quota 73,3% nel 2021, superando l’obiettivo del 70% fissato per il 2030, collocando il nostro Paese al secondo posto in Europa per riciclo degli imballaggi pro-capite.

A trarre vantaggio da questa vittoria, non sono solo le sole aziende degli imballaggi ma a ritroso filiere fondamentali per il nostro Paese quali l’intero settore agroalimentare, dalla produzione, alla trasformazione e distribuzione, con decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Le modifiche alla norma consentiranno, inoltre, la prosecuzione di ingenti investimenti fatti in innovazione e in bioraffinerie prime al mondo oggi in funzione, di cui l’Italia è leader attraverso società quali Eni Versalis – Novamont che, insieme ad altre partecipate pubbliche e campioni nazionali, aderiscono a Filiera Italia.

Parliamo di bioplastiche e di bioprodotti da fonti rinnovabili concepiti per la tutela del suolo e delle acque, attraverso la riconversione di siti industriali non più competitivi, nel rispetto delle specificità locali e in partnership con tutti gli attori della filiera. La leadership che il nostro Paese detiene in tali prodotti innovativi è ulteriormente confermata dal fatto che Cina e Stati Uniti stanno cercando di imitare tali prodotti e processi innovativi nella loro corsa agli sviluppi industriali del biomanufacturing.

Per l’agroalimentare in particolare, la nuova proposta salva il settore vitivinicolo, dall’obbligo del riuso delle bottiglie, a tutela del consumatore garantendo il mantenimento degli alti standard sanitari e di qualità delle produzioni made in Italy. Inoltre, salvo anche il settore dell’ortofrutta e, in particolare la IV gamma, dal divieto di confezionamento sotto a 1,5 kg: un risultato che tutela la qualità e la shelf life delle produzioni e, indirettamente, riduce lo spreco alimentare che altrimenti sarebbe aumentato vertiginosamente in pieno contrasto con gli attuali obiettivi europei. Altro risultato positivo riguarda il settore del florovivaismo dove finalmente i vasi da fiori e da piante sono inquadrati come fattore della produzione. Tali modifiche rappresentano un importante risultato soprattutto a tutela della competitività delle imprese dell’agroalimentare italiano e del potere di acquisto dei consumatori in un momento di grande difficoltà economica.


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Torna il 18 novembre la Colletta Alimentare promossa dalla Fondazione Banco Alimentare ONLUS

Torna sabato 18 novembre l’appuntamento con la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, l’iniziativa promossa dalla Fondazione Banco Alimentare ONLUS durante la quale si potranno acquistare alimenti da donare alle persone in difficoltà. (altro…)


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