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Cibo

Il primo Rapporto sullo stato del sistema del cibo di Torino

L’Atlante del Cibo di Torino Metropolitana. Si chiama così il progetto interateneo, promosso da Università, Politecnico e Scienze Gastronomiche in collaborazione con la Camera di Commercio di Torino. Si tratta di una ricerca transdisciplinare che raccoglie un repertorio di rappresentazioni, info-grafiche, video, testi, ricerche, articoli, a disposizione del cittadino e funzionali ad un’analisi e rappresentazione del “sistema cibo” di Torino e Provincia.

Secondo i promotori dell’iniziativa, l’Atlante del Cibo di Torino Metropolitana rappresenta un “tassello fondamentale per lo studio e il monitoraggio delle dinamiche sociali, economiche e culturali connesse al sistema alimentare torinese“. L’obiettivo, è produrre nuova conoscenza sul sistema alimentare metropolitano, aggregando e sistematizzando le informazioni già esistenti e proponendo una visione di crescita che avvalori le potenzialità del territorio. A tal fine è necessario individuare e definire gli attori, le risorse, i flussi di materia, energia e conoscenza, gli spazi e le relazioni che costituiscono il sistema stesso e di cui si ha, attualmente, poca consapevolezza.

La ricerca, che aspira a diventare un modello replicabile in altri contesti, vuole quindi rispondere al bisogno conoscitivo (che emerge non solo a livello locale, ma anche internazionale) e di messa in rete di attori, sotteso alla volontà di supportare la progettazione di politiche alimentari della città metropolitana e di migliorarne la gestione ordinaria del sistema produttivo e distributivo.

Nell’ambito dell’iniziativa, si inserisce il Primo Rapporto sullo stato del sistema del cibo di Torino, prima edizione di uno strumento che diventerà un vero e proprio osservatorio per le dinamiche territoriali legate al cibo a Torino, con rapporti periodici e approfondimenti tematici. La prima edizione del Rapporto contiene riflessioni su diversi temi raccolti in 37 schede specifiche (corredate da cartografia e infografiche), dalle produzioni agricole all’allevamento, dalle mense scolastiche ai prodotti tipici ed eccellenze enogastronomiche, finalizzate a descrivere e interpretare gli elementi più rilevanti dello stato attuale del sistema del cibo di Torino a scala variabile, da quella di quartiere a quella regionale.

La fotografia del territorio metropolitano torinese
Sull’area metropolitana di Torino (considerando una popolazione di circa 1,5 milioni di abitanti, relativa all’area metropolitana ristretta) vengono consumati quotidianamente circa 1.600 tonnellate di cibo all’anno, delle quali 600 di prodotti ortofrutticoli, 400 di cereali e derivati, 300 di prodotti lattieri caseari, 200 di carne e 65 di pesce. Nonostante una richiesta crescente di prodotti biologici, specie in riferimento alla domanda costituita dalla ristorazione scolastica con i suoi 8 milioni di pasti annuali, la percentuale di superficie agricola dedicata al biologico attualmente è pari a 1.839,31 ha, corrispondenti allo 0,88 % della superficie agricola utilizzata (SAU) complessiva. La distribuzione del biologico è decisamente eterogenea: nella coltivazione di riso il modello produttivo del biologico riguarda il 23,6% della SAU, in altre produzioni, quali ad esempio quella cerealicola è limitato ad uno 0,5%. E’ comunque interessante notare come l’attuale superficie in conversione, 1591 ha, sia quasi pari al totale della superficie coltivata con metodi biologici già esistente.

Altro dato particolarmente rilevante riguarda il ruolo dell’agricoltura periurbana e di quella dei territori immediatamente circostanti all’area metropolitana nei canali di vendita alternativi alla grande distribuzione organizzata fondati sulla vendita diretta (mercati dei contadini, gas, etc.).

Le aziende dell’area metropolitana che vendono direttamente i propri prodotti sono infatti il 36% del totale, percentuale decisamente più alta del dato regionale (12 %) e che raggiunge il 58 % se si considerano solo le aziende situate nel comune di Torino (dati Censimento dell’Agricoltura 2010).

Dal punto di vista della distribuzione, il sistema del cibo di Torino è caratterizzata dalla compresenza di canali tipici del sistema convenzionale industrializzato (Gdo, mercati all’ingrosso) e di un numero di mercati alimentari (ben 42 circa, ogni giorno), caratterizzati anche dalla vendita diretta da parte dei produttori, senza pari in Italia, in rapporto alla popolazione.

A Torino ogni giorno vengono organizzati oltre 40 mercati comunali, nella maggior parte dei quali sono presenti banchi di produttori agricoli (oltre 300 ogni giorno), provenienti in gran parte da territori compresi in un raggio di 50-70 km dalla città, che vendono direttamente i propri prodotti. Nel solo comune di Torino, sono inoltre presenti circa 70 Gruppi di Acquisto Solidale (GAS) e 15 farmers market, oltre a una decina di botteghe specializzate nella vendita di prodotti di filiera corta.

All’altro capo del sistema urbano del cibo si collocano gli scarti: si può stimare che ciascun torinese produca circa 110 kg/anno di rifiuti organici, (dei quali entra nel circuito della raccolta differenziata il 50%) derivanti dal consumo alimentare, ai quali bisogna aggiungere i rifiuti da imballaggio (dati Provincia di Torino, 2012).

A Torino e in Piemonte il tema del cibo riveste storicamente un ruolo di primo piano: il settore dell’enogastronomia e della ristorazione di eccellenza rappresenta, infatti, un asset maturo della città, soprattutto in termini di valorizzazione del territorio e sviluppo turistico. Basti pensare alla rete di produzioni di qualità (vino, cioccolato, prodotti da forno), alla presenza di grandi mercati (fra tutti Porta Palazzo) e alle relative competenze e saperi che costituiscono un capitale materiale e immateriale di grande rilievo.

Il processo di auto-riconoscimento di queste dotazioni, può contribuire alla definizione delle specificità del sistema alimentare di Torino Metropolitana, allo sviluppo delle sue componenti urbane e rurali, all’individuazione di percorsi ad hoc di valorizzazione, ad attivare processi di visibilità anche internazionale se pensiamo ad eventi gastronomici e allo stesso tempo culturali come Terra Madre Salone del Gusto.

Il cibo è infine una delle risorse strategiche sulle quali si sta ridefinendo il ruolo della Torino post-industriale, tanto verso l’interno quanto nelle reti urbane internazionali, sia da un punto di vista materiale (attività economiche, trasformazioni urbane, flussi, etc.), sia sotto l’aspetto simbolico e di costruzione di una nuova immagine della città.


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Acqua

Terra Madre Salone del Gusto 2024: We Are Nature dal 26 al 30 settembre a Torino, Parco Dora

Torna Terra Madre Salone del Gusto 2024: We Are Nature dal 26 al 30 settembre a Torino, Parco Dora per individuare una nuova prospettiva che metta gli esseri umani dentro la natura, come parte del tutto.

Questo percorso è il frutto delle riflessioni che Slow Food ha avviato e condiviso a livello italiano e internazionale con la rete di soci, produttori e artigiani, cuochi, pastori e pescatori, istituzioni, realtà della società civile e partner in quasi 40 anni di storia dell’associazione (1986 nascita di Slow Food Italia) e in 20 anni di Terra Madre (2004 la prima edizione).

Il sito presenta il programma e un primo catalogo di espositori del Mercato e una prima tranche del programma di conferenze, Laboratori del Gusto e Appuntamenti a Tavola. A questi si aggiungono nei prossimi mesi molte altre presentazioni e degustazioni, e poi gli appuntamenti organizzati negli spazi dei partner e delle istituzion, e gli eventi Off organizzati in città cui possono contribuire con le proprie proposte circoscrizioni, associazioni, enti culturali e ricreativi.

Centrale, tra le tematiche, la riflessione sulle principali questioni di attualità – come la crisi climatica, il ruolo delle multinazionali nel sistema alimentare, la giustizia lungo la filiera del cibo, il futuro delle aree interne e delle terre alte, la concreta possibilità di nutrire l’umanità attraverso modelli agricoli che rispettino la natura -, grazie ai contributi di nomi di fama internazionale e alle testimonianze di attivisti e produttori.

Ad accogliere le persone in visita alla manifestazione i 3 mila delegati da 120 Paesi e gli oltre 600 espositori del Mercato italiano e internazionale. Tra questi sono circa 180 i Presìdi Slow Food che partecipano dall’Italia e dall’estero, un terzo in più rispetto a due anni fa. Tra le novità di quest’anno, l’ingresso riservato a buyer, operatori del settore, giornalisti e soci Slow Food dall’Italia e dall’estero – giovedì 26 dalle 10 alle 15 – che possono così visitare il Mercato e conoscere gli espositori in anteprima.

Organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte, con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, del Ministero del Turismo e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Italian Trade Agency, la 15esima edizione della più importante manifestazione internazionale dedicata al cibo buono, pulito e giusto per tutte e tutti e alle politiche alimentari pone l’accento sulla necessità di una nuova relazione con la natura, attraverso il cibo, l’elemento più potente che ci riconduce alla terra, scegliendo come claim We Are Nature.

L’edizione 2024 di Terra Madre Salone del Gusto è resa possibile grazie a istituzioni e realtà private che a oggi hanno già confermato il loro supporto, tra questi citiamo i Main Partner: Camera di Commercio di Torino, Demeter, Iren, Lavazza Group, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy, Reale Mutua, UniCredit. Gli Inkind Partner: Acqua S.Bernardo, BBBell, Bormioli Luigi, Coop, Liebherr, Consorzio del Parmigiano Reggiano. I Green Partner: Anemotech, Cuki, GTT, Guillin Italia Spa, Planet Smart City, Ricrea e Tucano. Gli Area Partner: Environment Park, Fondazione Fossano Musica, FSC Italia, Gruppo ASA, Renault, Ricola e Sebach. Gli hospitality Partner: Federalberghi Torino, Terre Reali del Piemonte e Turismo Alpmed. Il sostegno di Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria, Fondazione Compagnia di SanPaolo, Fondazione CRT. Partner culturale è l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. Mobility Partner è Bus Company.


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Cibo

La crisi delle aziende del Food Delivery ai tempi del dopo covid

Negli ultimi sette anni i quattro giganti del food delivery DoorDash, Deliveroo, Delivery Hero e Just Eat Takeaway avrebbero accumulato perdite per 20 miliardi di dollari, secondo quanto riporta il Financial Times. (altro…)


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Giro di vite sulle stoviglie non conformi

Due operazioni della Guardia di Finanza compiute nei giorni scorsi in Puglia riaccendono i riflettori sulle stoviglie non conformi. In provincia di Taranto, i controlli svolti dai Finanzieri hanno permesso di individuare e sottoporre a sequestro più di 84 mila piatti e posate in plastica, sulle cui confezioni era indebitamente impresso il logo “MOCA” (materiali e oggetti destinati al contatto con gli alimenti) pur in assenza del “certificato di conformità” prescritto per legge. A Trani, le Fiamme Gialle hanno individuato e sequestrato oltre 24.000 stoviglie monouso in plastica non rispondenti alle norme in vigore e prive delle indicazioni previste dagli articoli 6 ed 11 del D.lgs. 206/2005. (altro…)


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