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L’Assemblea Generale dell’ONU si occupa di sviluppo sostenibile, clima, risposte alle pandemie, ma siamo molto in ritardo per gli SDGs

La 78ª sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU in programma da martedì 19 a lunedì 25 settembre 2023 si è occupata di sviluppo sostenibile, clima, risposte alle pandemie, denuclearizzazione coinvolgendo i ministri degli Esteri e i Capi di Stato e di Governo degli stati membri.

Il titolo dell’UNGA  è stato Ricostruire la fiducia e riaccendere la solidarietà globale: Rebuilding trust and reigniting global solidarity: Accelerating action on the 2030 Agenda and its Sustainable Development Goals towards peace, prosperity, progress and sustainability for all – Accelerare l’azione sull’Agenda 2030 e i suoi Obiettivi di sviluppo sostenibile verso pace, prosperità, progresso e sostenibilità per tutti .

L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) è il principale organo politico dell’ONU ed è composto dai rappresentanti dei suoi 193 Stati membri. Prende decisioni fondamentali come la nomina del Segretario generale e l’approvazione del bilancio.

Il dibattito generale della 78ª sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU aveva in Agenda

  • Sviluppo Sostenibile: Il 18 e il 19 settembre 2023 si terrà il Vertice sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per esaminare l’attuazione dell’Agenda 2030 e dei suoi 17 obbiettivi (SDGs). Nel corso del dibattito verranno fornite indicazioni politiche sulle azioni da intraprendere per rilanciare e raggiungere gli SDGs entro il 2030.
  • Clima: Il 20 settembre il Segretario Generale ONU António Gutteres convocherà il Climate Ambition Summit, con un appello ai leader di governi, imprese e società civile per presentare soluzioni credibili e serie per l’azione climatica.
  • Pandemie: Il 20 settembre si terrà una riunione di alto livello sulla prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie, con l’obiettivo di mobilitare la volontà politica a livello nazionale, regionale e internazionale.
  • Salute Universale: Il 21 settembre sarà dedicato a una riunione di alto livello sulla copertura sanitaria universale, per rinnovare e incentivare gli sforzi verso il raggiungimento di una salute di qualità e accessibile a tutti.

Nel corso del dibattito generale, i leader mondiali dovranno prendere posizione sul “Sustainable Development Goals Report 2023: Special Edition“, il Rapporto ufficiale delle Nazioni Unite che analizza l’andamento dell’Agenda 2030 (un programma d’azione firmato dai 193 Stati membri ONU per tutelare le persone, il pianeta e la prosperità).

Il rapporto evidenzia che, a metà dei 15 anni previsti per l’attuazione degli SDGs, il progresso è insufficiente o a rischio per il 50% degli obiettivi, mentre il 30% di essi mostra stagnazione o addirittura regresso, specialmente per quelli legati alla povertà, alla fame e alla crisi climatica. Il Vertice punta all’adozione di una dichiarazione politica che possa fornire una tabella di marcia per rimettere il mondo in carreggiata e raggiungere gli SDGs entro la scadenza del 2030.

Quando siamo metà strada dalla scadenza del 2030, gli SDGs vivono una stagione difficle, aggravata della pandemia da COVID-19. In particolare si registrano forti rallentamenti per gli obiettivi che riguardano il contrasto alla fame e all’inquinamento, per quelli che riguardano la difesa della salute, della biodiversità e il mantenimento di istituzioni forti e democratiche.

Attualmente, infatti, solo il 15% degli obiettivi sta rispettando le aspettative. Ad esempio, se le cose non dovessero cambiare, ci vorrebbero 286 anni per colmare completamente il divario di genere (Obiettivo 5). Mantenendo il limite temporale del 2030, invece, 84 milioni di bambini non avrebbero accesso ad un’istruzione (Obiettivo 4), mentre 575 milioni di persone vivrebbero ancora in condizioni di estrema povertà (Obiettivo 1).

La mancanza di progressi negli SDGs è golbale, ma i Paesi in via di sviluppo e le fasce più vulnerabili del popolazione ne stanno pagando maggiormente le conseguenze.

Tutte le riunioni dell Assemblea Generale dell’ONU possono essere viste live e on demand sulla WebTV delle Nazioni Unite.


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Digitale

Ecosia, il browser più green e sostenibile

Nel vasto panorama dei browser web disponibili, Ecosia spicca per la sua missione ecologica e sociale. Ecosia non è solo un motore di ricerca che si distingue per il suo impegno nell’affrontare le sfide ambientali del nostro tempo. Ecosia non è solo un browser, ma un’idea che incarna l’unione tra tecnologia e sostenibilità.

Lanciato nel 2009 da Christian Kroll, Ecosia ha abbracciato un approccio unico nel mondo digitale: utilizzare i profitti delle ricerche online per piantare alberi in tutto il mondo. Questa iniziativa, supportata da un modello di business trasparente, ha catturato l’attenzione di milioni di utenti desiderosi di fare la propria parte nella lotta contro la deforestazione e il cambiamento climatico.

Il funzionamento di Ecosia è semplice ed efficace. Ogni ricerca effettuata genera entrate pubblicitarie, che vengono poi utilizzate per finanziare progetti di riforestazione in varie parti del globo. Ecosia afferma di piantare un albero ogni 45 ricerche effettuate tramite il loro motore di ricerca. Inoltre, il browser si impegna per la trasparenza finanziaria, pubblicando rapporti mensili sulle entrate e sulle spese.

Fin dalla sua fondazione, Ecosia ha raggiunto risultati significativi nella lotta alla deforestazione e al cambiamento climatico. Oltre a piantare milioni di alberi in regioni colpite dalla deforestazione, il browser contribuisce anche alla creazione di posti di lavoro locali e all’aumento della biodiversità.

Oltre alla sua missione ecologica, Ecosia si impegna per la privacy e la sicurezza degli utenti. Utilizza crittografia HTTPS per garantire una connessione sicura e non traccia le ricerche degli utenti né vende i loro dati a terze parti. Questo impegno per la privacy è un altro motivo per cui sempre più persone scelgono di utilizzare Ecosia come loro browser predefinito.

In un’epoca in cui la consapevolezza ambientale è sempre più importante, Ecosia si distingue come un’opzione di navigazione web che fa la differenza. Ogni ricerca effettuata è un piccolo passo verso un futuro più sostenibile. Con Ecosia, navigare in rete non è solo un atto quotidiano, ma anche un modo tangibile per contribuire alla protezione del nostro pianeta.

Con il suo impegno per la riforestazione e la protezione dell’ambiente, continua a ispirare milioni di persone in tutto il mondo a fare la loro parte per un mondo migliore.


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In Evidenza

Keep Clean and Run 2024: 300 km di corsa, 260 kg di rifiuti raccolti e oltre 1200 partecipanti

Si è conclusa la decima edizione di Keep Clean and Run: l’eco-runner Roberto Cavallo, promotore dell’iniziativa, e l’ultra-runner e attivista ambientale Oliviero Alotto hanno corso sette maratone di plogging in sette giorni, partendo da Torino il 17 aprile e arrivando a Roma il 23 aprile, passando per Milano, Bologna, Firenze, Perugia e L’Aquila. Oltre 300 km raccogliendo i rifiuti incontrati sul percorso e sostenendo iniziative di pulizia nei comuni, 40 in tutto, che hanno aderito alla manifestazione. A seguito dell’ultima tappa di Roma, Roberto Cavallo e una delegazione di sponsor e partner della manifestazione sono stati ricevuti in Vaticano da Papa Francesco. (altro…)


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Clima

Lo stato del clima in Europa nel 2023, il secondo anno più caldo. In due anni i ghiacciai delle Alpi hanno perso un decimo del loro volume

Il Copernicus ECMWF Climate Change Service  e la World Meteorological Organization hanno pubblicato il rapporto sullo stato del clima europeo ESOTC nel 2023. I dati sono presentati nel sito con molte infografiche
e corredati da animazioni. E’ stato l’ennesimo anno in cui gli impatti del Cambiamento Climatico hanno colpito milioni di persone.

Dai numerosi indicatori utilizzati si scopre che  il 2023 è stato l’anno più caldo o il secondo più caldo mai registrato, a seconda del dataset. I tre anni più caldi mai registrati per l’Europa si sono verificati tutti dal 2020 e i dieci più caldi dal 2007.

Il rapporto sullo stato europeo del clima rivela che l’Europa ha vissuto un numero record di giorni con “stress termico estremo” nel 2023. Dal 1970, il caldo estremo è stato la principale causa di decessi connessi al clima e al clima in Europa, con un notevole aumento dal 2000.
Le precipitazioni sono state complessivamente sopra la media del 7% con il fondamentale contributo della forte piovosità nei Paesi intorno al Mare del Nord; record di caldo per i mari, con anomalie fino a +5,5 °C in luglio e agosto nel Mediterraneo e di estensione degli incendi forestali, ma anche di portata dei fiumi in dicembre, con diffuse inondazioni in Europa centrale; inoltre i ghiacciai delle Alpi hanno perso un decimo del loro volume in appena due estati nel 2022 e 2023
Il rapporto rivela che nel 2023, un terzo della rete fluviale europea ha visto i flussi fluviali superare la soglia “alta” delle inondazioni, e il 16% superare la soglia “grave” e che la temperatura media della superficie del mare per l’oceano europeo è stata la più calda mai registrata. Parti del Mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico nordorientale hanno visto la loro media annuale più calda mai registrata.

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