Anti-spreco
Il Piemonte primo per numero di progetti vincitori del bando Biorepack per il riciclo delle bioplastiche compostabili

Il Bando Comunicazione Locale 2023 sul riciclo delle bioplastiche compostabili, promosso da BIOREPACK, Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, e da ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani, ha l’obiettivo di sostenere economicamente iniziative di informazione ed educazione capaci di aiutare i cittadini a conoscere le caratteristiche delle bioplastiche compostabili e il modo corretto di smaltimento di queste. Tra le decine di proposte ricevute, quelle del Piemonte hanno fatto centro: saranno infatti ben quattro, su un totale di quindici, i gestori piemontesi di rifiuti che avranno accesso a parte dei 200.000 euro di fondi messi a disposizione dal bando.
A essere premiata è stata STR – Società trattamento rifiuti del Comune di Bra e la partnership che riunisce SIA srl, ACSEL Spa e SCS – Società Canavesana Servizi Spa.
Il progetto di Bra, intitolato “Presidio del Rifiuto”, si svolgerà nelle giornate in cui il borgo piemontese ospiterà l’evento Slow Food “Cheese – Le forme del latte”: in questa occasione, verrà sospesa l’ordinaria attività di raccolta rifiuti e, al posto dei consueti contenitori di raccolta, saranno istituite isole di conferimento, presidiate da personale appositamente formato, così da aiutare cittadini e turisti a utilizzare i bidoni corretti e fornire loro informazioni sull’importanza della raccolta dei materiali compostabili. Il progetto prevede inoltre iniziative di educazione ambientale rivolte alle scuole e agli esercenti cittadini, in modo da invitarli a utilizzare, per le loro degustazioni durante l’evento, solo materiale compostabile o riutilizzabile.
Il progetto sviluppato dall’alleanza tra i tre gestori di rifiuti del territorio che va dalle Valli di Susa e Lanzo fino all’Eporediese si chiama invece “Bioplastica: il riciclo è compostabile!”: iniziativa indirizzata a cittadini, studenti e operatori commerciali, per educarli circa la raccolta dell’umido organico, i vantaggi del compostaggio e il ruolo della bioplastica e dei nuovi imballaggi per migliorare qualità e quantità della raccolta.
Come da regolamento, i progetti dovranno essere realizzati e conclusi dai soggetti proponenti entro il 31 dicembre 2023. L’elenco completo dei progetti vincitori è disponibile sul sito di BIOREPACK.

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Anti-spreco
L’Alveare che dice Sì! inaugura un nuovo punto della rete a Volpiano

Un nuovo modo per promuovere la filiera corta e permettere a tutti di acquistare prodotti locali utilizzando internet e la sharing economy: questa l’idea alla base de L’Alveare che dice Sì!, che il 25 gennaio inaugura un nuovo punto della rete a Volpiano. Ad ospitare ogni settimana le distribuzioni sarà il coworking 599 Europa in Corso Europa, 599. (altro…)

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Ambiente
Quanto impatta sul clima una pizza? #worldpizzaday

In occasione della Giornata Mondiale della Pizza, nata nel 2017 quando il noto piatto italiano è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’Unesco, Studio Fieschi, impresa che si occupa della misurazione degli impatti ambientali, ha calcolato le emissioni di CO2 di questa ricetta grazie all’analisi del ciclo di vita (LCA), la metodologia su cui c’è il maggior consenso della comunità scientifica internazionale.
Non poteva che essere la pizza margherita, la regina delle pizze, il punto di partenza. L’impronta di carbonio, cioè l’insieme delle emissioni, della margherita è circa di 0,7 kg di CO2eq (CO2 equivalente). Un dato che emerge considerando i soli ingredienti necessari (quindi non la cottura) per preparare una margherita da 28/30 cm di diametro.
Se consideriamo l’impronta di carbonio, invece, di una marinara, emerge una curiosità interessante. Già, perché gli ingredienti di questa pizza emettono circa 0,2 kg di CO2eq, cioè circa un quarto della margherita. Come mai questa differenza? La risposta sta nella mozzarella, che da sola da un punto di vista climatico contribuisce per circa il 75% delle emissioni di CO2 della margherita.
Dobbiamo quindi rinunciare alla mozzarella?
No, gli impatti climatici della mozzarella non devono indurci a evitare di ordinare una margherita. Semmai è utile sapere che in base agli ingredienti, il profilo climatico delle pizze che scegliamo può essere molto diverso. Per esempio, quelle che includono la carne, come le pizze con il prosciutto, con la salsiccia o con la carne macinata (poco usata in Italia, ma presente nei paesi anglosassoni in diverse pizze, fra cui la minced beef pizza), hanno impatti climatici in genere superiori alle “sorelle” vegetariane.
In linea generale, possiamo comunque considerare la pizza un piatto più sostenibile di altri pasti, fra cui quelli a sola base di carne.

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In Italia sprecati 13 milioni di cibo all’anno, la WOIR lancia il 2023 come l’International Year of Food

L’anno appena cominciato dovrà essere all’insegna del ripensamento del nostro rapporto con il cibo, dato che il 36% del totale mondiale viene sprecato, soprattutto dai consumatori: è quanto emerge dall’analisi della World Organization for International Relations.
Nei paesi industrializzati come l’Italia lo spreco è maggiore e a fare la parte del cattivo sono i consumatori e le consumatrici, che negli ultimi 20 anni hanno buttato via circa 272 milioni di tonnellate di cibo (ovvero più di 13 milioni per anno). Un dato imponente, specie se lo si rapporta alle 828 milioni di persone denutrite in 55 paesi (dati del rapporto congiunto di FAO, IFAD, UNICEF, WFP e WHO). La carenza di cibo contiene in sé anche una discriminante di genere, coinvolgendo soprattutto le donne (il 31,9% contro il 27% di uomini).
Lo spreco non si ferma solo nell’accumulo e nello smaltimento di rifiuti, ma danneggia anche l’atmosfera: il consumo alimentare produce infatti 5 miliardi di tonnellate di gas serra e consuma circa 200 miliardi di metri cubi d’acqua. Gli effetti collaterali di questo iper-consumo stanno diventando di anno in anno sempre più evidenti, specie in Piemonte dove il caldo e la siccità stanno mettendo in ginocchio il comparto agricolo.
“Si tratta di una questione etica, ma lo sperpero di cibo porta anche ad un ingente danno economico e ad un irreparabile danno ambientale che innesca un effetto domino capace di produrre carestie ed eventi climatici estremi – sottolinea Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte, presidente e segretario generale della World Organization for International Relations.
“Insomma: nonostante gli sforzi 2,3 miliardi di persone vanno a letto quasi sempre a stomaco vuoto e tra loro ben 150 milioni di persone soffrono di insicurezza alimentare acuta” – conclude il presidente de Sobremonte.

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