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Social Innovation

I numeri e le strategie dopo la pandemia dell’economia sociale in Piemonte

Sono stati presentati in una conferenza stampa on line i dati relativi alle indagini realizzati dalla Camera di commercio di Torino e da Isnet (Associazione per lo sviluppo delle imprese sociali) sull’articolato mondo dell’economia sociale. Oltre ad una mappatura sulle realtà operanti in questo ambito, sono stati analizzati i modelli di impresa sviluppati a seguito della pandemia e la diffusione degli acquisti a impatto sociale.

In Piemonte operano circa 5.500 forme organizzative a impatto sociale, soprattutto nell’ambito dell’associazionismo e del volontariato, in crescita dell’11% rispetto al 2019. Il terzo settore produttivo piemontese, composto da imprese e cooperative sociali, conta circa 1.000 realtà, che nel 2020 hanno generato 1,8 miliardi di fatturato e impiegato 57mila addetti.

In Piemonte l’insieme delle forme organizzative a impatto sociale è composto da quasi 5.500 unità, di cui all’incirca 2.300 nella città metropolitana di Torino. Rispetto al 2019 si registra un incremento di circa l’11% per il Piemonte e del 14% per l’area torinese. L’incremento è determinato soprattutto dalla crescita avvenuta nel mondo dell’associazionismo e del volontariato, in particolare delle Associazioni di Promozione Sociale (APS).

Se si considera il solo insieme del Terzo Settore produttivo (imprese e cooperative sociali), si ottiene un bacino di poco più di un migliaio di imprese in Piemonte (1.006) di cui quasi il 48% (479) con sede nel territorio torinese.

Esse rappresentano oltre il 18% delle forme organizzative ad impatto sociale e, rispetto al 2019, risultano in diminuzione del -2,4%, con andamenti divergenti nelle due tipologie imprenditoriali: crescono infatti le imprese sociali, passando da 112 a 132 unità, mentre decrescono le cooperative sociali, che nel 2021 risultano essere 874 (erano 919).

Nel complesso si stima che l’intero comparto abbia generato, nel 2020, quasi 1,8 miliardi di euro di fatturato in Piemonte (di cui il 63% nel torinese) e impiegato più di 57.000 addetti (il 41% nella provincia torinese). Rispetto al 2019, le due dimensioni hanno subito rispettivamente un calo (-3,1%) e un incremento (+5,9%). Sono le cooperative sociali a contribuire alla quasi totalità dei valori, originando quasi 1,7 miliardi di euro di fatturato e assorbendo la quasi totalità degli addetti.

Esistono poi forme organizzative giuridicamente definite come imprese “for profit”, perché tradizionalmente orientate al conseguimento di un profitto, ma che per loro natura adottano pratiche di innovazione sociale (Start Up Innovative a Vocazione Sociale, società Benefit, Certified B Corp). I numeri di questo universo sono tuttavia residuali.

L’indagine, realizzata dalla Camera di commercio di Torino fra giugno e settembre 2021, si è concentrata su un campione di 3.500 imprese attive in Piemonte, comprensivo sia di imprese sociali sia di imprese profit. L’obiettivo era far emergere lo sviluppo di nuovi o rinnovati modelli economici d’impresa, tenendo conto degli effetti della crisi pandemica e di connessi ed emergenti processi di trasformazione del business orientati al coinvolgimento degli interlocutori locali dell’impresa e allo sviluppo di reti e forme di collaborazione nel territorio piemontese. Il tasso di risposta ha raggiunto il 14,8% a conferma del forte interesse di questo insieme di imprese ai temi trattati nel questionario di indagine.

Impatto della crisi – Durante l’emergenza sanitaria nelle realtà profit hanno prevalso cambiamenti con impatto negativo, in particolare per quanto riguarda l’approvvigionamento (il 36% delle imprese rispondenti), l’organizzazione dell’attività imprenditoriale (il 27%), il marketing (il 21%) e il mercato estero (il 15%).

Anche per le imprese sociali sono state evidenti le difficoltà connesse all’approvvigionamento e, in misura marginale, all’accesso ai mercati esteri, ma si sono verificati anche cambiamenti in senso positivo: fra tutti, spicca l’ambito dell’innovazione (36%), seguito dall’organizzazione dell’attività imprenditoriale e dal marketing.

Coinvolgimento degli interlocutori locali – Il 16% delle imprese profit e il 61% delle imprese sociali hanno dichiarato di aver effettuato (o di voler effettuare) attività di coinvolgimento degli stakeholders locali. Se le relazioni con il territorio si sono mantenute piuttosto stabili negli anni per il profit, fra le imprese sociali si rileva una propensione crescente ad attivare relazioni sul territorio. Quali sono i soggetti che le imprese coinvolgono nell’attività imprenditoriale? Per le imprese profit, sono più frequenti i rapporti attivati con la clientela (il 19%), i fornitori (il 16%) e le associazioni datoriali e di categoria (il 12%); fra le imprese sociali è invece più diffusa la propensione a relazionarsi con le istituzioni e la pubblica amministrazione (il 18%), con la comunità di appartenenza (il 16%) e con il personale aziendale (il 15%).

Reti e forme di collaborazione -Sono più diffuse fra le imprese sociali (il 42% le ha sviluppate con regolarità) rispetto alle profit, che in prevalenza si caratterizzano per l’assenza di rapporti con il territorio (70%). Quali sono i benefici? Il 72% delle imprese sociali ritiene importante fare rete per produrre benefici in termini reputazionali e di visibilità, ma anche per produrre un impatto positivo sulla comunità di appartenenza (69%), per accrescere la diffusione di conoscenze condivise (65%) e le opportunità di sinergia (63%). Nel profit, il primo beneficio in ordine di rilevanza è di carattere reputazionale e di visibilità per l’impresa (il 42%), ma è seguito da un vantaggio di carattere economico (il 36%).

Modelli economici – Come stanno cambiando anche a seguito della pandemia? L’imprenditorialità sociale ha chiaramente identificato quattro aspetti importanti per ripensare gli attuali modelli d’impresa: lo sviluppo di un welfare di prossimità (il 66% delle rispondenti), il coinvolgimento in opportunità formali di co-progettazione (il 58%), l’attivazione e/o il rafforzamento di forme collaborative con attori del territorio (il 57%) e il consolidamento di relazioni con la comunità di appartenenza e i suoi componenti (il 53%).

Le imprese profit invece orientano la propria attenzione in prima battuta alla tutela del Made in Italy (il 35%) e alla valorizzazione e all’animazione turistica del territorio (il 33%).

Tuttavia, mentre il 69% delle imprese sociali dichiara di aver realizzato (o di volerlo fare) attività progettuali attinenti le dimensioni appena considerate, nel profit le percentuali sono ribaltate: quasi il 74% delle imprese non ha messo in campo azioni sui temi citati, né al momento intende farlo.

Quali sono le maggiori difficoltà nello sviluppo di questi nuovi modelli? Il primo bisogno, condiviso dal 73% e dal 44% delle imprese sociali e profit è potenziare la formazione e il reperimento di nuove competenze dedicate, seguito dalla necessità di accrescere innovazione e tecnologia.

Un altro dato interessante riguarda l’interesse a potenziare l’attività di digitalizzazione dell’impresa. Nel biennio in corso (2020 – 2021), il 53% delle imprese sociali sta lavorando (abbastanza o molto) al potenziamento dei processi di digitalizzazione, a fronte del 38% del mondo profit.

“Con 1,8 miliardi di fatturato, il terzo settore produttivo piemontese impiega 57mila addetti, concentrati soprattutto nelle cooperative sociali – spiega Dario Gallina, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Un settore di tutto rilievo, quindi, che seguiamo da anni, con indagini e iniziative dedicate, investendo anche sulla formazione di chi è chiamato a dare un valore all’impatto sociale generato da queste realtà. Sosteniamo inoltre fin dalla nascita la Piattaforma Torino Social Impact, che quest’anno ha realizzato importanti risultati: lo sviluppo del Centro di Competenza per la valutazione dell’impatto sociale, il posizionamento europeo dell’ecosistema territoriale tramite relazioni molto strutturate e la consegna di progetti in condivisione tra i partner”.

“Ad oggi Torino Social Impact conta 170 partner tra imprese sociali, acceleratori ed incubatori, enti pubblici, fondazioni ed istituzioni finanziarie, start up, atenei, spazi e reti di competenze, associazioni ed aziende che compongono un ecosistema sempre più attrattivo ed innovativo nel campo dell’innovazione sociale e dell’economia di impatto – aggiunge Mario Calderini, portavoce di Torino Social Impact. – I dati presentati oggi sono utili e importanti perché servono a indirizzare con efficacia le azioni di TSI, selezionando i progetti che possono portare i maggiori risultati, come ad esempio il programma di social procurement rivolto al mondo delle imprese sociali”.


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Laboratorio Alte Valli per valorizzare le Valli di Susa, del Sangone e del Pinerolese

Laboratorio Alte Valli è un progetto di valorizzazione dei territori, delle imprese e dei prodotti che caratterizzano le Valli di Susa, del Sangone e del Pinerolese. (altro…)


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Inclusione sociale

Io, Persona al centro. A Rimini la prima edizione di EXPO-AID

Il 22 e il 23 settembre 2023 il Palacongressi di Rimini ospitera la prima edizione
di “EXPO-AID 2023 – Io, persona al centro”, l’evento voluto dal Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli e realizzato in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità.

L’evento coinvolgerà Istituzioni, associazioni ed Enti del terzo settore e prevede attività sportive e ricreative, un’area espositiva, momenti partecipativi e di formazione. Venerdì 22 settembre, alle 12.00 interverrà il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, dopo la benedizione impartita dal Vescovo di Rimini, Mons. Nicolò Anselmi, e l’inno nazionale suonato dai ragazzi con disabilità della “Si Può Fare Band”, visiterà gli stand con i progetti di inclusione e
innovazione dell’area espositiva.

Nel pomeriggio i sei seminari dedicati a sei tematiche attraverso cui verrà declinato il tema principale “Io, Persona al centro”: “Accessibilità universale, luoghi della cultura e turismo inclusivi”, “Disabilità e Sport: campioni e atleti a confronto”, “Salute e benessere sociale”, “Percorsi per l’inclusione lavorativa”, “Disturbi del neurosviluppo: vita, famiglia, opportunità”, “Il Progetto Individuale di Vita: le basi”.
I seminari, con 2300 iscritti, saranno coordinati da docenti universitari ed è prevista la
partecipazione di numerosi esperti con testimonianze dirette di persone con disabilità, familiari, professionisti, operatori e volontari del settore. I contenuti delle sessioni plenarie e dei seminari saranno disponibili nella lingua dei segni italiana e sottotitolati in tempo reale.
L’evento prevede anche iniziative collaterali: visite gratuite per la vista proposte dall’Unione
italiana ciechi e ipovedenti, l’esame della glicemia con il camper dei Lions, l’annullo filatelico
speciale a cura di Poste italiane, la mototerapia con Vanni Oddera.
Nella serata del 22 nella zona del Porto, in collaborazione con il Comune di Rimini, si svolgerà una grande manifestazione ricreativa, musicale, sportiva e gastronomica con mercatini e food truck inclusivi provenienti da tutta Italia, e si esibiranno gruppi e band musicali inclusivi.

Spiega il Ministro Locatelli:

Sarà una grande occasione di confronto per il mondo della disabilità, per le Istituzioni e i cittadini interessati  l’obiettivo è trovare punti di incontro e confronto per innestare una svolta culturale, valorizzare ogni persona e porla al centro delle azioni politiche.
Da Rimini lanceremo un messaggio chiaro: serve invertire le priorità e lavorare insieme. Rafforzando la collaborazione tra istituzioni, Terzo Settore, mondo privato e del privato sociale e anche tra cittadini possiamo fare di più e meglio, e garantire ad ogni persona una vita più dignitosa e di qualità


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Cibo

Mercato Itinerante, Verdessenza e Birrificio Pinerolese si presentano venerdî 22 settembre

Venerdî 22 settembre alle 18.00 presso Verdessenza Società Cooperativa in Via San Pio V 20/F, 10125 Torino Mercato Itinerante racconterà il suo progetto, la rete e le azioni sostenibili in (altro…)


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