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Sostenibilità

I risultati dei lavori del G20 di Napoli sull’ambiente: biodiversità,  uso efficiente delle risorse ed economia circolare, finanza sostenibile

La prima giornata del G20 di Napoli dedicato a Ambiente, Clima ed Energia si é chiusa con una conferenza stampa e con un comunicato che riassume i temi discussi. Il G20 Ambiente si è sviluppato lungo tre macro aree biodiversità,  uso efficiente delle risorse ed economia circolare, finanza sostenibile. Il Comunicato Finale

  • Biodiversità, protezione del capitale naturale e ripristino degli ecosistemi (soluzioni basate sulla natura, difesa e ripristino del suolo, tutela delle risorse idriche, oceani e mari incluso marine plastic litter).
  • Uso efficiente delle risorse ed economia circolare (visione G20 su economia circolare con focus su tessile e moda sostenibile; città circolari; educazione e formazione).
  • Finanza sostenibile (focus su specifiche esigenze di finanziamento per la protezione ed il ripristino degli ecosistemi come contributo ai lavori G20 sulla forma futura del sistema finanziario globale).

Questi i temi e i principali accordi raggiunti

BIODIVERSITÀ

Pieno utilizzo delle soluzioni basate sulla natura o degli approcci basati sull’ecosistema per affrontare la perdita di biodiversità, ripristinare i terreni degradati, aumentare la resilienza, prevenire, mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici, fornendo al contempo molteplici vantaggi nei settori economico, sociale e ambientale. Inoltre, viene sempre più riconosciuto il ruolo delle soluzioni basate sulla natura o approcci basati sull’ecosistema, in settori economici e in tutti gli ecosistemi, comprese le aree urbane, per un orizzonte di sviluppo durevole ed ecocompatibile in grado di garantire nel contempo l’inclusione sociale, la protezione e la salvaguardia dell’ambiente.

I grandi del mondo hanno anche riconosciuto per la prima volta i risultati del recente rapporto IPBES e IPCC sul nesso tra biodiversità e cambiamento climatico lanciato il 10 giugno scorso.

Sulla scorta di questa prima collaborazione tra le due massime autorità scientifiche internazionali, il G20 ha anche approvato la proposta di istituire  un workshop su Nature-based Solutions (NBS) e Ecosystem-based Approaches (EBAs) per condividere esperienze, casi studio, storie di successo, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sul potenziale dei due approcci per affrontare le questioni del clima, della natura e del degrado del suolo e del territorio e indagare potenzialità, benefici e  impatti.

NETWORK DEGLI ESPERTI UNESCO

Presentato e lanciato dalle maggiori economie del mondo il Network mondiale di esperti qualificati in campo ambientale. Il Network, ideato dall’Italia, servirà per avviare uno strumento di capacity building mondiale per aiutare enti gestori di aree protette e territori di eccellenza e ad elevato valore naturalistico riconosciuti dall’UNESCO in ogni regione continentale attraverso azioni di conservazione, salvaguardia, gestione, formazione ed educazione.

Obiettivo del Network è, perciò, quello di sviluppare sul campo, a favore dei siti UNESCO che ne faranno richiesta – con particolare attenzione ai siti maggiormente in difficoltà e in attuazione delle raccomandazioni degli organismi consultivi dell’UNESCO come l’IUCN o lo IUGS – interventi puntuali per migliorare la gestione, ripristino e la resilienza ambientale, e per assicurare supporto tecnico specializzato in materia di conservazione e salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità, prevenzione, mitigazione e adattamento agli effetti dei cambiamenti climatici, formazione, educazione e divulgazione ambientale a favore di giovani e comunità. A tal fine l’UNESCO ha istituito un “Fondo fiduciario multilaterale” aperto ad altri potenziali donor oltre all’Italia.

APPELLO PER LA TUTELA E IL RIPRISTINO DEI SUOLI DEGRADATI

Si invitano i Paesi a promuovere azioni di recupero delle aree degradate in linea con il Target 15.3 dell’Agenda 2030, rinforzando le iniziative già avviate fino a raggiungere tendenzialmente il recupero di almeno i 50% delle aree già degradate. Viene sottolineata l’importanza della buona salute del suolo ai fini dell’ottenimento dei servizi epistemici collegati alle condizioni di vita e al contenimento dei rischi e richiesta l’inserimento di tali azioni nei piani per il post-COVID.

GESTIONE SOSTENIBILE DELL’ACQUA

Accesso all’acqua potabile e alle strutture igienico-sanitarie; gestione integrata delle risorse idriche a scala di bacino e soprattutto transfrontaliera; tutela, conservazione, uso sostenibile ed efficiente delle acque anche promuovendo il ricorso alle Nature Based Solutions (NBS), Ecosystem Based Approaches (EBAs) e alle infrastrutture verdi e sostenibili. Ci si impegna a promuovere approcci integrati per la gestione e uso sostenibile delle risorse idriche e per la tutela degli ecosistemi associati. Ci si impegna a promuovere collaborazione e cooperazione per la gestione sostenibile a scala di bacino adottando ove possibile NBS ed EBAs e condividendo tecnologie. Inoltre, ci si impegna a perseguire l’accesso equo all’acqua potabile e ai servizi igienici per tutti.

PROTEZIONE RAFFORZATA DI OCEANI E MARI

Riconoscimento della problematica ed impegno dei G20 ad intensificare le azioni, a tutti i livelli, volte alla conservazione, protezione, ripristino ed uso sostenibile dell’Oceano, mari e risorse marine attraverso l’identificazione di Area based management tools (ABMTs), incluse le Aree marine protette, che siano rappresentative ecologicamente ed equamente ed efficacemente gestite. Viene inoltre confermato l’impegno assunto con la precedente presidenza saudita sulla tutela delle barriere coralline, come pure il riconoscimento del ruolo centrale delle Convenzioni ed organizzazioni regionali (Regional Sea Conventions ed RFMOs).

Supporto del G20 all’implementazione di politiche marittime sostenibili e, in particolare, di misure che agevolino i processi di transizione verso la decarbonizzazione ed efficienza energetica nei porti e nelle città costiere tra cui la designazione di Aree Speciali ed Aree ad emissione Controllata (ECA) attraverso l’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) e il supporto ai lavori in ambito IMO per la riduzione totale delle emissioni inquinanti provenienti dal settore marittimo entro il 2050.

Conferma degli impegni assunti sotto presidenza giapponese (Osaka Leaders’ Declaration) per l’eliminazione della pesca non sostenibile e, in particolare della cosidetta Illegal, Unreported and Unregulated fishing (IUU), oltreché di ogni sussidio dannoso alla pesca.

Supporto dei G20 a concludere quanto prima il negoziato per un accordo internazionale giuridicamente vincolante che disciplini la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità marina nelle acque al di là della giurisdizione nazionale.

Supporto dei G20 ai negoziati in corso in tema di attività di estrazioni minerarie sottomarine (International seabed mining) per lo sviluppo di una regolamentazione internazionale in linea con l’approccio precauzionale che assicuri la protezione dell’ambiente marino da eventuali effetti dannosi derivanti da tali attività.

Supporto dei G20 all’impegno della Commissione per la Conservazione delle Risorse marine viventi dell’Antartide a sviluppare un sistema rappresentativo di aree marine protette nell’area della Convenzione.

Richiamato, nel testo del G20 anche l’obiettivo 30/30, che ha visto il nostro Paese porre un altro passo nel percorso di adozione del Quadro Globale per la Biodiversità cosiddetto CBD post 2020.

Per quanto concerne il Marine Litter, è stata riconosciuta la necessità di intensificare la collaborazione con il settore privato, le organizzazioni internazionali e le parti interessate pertinenti per stimolare la progettazione di alta qualità di prodotti durevoli e riciclabili, per accrescere la consapevolezza e per costruire le competenze in materia anche attraverso l’educazione ambientale.

ECONOMIA CIRCOLARE

Adottata la visione per l’economia circolare per rafforzare la cooperazione multilaterale nell’innovazione circolare. si punta a ridurre l’impronta ambientale e a raddoppiare la circolarità dei materiali con un obiettivo volontario da raggiungere entro il 2030. Questo rappresenta un contributo reale per raggiungere SDG 12- Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo.

YOUTH CALL FOR ACTION

L’importanza dell’inclusione dei giovani nei processi decisionali legati alle questioni ambientali; il ruolo fondamentale delle istituzioni nel garantire che le nuove generazioni siano sufficientemente sensibilizzate rispetto alla tutela dell’ambiente e possano sviluppare quelle competenze fondamentali per prendere parte ed accelerare la transizione verso un’economia circolare e verde.
Il Comuniquè riconosce la fondamentale importanza dell’educazione, nel perseguire questo duplice obiettivo e nel promuovere una maggiore responsabilizzazione dei giovani sulle tematiche legate al consumo e alle produzioni sostenibili.

Il ruolo delle istituzioni deve orientare al sostegno della transizione ecologica ed economica e rafforzare il ruolo dei giovani come agenti del cambiamento. I Ministri responsabili dell’Ambiente si impegnano, anche coinvolgendo altri dicasteri per le loro competenze, a rafforzare la cooperazione e a promuovere, sia attraverso canali educativi formali che informali, misure efficaci per garantire che i cittadini più giovani diventino e rimangano rispettosi dell’ambiente.

FINANZA VERDE

Rafforzare gli investimenti nelle attività del capitale naturale, promuovere sinergie tra i flussi finanziari destinati al clima, alla biodiversità e agli ecosistemi e allineare gli investimenti verso lo sviluppo e la crescita sostenibili. In particolare, attraverso il lavoro su una roadmap pluriennale sulla finanza sostenibile portato avanti dal Sustainable Finance Working Group del G20.

 


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Acqua

Giornata mondiale dell’acqua 2025: il tema è la Conservazione dei Ghiacciai

l 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua – World Water Day, ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 prevista all’interno delle direttive dell’Agenda 21, risultato della conferenza di Rio.

Il tema della Giornata Mondiale dell’Acqua 2025 è la Conservazione dei Ghiacciai. I ghiacciai sono fondamentali per la vita: la loro acqua di fusione è essenziale per l’acqua potabile, l’agricoltura, l’industria, la produzione di energia pulita e per ecosistemi sani. I ghiacciai che si sciolgono rapidamente stanno causando incertezza nei flussi idrici, con impatti profondi sulle persone e sul pianeta. Riduzioni globali delle emissioni di carbonio e strategie locali per adattarsi ai ghiacciai in ritirata sono essenziali.

I ghiacciai si stanno sciogliendo più velocemente che mai. Man mano che il pianeta si riscalda, il nostro mondo ghiacciato si riduce, rendendo il ciclo dell’acqua più imprevedibile. Per miliardi di persone, i flussi di acqua di fusione stanno cambiando, causando inondazioni, siccità, frane e innalzamento del livello del mare.

Innumerevoli comunità ed ecosistemi sono a rischio di devastazione. Mentre lavoriamo insieme per mitigare e adattarci ai cambiamenti climatici, la conservazione dei ghiacciai è una priorità assoluta. Dobbiamo ridurre le emissioni di gas serra per rallentare il ritiro dei ghiacciai. E dobbiamo gestire l’acqua di fusione in modo più sostenibile. Salvare i nostri ghiacciai è una strategia di sopravvivenza per le persone e per il pianeta.


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Ambiente

Dossier Nevediversa 2025 di Legambiente: 265 gli impianti dismessiin Italia. Milano Cortina 2026 la sostenibilità è un obiettivo lontano

Il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato e gennaio 2025 ha segnato un nuovo record come il mese più caldo di sempre. Dalle Alpi agli Appennini nevica sempre meno. Il campanello d’allarme arriva dal numero degli impianti dismessi ad alta quota, ma anche dall’aumento dei bacini di innevamento artificiale per “fabbricare” la neve. Bisogna ripensare il turismo invernale in una chiave più sostenibile replicando le buone pratiche di turismo dolce.

Nella Penisola sono 265 le strutture legate agli sci non più funzionanti, un dato raddoppiato rispetto al 2020 quando ne erano stati censiti 132. Piemonte (76), Lombardia (33), Abruzzo (31) e Veneto (30) sono le regioni ad oggi con più strutture dismesse e che risentono, insieme al resto della Penisola, di una crisi climatica che anche in montagna lascia sempre più il segno, con nevicate in diminuzione e temperature in aumento, e un turismo invernale che diventa più costoso e in alcuni casi di lusso a discapito del portafoglio e dell’ambiente. Aumentano anche i bacini di innevamento artificiale: 165 quelli mappati ad oggi in Italia tramite le immagini satellitari per una superficie totale pari a 1.896.317 mq circa. Il Trentino-Alto Adige è la regione con più bacini censiti (60), seguita da Lombardia (23), e Piemonte (23). La Valle D’Aosta, invece, conta 14 bacini ma primeggia in termini di mq, ben 871.832.

 

Dalle Alpi agli Appennini nevica sempre meno. Il campanello d’allarme arriva dal numero degli impianti dismessi ad alta quota, ma anche dall’aumento dei bacini di innevamento artificiale per “fabbricare” la neve. Nella Penisola sono 265 le strutture legate agli sci non più funzionanti, un dato raddoppiato rispetto al 2020 quando ne erano stati censiti 132. Piemonte (76), Lombardia (33), Abruzzo (31) e Veneto (30) sono le regioni ad oggi con più strutture dismesse e che risentono, insieme al resto della Penisola, di una crisi climatica che anche in montagna lascia sempre più il segno, con nevicate in diminuzione e temperature in aumento, e un turismo invernale che diventa più costoso e in alcuni casi di lusso a discapito del portafoglio e dell’ambiente. Aumentano anche i bacini di innevamento artificiale: 165 quelli mappati ad oggi in Italia tramite le immagini satellitari per una superficie totale pari a 1.896.317 mq circa. Il Trentino-Alto Adige è la regione con più bacini censiti (60), seguita da Lombardia (23), e Piemonte (23). La Valle D’Aosta, invece, conta 14 bacini ma primeggia in termini di mq, ben 871.832.

Sono 112 le strutture temporaneamente chiuse, mentre sono 128 quelle un “po’ aperte, un po’ chiuse”. Salgono a 218 gli impianti sottoposti ad “accanimenti terapeutici”, distribuiti in 36 comprensori, e più che raddoppiati rispetto al 2020 quando ne erano stati censiti 103. Il numero più alto in Lombardia (59), Abruzzo (47), Emilia-Romagna (34). Resta invariato, invece, il numero degli impianti smantellati e riusati, rispetto all’anno precedente, attestandosi a 31; salgano a 80 gli edifici fatiscenti censiti e sono 15 le storie di brutti progetti segnalati nel report. Il dossier di Legambiente allarga poi lo sguardo anche sulle Alpi francesi e svizzere attraverso l’analisi dei dati di Mountain Wilderness Francia. Ad aprile 2024 sono stati censiti 101 impianti abbandonati in 56 siti distribuiti sulle catene montuose francesi, mentre in Svizzera risultano dismessi da anni oltre 55 skilift e funivie. Segno che il turismo invernale è in crisi anche oltralpe.

A pesare sulla fotografia scattata da Nevediversa 2025 è la crisi climatica che impone un ripensamento del rapporto con la montagna, in quota e a valle. Per Legambiente servono in primis più azioni di mitigazione e adattamento e più finanziamenti per il turismo dolce, accompagnati da una migliore gestione del territorio replicando le buone pratiche. Le previsioni per i prossimi anni indicano inverni significativamente più caldi rispetto a oggi, con un conseguente calo delle nevicate. I dati della Fondazione CIMA illustrano chiaramente il grave deficit nevoso registrato al 13 febbraio 2025 rispetto alle medie storiche. Sulle Alpi nella fascia tra i 1000 e i 2000 metri, la riduzione dell’innevamento è del 71% e addirittura del 94% sugli Appennini. A quote più elevate, tra i 2000 ei 3000 metri, il deficit si attesta al 43% sulle Alpi e al 78% sugli Appennini, evidenziando una situazione critica soprattutto lungo la dorsale appenninica. Dati che evidenziano le difficoltà a cui vanno incontro gli impianti sciistici che, a causa della crisi climatica, hanno prospettive di sviluppo sempre più incerte. Sul sito del Ministero del Turismo, dall’inizio del governo Meloni, sono stati pubblicati avvisi riguardanti l’assegnazione e l’erogazione di contributi pari a ben 430 milioni di euro, destinati a compensare le perdite subite dai comprensori sciistici. Inoltre, fino al 2028, il Ministero continuerà a finanziare a fondo perduto le imprese che gestiscono impianti di risalita a fune.

Negli ultimi anni, gli impianti di neve artificiale sono diventati una spesa costante e cruciale per la sopravvivenza dei comprensori e per garantire la settimana bianca. Tra gli esempi simbolo citati da Legambiente nel report ci sono Veneto, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia. A metà febbraio si è registrata una spesa di 2 milioni di euro per l’innevamento artificiale nelle aree montane del Bellunese dall’inizio della stagione. Nel caso del Sestriere, in Piemonte, in quattro anni la cifra spesa ha superato i 10 milioni di €. Per innevare i 125 chilometri di piste del Friuli-Venezia Giulia, il costo stagionale si aggira intorno ai 5.300.000 euro. Oltre alla spesa in conto capitale. Dall’altro lato salgono in Italia i costi della settimana bianca. Una famiglia di tre persone, stando alle ultime stime, quest’anno spenderà in media 186 euro al giorno solo per accedere agli impianti di risalita e alle piste. In aumento, secondo Federturismo, anche il costo di hotel (+5,1%), delle scuole di sci (+6,9%), i servizi di ristorazione (+8,1%). In sintesi, per una settimana bianca, un adulto spende in media 1.453 euro, mentre un nucleo familiare composto da due genitori e un figlio affronta una spesa di circa 3.720 euro.

Il report dedica poi un focus aggiornato sulle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. A un anno dall’evento sportivo, dove la sostenibilità resta un obiettivo lontano, continuano le difficoltà legate a opere faraoniche, ritardi e costi alle stelle. Partite con un budget di 1,5 miliardi di euro, ad oggi i costi sono saliti a 5,7 miliardi di euro. Riguardo le opere previste molte rischiano di non essere completate tra queste anche le varianti della Val Boite. Continua il monitoraggio sulle opere da parte delle associazioni della Rete Open Olympics. Intanto resta alta l’incognita neve 2026.

Da Cortina alle Cime di Lavaredo, per arrivare a Roccaraso, l’overtourism colpisce Alpi e Appennini a cui il report dedica un approfondimento corredato da interviste ad esperti. Le mete alpine, in particolare, stanno vivendo anche l’espansione del turismo del lusso come sta accadendo a Cortina. Sempre più riservata a un’elitè di ricchi, Cortina sta diventando una “scuola di gentrificazione, dove ci si trova estranei nella propria terra”. Come spiega il professore Alberto Lanzavecchia dell’Università di Padova, “le proprietà non vengono acquistate dagli italiani, ci sono investitori stranieri, oggi solo un terzo degli alberghi è gestito da famiglie di residenti. L’offerta turistica diventa più costosa ed espelle le famiglie italiane, che non possono godere più di quella valle”.


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Eventi

A Torino il 31 marzo: ESG Q&A: Professionisti e banche dialogano con micro, piccole e medie imprese per la conformità ESG.

Si tiene a  Torino il 31 marzo l’incontro: ESG Q&A: Professionisti e banche dialogano con micro, piccole e medie imprese per la conformità ESG presso il campus di Torino di ESCP Busienss School imn Via Andrea Doria 27

Si tratta di un confronto sulle sfide e le incertezze che le imprese affrontano e sull’approccio che hanno le banche nei confronti delle imprese clienti per assicurarsi che rispettino i temi ESG e anche per un commento del Documento uscito in via definitiva a dicembre per il Dialogo di sostenibilità tra PMI e Banche e dei Voluntary Sustainability Reporting Standards for Non-Listed SMEs (VSME).

Parteciperanno moderati da Emanuela De Sabato:

– Susanna Gardiol, direttore di GAL Escartons e Valli Valdesi srl;

– Elisa Elena Geraci, avvocato, CVO e consulente d’impatto;

– Antonio Epifani, ESG Expert Region Nord Ovest presso UniCredit Banca;

– Paolo Vernero, dottore commercialista, socio fondatore di Vernero & Partners Tax-Legal.

Con il supporto di Blue Factory Italy.

La partecipazione è gratuita ma occorre prenotarsi online


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