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Innovazione

Il turismo spaziale presto sarà possibile grazie a Virgin Galactic

Virgin Galactic sarà sicuramente la prima azienda aerospaziale a portare turisti nello spazio. Inizialmente i viaggi costeranno circa 250 mila dollari, ma l’obiettivo è di rendere questo viaggio “di lusso” accessibile a più persone.

Virgin Galactic ha scelto di rendere i voli suborbitali adatti per un mercato commerciale anche se il costo rimane elevato e per soli milionari

Valutata oltre 5 miliardi di dollari, è la prima azienda di turismo spaziale ad essersi quotata in borsa ed è anche quella che per prima porterà turisti nello spazio; molto prima di Space X di Elon Musk e Blu Origin di Jeff Bezos.

Virgin Galactic è stata fondata nel 2004 per offrire ai clienti paganti voli spaziali suborbitali.

Pagando 250.000 dollari, la compagnia permette un’esperienza unica e che fino a poco tempo fa potevano fare solo astronauti professionisti: 90 minuti nelle zone più alte dell’atmosfera, sperimentando alcuni minuti di assenza di gravità.

I turisti partiranno dalla Puglia: Richard Branson ha scelto lo spazioporto di Grottaglie per il decollo della compagnia.

Anche se non sono ancora partiti i voli ed è attualmente in perdita, Virgin Galactic punta a essere redditizia dal 2021, basandosi sul completamento di 115 voli che genereranno entrate per 210 milioni di dollari.

Entro il 2023, invece, la compagnia prevede entrate per 590 milioni di dollari, dopo aver fatto volare oltre 3.000 passeggeri.

Nel 2019 Virgin Galactic si è quotata a 10, 36 dollari ad azione fino a toccare i 39 dollari per azione di febbraio 2020. La crescita vertiginosa è solo l’inizio: secondo analisti esperti potrebbe arrivare a 100 dollari a stock.

Il 31 ottobre 2014 lo SpaceShip 2 è esplosa in volo sopra il Deserto del Mojave poco dopo essere stata sganciata dall’aereo madre; il fatto è accaduto pochi secondi dopo l’accensione dei propri propulsori, causando la morte del copilota e il ferimento grave del pilota.

Virgin Galactic

Blu Origin vuole essere un competitor di Virgin Galactic con il New Shepard

La Blu Origin di Jeff Bezos, non ancora quotata sul mercato azionario, ha in cantiere il progetto New Shepard da oltre un decennio e che ad oggi ha compiuto oltre 12 missioni di test.

Il diretto concorrente di Virgin Galactic potrebbe inaugurare i lanci con i primi turisti a bordo già nel 2020 anche se l’ipotesi appare ancora molto azzardata.

Chiamato New Shepard, in onore del primo astronauta americano ad andare nello spazio Alan Shepard, sarà il primo lanciatore di Blue Origin ad effettuare voli commerciali.

Il veicolo suborbitale di Blue Origin nasce dall’esigenza di rendere il volo turistico nello spazio economicamente sostenibile esattamente come Virgin Galactic.

Per questo è stato studiato il riutilizzo completo delle componenti del razzo tramite il rientro a terra dell’unico booster.

Da una prospettiva tecnica, il veicolo è classificato come un VTVL (Vertical takeoff, vertical landing) ossia capace di volare ed atterrare verticalmente diversamente dal velivolo Virgin Galactic.

Lo scopo finale del New Shepard sarà comunque essere il diretto concorrente di Virgin Galactic per il mercato del turismo spaziale.

Purtroppo ad oggi è impossibile fare un confronto sui prezzi dato che entrambi i progetti sono in sviluppo anche se nella loro fase finale.

Un rendering della Navicella Blu Origin

Space X e lo Starship di Elon Musk

La creazione finanziata da Musk ha invece mire più ambiziose: dovrebbe essere in grado di trasportare sulla Luna, e in seguito addirittura su Marte, decine di esseri umani.

Il sogno (proibito) di Musk non si limita al turismo spaziale, ma arriva perfino a profetizzare delle colonie umane insediate nella Galassia e l’avvento di una specie multiplanetaria.

Nella sua straordinaria follia, Musk ha reso possibile l’impossibile e centrato tutti i suoi obiettivi, giungendo addirittura a stringere accordi con la NASA che, da parte sua, si propone di inviare i primi turisti sulla Luna entro il 2024 seguendo il nuovo programma Artemis.

In un tweet, l’eccentrico imprenditore, ha annunciato  il primo “turista spaziale” della storia pronto a volare nell’atmosfera nel 2023. Si tratta del giovane imprenditore giapponese Yusaku Maezawa, fondatore del colosso di abbigliamento online Zozotown.

 

 


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In Evidenza

Cultura e sostenibilità: l’impegno di UCCA per la transizione green

 

Se è vero che il cambiamento verso un futuro sostenibile necessita anzitutto di un cambiamento culturale, è anche vero che ad oggi non è più possibile pensare a un’offerta culturale che non tenga conto nella sua attuazione delle sfide della sostenibilità.  

Come può nel concreto il comparto culturale sostenere la transizione green e diventare attivatore di cambiamento? Un interrogativo aperto a cui UCCA – Unione dei Circoli Cinematografici Arci sta provando a dare una risposta concreta attraverso il progetto “Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo” sostenuto dall’UE – Next Generation nell’ambito dell’avviso TOCC “Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde”. 

UCCA Aps è un’associazione nazionale di promozione della cultura cinematografica attiva dal 1967 e riconosciuta dal Ministero della Cultura e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che associa circa 180 cineclub in tutta Italia. Il prototipo di circolo UCCA ha ben poco a che spartire con la classica sala cinematografica: è uno spazio informale, spesso accuratamente arredato con materiali di risulta, pensato per e adibito a ospitare eventi culturali ad ampio spettro e interdisciplinari, che coniugano il cinema con live-act, performance, dj-set, reading, in un flusso ininterrotto di suggestioni rivolte a stimolare e soddisfare qualsiasi curiosità intellettuale.

“Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo” rappresenta un percorso di crescita collettivo della rete, reso possibile dall’utilizzo di metodologie e pratiche partecipative, quali focus group e world cafè, che porterà alla realizzazione di una proposta condivisa di linee guida e buone pratiche per i circoli del cinema che intendono affrontare la transizione verde.

Ne abbiamo parlato con gli ideatori del progetto.

 

Da quali esigenze e riflessioni nasce il progetto “Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo”?

Il progetto nasce dalla riflessione in corso negli anni recenti sulle trasformazioni che hanno investito la fruizione cinematografica (la crisi delle sale, l’aumento del consumo individuale di audiovisivi etc) e di conseguenza le trasformazioni che hanno affrontato e stanno affrontando alcuni dei nostri circoli, anche con strategie diverse fra loro. Accanto a ciò, il tema politicamente che ha raggiunto i primi posti in agenda è la crisi climatica, su cui si sono attivate le ultime generazioni di attivisti – tema che non possiamo ignorare. 

Le nostre basi operano principalmente in degli spazi (che fanno spostare le persone, consumano energia, producono rifiuti) il cinema è fatto essenzialmente di proiezioni (che consumano energia): non vogliamo rinunciare né ai nostri spazi né alle nostre proiezioni per essere a impatto zero, ma vogliamo individuare, insieme ai nostri operatori/trici e a degli esperti che ci stanno accompagnando, le modalità per mantenere le nostre attività e ridurre il nostro impatto. 

Con che modalità coinvolgete i circoli cinematografici? Quali sono i loro feedback finora?

Ai circoli e ai dirigenti si chiede non solo di partecipare e iscriversi ma di portare le proprie esperienze, anche icasticamente condividendo durante gli incontri del progetto dei materiali pubblicitari e tutto ciò che può rappresentare le azioni svolte, sia dentro che fuori l’ambito della transizione ecologica. Ogni spunto, spesso sottovalutato o non visto nell’ottica del progetto, può essere invece utile per provare a generare un’azione di intelligenza collettiva che trova gli opportuni suggerimenti che ci portano a ragionare nell’ottica della transizione verde partendo da ciò che già si è. I feedback dalle operatrici e dagli operatori coinvolti sono molto lusinghieri tanto è vero che laddove possibile e previsto alcune persone stanno scegliendo di seguire più appuntamenti. In particolare viene apprezzata la dimensione di rete del progetto e la tematica sulla quale si concentra che è già al centro del dibattito e della riflessione delle nostre basi associative.

Quali sono i principali vantaggi che i circoli cinematografici possono ottenere attraverso la partecipazione al progetto?

I vantaggi sono di due tipi. Vi sono vantaggi diretti rispetto alla tematica affrontata, ovvero quella della transizione ecologica, rispetto alla quale le operatrici e gli operatori coinvolti sentivano e percepivano diverse esigenze. Il bisogno di essere formati e informati, la necessità di provare a sperimentare e a ricercare insieme delle soluzioni comuni e condivise che diverranno poi patrimonio di tutta la rete Ucca. In maniera indiretta questi incontri rafforzano poi la coesione e quel meccanismo di scambio e conoscenza tra le basi della rete Ucca e tra operatori e operatrici e vengono visti anche come la possibilità, specie per quei territori più “marginali”, che non a caso sono stati al centro della strategia e del piano operativo degli incontri, di poter essere al centro di un grande dibattito e di una grande riflessione che è politica e organizzativa insieme.

Quali sono i prossimi appuntamenti?

I prossimi appuntamenti del progetto ci vedranno impegnate e impegnati nell’individuazione di strategie, interne ed esterne, organizzative e di tipo comunicativo che ci permettano di far compiere alle nostre basi dei passi avanti decisivi verso la graduale transizione verde delle nostre pratiche e dei nostri spazi. In particolare il 29 marzo a livello nazionale saremo collegate in un world cafe online, mentre il 7 aprile saremo ad Agrigento per un focus group sempre sui temi del progetto. Ancora il 20 aprile un altro appuntamento nazionale online e nel mese di maggio chiuderemo il cerchio andando finalmente a scrivere il nostro “manifesto green” il quale sarà il frutto di tutte le riflessioni e gli spunti raccolti durante gli incontri di questi mesi. Non prima di aver attraversato le città di Bari, Napoli, Carbonia e Ferrara.

 

 


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Idrogeno

Coradia Stream il primo treno a Idrogeno inizia le sue sperimentazioni

Il primo treno Coradia Stream alimentato ad idrogeno ha lasciato lo stabilimento Alstom di Savigliano per raggiungere quello di Salzgitter, in Germania, ed essere sottoposto ai primi test statici con l’idrogeno e test dinamici a bassa velocità.

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Eventi

Venerdì  23 febbraio a Genova nasce CTE-Genova-Opificio digitale per la Cultura

Venerdì  23 febbraio presso l’Ex Stazione di Prà, in via Prà 39 a Genova viene inaugurato il progetto CTE-Genova-Opificio digitale per la Cultura che punta a favorire e promuovere nuove opportunità di sviluppo per le imprese,  per le start-up e le piccole e medie imprese, per realizzare e offrire soluzioni innovative per il settore della cultura e della creatività. (altro…)


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