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Animali

Dal 21 giugno plastica usa e getta bandita dal bioparco ZOOM

Da quest’anno l’estate a ZOOM è più sostenibile. In occasione del decennale, il bioparco elimina l’utilizzo della plastica usa e getta, a favore del biodegradabile e del benessere delle acque, e collabora con la Onlus Worldrise – impegnata nell’educazione e sensibilizzazione sul tema dell’inquinamento della plastica e il suo impatto nell’ambiente marino – per il sostegno di progetti di conservazione legati all’ambiente marino, seriamente minacciato dalle plastiche riversate nelle acque. Sarà in vendita al parco la borraccia “No plastic More fun”, realizzata in collaborazione con Worldrise, e una parte del ricavato andrà a sostegno della Onlus. L’eliminazione della plastica usa e getta rappresenta un primo passo che ZOOM ha attivato per essere un parco sempre più ecosostenibile, con due anni di anticipo rispetto alla direttiva approvata dal Parlamento europeo che porterà per legge all’eliminazione di prodotti in plastica a partire dal 2021.

ZOOM in estate è anche Night Safari! Tutti i sabati e le domeniche, e dal 10 al 25 agosto, il bioparco è aperto dalle 10 alle 22 con speciali talk notturni, tuffi in piscina e cene al tramonto, per 12 ore di avventura. Durante le serate, continuano i festeggiamenti per il 10° compleanno con una edizione serale dello spettacolo JHuman Jungle, scritto e diretto da Milo Scotton, artista e regista che ha fondato la compagnia ArteMakia, ispirato ai valori del parco: emozionare, conoscere, conservare.

ZOOM è anche terra: un viaggio avventuroso che si snoda tra 160.000 mq, alla scoperta di oltre 300 animali di 84 specie diverse in 9 habitat immersivi che riproducono ambientazioni africane e asiatiche – Serengeti, Hippo Underwater, Madagascar, Asia, Anfiteatro di Petra, Baia dei Pinguini, Bolder e Malawi Beach, Fattoria del Baobab, Tempio delle Tigri, Lontre di Manakara – e attraverso i talk, fino a 20 al giorno, tenuti dai biologi per scoprire tutto sugli animali ospitati, nati in altre strutture zoologiche EAZA (European Associations of Zoos and Aquaria) che vengono dati in affidamento al bioparco e che seguono programmi di riproduzione controllata, e le minacce in natura.


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Ambiente

Il problema delle specie esotiche invasive in Italia

Tra le principali causa di perdita di biodiversità ci sono le  Specie esotiche invasive ovvero specie di animali e di piante originarie di altre regioni geografiche che volontariamente o accidentalmente introdotte sul territorio nazionale, che hanno sviluppato la capacità di costituire e mantenere popolazioni vitali allo stato selvatico e che si insediano da rappresentare una vera e propria minaccia. (altro…)


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Ambiente

La foresta di Bialowieza, il luogo dove è stato salvato dall’estinzione il bisonte europeo

Situata tra Polonia e Bielorussia, la foresta di Bialowieza si erge per più di mille km2 e costituisce ciò che è rimato della foresta vergine che copriva tutta l’Europa Centrale. 876 km2 fanno inoltre parte del Parco Nazionale istituito dalla Polonia e del sito Patrimonio dell’umanità UNESCO. Famosa in tutto il mondo per ospitare il più grande branco in libertà di bisonte europeo – per l’Unesco conta di circa 900 esemplari – la foresta ha una storia centenaria di tutele, istituzioni di riserve di caccia e sfruttamenti da parte delle popolazioni europee.

Il primo a porre una protezione ufficiale a tutela della foresta di Bialowieza fu il re di Polonia Sigismondo il Vecchio nel 1538, istituendo la pena di morte per i bracconieri di bisonti. In precedenza era stata riserva di caccia prima e riserva di cibo per l’esercito del re Ladislao II poi. Dopo molti anni in cui rimase riserva di caccia, lo zar di Russia Paolo I – in seguito alle spartizioni della Confederazione polacco-lituana alla fine del XVIII secolo – rese servi della gleba tutti gli abitanti della foresta e abolì ogni tipo di protezione. Il risultato fu che in 15 anni numerosi cacciatori vi entrarono e la popolazione dei bisonti passo approssimativamente da 500 a 200 individui. Nel 1801 lo zar Alessandro I istituì quindi nuovamente la riserva di Bialowieza e il numero di bisonti salì fino a circa 700 unità. In epoca zarista seguirono poi periodi di tutela alternati a periodi senza protezioni alla foresta, fino alla prima guerra mondiale quando l’esercito imperiale tedesco prese la foresta. Al termine dell’occupazione era stato ucciso ogni esemplare di bisonte europeo del luogo.

Dal 1921 parte della foresta si trova all’interno del Parco Nazionale istituito dal governo polacco, nel quale vennero reintrodotti alcuni esemplari di bisonte europeo, comprati tra i pochi rimasti in alcuni giardini zoologici sparsi per l’Europa. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la foresta fu divisa tra Polonia e Bielorussia e nel 1992 venne infine inserita nei siti Patrimonio dell’umanità UNESCO e venne poi riconosciuta come Riserva della Biosfera.

Oggi la foresta ospita la riserva di bisonti europei e moltissime altre specie tra le quali alci, castori, cinghiali, lupi, varie specie di uccelli, cervi e cavalli selvatici. La “riserva stretta” – ovvero la parte più centrale, caratterizzata da una pressoché totale mancanza di ingerenza umana – può essere inoltre visitata con l’accompagnamento di guide specializzate. La foresta è quindi anche una risorsa economica molto importante per i villaggi locali poiché permette un afflusso turistico pressoché continuo. Tuttavia, nella parte polacca, il Parco Nazionale copre solo il 16% dell’estensione totale della foresta e sono in atto numerose proteste, con Greenpeace che negli ultimi anni ha denunciato uno sfruttamento sempre maggiore di legname nella parte della foresta non protetta, anche a fronte di una sentenza della Corte di Giustizia Europea in cui si invitava la Polonia a rispettare i suoi obblighi di protezione forestale.


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Ambiente

Greenpeace: Olanda riduce del 30% gli animali allevati per proteggere l’ambiente

Il governo olandese ha reso noti i suoi piani per dimezzare le emissioni di azoto nazionali entro il 2030, anche attraverso la riduzione del 30% dei capi allevati. Si tratta del primo Paese in Europa a prendere questa strada, che il mondo scientifico indica ormai da tempo, avvertendo che le soluzioni tecnologiche non sono sufficienti a ridurre gli impatti del settore zootecnico, se non si interviene anche sul numero e sulla densità degli animali allevati. L’accordo non lascerà soli gli allevatori: sono stati stanziati 25 miliardi di euro per accompagnare questa transizione. (altro…)


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