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Economia circolare

In discussione a Bruxelles misure contro l’obsolescenza degli elettrodomestici e dei dispositivi elettronici

Si conclude oggi a Bruxelles il primo round di discussione nell’ambito dei lavori di revisione delle misure energetiche connesse alla direttiva ecodesign ed etichetta energetica, una serie di provvedimenti che definiranno le prestazioni minime energetiche degli elettrodomestici che entreranno nelle nostre case nei prossimi anni e di come queste prestazioni potranno essere comunicate in etichetta. Per la prima volta nella storia, però, la Commissione Europea ha messo in discussione anche l’introduzione di una serie di misure di prevenzione dell’obsolescenza dei prodotti, in particolare per i grandi elettrodomestici che tutti o quasi tutti abbiamo in casa: frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, televisori.

Per alcune categorie di prodotto, infatti, sono state proposte alcune misure di economia circolare mirate a migliorare la riparabilità del prodotto, e quindi all’allungamento della vita media dello stesso. Per i frigoriferi, per esempio si prevede la possibilità di mantenere obbligatoriamente sul mercato almeno per sette anni alcuni pezzi di ricambio destinati ai manutentori professionali (termostati, lampadine, schede elettroniche, lampadine) e altri a disposizione, per lo stesso numero di anni, direttamente ai cittadini (maniglie e guarnizioni per le porte, ripiani e scaffali interni). Inoltre una serie di regole generali si applicherebbero ai prodotti per facilitarne la manutenzione, come il divieto di incollare parti importanti tra di loro, sostituendo la colla con viti svitabili, o ancora l’obbligo di rendere disponibili anche gli schemi delle centraline elettroniche dei prodotti perché possano essere aggiustate da tutti gli elettricisti e non solo dalla casa di produzione. A beneficio di tutti i consumatori, vista la rilevanza che sempre più assume l’elettronica negli elettrodomestici che abbiamo in casa e visti i prezzi per l’intervento di un tecnico autorizzato che, nella gran parte dei casi, invita i clienti ad effettuare un nuovo acquisto perché la riparazione potrebbe essere troppo onerosa. Eppure, quando si è deciso di introdurre queste misure l’Italia sembra aver giocato un ruolo di retroguardia, per lo più opponendosi e ottenendo un sostanziale annacquamento delle proposte, in origine più garantiste per il consumatore.

“Si tratta di un’enorme opportunità ambientale che stiamo sprecando – ha commentato Davide Sabbadin che segue per Legambiente il tema delle politiche di prodotto a Bruxelles -. Per la prima volta abbiamo la possibilità di tradurre in pratica i concetti dell’economia circolare, creare decine di migliaia di posti di lavoro nel settore della riparazione e del riuso degli elettrodomestici, risparmiando decine di migliaia di tonnellate di materiali ed evitando di produrre elettrodomestici non necessari dando un seconda vita a quelli che abbiamo in casa. Rendendo pubblici gli schemi per la riparazione delle schede elettroniche, anche i cosiddetti elettrodomestici intelligenti potrebbero essere riparati e rimessi in circolazione, così come richiesto da centinaia di cooperative del riuso che spesso impiegano anche persone svantaggiate”.

“I rifiuti elettronici sono uno dei flussi di rifiuto con il più alto tasso di crescita, che a volte rischiano di essere smaltiti in condizioni ambientalmente e socialmente molto discutibili – ha dichiarato il presidente del Movimento Difesa del Cittadino Francesco Luongo -. È un imperativo morale contribuire a ridurre quel flusso e allungare la vita ai prodotti, anche per fare risparmiare soldi ai consumatori. Oggi a Bruxelles si parla di schermi per TV e PC, che noi vorremmo fossero smontabili, riparabili e riciclabili; a gennaio sarà la volta di lavastoviglie e trasformatori come quelli dei pc e dei cellulari: stiamo parlando quindi di prodotti che tutti abbiamo in casa la cui gestione riguarda quindi 500 milioni di europei”.

In discussione, tra le normative che, se approvate come proposte dalla Commissione Europea, varrebbero risparmi energetici pari al 5% dei consumi elettrici europei, c’è anche la possibilità di usare l’etichetta energetica per comunicare informazioni chiare e trasparenti sulla durata e la riparabilità dei prodotti, in modo da permettere al consumatore di scegliere anche in base a questa variabile al momento dell’acquisto.

Basta chiacchiere pro economia circolare ed efficienza energetica – hanno concluso i rappresentanti delle due associazioni -. Il Governo mostri coerenza e si schieri con i consumatori e a favore dell’ambiente”.


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Economia circolare

Caffè: più di uno su 3 è in capsula ma solo il 6% sono compostabili

Nel corso degli anni il mercato del caffè in capsule è cresciuto considerevolmente: ogni 100 grammi di caffè torrefatto venduto in Italia – rivelano i dati Mediobanca relativi al 2022 – oltre 37 sono contenuti nelle capsule monouso e altri 6 nelle cialde. In parole povere: poco meno della metà, una cifra sostanzialmente analoga a quella della moka (47,5 grammi). (altro…)


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Ambiente

Sacchetti di plastica: quasi 3 su 10 sono ancora fuorilegge

“In Campania c’è una vera e propria emergenza shopper illegali”. A denunciare questa situazione è Legambiente nel rapporto “Ecomafia 2024: Storie numeri della criminalità ambientale in Italia”. Solo a Napoli nell’ultimo anno sono stati rintracciati 100 chilogrammi di buste illegali ogni tre giorni, per un totale di 120 quintali. Ma se si torna indietro nel tempo, i numeri salgono a dismisura. Dal 2017, il Nucleo tutela ambientale della Polizia municipale del capoluogo campano ha condotto 76 operazioni, arrivando a sequestrare circa 8,6 milioni di shopper illegali, per un totale di 170 tonnellate di materiale, comminando 500mila euro di sanzioni.

L’ultima operazione è stata portata a termine pochi giorni fa. Gli agenti della Unità Operativa I.A.E.S. (Investigativa, Ambientale ed Emergenze Sociali), grazie anche al rapporto di collaborazione con il consorzio di filiera Biorepack e l’associazione di categoria Assobioplastiche, a seguito di attività di indagine è intervenuto in un magazzino di circa 10.000 mq utilizzato per il commercio all’ingrosso di prodotti non alimentari, da un cittadino di nazionalità cinese. A seguito dell’ispezione la Polizia Locale di Napoli ha riscontrato la presenza di 20 quintali di buste in plastica illegali in quanto prive delle caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità e pertanto ha pertanto posto in sequestro tutte le buste e sottoposto ad una sanzione amministrativa di 5.000 Euro il titolare dell’attività.

Shopper: quasi 3 su 10 sono fuorilegge. Napoli un esempio nel contrasto all’illegalità

Allargando lo sguardo al resto del Paese, Assobioplastiche fa notare che “malgrado la legge che ne vieta l’uso sia ormai in vigore da più di 10 anni, il tasso di sacchetti illegali si conferma ancora troppo alto: 28% nel 2023 (stessa percentuale del 2022). L’impegno delle Forze dell’Ordine per contrastare questo fenomeno è costante e rappresenta un argine fondamentale per la tutela della filiera delle plastiche biodegradabili e compostabili”.

“Esprimiamo il nostro ringraziamento alla Polizia Locale di Napoli, da sempre in prima linea nel contrasto a questo fenomeno” ha commentato Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche. “L’illegalità nel settore degli shopper rappresenta uno di quegli aspetti distorsivi che stanno mettendo a dura prova la filiera italiana delle bioplastiche compostabili. Ribadiamo l’importanza di quegli strumenti che sono stati messi in campo per difendere gli operatori che lavorano correttamente e onestamente in questo settore. È il caso della piattaforma on-line realizzata da Assobioplastiche, (https://assobioplastiche.org/segnalazioni-illegalita) con il supporto del Consorzio Biorepack, per la segnalazione di potenziali illeciti nel settore degli imballaggi plastica biodegradabile e compostabile e delle frazioni similari”.


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Acqua

Terra Madre Salone del Gusto 2024: We Are Nature dal 26 al 30 settembre a Torino, Parco Dora

Torna Terra Madre Salone del Gusto 2024: We Are Nature dal 26 al 30 settembre a Torino, Parco Dora per individuare una nuova prospettiva che metta gli esseri umani dentro la natura, come parte del tutto.

Questo percorso è il frutto delle riflessioni che Slow Food ha avviato e condiviso a livello italiano e internazionale con la rete di soci, produttori e artigiani, cuochi, pastori e pescatori, istituzioni, realtà della società civile e partner in quasi 40 anni di storia dell’associazione (1986 nascita di Slow Food Italia) e in 20 anni di Terra Madre (2004 la prima edizione).

Il sito presenta il programma e un primo catalogo di espositori del Mercato e una prima tranche del programma di conferenze, Laboratori del Gusto e Appuntamenti a Tavola. A questi si aggiungono nei prossimi mesi molte altre presentazioni e degustazioni, e poi gli appuntamenti organizzati negli spazi dei partner e delle istituzion, e gli eventi Off organizzati in città cui possono contribuire con le proprie proposte circoscrizioni, associazioni, enti culturali e ricreativi.

Centrale, tra le tematiche, la riflessione sulle principali questioni di attualità – come la crisi climatica, il ruolo delle multinazionali nel sistema alimentare, la giustizia lungo la filiera del cibo, il futuro delle aree interne e delle terre alte, la concreta possibilità di nutrire l’umanità attraverso modelli agricoli che rispettino la natura -, grazie ai contributi di nomi di fama internazionale e alle testimonianze di attivisti e produttori.

Ad accogliere le persone in visita alla manifestazione i 3 mila delegati da 120 Paesi e gli oltre 600 espositori del Mercato italiano e internazionale. Tra questi sono circa 180 i Presìdi Slow Food che partecipano dall’Italia e dall’estero, un terzo in più rispetto a due anni fa. Tra le novità di quest’anno, l’ingresso riservato a buyer, operatori del settore, giornalisti e soci Slow Food dall’Italia e dall’estero – giovedì 26 dalle 10 alle 15 – che possono così visitare il Mercato e conoscere gli espositori in anteprima.

Organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte, con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, del Ministero del Turismo e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Italian Trade Agency, la 15esima edizione della più importante manifestazione internazionale dedicata al cibo buono, pulito e giusto per tutte e tutti e alle politiche alimentari pone l’accento sulla necessità di una nuova relazione con la natura, attraverso il cibo, l’elemento più potente che ci riconduce alla terra, scegliendo come claim We Are Nature.

L’edizione 2024 di Terra Madre Salone del Gusto è resa possibile grazie a istituzioni e realtà private che a oggi hanno già confermato il loro supporto, tra questi citiamo i Main Partner: Camera di Commercio di Torino, Demeter, Iren, Lavazza Group, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy, Reale Mutua, UniCredit. Gli Inkind Partner: Acqua S.Bernardo, BBBell, Bormioli Luigi, Coop, Liebherr, Consorzio del Parmigiano Reggiano. I Green Partner: Anemotech, Cuki, GTT, Guillin Italia Spa, Planet Smart City, Ricrea e Tucano. Gli Area Partner: Environment Park, Fondazione Fossano Musica, FSC Italia, Gruppo ASA, Renault, Ricola e Sebach. Gli hospitality Partner: Federalberghi Torino, Terre Reali del Piemonte e Turismo Alpmed. Il sostegno di Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria, Fondazione Compagnia di SanPaolo, Fondazione CRT. Partner culturale è l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. Mobility Partner è Bus Company.


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