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Stati Generali della Green Economy 2018 : sette proposte di green economy per rilanciare l’economia in Italia

Sette priorità programmatiche per rilanciare l’economia italiana definite dal Consiglio Nazionale della Green Economy e proposte alle forze politiche del nuovo Parlamento e al nuovo Governo, saranno il tema centrale degli Stati Generali della green economy 2018, organizzati dal Consiglio Nazionale, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e il supporto tecnico della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

La due giorni green si svolge il 6 e 7 novembre a Rimini all’ interno di Ecomondo. Il percorso green in sette tappe prevede di rilanciare le rinnovabili e l’efficienza energetica per affrontare la sfida climatica e rinnovare il sistema energetico; puntare sull’economia circolare, valorizzare i buoni risultati già raggiunti e attuare efficacemente il nuovo pacchetto di direttive europee; promuovere l’elevata qualità ecologica quale fattore decisivo per il successo delle imprese italiane; assicurare lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, di qualità e multifunzionale; far cambiare direzione alla mobilità urbana; attivare un programma nazionale per la rigenerazione urbana, supportato con gli strumenti e gli indirizzi delle green city; tutelare e valorizzare il capitale naturale.

Sette proposte di green economy per rilanciare l’economia in Italia

Rilanciare le rinnovabili e l’efficienza per affrontare la sfida climatica e rinnovare il sistema energetico

E’ proprio il caso di dirlo, il tempo sta per scadere. Il recente Special report presentato dall’IPCC, il panel degli scienziati di tutto il mondo indicati dai governi, su come contenere l’aumento globale della temperatura media mondiale entro 1,5°C ha certificato che abbiamo a disposizione pochi anni per ridurre le temperature ed attuare, senza ulteriori ritardi, l’Accordo di Parigi per il clima.

Per quanto riguardo l’Italia, il rispetto degli impegni stabiliti dal suddetto Accordo, presume l’emanazione di un efficace Piano nazionale per l’energia e il clima di medio e lungo termine, finalizzato a ridurre le emissioni di gas serra del 50% entro il 2030 e di oltre l’80% al 2050 e, a raddoppiare il contributo delle fonti energetiche rinnovabili entro il 2030 – arrivando almeno al 35% .

Per raggiungere questi risultati è necessario istituire un Fondo nazionale per la transizione energetica comprensivo di misure di carbon pricing come la carbon tax e integrare quest’ultima misura con un insieme di interventi efficaci in grado di promuovere e indirizzare l’innovazione e di sostenerla con adeguati investimenti sia per l’efficienza energetica sia per promuovere un’idonea crescita delle fonti rinnovabili.

Puntare sull’economia circolare, valorizzare i buoni risultati già raggiunti e attuare efficacemente il nuovo pacchetto di Direttive europee

I risultati ottenuti nel settore della produzione di rifiuti, per l’Italia, sono davvero molto buoni, ma ora è necessario lavorare per preservare e migliorare quanto fatto! L’Italia deve mantenere e valorizzare la posizione raggiunta fra i Paesi leader europei nell’uso efficiente delle risorse e nel riciclo dei rifiuti, per fare dell’economia circolare una leva di sviluppo della sua green economy.

Come? Non solo attraverso il recepimento del nuovo pacchetto di Direttive europee sui rifiuti e l’economia circolare, ma anche migliorando la riciclabilità dei prodotti e sviluppando maggiormente il mercato delle materie prime seconde e dei beni riciclati. Occorre altresì rafforzare la responsabilità estesa dei produttori, perseguendo finalità non lucrative e con modalità articolate e specifiche per le differenti filiere.

E’ opportuno infine introdurre, anche obiettivi di riutilizzo ma soprattutto premiare chi la raccolta differenziata la fa costantemente, con tariffe adeguate e proporzionate alla quantità e qualità dei rifiuti conferiti nonché ai costi efficienti della loro gestione.

Promuovere l’elevata qualità ecologica quale fattore decisivo per il successo delle imprese italiane

Un made in Italy di successo presume un’elevata qualità ecologica dei prodotti e dei processi produttivi. Per raggiungere questo obiettivo e competere in modo degno tanto sul mercato interno quanto sui mercati esteri occorre indirizzare meglio la digitalizzazione, al centro del Programma Impresa 4.0, per dare impulso allo sviluppo della green economy, con particolare attenzione alle piccole e medie imprese.

E’ necessaria inoltre una riforma della fiscalità in chiave green per accompagnare il mercato – sia dal lato della domanda che dell’offerta- verso processi e servizi a basse emissioni ed alta efficienza nell’uso delle risorse, promuovendo una riduzione della pressione fiscale sul lavoro e maggiori investimenti per l’eco-innovazione.

Infine, per premiare le imprese italiane che producono beni e servizi di elevata qualità energetica, bisogna prevedere per loro un’adeguata semplificazione delle procedure amministrative al fine di incentivare sempre più, processi di valorizzazione del capitale naturale e dei servizi ambientali.

Assicurare lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, di qualità e multifunzionale

L’agricoltura deve alimentare un mondo sempre più popolato e questo richiede sempre maggiori controlli per assicurare adeguati standard di sostenibilità e di sicurezza. L’agricoltura italiana rispecchia in pieno entrambe queste due caratteristiche, attraverso le sue produzioni sostenibili, biologiche e quelle legate alla varietà delle specie coltivate e allevate e ai valori culturali e paesaggistici locali.  Per questo motivo, occorre preservare le aree agricole, i pascoli ed il patrimonio forestale, valorizzando il loro ruolo strategico, multifunzionale e circolare.

Occorre favorire il ruolo dell’agricoltura e della selvicoltura anche come fonti di produzione di energia e di materiali rinnovabili per la bio-economia che, se gestite in forma sostenibile e circolare, contribuiscono a integrare il reddito nelle aree rurali e a frenare l’abbandono delle aree montane e interne.

Infine è necessario supportare la gestione attiva del patrimonio silvo-pastorale, incentivando la pianificazione e la gestione aggregata delle prioprietà pubbliche e private, promuovendo strumenti economici e fiscali che premino i gestori e le imprese impegnati a garantire una produzione sostenibile.

Far cambiare direzione alla mobilità urbana

Una mobilità inquinante e congestionata comporta notevoli disagi per i cittadini e genera costi diretti e indiretti elevati per l’economia e la salute. Non a caso, l’Italia che è il Paese europeo con il tasso di motorizzazione privata più alto, con 635 autoveicoli ogni 1000 abitanti (mentre la Francia ne ha 555 e la Germania 477) presenta il più alto numero di decessi prematuri per inquinamento atmosferico.

Sulla base di quanto riportato appare prioritario accelerare lo sviluppo della mobilità urbana sostenibile, riducendo il numero di auto private che circolano e sostano nelle nostre città.  Per fare ciò bisogna puntare su un’offerta di trasporto multimodale non più basata sull’uso dell’auto privata, ma su un’accessibilità ai mezzi di trasporto pubblici, o quelli della sharing mobility, nonché al maggior ricorso alle aree pedonalizzate e alle piste ciclabili.

Occorre continuare a sostenere a livello europeo l’adozione di riduzioni stringenti delle emissioni per i nuovi veicoli, definendo target intermedi al 2025, così da poter ridurre le emissioni di gas serra rispettando l’Accordo di Parigi e favorendo l’incontro di due delle sette proposte di priorità qui indicate e descritte, quello della mobilità sostenibile e quello del rilancio delle rinnovabili. Per fare ciò bisogna intensificare l’elettrificazione del settore – puntando sull’elettricità prodotta da fonti rinnovabili – e l’utilizzo di biocarburanti avanzati e sostenibili.

Attivare un programma nazionale per la rigenerazione urbana, supportato con gli strumenti e gli indirizzi delle green city

Il consumo di suolo, risorsa scarsa e limitata, va fermato. La rigenerazione delle città italiane, guidata dai principi e dagli indirizzi delle green city è la via principale per un loro rilancio.

Occorre attivare finanziamenti e percorsi diffusi per la rigenerazione delle città che devono definire progetti e interventi di manutenzione, recupero, riqualificazione profonda (deep renovation) del patrimonio esistente, di bonifica e riuso di aree inquinate, degradate e dismesse, di promozione del verde urbano anche privato, di messa in sicurezza antisismica e idrogeologica.

La rigenerazione delle città deve passare attraverso un Programma nazionale per la rigenerazione urbana che coinvolga almeno tutti i capoluoghi di provincia: un piano che sia tecnicamente supportato e periodicamente verificato, attuato in stretto collegamento con i Comuni e le Regioni e dotato di adeguati finanziamenti pluriennali e sostenuto con strumenti economici e fiscali innovativi che favoriscano anche le iniziative della società civile, con un coinvolgimento da parte di tutti i cittadini.

Tutelare e valorizzare il capitale naturale

L’Italia, nonostante le gravi problematiche che la caratterizzano e precedentemente individuate, è un Paese dotato del più importante capitale naturale, culturale, storico e architettonico del mondo. Queste due dimensioni, quella naturale e quella culturale, spesso sottovalutate rappresentano il petrolio del nostro Paese in quanto forniscono beni e servizi che contribuiscono in modo decisivo al nostro benessere. Per questa ragione, necessitano di essere meglio tutelate e valorizzate in maniera coordinata e integrata, per incrementare il grado di attrazione del Paese e per sostenere attività economiche di crescente importanza come il turismo.

Uno degli aspetti che più tende a minacciare tali bellezze e fonti di ricchezza del nostro territorio è quello del dissesto idrogeologico, con alluvioni frequenti e frane diffuse, che ha raggiunto da anni livelli allarmanti.  Tale problematica va affrontata con una programmazione e gestione del territorio che siano più attente e aggiornate al nuovo contesto climatico e con la realizzazione di interventi di prevenzione e attenuazione dei rischi.

Particolare attenzione va poi dedicata all’acqua: un bene comune prezioso e limitato che non può essere sprecato. Occorre promuovere un più esteso riutilizzo – assicurando adeguati standard di qualità – delle acque derivanti dalla depurazione e di quelle sottoposte a interventi di bonifica dei siti contaminati.

Infine, è necessario diffondere le buone pratiche di rinaturalizzazione e miglioramenti delle reti idrogeologiche nonché rivalutare tutte quelle progettazioni già realizzate che integrano interventi di recupero ambientale.


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Ambiente

Sacchetti di plastica: quasi 3 su 10 sono ancora fuorilegge

“In Campania c’è una vera e propria emergenza shopper illegali”. A denunciare questa situazione è Legambiente nel rapporto “Ecomafia 2024: Storie numeri della criminalità ambientale in Italia”. Solo a Napoli nell’ultimo anno sono stati rintracciati 100 chilogrammi di buste illegali ogni tre giorni, per un totale di 120 quintali. Ma se si torna indietro nel tempo, i numeri salgono a dismisura. Dal 2017, il Nucleo tutela ambientale della Polizia municipale del capoluogo campano ha condotto 76 operazioni, arrivando a sequestrare circa 8,6 milioni di shopper illegali, per un totale di 170 tonnellate di materiale, comminando 500mila euro di sanzioni.

L’ultima operazione è stata portata a termine pochi giorni fa. Gli agenti della Unità Operativa I.A.E.S. (Investigativa, Ambientale ed Emergenze Sociali), grazie anche al rapporto di collaborazione con il consorzio di filiera Biorepack e l’associazione di categoria Assobioplastiche, a seguito di attività di indagine è intervenuto in un magazzino di circa 10.000 mq utilizzato per il commercio all’ingrosso di prodotti non alimentari, da un cittadino di nazionalità cinese. A seguito dell’ispezione la Polizia Locale di Napoli ha riscontrato la presenza di 20 quintali di buste in plastica illegali in quanto prive delle caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità e pertanto ha pertanto posto in sequestro tutte le buste e sottoposto ad una sanzione amministrativa di 5.000 Euro il titolare dell’attività.

Shopper: quasi 3 su 10 sono fuorilegge. Napoli un esempio nel contrasto all’illegalità

Allargando lo sguardo al resto del Paese, Assobioplastiche fa notare che “malgrado la legge che ne vieta l’uso sia ormai in vigore da più di 10 anni, il tasso di sacchetti illegali si conferma ancora troppo alto: 28% nel 2023 (stessa percentuale del 2022). L’impegno delle Forze dell’Ordine per contrastare questo fenomeno è costante e rappresenta un argine fondamentale per la tutela della filiera delle plastiche biodegradabili e compostabili”.

“Esprimiamo il nostro ringraziamento alla Polizia Locale di Napoli, da sempre in prima linea nel contrasto a questo fenomeno” ha commentato Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche. “L’illegalità nel settore degli shopper rappresenta uno di quegli aspetti distorsivi che stanno mettendo a dura prova la filiera italiana delle bioplastiche compostabili. Ribadiamo l’importanza di quegli strumenti che sono stati messi in campo per difendere gli operatori che lavorano correttamente e onestamente in questo settore. È il caso della piattaforma on-line realizzata da Assobioplastiche, (https://assobioplastiche.org/segnalazioni-illegalita) con il supporto del Consorzio Biorepack, per la segnalazione di potenziali illeciti nel settore degli imballaggi plastica biodegradabile e compostabile e delle frazioni similari”.


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Ambiente

Domenica 7 luglio la consegna del Premio Acqui Ambiente

Domenica 7 luglio, nella cornice di Villa Ottolenghi si svolge la cerimonia di consegna del Premio Acqui Ambiente, giunto alla XV edizione, che si tiene alle ore 17,00 nello spazio antistante il celebre Tempio di Herta e sarà condotta da Licia Colò, insignita del premio Testimone dell’Ambiente nell’anno 2022.

L’ edizione 2024 ha registrato una partecipazione di 66 opere partecipanti alle due sezioni, la sezione ordinaria e la sezione ragazzi.

Vincitori ex aequo della XV edizione, per la sezione ordinaria opere a stampa sono risultati Giannozzo Pucci curatore de La nuova agricoltura contadina. L’alba della rinascita per la terra, Libreria Editrice Fiorentina e Andrea Rinaldo con il volume Il governo dell’acqua. Ambiente naturale e ambiente costruito, Marsilio editori.

Vincitore della XV edizione, per la sezione ragazzi opere a stampa è risultato Graziano Ciocca con il volume Bufale bestiali. Perché gli animali non sono quelli che crediamo, De Agostini Edizioni. Una menzione è stata assegnata a Davide Longo per il volume Montagna si scrive stampatello, Adriano Salani Editore.

Per il Concorso Scolastico Nazionale Go Green Lab (Laboratorio di Ricerca Ambientale), che ha interessato gli studenti delle scuole superiori d’Italia, la Giuria ha decretato vincitore l’Istituto di Istruzione Superiore “Rita Levi Montalcini” di Acqui Terme (AL) – Triennio classi indirizzo Biotecnologie Ambientali (III H, IV H e V H) con “Microrganismi ambientali: alleati preziosi”. Una menzione particolare sarà conferita all’Istituto di Istruzione Superiore “Il Tagliamento” di Spilimbergo (PN) – IT Agrario, Agroalimentare, Agroindustriale (1FA con la collaborazione di alcuni studenti delle classi 3BP e 5DP) per il progetto “Orto a petrolio zero”.

Un riconoscimento alla famiglia De Rossi per l’impegno profuso nel realizzare il progetto “Luna sul Mare”, una serie di dodici documentari, che racconta la storia dell’avventuroso viaggio in kayak a vela, camper e traghetto di una bimba dai 4 anni, con i suoi genitori, lungo tutto il Tirreno, dalla Liguria alla Sicilia, entrando in contatto con piccole realtà locali, produttori biologici, volontari, ricercatori ed esperti interessati.

La Giuria ha premiato Edo Ronchi quale “Testimone dell’Ambiente “per il suo lungo e costante impegno ambientale. In qualità di Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, dal 2008, ha puntato ad ampliarne gli orizzonti dell’ambientalismo misurandosi, da una parte, con la green economy e, all’altra, con il coinvolgimento delle imprese nel cambiamento verso la sostenibilità.
Dal 1996 al 2000 è stato Ministro dell’Ambiente e ha realizzato numerose riforme ambientali: della gestione dei rifiuti, noto come “decreto Ronchi”; per la tutela degli habitat naturali della flora e della fauna selvatica; per la prevenzione del rischio idrogeologico e per la tutela delle acque dall’inquinamento.

Il Col. Mario Giuliacci, riceverà il Premio Testimone dell’Ambiente. Mario Giuliacci é un noto meteorologo e climatologo che ha descritto per anni le previsioni del tempo, ha dedicato la sua vita e la sua carriera allo studio della meteorologia. Ha diretto il Centro meteo del Nord Italia a Milano Linate dal 1983 al 1990. Nel 2014 ha attivato un proprio sito professionale su Internet: www.meteogiuliacci.it del quale è Direttore operativo.

La Giuria del Premio, per questa edizione, ha deciso di conferire il premio “Testimone dell’Ambiente” ai cittadini di Cortemilia per il ruolo centrale svolto ai tempi della lotta per chiudere l’Acna di Cengio: il premio viene conferito a Cortemilia in rappresentanza di tutti gli uomini e le donne della Valle che tanta parte attiva hanno avuto e continuano ad avere per far cessare il secolare inquinamento della Valle Bormida. A ritirare il Premio sarà il Sindaco di Cortemilia Roberto Bodrito accompagnato dalla Signora Claudia Patrone, testimone e protagonista attiva degli eventi.

Il Premio Acqui Ambiente – dichiara il Sindaco di Acqui Terme Danilo Rapetti – nel ricordare gli eventi che hanno segnato la storia del nostro Pianeta, lasciando tracce profonde nell’ambiente che ci ospita, vuole tuttavia guardare al futuro con positività, portando alla luce esempi di virtuosismo ecologico e di progettazione che contribuiscono a risanare la Terra e, nello stesso tempo, premiando coloro che si fanno portavoce a livello politico o nel campo della ricerca. Il forte impatto di tale divulgazione garantisce una maggiore sensibilizzazione e rispetto dell’ambiente.


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Il Ricercatore: online il documentario sullo scienziato licenziato per essersi rifiutato di volare

Dopo la World Première al Festival internazionale CinemAmbiente di Torino, da venerdì 14 giugno sarà disponibile online (in streaming e download) il documentario Il Ricercatore – Perché ho perso il lavoro per 5 tonnellate di CO2 (Italia, 2024, 71’) del regista Paolo Casalis. (altro…)


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