Massa Critica
L’Ente delle Aree Protette dell’Appennino piemontese e Almo Nature insieme per la salvaguardia del lupo e della biodiversità
L’Ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino piemontese e Almo Nature, hanno siglato un accordo di collaborazione per la fornitura di mangime per il sostenimento dei cani da guardiania impiegati dalle aziende zootecniche locali per la difesa del bestiame, al fine di ridurre il conflitto tra uomo e lupo.
L’Ente Aree protette dell’Appennino piemontese gestisce, quale ente strumentale della Regione Piemonte, il Parco naturale – Zona Speciale di Conservazione “Capanne di Marcarolo”, la Riserva del torrente Neirone e la Zona Speciale di Conservazione “Massiccio dell’Antola, Monte Carmo, Monte Legnà”, per un totale di 15.636 ettari. L’Ente ha anche un ruolo attivo nella gestione regionale di specie animali selvatiche tutelate, in quanto riconosciuto dal Settore Biodiversità e Aree Naturali della Regione Piemonte quale Ente Associato al Centro di referenza denominato “Grandi Carnivori”, che ha sede presso l’Ente di Gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime.
Nell’ambito delle attività del Centro “Grandi Carnivori” l’Ente ha organizzato il primo corso di formazione per operatori addetti al monitoraggio del lupo, rivolto ai Soggetti istituzionali competenti sul protocollo di monitoraggio e gestione coordinato nel corridoio di connessione tra le popolazioni di Alpi-Appennino, per la costituzione di un network (gruppo di lavoro), attivo dal 1 gennaio 2018.
Grazie alla collaborazione tra le Aree protette dell’Appennino piemontese e Almo Nature è assicurato il mantenimento alimentare gratuito dei cani da guardiania delle aziende del territorio: con l’azione “Reduce the Conflict” l’azienda s’impegna a donare circa 500g di pet food al giorno per ciascun cane per tutto il 2018, con forniture a cadenza trimestrale.
Le attività coinvolte in questa prima fase del progetto sono sei con quattordici cani da guardiania tutti di razza maremmano-abruzzese. Le aziende agricole “Sereta” di Fraconalto, “Garscei” di Voltaggio, “Punginelli” di Capanne di Marcarolo, “Franzoia” e “Signori” di Rocchetta Ligure e “Albareto” di Molare sono le beneficiarie della prima consegna, tenutasi ieri martedì 27 febbraio, di circa 900 kg di alimento secco.
La collaborazione con le aziende locali prevede che gli allevatori non intraprendano alcun atto di ostilità nei confronti dei predatori e che i cani siano tenuti e addestrati con rispetto. Tra l’uomo e l’animale esiste un partenariato preciso dove il cane, svolgendo un ruolo di alleato fedele, merita un trattamento e cure conseguenti.
“La presenza del lupo, – spiega Dino Bianchi, presidente dell’Ente di gestione delle Aree Protette dell’Appennino Piemontese – sull’Appennino piemontese è accertata dagli anni ’80 ed è stata oggetto di monitoraggio scientifico a partire dal 2004 con il progetto europeo “Lupo Piemonte”. La collaborazione con Almo Nature fa parte di un progetto di sostegno all’allevamento di montagna nei territori appenninici in cui è documentata la presenza del lupo finalizzata anche alla promozione di un rapporto più benevolo tra allevatori e predatore”.
“È necessario far capire che imbracciare i fucili non è una soluzione valida per proteggere il gregge dagli attacchi dei predatori. – spiega Camila Arza Garcia, responsabile dell’area aLmore di Almo Nature – Attraverso il nostro progetto “Farmers&Predators” ci schieriamo dalla parte del lupo e di tutti quegli allevatori che guardano alla biodiversità come una ricchezza da preservare e che, in quest’ottica, adottano un metodo naturale e alternativo di difesa del bestiame: l’impiego dei cani da guardiania. Vogliamo far passare il messaggio che è importante un nuovo patto degli umani con tutte le altre vite perché crescere nelle diversità e in armonia con la natura è un valore aggiunto per il territorio e per le attività agricole stesse”.
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Ambiente
A Cecilia Di Lieto il Premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno 2024
È stato assegnato a Cecilia Di Lieto, storica voce di Radio Popolare, il Premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno”, alla sua XV edizione. La cerimonia di consegna del Premio si è tenuta venerdì 29 novembre, a Casale Monferrato (AL), la città piemontese teatro da alcuni anni dell’importante riconoscimento promosso da Legambiente e dalla rivista La Nuova Ecologia insieme al Comitato organizzatore che unisce numerose realtà casalesi, all’Ente di Gestione delle Aree Protette del Po piemontese e al Comune monferrino. (altro…)
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Eventi
Un corso di formazione per giornaliste e giornalisti per raccontare la cooperazione internazionale
Il 5 dicembre 2024 a Palazzo Venturi, via Verdi 25 (Aula M) dalle 14 alle 16 – ma fruibile anche a distanza – si terrà il corso “Raccontare la Cooperazione internazionale”. L’evento di formazione è promosso dal Master in Giornalismo ‘Giorgio Bocca’, con il patrocinio di Ucsi Piemonte in collaborazione con Plan Italia ET.S. e il Consorzio Ong Piemontesi, organizzato nell’ambito del Progetto “Cooperazione: mettiamola in Agenda! – Giovani e territori per l’Aiuto Pubblico allo Sviluppo sostenibile”, finanziato da AICS – Agenzia Italiana Cooperazione allo Sviluppo, del quale capofila è Focsiv – Volontari nel mondo ETS.
Lo scopo è quello di rilanciare la cultura, il valore e lo strumento della cooperazione internazionale per uno sviluppo sostenibile, volgendo la sua attenzione, in particolare, verso cittadinanza, e soprattutto le persone più giovani, le e gli studenti, il corpo docente, la politica e, non ultimi, i e le giornaliste. Attraverso la condivisione di dati, analisi, storie ed esperienze, l’obiettivo della formazione è quello di accrescere la conoscenza sul settore da parte dei media e degli operatori della comunicazione nel trattare il tema della cooperazione, in modo da contribuire a costruire un’opinione pubblica più informata e consapevole.
Nell’ambito del progetto è stato realizzato un Media kit su come raccontare la cooperazione internazionale scaricabile gratuitamente .
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Comala: da aula bunker del processo alle BR a luogo di aggregazione per gli studenti e non solo di Torino
Comala è un luogo polifunzionale nato a Torino nei locali recuperati dell’ex caserma Lamarmora, edificio risalente alla seconda metà dell’Ottocento. Originariamente si trattava di un mercato del bestiame, poi diventato sede per le truppe di artiglieria a cavallo, successivamente ufficio comunale e poi diventato un pezzo di storia degli anni di piombo in quanto aula bunker durante il maxi-processo alle Brigate Rosse.
Oggi il Comala si autodefinisce : “Un posto a Torino in cui studiare, fare musica, riunirsi. Nel verde, durante il giorno ma anche fino a sera”. Gestito dall’omonima associazione culturale che lo ha trasformatoin un centro giovanile e culturale aperto a tutti , Comala deve il suo nome alla cittadina immaginaria creata dallo scrittore messicano Juan Rulfo.
Nato come sala prove e sala registrazione si è ampliato con aule studio per centinaia di persone e un ricco cartellone di iniziative. Con il Covid, l’associazione ha continuato a offrire servizi e spazi creando per l’aula studio tendoni riscaldati per garantire il distanziamento per diventare un punto di riferimento in una zona piena di giovani e studenti.
Molti dei frequentatori del Comala sono studenti universitari fuorisede a Torino che organizzano anche grand feste come la gigantesca festa di San Martino . Da buoni italiani il calcio è tema importante , si sono proiettati con grande successo le partite dei mondiali degli azzurri e poi ci si è messi in proprio perchè è nata l’idea di creare una squadra di calcio a partire da un post su instagram. Comala Football and Cricket abbreviato Comala FC è partito in terza categoria per poi arrivare a una clamorosa promozione in seconda. E in parallelo al calcio sono partite le squadre di basket e volley.
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