Bike Economy: in Europa vale il Pil della Danimarca, in Italia cresce impetuosamente
Secondo i dati dell’Osservatorio Bike Economy presentati al BikeEconomyForum sono 743 mila gli italiani che utilizzano sistematicamente la bici per andare al lavoro. Il giro d’affari del settore per l’Italia si aggira intorno ai 488 milioni di euro, a cui si aggiungono 483 milioni da vendite di parti e accessori e 190 milioni per le riparazioni, con un mercato che dà lavoro a quasi 8 mila persone.
In Europa il mercato vale circa 500 miliardi di euro ovvero più del Pil di Stati come la Danimarca, e occupa 70 mila persone.
Secondo i dati di Sustainable Mobility for All, aumentando l’utilizzo della bicicletta e di e-bike fino all’11% del totale dei trasporti mondiali entro il 2030 e del 14% entro il 250 si risparmierebbero nel mondo circa 24 trilioni di dollari in carburante, emissioni di anidride carbonica e costi diretti dei mezzi di trasporto.
Secondo il ministro Del Rio : “Il solo mercato del cicloturismo vale 3 miliardi di euro in Italia per questo motivo abbiamo deciso di avviare un sistema di ciclovie turistiche nazionali, per creare ricchezza e posti di lavoro. L’esperienza ciclistica può diventare la punta di diamante della sostenibilità, che permette una fruibilità nuova degli spazi e delle nostre città, finalmente degna della nostra vita quotidiana. Abbiamo dato gamba a ciclovie turistiche per sfruttare la fruibilità del territorio ma dobbiamo far capire le potenzialità che ci sono nell’economia della bici, per i costi indotti che risparmiamo usando la bici». Il cicloturismo è un mercato da 44 miliardi di euro e muoversi in bici può diventare un’enorme fonte di lavoro e ricchezza per il nostro paese. «Non c’è mai stato in Italia un progetto di rete ciclabile statale – prosegue Delrio – Adesso abbiamo 8mila km di ciclovie, finanziate con 400 milioni di euro, insieme a co-finanziamenti degli enti locali di 300 milioni di euro». In progetto la ciclovia da Venezia a Torino che percorre il Po, la Ciclovia del Sole che va da Nord a Sud, quella dell’acquedotto pugliese, della magna grecia: «Nell’arco di un paio d’anni queste ciclovie diventeranno realtà organica. Per la prima volta l’Italia oltre al piano di sviluppo ferroviario e stradale ha anche un piano di sviluppo della ciclabilità.
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