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Festival dell’Acqua: le risorse idriche nell’ambito della circular economy

“Per adeguare fino in fondo l’organizzazione del servizio idrico del Mezzogiorno alla normativa nazionale abbiamo messo risorse pubbliche importati”; questo “perché a fianco alle entrate tariffarie dobbiamo anche prevedere quando è necessario – e nel Mezzogiorno è necessario – l’intervento di fondi pubblici a sostegno degli investimenti”. Così il ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti nell’ultima giornata del Festival dell’Acqua 2017 – la manifestazione organizzata da Utilitalia (la Federazione delle imprese di acqua energia e ambiente) in collaborazione con Acquedotto pugliese (Aqp).

“Il problema – spiega De Vincenti nel suo lungo intervento video al Festival – è che per motivi diversi da Regione a Regione l’organizzazione del servizio idrico nel Mezzogiorno non è pienamente adeguata alla normativa nazionale”. Ci sono “dei problemi difficili da risolvere nel settore idrico e abbiamo degli indicatori che ce lo segnalano: prima di tutto la percentuale delle perdite lungo le reti che nel Mezzogiorno raggiunge il 43% dell’acqua che viene dispersa. Questo segnala un uso non efficiente, e non tutelante, della risorsa. Con i Patti per il Sud – aggiunge il ministro – abbiamo stanziato risorse importanti e con le Regioni stiamo ragionando per gli investimenti sul territorio; abbiamo fatto il piano Dighe del ministero delle Infrastrutture, fondamentale per gestire al meglio l’approvvigionamento della risorsa. Possiamo fare dei passi avanti importanti. Ci vuole l’impegno di tutti. La convinzione di tutti – conclude – che questo settore così rilevante deve diventare un settore moderno e avanzato”.

Secondo il rapporto 2017 ‘Le risorse idriche nell’ambito della circular economy’ – presentato da SRM (Studi Ricerche Mezzogiorno) – “l’estate 2017 ha evidenziato la necessità di interventi urgenti in un settore che da tempo reclama un nuovo approccio gestionale e infrastrutturale. In prospettiva, i cambiamenti climatici aggraveranno ulteriormente le problematiche di carenza idrica e siccità; le previsioni al 2040 indicano per l’Italia una situazione di stress alto. La European Environment Agency (EEA) stima per il nostro Paese un indicatore di sfruttamento idrico (WEI) pari al 24%, fra i più elevati nel contesto europeo. L’Italia è in quarta posizione dopo Cipro, che registra un WEI pari al 64%, Belgio (32%) e Spagna (30%)”.

Il report offre un quadro della situazione ‘acqua’ nel nostro Paese: “il consumo medio per abitante è di 241 litri annui, l’Italia con questo dato si conferma al primo posto in Europa per consumo d’acqua pro-capite. Il consumo medio pro-capite in Nord Europa è di180-190 litri”. Il Mezzogiorno che “risulta decisamente in situazione critica a causa di una minore disponibilità naturale, di una elevata concentrazione delle precipitazioni in alcuni periodi dell’anno e di una conformazione idrogeologica del tutto particolare. Si continua a sprecare tanta acqua: i capoluoghi di provincia localizzati nel Mezzogiorno realizzano complessivamente una perdita del 47%, che si confronta con il 34% del Centro-Nord. Se a livello nazionale nel 2016 il 9,4% delle famiglie ha lamentato irregolarità nell’erogazione dell’acqua, in Calabria e in Sicilia il giudizio sul servizio idrico è negativo per una famiglia su tre. Inoltre 816 delle 1.166 procedure di infrazione per il servizio di depurazione ha riguardato Comuni del Sud. Una relazione sostenibile tra la gestione dei reflui e la qualità delle acque marine è una delle chiavi del successo dello sviluppo turistico nelle zone marittime”. Dall’analisi del sistema infrastrutturale emerge che “dei 5 miliardi anno necessari per il settore idrico più del 35% si dovrebbe concentrare nel Mezzogiorno con un impatto significativo sullo sviluppo economico, stimato pari ad una crescita dello 0,5% di Pil l’anno”.

“Serve una nuova cultura generale sull’acqua, a tutti i livelli, dalle istituzioni ai cittadini. L’acqua è un diritto universale, deve essere accessibile per tutti, non sprecata e una volta utilizzata va recuperata – osserva il presidente di Utilitalia, Giovanni Valotti nelle conclusioni del Festival – Abbiamo tre livelli di responsabilità: la politica, la regolazione, la gestione. La politica nazionale deve disegnare una Strategia idrica nazionale, come fatto per l’energia. La politica locale deve rendere fluido il processo come non sempre è accaduto negli ultimi 20 anni. Molti dei gravi problemi del Mezzogiorno derivano dalla non applicazione di leggi già esistenti, che prevedono gestione del ciclo idrico su scala almeno provinciale e presenza di un gestore unico per ambito. La seconda leva, la regolazione: deve spingere i gestori verso efficienza e qualità a beneficio dei cittadini. Le autorità pubbliche e non le imprese determinano il prezzo dell’acqua. Più i gestori sono efficienti, più basse saranno le tariffe. Infine la gestione, le nostre aziende. La sfida dell’efficienza comporterà il raggiungimento di dimensioni minime significative, capaci di assicurare economie di scala, forza finanziaria per sostenere gli investimenti e competenze tecniche manageriali per realizzarle concretamente. Serve una logica industriale per uscire dall’emergenza. Serve come ha suggerito il Ministro De Vincenti una “Industria 4.0” dell’acqua”.

Sul merito delle tariffe Valotti ha concluso: “Le tariffe non saranno mai in grado di pagare in modo integrale gli investimenti, ma possono e devono garantire flussi di cassa che consentano alle aziende di ricorrere al credito, di dimostrare la bancabilità dei progetti”.

Nel giorno di chiusura del Festival dell’Acqua 2017, questi i primi numeri: 218 relatori, 1800 partecipanti in 32 sessioni, 205 aziende, 31 scuole e 6.600 studenti.


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Terra Madre Salone del Gusto 2024: We Are Nature dal 26 al 30 settembre a Torino, Parco Dora

Torna Terra Madre Salone del Gusto 2024: We Are Nature dal 26 al 30 settembre a Torino, Parco Dora per individuare una nuova prospettiva che metta gli esseri umani dentro la natura, come parte del tutto.

Questo percorso è il frutto delle riflessioni che Slow Food ha avviato e condiviso a livello italiano e internazionale con la rete di soci, produttori e artigiani, cuochi, pastori e pescatori, istituzioni, realtà della società civile e partner in quasi 40 anni di storia dell’associazione (1986 nascita di Slow Food Italia) e in 20 anni di Terra Madre (2004 la prima edizione).

Il sito presenta il programma e un primo catalogo di espositori del Mercato e una prima tranche del programma di conferenze, Laboratori del Gusto e Appuntamenti a Tavola. A questi si aggiungono nei prossimi mesi molte altre presentazioni e degustazioni, e poi gli appuntamenti organizzati negli spazi dei partner e delle istituzion, e gli eventi Off organizzati in città cui possono contribuire con le proprie proposte circoscrizioni, associazioni, enti culturali e ricreativi.

Centrale, tra le tematiche, la riflessione sulle principali questioni di attualità – come la crisi climatica, il ruolo delle multinazionali nel sistema alimentare, la giustizia lungo la filiera del cibo, il futuro delle aree interne e delle terre alte, la concreta possibilità di nutrire l’umanità attraverso modelli agricoli che rispettino la natura -, grazie ai contributi di nomi di fama internazionale e alle testimonianze di attivisti e produttori.

Ad accogliere le persone in visita alla manifestazione i 3 mila delegati da 120 Paesi e gli oltre 600 espositori del Mercato italiano e internazionale. Tra questi sono circa 180 i Presìdi Slow Food che partecipano dall’Italia e dall’estero, un terzo in più rispetto a due anni fa. Tra le novità di quest’anno, l’ingresso riservato a buyer, operatori del settore, giornalisti e soci Slow Food dall’Italia e dall’estero – giovedì 26 dalle 10 alle 15 – che possono così visitare il Mercato e conoscere gli espositori in anteprima.

Organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte, con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, del Ministero del Turismo e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Italian Trade Agency, la 15esima edizione della più importante manifestazione internazionale dedicata al cibo buono, pulito e giusto per tutte e tutti e alle politiche alimentari pone l’accento sulla necessità di una nuova relazione con la natura, attraverso il cibo, l’elemento più potente che ci riconduce alla terra, scegliendo come claim We Are Nature.

L’edizione 2024 di Terra Madre Salone del Gusto è resa possibile grazie a istituzioni e realtà private che a oggi hanno già confermato il loro supporto, tra questi citiamo i Main Partner: Camera di Commercio di Torino, Demeter, Iren, Lavazza Group, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy, Reale Mutua, UniCredit. Gli Inkind Partner: Acqua S.Bernardo, BBBell, Bormioli Luigi, Coop, Liebherr, Consorzio del Parmigiano Reggiano. I Green Partner: Anemotech, Cuki, GTT, Guillin Italia Spa, Planet Smart City, Ricrea e Tucano. Gli Area Partner: Environment Park, Fondazione Fossano Musica, FSC Italia, Gruppo ASA, Renault, Ricola e Sebach. Gli hospitality Partner: Federalberghi Torino, Terre Reali del Piemonte e Turismo Alpmed. Il sostegno di Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria, Fondazione Compagnia di SanPaolo, Fondazione CRT. Partner culturale è l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. Mobility Partner è Bus Company.


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