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Economia circolare

Come cambia l’ambientalismo ai tempi della Rete globale e dei social network

ambientalista e avvocato, in un articolo sul Fatto Quotidiano dal titolo L’ambientalismo è in crisi, domandiamoci il perché cerca di capire come è cambiato il mondo dell’ambientalismo e come si riescono a sensibilizzare i giornalisti ai tempi della Rete globale e dei social network.

Quando tre anni fa lasciai Pro Natura Torino, dopo circa trent’anni di militanza, l’associazione (la più vecchia e gloriosa d’Italia) contava circa la metà dei soci rispetto a quando io entrai a prestare servizio. E l’età media di questi soci residui era sicuramente superiore ai 60 anni. Per celia, con un mio amico, dicevamo che fuori dalla sede dell’assemblea annuale avremmo dovuto far stazionare un’ambulanza.

Credo che sarebbe il caso di fare un ragionamento e arrivare a una conclusione su questo problema: l’ambientalismo, quanto meno italiano, è in crisi. Perché non è solo Pro Natura ad avere perso soci. Delle associazioni storiche, il Wwf per ragioni di costi ha dovuto chiudere le sedi locali, Italia Nostra vivacchia, Legambiente sopravvive grazie alle sponsorizzazioni, garantite anche dal fatto che essa ha sempre gravitato in una certa area politica. Ma le sponsorizzazioni ne limitano anche la libertà di azione.

 

Un tempo l’attività di sensibilizzazione in campo ambientale era svolta solo dalle associazioni, oggi non è più così. Oggi con il mondo di Internet chiunque può denunciare e farsi sentire e, magari, ottenere risultati che le associazioni stentano a ottenere. Dalle campagne stampa, alle raccolte firme, dai boicottaggi ai flash mob. E qui tocchiamo un altro tasto dolente. Le associazioni non si sono adeguate ai mezzi di comunicazione. Fanno ancora i comunicati stampa, talvolta addirittura i volantinaggi, i loro siti non sono né belli né amichevoli, spesso non hanno una pagina sui social media, non twittano e così via. Ma non lo fanno anche perché i soci sono vecchi. E qui è il serpente che si morde la coda. Se a ciò aggiungiamo che i mass media non si “filano” le associazioni (salvo Legambiente), si comprende come esse riescano a farsi sentire.

E veniamo infine alla sostanza. Oggi la politica dell’ambientalismo opera ancora nell’ambito dello sviluppo sostenibile. È ancora quella che già negli anni Ottanta si definiva come “ecologia superficiale”, quella che non mette in discussione le basi della nostra società. Ma chi oggi abbia un minimo di sensibilità ambientale sa o intuisce che i problemi che ci attanagliano in realtà denunciano l’iniquità di base di un sistema di sviluppo, anzi lo sviluppo stesso. Oggi le voci credibili in campo ambientale sono di singoli, più che di associazioni, cito Luca Mercalli e Maurizio Pallante a livello italiano, cito Serge Latouche a livello mondiale. Singole voci che però riescono, almeno loro, a smuovere le coscienze e a fare adepti. Quello che l’ambientalismo istituzionale non riesce più a fare.


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Ambiente

Sacchetti di plastica: quasi 3 su 10 sono ancora fuorilegge

“In Campania c’è una vera e propria emergenza shopper illegali”. A denunciare questa situazione è Legambiente nel rapporto “Ecomafia 2024: Storie numeri della criminalità ambientale in Italia”. Solo a Napoli nell’ultimo anno sono stati rintracciati 100 chilogrammi di buste illegali ogni tre giorni, per un totale di 120 quintali. Ma se si torna indietro nel tempo, i numeri salgono a dismisura. Dal 2017, il Nucleo tutela ambientale della Polizia municipale del capoluogo campano ha condotto 76 operazioni, arrivando a sequestrare circa 8,6 milioni di shopper illegali, per un totale di 170 tonnellate di materiale, comminando 500mila euro di sanzioni.

L’ultima operazione è stata portata a termine pochi giorni fa. Gli agenti della Unità Operativa I.A.E.S. (Investigativa, Ambientale ed Emergenze Sociali), grazie anche al rapporto di collaborazione con il consorzio di filiera Biorepack e l’associazione di categoria Assobioplastiche, a seguito di attività di indagine è intervenuto in un magazzino di circa 10.000 mq utilizzato per il commercio all’ingrosso di prodotti non alimentari, da un cittadino di nazionalità cinese. A seguito dell’ispezione la Polizia Locale di Napoli ha riscontrato la presenza di 20 quintali di buste in plastica illegali in quanto prive delle caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità e pertanto ha pertanto posto in sequestro tutte le buste e sottoposto ad una sanzione amministrativa di 5.000 Euro il titolare dell’attività.

Shopper: quasi 3 su 10 sono fuorilegge. Napoli un esempio nel contrasto all’illegalità

Allargando lo sguardo al resto del Paese, Assobioplastiche fa notare che “malgrado la legge che ne vieta l’uso sia ormai in vigore da più di 10 anni, il tasso di sacchetti illegali si conferma ancora troppo alto: 28% nel 2023 (stessa percentuale del 2022). L’impegno delle Forze dell’Ordine per contrastare questo fenomeno è costante e rappresenta un argine fondamentale per la tutela della filiera delle plastiche biodegradabili e compostabili”.

“Esprimiamo il nostro ringraziamento alla Polizia Locale di Napoli, da sempre in prima linea nel contrasto a questo fenomeno” ha commentato Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche. “L’illegalità nel settore degli shopper rappresenta uno di quegli aspetti distorsivi che stanno mettendo a dura prova la filiera italiana delle bioplastiche compostabili. Ribadiamo l’importanza di quegli strumenti che sono stati messi in campo per difendere gli operatori che lavorano correttamente e onestamente in questo settore. È il caso della piattaforma on-line realizzata da Assobioplastiche, (https://assobioplastiche.org/segnalazioni-illegalita) con il supporto del Consorzio Biorepack, per la segnalazione di potenziali illeciti nel settore degli imballaggi plastica biodegradabile e compostabile e delle frazioni similari”.


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Acqua

Terra Madre Salone del Gusto 2024: We Are Nature dal 26 al 30 settembre a Torino, Parco Dora

Torna Terra Madre Salone del Gusto 2024: We Are Nature dal 26 al 30 settembre a Torino, Parco Dora per individuare una nuova prospettiva che metta gli esseri umani dentro la natura, come parte del tutto.

Questo percorso è il frutto delle riflessioni che Slow Food ha avviato e condiviso a livello italiano e internazionale con la rete di soci, produttori e artigiani, cuochi, pastori e pescatori, istituzioni, realtà della società civile e partner in quasi 40 anni di storia dell’associazione (1986 nascita di Slow Food Italia) e in 20 anni di Terra Madre (2004 la prima edizione).

Il sito presenta il programma e un primo catalogo di espositori del Mercato e una prima tranche del programma di conferenze, Laboratori del Gusto e Appuntamenti a Tavola. A questi si aggiungono nei prossimi mesi molte altre presentazioni e degustazioni, e poi gli appuntamenti organizzati negli spazi dei partner e delle istituzion, e gli eventi Off organizzati in città cui possono contribuire con le proprie proposte circoscrizioni, associazioni, enti culturali e ricreativi.

Centrale, tra le tematiche, la riflessione sulle principali questioni di attualità – come la crisi climatica, il ruolo delle multinazionali nel sistema alimentare, la giustizia lungo la filiera del cibo, il futuro delle aree interne e delle terre alte, la concreta possibilità di nutrire l’umanità attraverso modelli agricoli che rispettino la natura -, grazie ai contributi di nomi di fama internazionale e alle testimonianze di attivisti e produttori.

Ad accogliere le persone in visita alla manifestazione i 3 mila delegati da 120 Paesi e gli oltre 600 espositori del Mercato italiano e internazionale. Tra questi sono circa 180 i Presìdi Slow Food che partecipano dall’Italia e dall’estero, un terzo in più rispetto a due anni fa. Tra le novità di quest’anno, l’ingresso riservato a buyer, operatori del settore, giornalisti e soci Slow Food dall’Italia e dall’estero – giovedì 26 dalle 10 alle 15 – che possono così visitare il Mercato e conoscere gli espositori in anteprima.

Organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte, con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, del Ministero del Turismo e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Italian Trade Agency, la 15esima edizione della più importante manifestazione internazionale dedicata al cibo buono, pulito e giusto per tutte e tutti e alle politiche alimentari pone l’accento sulla necessità di una nuova relazione con la natura, attraverso il cibo, l’elemento più potente che ci riconduce alla terra, scegliendo come claim We Are Nature.

L’edizione 2024 di Terra Madre Salone del Gusto è resa possibile grazie a istituzioni e realtà private che a oggi hanno già confermato il loro supporto, tra questi citiamo i Main Partner: Camera di Commercio di Torino, Demeter, Iren, Lavazza Group, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy, Reale Mutua, UniCredit. Gli Inkind Partner: Acqua S.Bernardo, BBBell, Bormioli Luigi, Coop, Liebherr, Consorzio del Parmigiano Reggiano. I Green Partner: Anemotech, Cuki, GTT, Guillin Italia Spa, Planet Smart City, Ricrea e Tucano. Gli Area Partner: Environment Park, Fondazione Fossano Musica, FSC Italia, Gruppo ASA, Renault, Ricola e Sebach. Gli hospitality Partner: Federalberghi Torino, Terre Reali del Piemonte e Turismo Alpmed. Il sostegno di Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria, Fondazione Compagnia di SanPaolo, Fondazione CRT. Partner culturale è l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. Mobility Partner è Bus Company.


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Economia circolare

Dall’8 al 14 aprile la Paper Week per raccontare la raccolta differenziata e al riciclo di carta e cartone

Dall’8 al 14 aprile ogni regione sarà protagonista della Paperweeker, manifestazione dedicata alla raccolta differenziata e al riciclo di carta e cartone, con un calendario dedicato. (altro…)


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