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Biodiversità e sostenibilità nella filiera dell’olio extravergine di oliva

Biodiversità e sostenibilità nella filiera dell’olio extravergine di oliva italiano. E’ stato questo il focus di un recente incontro che a Roma ha messo insieme istituzioni, enti di controllo e certificazione e operatori del settore per confrontarsi su come sostenere e valorizzare in Italia e all’estero un patrimonio unico per qualità e varietà, nel pieno rispetto dell’ambiente e di un’etica responsabile.

Sostenibilità certificata. Un esempio pratico di questo percorso è l’innovativa Certificazione di Sostenibilità per la filiera dell’Olio Extravergine di Oliva, promossa da Oleificio Zucchi e garantita da CSQA. La certificazione nasce come evoluzione di un precedente progetto sviluppato da Zucchi con Legambiente e con le organizzazioni di produttori olivicoli Aipo, Cno – Consorzio Nazionale Olivicolo, Confoliva, Unapol, Unaprol e Unasco, e si fonda su quattro pilastri: oltre ai tradizionali ambiti di valutazione Ambientale (agricoltura a produzione integrata, ciclo di vita, impatto ambientale, biodiversità) e Sociale (rispetto dei lavoratori e della comunità, lotta al caporalato, formazione), Oleificio Zucchi ha aggiunto l’aspetto Economico (prezzo equo, generazione e distribuzione della ricchezza, redditività, efficienza) e, grazie al supporto di Unaprol, anche quello Nutrizionale per portare sulle tavole un olio con specifici parametri merceologici, nutrizionali e salutistici.

“Biodiversità e sostenibilità nella filiera dell’olio extravergine di oliva italiano – Confronto fra Associazioni e Istituzioni”. L’incontro, che ha riunito allo stesso tavolo rappresentanti delle istituzioni e produttori, ha visto l’intervento del Vice Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Andrea Olivero, il quale ha evidenziato che “la biodiversità è un valore aggiunto tutto italiano, non presente nel carnet degli altri Paesi produttori di extravergine. Nella valorizzazione del prodotto in quanto tale e della sua varietà le Istituzioni hanno certamente un ruolo importante, ma sono fondamentali la consapevolezza delle imprese e la volontà di lavorare insieme, ripensando anche i processi produttivi in un’ottica di qualità e sostenibilità”.

La senatrice Leana Pignedoli, Vicepresidente Comm. Agricoltura e produzione agroalimentare del Senato, ha definito l’Italia come “un Paese non di grandi quantità, ma di qualità ed eccellenze: abbiamo un primato in questo, che dobbiamo imparare a comunicare”, opinione condivisa dal Presidente della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici, Camera dei Deputati, On. Ermete Realacci, nell’ottica di “innalzare la qualità e il valore del Made in Italy, seguendo l’esempio di quanto ha saputo realizzare il settore vinicolo italiano, oggi riconosciuto in tutto il mondo.”

All’evento ha partecipato anche la Presidente di Legambiente, Rossella Muroni, che ha evidenziato “l’importanza sociale dell’olivicoltura, ad esempio per la salvaguardia dei territori e delle comunità rurali, e nel contempo la necessità di favorire la consapevolezza del consumatore nell’attribuire il giusto valore al prodotto”.

Dalle associazioni dei produttori olivicoli, rappresentate da David Granieri, Presidente Unaprol, Gennaro Sicolo, Presidente CNO, Tommaso Loiodice, Presidente Unapol e Paolo Mariani, Confoliva, è emersa forte la volontà di fare sinergia per cambiare approccio e lavorare per la valorizzazione degli aspetti di qualità e sostenibilità. Per far questo è necessario il contributo di tutti i produttori, ai quali però va un riconoscimento economico per il valore aggiunto di una produzione che garantisca l’eccellenza.

Interessante anche l’intervento tecnico di CSQA, l’ente certificatore per la filiera dell’Olio Extravergine di Oliva, che, nella figura di Maria Chiara Ferrarese, ha sottolineato come questo protocollo sia unico, tra l’altro, perché comprende per la prima volta la valutazione del rispetto della biodiversità. Roberto Cariani di Ambiente Italia, poi, ha spiegato l’applicazione degli innovativi parametri PEF (Product Environmental Footprint), relativi al ciclo di vita dei prodotti e alla quantificazione delle emissioni di gas serra e dei consumi idrici.

Giovanni Zucchi, Vice Presidente, Public Affairs & Corporate Development di Oleificio Zucchi, ha infine concluso l’incontro, definendolo “una preziosa occasione di dialogo fra le parti e, auspichiamo, il primo passo verso un cambiamento radicale, che possa finalmente portare tutti i player della filiera a impegnarsi per raccontare in modo più efficace l’unicità della biodiversità olivicola e il saper fare della produzione italiana”.


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Cheese 2023 a Bra : i prati e il loro sapore al centro

Cheese, il più grande evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo, torna a Bra dal 15 al 18 settembre 2023. (altro…)


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Cibo

Una soluzione per combattere l’invasione del Granchio Blu: mangiarlo

L’invasione del Granchio Blu sta creando grossi problemi in molte zone d’Italia e soprattutto in Veneto. Il granchio blu, scientificamente noto come Callinectes sapidus, è originario dell’Atlantico occidentale, principalmente lungo la costa orientale degli Stati Uniti e nel Golfo del Messico.

Il granchio blu è stato introdotto in altre parti del mondo tramite il trasporto di acqua di zavorra da navi mercantili. e gli ha permesso di raggiungere aree come il Mar Mediterraneo, il Mar Nero e il Mar del Nord. Il granchio blu può rappresentare un rischio ambientale quando viene introdotto in habitat diversi dal suo ambiente nativo dove può competere con le specie di granchi native per il cibo e lo spazio.

Questa competizione può portare alla riduzione delle popolazioni di granchi nativi e alterare l’equilibrio dell’ecosistema.

Cinque donne riminesi hanno creato la startup Mariscadoras che nasce grazie alle ricerche della Fondazione Cetacea. Le ricerche dicono che già nel 2021 la presenza del Granchio Blu nei mari del Mediterraneo era un problema. Solo oggi il Governo ha stanziato quasi 3 milioni per contrastarlo e Luca Zaia ha chiesto lo stato di emergenza nazionale.

Mariscadoras ha creato una linea di trasformazione alimentare delle specie aliene a partire dal granchio blu attraverso la creazione di una filiera di cui i vari passaggi saranno realizzati attraverso il protocollo del progetto Blueat che ne certificherà la sostenibilità ambientale e socio-economica.


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Cibo

La Grande Via per accrescere salute, benessere e longevità nelle persone colpite da patologie croniche associate a scorretti stili di vita

La Grande Via è l’associazione fondata da Franco Berrino e da Enrica Bortolazzi allo scopo di favorire iniziative volte a promuovere la salute, il benessere e la longevità, prevenire le malattie croniche e il veloce invecchiamento dell’organismo e aiutare a ristabilire lo stato di salute nelle persone che sono state colpite da patologie croniche associate a scorretti stili di vita. (altro…)


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