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Ambiente

Italia alle prese con la siccità: vademecum per una gestione sostenibile dell’acqua e del servizio idrico

La siccità e il caldo record che stanno colpendo l’Italia fanno scattare l’emergenza idrica. Il bollettino rosso che si sta registrando in tutta la Penisola è davvero preoccupante: tre regioni in codice rosso (Sardegna, Emilia Romagna e Toscana hanno dichiarato lo stato di emergenza per siccità), massima allerta in tutte le altre regioni e poi fiumi e laghi quasi a secco con il Piave e il Lago di Bracciano in forte sofferenza.

Su questo argomento interviene Legambiente, che fa il punto sull’emergenza siccità, tornando a ribadire “l’urgenza di avviare i piani nazionali di adattamento al clima e di incentivare una corretta e sostenibile gestione della risorsa idrica, che da una parte riduca la domanda e i consumi e dall’altra incrementi l’efficienza degli usi, per evitare, anche in risposta ai mutamenti climatici in atto, fenomeni di crisi per il paese”. A questo riguardo l’associazione ambientalista sintetizza in un vademecum quelli che a suo avviso sono gli interventi prioritari da adottare per evitare sprechi e dispersione idrica, a partire dalla riconversione dei sistemi di irrigazione dei terreni, dall’ammodernamento degli acquedotti, incentivando il riutilizzo delle acque reflue, prevedendo più controlli e un sistema di premialità e sanzioni senza dimenticare che la sfida del risparmio idrico passa anche per i regolamenti edilizi.

Sos Acqua – Ad oggi la situazione è preoccupante. In Emilia Romagna solo nel mese di maggio si sono registrate massime di temperatura con oltre 30 °C, picchi oltre 33 °C, rispetto ai 25 attesi, e i territori più colpiti risultano essere quelli tra Parma e Piacenza e le prime colline bolognesi. I grandi invasi dell’area ovest della regione, ossia le dighe piacentine di Molato e Mignano, sono ai minimi storici di capacità d’invaso. (Dati bollettino regionale di Arpa Emilia-Romagna). In Veneto tra fine 2016 e inizio 2017 le precipitazioni sono in calo del 97% rispetto alla media, mai così basse in 20 anni soprattutto in montagna e le conseguenze si vedono anche su corsi d’acqua piccoli e grandi. Il risultato è una crisi idrica dalla Lombardia all’Emilia fino in Veneto dove è stato dichiarato lo stato di crisi idrica su tutto il territorio regionale e l’Alto Adige ha deciso di svuotare parzialmente i bacini di raccolta delle dighe idroelettriche per aumentare la portata dell’Adige. Le situazioni di siccità sono destinate ad aumentare anche a causa della progressiva riduzione della massa glaciale alpina. Legambiente ricorda che le regioni alpine dipendono fortemente dalle riserve di acqua dei ghiacciai lì presenti.

Piave e Lago di Bracciano – Tra i fiumi quasi a secco, c’è anche il Piave per il quale Legambiente e i circoli del territorio da anni si battono e a giugno, insieme ad altre associazioni ambientaliste, hanno lanciato una petizione per salvare il fiume simbolo del Veneto, sempre più spesso ridotto a un ruscelletto. Il Piave è tra i fiumi più sfruttati e artificializzati d’Europa. Nell’area montana, appena il 5% degli affluenti è ancora allo stato naturale, il rimanente 95% è già utilizzato a fini idroelettrici. A causa dei prelievi eccessivi e della carenza idrica, il fiume è regolarmente soggetto a magre/secche sempre più accentuate, oltre che nel periodo estivo (quando la richiesta per l’utilizzo in agricoltura è maggiore), anche per lunghe fasi nelle stagioni primaverile e autunnale. Tra i laghi in sofferenza, Legambiente lancia anche l’sos per il lago di Bracciano, la riserva idrica di acqua potabile per Roma e alcuni comuni limitrofi. Le scarse piogge hanno determinato un abbassamento dei livelli del lago più spinto rispetto alle oscillazioni già osservate in passato. A causa delle poche precipitazioni, inoltre, i due grandi acquedotti che portano acqua a Roma, il Peschiera da Rieti e l’Acquamarcia dai Simbruini, sono sotto la soglia di portata per servire la Capitale. Per questo motivo Acea da dicembre 2016 capta fino a 2500 litri al secondo proprio dal Lago di Bracciano per garantire acque nelle case dei romani. A dispetto di questo, si è ancora fermi con la rigenerazione degli impianti visto che dai dati di Ecosistema Urbano 2016 emerge una dispersione idrica degli Acquedotti della provincia di Roma del 44%.

Vademecum per una gestione sostenibile dell’acqua e del servizio idrico – Legambiente ricorda che ad oggi l’utilizzo dell’acqua è così ripartito: Irrigui 46,8%, Civili 27,8%, Industria 17,8%, energia 4,7%, Zootecnia 2,9%. (Dati Istat). Con un consumo agricolo che in alcune aree del paese arriva a coprire anche il 60% del totale. Sul fronte agricoltura, prima vittima di questa emergenza siccità, secondo Legambiente occorre ripensare ad una riconversione del sistema di irrigazione dei terreni agricoli (quasi totalmente fondato sulla modalità ad aspersione o a pioggia) puntando a sistemi di microirrigazione e a goccia, che possono garantire almeno il 50% del risparmio di acqua utilizzata e rivedere completamente il sistema di tariffazione degli usi dell’acqua, con un sistema di premialità e penalità che valorizzi le esperienze virtuose. Occorre poi ragionare sugli scenari futuri di riconversione agricola verso colture meno idroesigenti, o comunque adeguate alle condizioni climatiche e alle disponibilità idriche del territorio.

Per ridurre i prelievi di acqua e gli scarichi nei corpi idrici ricettori, occorre praticare il riutilizzo delle acque reflue depurate in agricoltura, così come nell’industria. Ma per farlo è ormai urgente modificare il decreto del Ministero dell’ambiente n. 185/2003 sul riuso dell’acqua. Sul piano della gestione della risorsa è necessario che le Regioni mettano in campo politiche indirizzate verso il risparmio e l’efficienza nell’uso dell’acqua. Oggi i nuovi Piani di gestione a livello di distretto idrografico, calati poi nei Pta (piani di tutela delle acque regionali), devono prevedere strumenti concreti che si trasformano in piani di gestione locale, indirizzati al risparmio e alla tutela quantitativa della risorsa idrica. Occorre, inoltre, rendere sempre più efficace il sistema dei controlli preventivi da parte degli enti locali e di quelli repressivi da parte delle forze dell’ordine, dei prelievi abusivi di acqua dalle aste fluviali e dalle falde, così come occorre aggiornare il censimento dei pozzi di prelievo idrico ed irriguo. Per Legambiente è poi fondamentale ammodernare gli acquedotti per ridurre le perdite delle reti di distribuzione e gli sprechi nel trasporto della risorsa idrica. Altro problema riguarda poi le perdite delle reti di distribuzione. Stando ai dati Istat, nel 2015 è stato quasi il 40% dell’acqua immessa in rete a non raggiungere l’utente finale nei comuni capoluogo di provincia, 2,8 milioni di metri cubi al giorno, un dato addirittura peggiorato dal 2012 in cui era il 35% circa.

Infine l’associazione ambientalista ricorda il tema della risorsa idrica rappresenta un fattore chiave anche per la sostenibilità in edilizia, per questo è fondamentale inserire sempre di più la voce del risparmio idrico all’interno dei regolamenti edilizi. Molti comuni già lo stanno facendo obbligando e/o incentivando azioni come le cassette w.c. a doppio scarico e l’utilizzo dei riduttori di flusso. Una buona pratica che fa bene e che andrebbe replicata su tutto il territorio. Mettere in pratica azioni per il risparmio della risorsa idrica nelle case (attraverso la raccolta della pioggia e la separazione, trattamento e riuso delle acque grigie), così come nelle attività industriali e agricole, e adottare dei regolamenti edilizi per la riqualificazione degli edifici anche dal punto di vista idrico sono scelte obbligate e fondamentali, per una concreta politica di tutela della risorsa. Ma soprattutto sono interventi a basso costo, da parte delle amministrazioni, che consentono da subito risultati concreti.


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Ambiente

Sacchetti di plastica: quasi 3 su 10 sono ancora fuorilegge

“In Campania c’è una vera e propria emergenza shopper illegali”. A denunciare questa situazione è Legambiente nel rapporto “Ecomafia 2024: Storie numeri della criminalità ambientale in Italia”. Solo a Napoli nell’ultimo anno sono stati rintracciati 100 chilogrammi di buste illegali ogni tre giorni, per un totale di 120 quintali. Ma se si torna indietro nel tempo, i numeri salgono a dismisura. Dal 2017, il Nucleo tutela ambientale della Polizia municipale del capoluogo campano ha condotto 76 operazioni, arrivando a sequestrare circa 8,6 milioni di shopper illegali, per un totale di 170 tonnellate di materiale, comminando 500mila euro di sanzioni.

L’ultima operazione è stata portata a termine pochi giorni fa. Gli agenti della Unità Operativa I.A.E.S. (Investigativa, Ambientale ed Emergenze Sociali), grazie anche al rapporto di collaborazione con il consorzio di filiera Biorepack e l’associazione di categoria Assobioplastiche, a seguito di attività di indagine è intervenuto in un magazzino di circa 10.000 mq utilizzato per il commercio all’ingrosso di prodotti non alimentari, da un cittadino di nazionalità cinese. A seguito dell’ispezione la Polizia Locale di Napoli ha riscontrato la presenza di 20 quintali di buste in plastica illegali in quanto prive delle caratteristiche di biodegradabilità e compostabilità e pertanto ha pertanto posto in sequestro tutte le buste e sottoposto ad una sanzione amministrativa di 5.000 Euro il titolare dell’attività.

Shopper: quasi 3 su 10 sono fuorilegge. Napoli un esempio nel contrasto all’illegalità

Allargando lo sguardo al resto del Paese, Assobioplastiche fa notare che “malgrado la legge che ne vieta l’uso sia ormai in vigore da più di 10 anni, il tasso di sacchetti illegali si conferma ancora troppo alto: 28% nel 2023 (stessa percentuale del 2022). L’impegno delle Forze dell’Ordine per contrastare questo fenomeno è costante e rappresenta un argine fondamentale per la tutela della filiera delle plastiche biodegradabili e compostabili”.

“Esprimiamo il nostro ringraziamento alla Polizia Locale di Napoli, da sempre in prima linea nel contrasto a questo fenomeno” ha commentato Luca Bianconi, presidente di Assobioplastiche. “L’illegalità nel settore degli shopper rappresenta uno di quegli aspetti distorsivi che stanno mettendo a dura prova la filiera italiana delle bioplastiche compostabili. Ribadiamo l’importanza di quegli strumenti che sono stati messi in campo per difendere gli operatori che lavorano correttamente e onestamente in questo settore. È il caso della piattaforma on-line realizzata da Assobioplastiche, (https://assobioplastiche.org/segnalazioni-illegalita) con il supporto del Consorzio Biorepack, per la segnalazione di potenziali illeciti nel settore degli imballaggi plastica biodegradabile e compostabile e delle frazioni similari”.


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Ambiente

Domenica 7 luglio la consegna del Premio Acqui Ambiente

Domenica 7 luglio, nella cornice di Villa Ottolenghi si svolge la cerimonia di consegna del Premio Acqui Ambiente, giunto alla XV edizione, che si tiene alle ore 17,00 nello spazio antistante il celebre Tempio di Herta e sarà condotta da Licia Colò, insignita del premio Testimone dell’Ambiente nell’anno 2022.

L’ edizione 2024 ha registrato una partecipazione di 66 opere partecipanti alle due sezioni, la sezione ordinaria e la sezione ragazzi.

Vincitori ex aequo della XV edizione, per la sezione ordinaria opere a stampa sono risultati Giannozzo Pucci curatore de La nuova agricoltura contadina. L’alba della rinascita per la terra, Libreria Editrice Fiorentina e Andrea Rinaldo con il volume Il governo dell’acqua. Ambiente naturale e ambiente costruito, Marsilio editori.

Vincitore della XV edizione, per la sezione ragazzi opere a stampa è risultato Graziano Ciocca con il volume Bufale bestiali. Perché gli animali non sono quelli che crediamo, De Agostini Edizioni. Una menzione è stata assegnata a Davide Longo per il volume Montagna si scrive stampatello, Adriano Salani Editore.

Per il Concorso Scolastico Nazionale Go Green Lab (Laboratorio di Ricerca Ambientale), che ha interessato gli studenti delle scuole superiori d’Italia, la Giuria ha decretato vincitore l’Istituto di Istruzione Superiore “Rita Levi Montalcini” di Acqui Terme (AL) – Triennio classi indirizzo Biotecnologie Ambientali (III H, IV H e V H) con “Microrganismi ambientali: alleati preziosi”. Una menzione particolare sarà conferita all’Istituto di Istruzione Superiore “Il Tagliamento” di Spilimbergo (PN) – IT Agrario, Agroalimentare, Agroindustriale (1FA con la collaborazione di alcuni studenti delle classi 3BP e 5DP) per il progetto “Orto a petrolio zero”.

Un riconoscimento alla famiglia De Rossi per l’impegno profuso nel realizzare il progetto “Luna sul Mare”, una serie di dodici documentari, che racconta la storia dell’avventuroso viaggio in kayak a vela, camper e traghetto di una bimba dai 4 anni, con i suoi genitori, lungo tutto il Tirreno, dalla Liguria alla Sicilia, entrando in contatto con piccole realtà locali, produttori biologici, volontari, ricercatori ed esperti interessati.

La Giuria ha premiato Edo Ronchi quale “Testimone dell’Ambiente “per il suo lungo e costante impegno ambientale. In qualità di Presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, dal 2008, ha puntato ad ampliarne gli orizzonti dell’ambientalismo misurandosi, da una parte, con la green economy e, all’altra, con il coinvolgimento delle imprese nel cambiamento verso la sostenibilità.
Dal 1996 al 2000 è stato Ministro dell’Ambiente e ha realizzato numerose riforme ambientali: della gestione dei rifiuti, noto come “decreto Ronchi”; per la tutela degli habitat naturali della flora e della fauna selvatica; per la prevenzione del rischio idrogeologico e per la tutela delle acque dall’inquinamento.

Il Col. Mario Giuliacci, riceverà il Premio Testimone dell’Ambiente. Mario Giuliacci é un noto meteorologo e climatologo che ha descritto per anni le previsioni del tempo, ha dedicato la sua vita e la sua carriera allo studio della meteorologia. Ha diretto il Centro meteo del Nord Italia a Milano Linate dal 1983 al 1990. Nel 2014 ha attivato un proprio sito professionale su Internet: www.meteogiuliacci.it del quale è Direttore operativo.

La Giuria del Premio, per questa edizione, ha deciso di conferire il premio “Testimone dell’Ambiente” ai cittadini di Cortemilia per il ruolo centrale svolto ai tempi della lotta per chiudere l’Acna di Cengio: il premio viene conferito a Cortemilia in rappresentanza di tutti gli uomini e le donne della Valle che tanta parte attiva hanno avuto e continuano ad avere per far cessare il secolare inquinamento della Valle Bormida. A ritirare il Premio sarà il Sindaco di Cortemilia Roberto Bodrito accompagnato dalla Signora Claudia Patrone, testimone e protagonista attiva degli eventi.

Il Premio Acqui Ambiente – dichiara il Sindaco di Acqui Terme Danilo Rapetti – nel ricordare gli eventi che hanno segnato la storia del nostro Pianeta, lasciando tracce profonde nell’ambiente che ci ospita, vuole tuttavia guardare al futuro con positività, portando alla luce esempi di virtuosismo ecologico e di progettazione che contribuiscono a risanare la Terra e, nello stesso tempo, premiando coloro che si fanno portavoce a livello politico o nel campo della ricerca. Il forte impatto di tale divulgazione garantisce una maggiore sensibilizzazione e rispetto dell’ambiente.


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Ambiente

Il Ricercatore: online il documentario sullo scienziato licenziato per essersi rifiutato di volare

Dopo la World Première al Festival internazionale CinemAmbiente di Torino, da venerdì 14 giugno sarà disponibile online (in streaming e download) il documentario Il Ricercatore – Perché ho perso il lavoro per 5 tonnellate di CO2 (Italia, 2024, 71’) del regista Paolo Casalis. (altro…)


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