Digitale
Dal 25 al 28 maggio a Torino Startuppato, Share Festival e Torino Mini Maker Faire
Dal 25 al 28 maggio in Toolbox Coworking l’innovazione si fa in tre con Startuppato, la serata di I3P – Treat a Bit, dedicata alle startup, agli innovatori e al networking, Share Festival, il festival d’arte contemporanea dedicato all’arte digitale e la Torino Mini Maker Faire, la kermesse dei maker e festa dell’innovazione organizzata dal FabLab Torino.
Tre manifestazioni che offriranno ai visitatori la possibilità di gettare uno sguardo sul futuro e scoprire “quello che bolle in pentola” in tanti settori diversi, dal business, alla cultura fino all’artigianato digitale, a contatto diretto con i protagonisti e sperimentando in modo divertente e inusuale molte delle novità proposte.
Si partirà giovedì 25 con Startuppato, a seguire – da venerdì 26 – avrà inizio la dodicesima edizione dello Share Festival, che proseguirà fino a domenica. Infine, da sabato a domenica si svolgerà laquarta edizione della Torino Mini Maker Faire, che, dopo il successo delle scorse edizioni, quest’anno ha deciso di raddoppiare la durata dell’evento.
Startuppato accoglierà nella grande area espositiva oltre 100 startup innovative. Gli imprenditori che hanno sviluppato un prodotto o servizio avranno l’opportunità di mostrarlo in anteprima e durante la serata potranno farsi conoscere da potenziali utenti e clienti, sviluppare partnership con altri imprenditori e trovare professionisti del digitale interessati a collaborare alla realizzazione del loro progetto.
L’iniziativa, organizzata da Treatabit, il percorso di incubazione di I3P dedicato ai progetti digitali, ha raccolto negli anni grande approvazione: nel corso della scorsa edizione, a novembre 2016, le startup
Il giorno successivo, venerdì, si inaugurerà lo Share Festival – quest’anno dedicato al tema “Sincerity”. Mostre, Dj Set e conferenze dedicate all’arte contemporanea e alla valorizzazione dell’uso degli strumenti digitali in campo artistico.
Tra i tanti eventi in programma durante il Festival un momento particolare sarà dedicato alla decima edizione dello Share Prize, il concorso dello Share Festival per gli artisti contemporanei che quest’anno ha visto la partecipazione di oltre 150 progetti. Attraverso uno specifico bando sono state selezionate da una giuria internazionale, sei opere che saranno esposte in una mostra durante i tre giorni della manifestazione
A partire dalle 10 di sabato mattina, si aprirà infine, sempre in Toolbox Coworking la quarta edizione della Torino Mini Maker Faire – l’evento di punta per i maker della città che ha ispirato e promosso l’aggregazione di queste tre realtà rappresentative, ciascuna a modo suo, del panorama torinese dell’innovazione.
Il progetto Maker Faire è nato nel 2006 a San Francisco. L’idea di un evento dedicato agli artigiani digitali ha avuto un grande successo e, nel tempo, è cresciuto trasformandosi in un network internazionale di eventi, sia ufficiali che indipendenti, che si svolgono ogni anno in tutto il mondo.
L’edizione torinese ha in serbo due giorni di eventi, workshop, talk e installazioni legate al mondo dei maker, gli artigiani digitali, che uniscono il saper fare, proprio dell’homo faber ai nuovi strumenti e alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia digitale.
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Digitale
Dal 4 dicembre 2024 i cittadini possono caricare sulla App IO carta di identità, patente di guida e tessera Sanitaria
Dal 4 dicembre 2024 tutti i cittadini potranno attivare la Carta di identità elettronica, Patente di guida e Tessera Sanitaria sulla app IO del proprio smartphone .
I Documenti personali identificativi presenti su IO hanno lo stesso valore legale dei documenti rilasciati su card o in forma cartacea. Si possono usare facilmente in contesti di verifica dal vivo e, quando possibile, anche online.
L’attivazione dei Documenti personali su IO avviene autenticandosi con SPID o CIE.
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Digitale
Intersections raduna a Milano il mondo del marketing, della comunicazione e della creatività
Dall’unione di IAB Forum e IF! Italians Festival nasce Intersections, il più grande evento in Italia dedicato al mondo del marketing, della comunicazione e della creatività che si svolge a Allianz Mico a Milano il 29 ec 30 ottobre 2024.
IAB Italia, ADCI e UNA hanno deciso di realizzare il primo grande evento sistemico per rispondere in modo compatto all’evoluzione e alle sfide della industry in questo particolare momento storico, guidato anche dalla grande discontinuità dell’Intelligenza Artificiale.
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Digitale
Google è monopolista secondo il Dipartimento di giustizia USA. Ora potrebbe esserci il suo spezzatino
Un documento presentato al giudice federale degli USA Amit Mehta ha portato alla decisione di sanzionare Google per attività monopolistiche. La causa, promossa dal Dipartimento di Giustizia (DOJ) e diversi stati, sostiene che Google abbia usato il proprio potere di mercato in modo anticompetitivo, impedendo ad altre aziende di competere nel settore della ricerca online e dei servizi digitali.
Il giudice Mehta ha valutato le prove contro Google riguardo a vari accordi esclusivi con produttori di dispositivi e sviluppatori di browser che garantiscono a Google di essere il motore di ricerca predefinito su milioni di dispositivi. Questa esclusività ha reso quasi impossibile per i rivali ottenere una significativa quota di mercato, contribuendo a consolidare il monopolio di Google. Il DOJ, insieme agli avvocati generali di diversi stati, ha contestato che Google abbia illegalmente monopolizzato il mercato della ricerca e della pubblicità online attraverso accordi con aziende come Apple e Samsung per mantenere il proprio motore di ricerca come opzione predefinita su diversi dispositivi.
Il cuore dell’accusa riguarda gli “accordi esclusivi” di Google, che hanno portato all’accumulo di circa il 90% delle ricerche online e all’88% del mercato della pubblicità testuale, ostacolando i concorrenti dal punto di vista degli investimenti e dell’innovazione. Il DOJ ha dimostrato che Google paga ingenti somme per diventare il motore di ricerca predefinito, ad esempio su dispositivi Apple, scoraggiando il cambiamento di provider da parte degli utenti e limitando le scelte disponibili al consumatore.
La sentenza non prevede danni economici, ma un’ingiunzione che potrebbe includere misure per impedire a Google di continuare accordi esclusivi di default o addirittura obbligare l’azienda a separare il business della ricerca da altre operazioni come Android e Chrome.
Questo caso rappresenta un passo storico per l’antitrust negli Stati Uniti, simile al processo Microsoft degli anni ‘90, e potrebbe aprire la strada a nuove regolamentazioni per altri giganti della tecnologia, tra cui Apple e Amazon, anch’essi sotto scrutinio legale per pratiche anti-competitive.
Un team legale specializzato del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ), affiancato da esperti in regolamentazione antitrust e tecnologia, sta lavorando a una serie di raccomandazioni per il giudice federale Amit Mehta. La proposta del DOJ include sia rimedi comportamentali che strutturali per affrontare l’impatto monopolistico di Google. I rimedi in valutazione spaziano da restrizioni su accordi preinstallati con produttori di dispositivi, all’accesso dei concorrenti ai dati di ricerca, fino alla potenziale separazione di parti dell’azienda per ripristinare la concorrenza nel settore dividendo Chrome, Google Play Store e il sistema operativo mobile Android dal search.
Questa prima versione delinea una serie di strade per la riforma, tra cui l’obbligo per Google di rendere accessibili i dati e i modelli di programmazione utilizzati per generare risultati tramite il suo motore di ricerca. Il Dipartimento di Giustizia sta anche valutando la possibilità di chiedere al giudice di vietare a Google di utilizzare o conservare i dati che si rifiuta di condividere con società terze.
Google ha dichiarato che intende appellarsi alla decisione, sottolineando che le accuse ignorano i benefici offerti ai consumatori dal loro motore di ricerca. Le fasi successive del processo potrebbero determinare cambiamenti significativi non solo per Google ma per l’intera industria tecnologica, influenzando l’accessibilità e la concorrenza nei mercati digitali anche in Europa e negli altri continenti.
Negli ultimi dieci anni, Google ha accumulato 8,25 miliardi di euro di multe dalle istituzioni antitrust dell’Unione europea che riguardano tra gli altri il suo sistema operativo mobile Android e il servizio pubblicitario AdSense.
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