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Innovazione

ESCP Europe e SocialFare nuovamente insieme per un’economia dal forte valore sociale

ESCP Europe, tra le più prestigiose Business School a livello mondiale, e SocialFare, il primo centro italiano interamente dedicato all’innovazione sociale, rinnovano la collaborazione per l’attività Collective Project nell’ambito del programma di studi Bachelor in Management – BSc.

Prende il via la seconda edizione del progetto che nel 2016 aveva visto gli studenti della Business School internazionale affiancare alcune tra le start-up a impatto sociale selezionate attraverso la call FOUNDAMENTA#2 per il programma di accelerazione di SocialFare. La sperimentazione mette insieme educazione di eccellenza e applicazione pratica per la costruzione di startup a impatto sociale.

Parte integrante del percorso di studio Bachelor in Management – BSc, il Collective Project rappresenta un’opportunità per gli studenti di entrare in contatto con realtà innovative, giovani e dinamiche, in grado di proporre soluzioni che rispondano alle più pressanti sfide sociali contemporanee. Al tempo stesso il progetto costituisce per le start-up a impatto sociale l’occasione di cogliere intuizioni che possono provenire da giovani in grado di sperimentare nuove soluzioni di business e favorire la loro scalabilità a livello europeo.

Obiettivo comune è quello di unire formazione manageriale e sviluppo di imprenditorialità a impatto sociale per far emergere nelle nuove generazioni l’importanza di pensare e creare una nuova economia che sviluppi soluzioni innovative per affrontare i bisogni sociali, creando valore non solo per gli azionisti, ma anche per gli utenti e per l’intera collettività.

«Anche quest’anno confermiamo la collaborazione con SocialFare perché riconosciamo il grande valore di questa esperienza – dichiara il Prof. Francesco Rattalino, Direttore di ESCP Europe Torino Campus -. Le start-up innovative a vocazione sociale hanno dimostrato di essere una palestra perfetta per accrescere una sensibilità etica tra i nostri studenti. I Collective Project sono perfettamente allineati con la mission del Bachelor in Management che, oltre ad una solida base di materie finanziarie e di management, permette di acquisire quella sensibilità culturale e sociale indispensabile per fare dei nostri ragazzi dei cittadini del mondo, consapevoli e impegnati».

«La partnership tra SocialFare e ESCP Europe – aggiunge Laura Orestano, CEO di SocialFare – è un nuovo passo avanti nell’ibridazione di modelli e competenze per accelerare conoscenza e pratiche per l’impatto sociale partendo dalle rispettive competenze per sperimentare percorsi di nuovo knowledge design».

Questa edizione vede coinvolti 9 team di studenti che lavoreranno a stretto contatto con le 5 start-up selezionate da SocialFare per il proprio programma di accelerazione partecipato da partner nazionali, mentor e advisor di assoluta eccellenza, che mira a generare start-up pronte a ricevere investimenti rispondendo alle più pressanti sfide sociali negli ambiti: innovazione didattico-formativa, invecchiamento attivo, ambiente, housing, inclusione sociale, categorie che rispondono ai 17 Sustainable Development Goals fissati dall’Agenda 2030. SocialFare infatti ha deciso di lavorare, sostenere e promuovere gli SDGs, rispondendo agli obiettivi identificati dai 193 Paesi dell’ONU, tramite le proprie azioni e le attività sviluppate anche con la rete Rinascimenti Sociali.

Rafforzati dall’esperienza condotta, si è scelto di dotare gli studenti di strumenti condivisi di Project Management e di introdurre ritmi più serrati di verifica dell’avanzamento del lavoro, accorgimenti che permettono di aumentare la professionalità degli studenti. Attraverso questo progetto collettivo gli studenti potranno condividere esperienze costruttive e di crescita personale acquisendo al tempo stesso abilità pratiche, manageriali e di leadership.

Dei 49 studenti del Bachelor in Management che partecipano al progetto, quasi il 60% proviene da Paesi stranieri (Albania, Bulgaria, Cile, Cina, Francia, Germania, Hong Kong, Iran, Kosovo, Marocco, Messico, Polonia, Russia, Tunisia, USA) e l’età media dei partecipanti è compresa tra i 19 e i 20 anni. Gli studenti saranno chiamati a presentare il progetto sviluppato al termine dell’esperienza formativa, che contribuisce alla loro valutazione accademica.

«È stata un’ottima occasione per migliorare le mie capacità da consulente e mettere in pratica in modo concreto molte delle capacità acquisite durante le lezioni in classe», afferma Lorenzo Arrigoni, studente della precedente edizione che ha supportato la start-up romana Bed & Care, operante nel settore del turismo accessibile. «Il valore più importante è stato sicuramente il feedback esterno dell’idea e l’analisi molto dettagliata del mercato dentro il quale muoversi per raggiungere un successo. Il rapporto tra noi e la start-up è stato molto simile ad un normale rapporto professionale tra una compagnia e un gruppo di consulenti e il nostro lavoro si è concentrato principalmente sull’analisi dei competitor, soprattutto esteri, e su possibili strategie mirate alla creazione di “competitive advantage”».

Tra le novità introdotte per questa edizione, alcuni dei team avranno la possibilità di seguire progetti di SellaLab, Btrees, e SocialFare stesso.

Lorenzo D’Amelio, Co-Founder & Innovation Strategist di Btress commenta: «Stiamo investendo molto in formazione e impatto sociale sul territorio. Intendiamo favorire lo sviluppo dell’ecosistema imprenditoriale a livello piemontese mantenendo attivo uno scambio reciproco e continuativo con gli studenti tramite attività di “learning by doing” ed al contempo coltiviamo orizzonti nazionali ed internazionali. Con questa iniziativa prevediamo un impatto in termini di nuovo know-how per le nostre aziende che avranno l’opportunità di fruire di team competenti, qualificati e dedicati in grado di produrre ricerche di mercato e di comunicazione personalizzate, con l’obiettivo di condividere occasioni di sviluppo del business. Metteremo a disposizione il nostro team che seguirà studenti con il fine di trovare occasioni di innovazione per il business delle nostre aziende clienti Fintech District di Sellalab e Copernico (www.fintechdistrict.com), X3 Energy (www.x3energy.it) e Footballove (www.footballove.it )».

Start-up protagoniste di analisi e proposte da parte degli studenti per i collective project sono:

Ethicjobs, modello innovativo di valutazione e certificazione della qualità del luogo di lavoro
Freeda, app e sistema che mira a rendere sicure le strade cittadine per le donne che vivono in città o che viaggiano da sole
PRS, impresa sociale nata per trasformare l’esperienza decennale di Paratissima in servizi su misura per artisti emergenti ed operatori del mondo dell’arte contemporanea
Sfashion Fruits, idea di business che mira a dare una seconda possibilità alla frutta e alla verdura invendute o scartate unicamente per motivi estetici, trasformandole in succhi, snack e marmellate.


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Innovazione

Un viaggio tra cultura e sostenibilità. Tutte le tappe del progetto “Ambiente e Cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo”

Giunge alla sua fase conclusiva il progetto di UCCA – Unione dei Circoli Cinematografici ArciAmbiente e Cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo”, finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU tramite avviso pubblico per la presentazione di proposte progettuali di capacity building per gli operatori della cultura, nell’ambito del PNRR, MISSIONE 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, COMPONENTE 3 – Turismo e cultura 4.0, MISURA 3 – Industrie culturali e creative, INVESTIMENTO 3.3 (Azione A I). Il progetto si poneva l’obiettivo di raccogliere i bisogni, mappare e condividere le buone pratiche relativamente ai temi della sostenibilità ambientale e della transizione ecologica.

Un viaggio in Italia, iniziato a febbraio e conclusosi nel mese di giugno, che ha fatto emergere la presenza di una diffusa consapevolezza tra gli operatori e le operatrici degli spazi UCCA circa l’esigenza di attuare delle politiche sostenibili, con la progressiva adozione di protocolli green che possono riguardare tutti quegli eventi, in primis i festival, che offrono al pubblico opportunità di visione e fruizione.

Il primo appuntamento si è svolto presso Kinetta, una piccola e importante realtà UCCA sita nel centro di Benevento che negli anni si è affermata come un punto di riferimento non solo per la promozione cinematografica, ma anche per la formazione rivolta a bambini e preadolescenti coinvolti nei corsi di cinema. Dopo una tappa romana, che ha coinvolto le e i dirigenti UCCA, è stata la volta di Saluzzo, dove, ospiti del Teatro Magda Olivero gestito dall’associazione Ratatoj, è stato chiesto alle e ai partecipanti di indicare le caratteristiche imprescindibili di un circolo di cultura cinematografica su cui poter intervenire per affrontare la transizione ecologica. Il lavoro è proseguito nelle tappe di Milano – appuntamento promosso durante le giornate di Equa, l’iniziativa nazionale di Arci dedicata al tema delle disuguaglianze sociali e delle politiche pubbliche atte a facilitare la loro eliminazione – e di Agrigento, nel meraviglioso scenario dello Spazio Temenos ospitato presso la Chiesa di San Pietro.

È stata poi la volta di Napoli, che ha visto le e i partecipanti coinvolti in diverse attività: una tre giorni di incontri presso la sede dell’associazione Arci Movie, storico sodalizio che da oltre trent’anni anima la vita culturale della città e del quartiere di Ponticelli alla periferia est. In questo contesto, l’incontro realizzato con Legambiente Campania con un focus sulla CER (Comunità Energetica e Solidale) NAPOLI Est di San Giovanni a Teduccio ha posto l’accento sul percorso intrapreso e sulle fasi di attuazione che hanno coinvolto i partner del progetto. 

Poi ancora Bari (presso “Officina degli Esordi”) Carbonia (presso la sede dell’associazione “Casa del Popolo” dove è intervenuta Florencia Santucho, esperta green manager del settore audiovisivo e cinematografico), Ferrara (negli spazi di “Officina Meca”) e Bologna (presso lo spazio del centro culturale “Porta Pratello”). Una serie di appuntamenti che hanno attivato una riflessione collettiva sul format di “spazio culturale” nella transizione verde, in un percorso di ricerca/azione che ha chiesto a operatori e operatrici di definire le caratteristiche di uno spazio di promozione culturale, confrontandosi su quanto emerso dalle fasi precedenti e identificando i bisogni in termini di competenze, risorse tecniche e strumentali, risorse umane.

“Ambiente e Cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo” ha, quindi, dato l’opportunità ai territori di dialogare tra loro, condividendo esperienze, risorse e visioni innovative sui temi della sostenibilità: se, infatti, risulta cruciale definire delle linee guida condivise su questi temi, appare altresì imprescindibile tener conto delle differenze territoriali, sociali ed economiche per l’attuazione delle stesse. Porre al centro i territori significa proprio questo: favorire una rete di cooperazione che rispetti e integri le specificità di ciascuna comunità, contribuendo a una transizione sostenibile e culturalmente ricca. “Priorità”  “Fattibilità” “Creatività” e “Coinvolgimento” sono le parole chiave che guidano il sempre più necessario lavoro di rete per garantire questa trasformazione.

E la creatività non manca di certo nelle azioni che sono già state messe in campo: c’è chi ha coinvolto la propria base sociale in laboratori di costruzione di arredi attraverso l’utilizzo di materiali di recupero e c’è chi promuove un riuso comunitario dei supporti culturali come riviste, libri, Blu-Ray, DVD e supporti audiovisivi in genere, trasformando questi beni in patrimonio comune che altrimenti andrebbe disperso, anche attraverso la promozione di iniziative ad hoc, come l’apertura di mediateche sociali o la promozione di spazi di bookcrossing. Chi ancora organizza degli swap party per abiti usati, rivolti in particolare alle e ai giovani, in concomitanza con iniziative culturali e mostre per creare momenti di aggregazione e promuovere la sostenibilità. A queste si affiancano azioni un po’ più basilari, come l’uso di materiali riciclabili o l’eliminazione dei bicchieri monouso, l’uso degli erogatori di acqua in luogo dei distributori automatici. Piccole azioni forse, che però testimoniano come ciò che è immediatamente applicabile venga subito adottato, manifestando non solo una diffusa e radicata consapevolezza sul tema ma anche un grado di capacità di “mettersi in azione” non scontato.

Nonostante, quindi, siano già molte le buone pratiche attivate dai circoli, maggiori criticità sono state individuate in relazione a quegli interventi che vanno ad incidere su azioni dirette di efficientamento energetico e riconversione verso fonti rinnovabili: un dato che restituisce il problema delle limitate risorse finanziarie per sostenere i costi della transizione e la mancanza di un’adeguata formazione in merito, anche rispetto al tema delle attrezzature e dotazioni tecniche a risparmio energetico, all’utilizzo di materiali di consumo e produzione che siano davvero “green”. 

Il bisogno di proseguire verso una maggiore sostenibilità da parte della rete UCCA e degli spazi culturali che la compongono, passa per una trasformazione interna dei singoli circoli che va dall’acquisizione di conoscenze e competenze fino alla sperimentazione di ulteriori pratiche ecosostenibili e all’individuazione di referenti ad hoc. Il tutto con l’obiettivo di coinvolgere, con azioni concrete di sensibilizzazione e informazione, la base di soci e il pubblico in generale che partecipano alle attività culturali e alla vita del circolo stesso, in una prospettiva di condivisione e co-progettazione degli interventi orientati verso la sostenibilità.

Proprio questa consapevolezza su quanto ancora si possa fare, unita alla profonda sensibilità verso la tematica affrontata, hanno determinato una disponibilità e un entusiasmo diffusi a partecipare alle attività di gruppo. Segno di come la modalità di partecipazione scelta – quella di un percorso partecipato e non puramente didattico o informativo, che fondasse, quindi, il proprio successo sul protagonismo delle operatrici e degli operatori e sulla valorizzazione della propria esperienza professionale, personale e associativa –  si sia rivelata vincente, creando un ambiente di collaborazione attiva e stimolante, capace di generare idee innovative e soluzioni condivise per affrontare le sfide della sostenibilità in maniera efficace e inclusiva.


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imprenditoria

Stefano Buono e Newcleo lanciano il progetto di una nuova torre – grattacielo a Porta Susa a Torino

Stefano Buono, fondatore e Ceo di Newcleo, ha annunciato l’intenzione di costruire una nuova torre nella zona di Porta Susa di fronte al grattacielo di Intesa Sanpaolo per localizzare la  sede italiana dell’ azienda.
Newcleo è una scaleup italo – inglese con sede a Londra, impegnata nello sviluppo di reattori nucleari di ultimissima generazione.  Stefano Buono immagina che la torri possa ospitare anche attività del Politecnico di Torino e la nuova sede di Liftt, la società di venture capital specializzata in investimenti deeptech, di cui Buono è presidente.
L’area prescelta per la nuova torre fa parte di un più ampio piano di riqualificazione urbana del Torino Innovation Mile che coinvolge oltre a Newcleo, il Politecnico di Torino, Ogr, Environment Park, Infra.To, Liftt, Nexto e Planet Smart City. I tempi per la realizzazione del progetto dovrebbero essere di tre anni dal momento in cui verrà finalizzato l’acquisto delle aree.
La nuova sede di Newcleo sorgerà su un’area di oltre 45 mila metri quadrati, di proprietà di FS Sistemi Urbani e utilizzerà i capitali del round di raccolta fondi da un miliardo di euro, annunciato lo scorso marzo che con altri round di finanziamenti porteranno a un totale di 3-4 miliardi di euro che saranno utilizzati per sviluppare due reattori in Francia e Regno Unito, un prototipo non nucleare  in Italia(nel laboratorio di Brasimone, sull’Appennino Bolognese e una fabbrica di combustibile nucleare.

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App

Aldilàpp, piattaforma digitale dedicata ai servizi cimiteriali

“L’innovazione digitale che parte dalla memoria: Aldilapp permette di onorare i nostri cari defunti, prendersi cura delle strutture che li accolgono attraverso una rete di servizi collegati. Per restare vicini, anche se distanti”. È quanto si legge nella presentazione del sito di Aldilàpp, una piattaforma digitale dedicata ai servizi cimiteriali. (altro…)


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