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Quando le notizie fanno il cambiamento : il giornalismo sociale dal sensazionale al fondamentale

Raccontare i fatti postivi oltre che quelli negativi aiuta a fare del giornalismo sociale e a stimolare il cambiamento come scrive Maddalena Maltese su Città Nuova

Il Seattle Times, uno dei principali quotidiani dello stato di Washington ha deciso di raccontare le scuole che funzionano, quelle che hanno ridotto le sospensioni da 700 giorni all’anno ad appena 8, quelle dove i poliziotti sono diventati mediatori educativi e quelle dove forum pubblici tra studenti e insegnanti hanno visto il declino delle risse e del bullismo. Il giornale nel giro di pochi mesi ha dovuto aprire un’intera sessione dedicata ai progetti educativi di successo e nell’ultimo anno ne ha dedicata una anche al mondo dei barboni e dei senzatetto che sono riusciti a ritrovare una dignità o che, al contrario, sono stati di sprone a una comunità per prevenire situazioni che ne accrescessero i numeri. Non si tratta solo di buone notizie, ma di «storie che identificano una malattia sociale e i rimedi che le persone mettono in campo creando di fatto soluzioni durature che incidono sulla comunità», spiega David Bornstein, direttore del Seattle Times che ha voluto sperimentarsi «nel giornalismo sociale non solo per cercare nuovi eroi, ma per mostrare con statistiche, esperti e fatti che la gente sa rimediare ai problemi, sa intraprendere un cambiamento e sa alimentare la speranza».

Bornstein, che ha un blog dedicato al Social Journalism (Giornalismo sociale) pure sul New York Times, ha verificato che i giornalisti desiderano raccontare i cambiamenti sociali senza nascondere i disagi o gli scandali, ma non vogliono neppure limitarsi solo a quelli. E poiché il business delle organizzazioni no profit e il volontariato mostrano numeri più in crescita, anche i lettori desiderano leggere e guardare le metamorfosi messe in atto dalle loro scelte civili.

Dawn Blackman era la classica donna di città che fino al 2003 non sapeva nulla di giardinaggio e agricoltura: vendeva vestiti. In un quartiere di Champaign, una cittadina dell’Illinois, considerato un deserto alimentare perchè vi trovi tutto il cibo spazzatura ma neppure una mela, Dawn ha regalato dei piselli a 10 bambini del quartiere che si fermavano a bere da lei. Ha capito che per loro era una novità perchè non avevano nessuna idea di come nascessero i piselli: per loro erano solo dei surgelati. Assieme alla sua giovane squadra, la donna, li ha piantati in un’aiuola vicina e dopo qualche mese vi hanno aggiunto patate e pomodori. Iniziato in maniera artigianale il piccolo orto è diventato oggetto di studio di un giovane universitario ed è poi stato preso sotto l’ala protettiva del master di giardinaggio dell’ateneo dell’Illinois. Nel 2006 è giunta però l’ingiunzione di pignoramento, ma la comunità è riuscita a salvare il progetto e oggi sono 72 gli orti che distribuiscono cibo a più di tremila persone. L’esperienza del coltivare insieme ha aiutato l’integrazione nel quartiere, dove si parlano ben otto lingue diverse, ma il lavorare la terra ha reso tutti uguali.

La storia degli orti sociali è stata intercettata dal Monitor, un quotidiano online che si è dato come mission quella di rintracciare persone ordinarie in grado di apportare straordinari cambiamenti e infatti la diffusione di questa notizia ha innescato un fattore emulazione non solo in altri quartieri che aggiungeranno 12 nuovi orti in più, ma anche in altre 100 città.

Il focus del giornalismo sociale si sposta «dal sensazionale al fondamentale», spiegano i creatori di De Correspondent, una start up di news online che ispiratasi all’esperienza di Seattle ha inaugurato la sua piattaforma ad Amsterdam e attraverso una raccolta fondi sponsorizzata sul web ha ricevuto un milione e 700mila euro inviati da 19 mila sottoscrittori. «Puntiamo ad una visione costruttiva del mondo e ci rifiutiamo di speculare sulle paure. Lavoriamo per scoprire le forze segrete che danno forma e sostanza alla nostra società». E queste forme segrete attraggono sempre più lettori, infatti i follower di De Correspondent sono diventati 34 mila in meno di 4 anni e il trend è in crescita anche per tanti dei giornali che ispirano i propri lettori ad essere attori di cambiamento sociale.


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Acqua

Terra Madre Salone del Gusto 2024: We Are Nature dal 26 al 30 settembre a Torino, Parco Dora

Torna Terra Madre Salone del Gusto 2024: We Are Nature dal 26 al 30 settembre a Torino, Parco Dora per individuare una nuova prospettiva che metta gli esseri umani dentro la natura, come parte del tutto.

Questo percorso è il frutto delle riflessioni che Slow Food ha avviato e condiviso a livello italiano e internazionale con la rete di soci, produttori e artigiani, cuochi, pastori e pescatori, istituzioni, realtà della società civile e partner in quasi 40 anni di storia dell’associazione (1986 nascita di Slow Food Italia) e in 20 anni di Terra Madre (2004 la prima edizione).

Il sito presenta il programma e un primo catalogo di espositori del Mercato e una prima tranche del programma di conferenze, Laboratori del Gusto e Appuntamenti a Tavola. A questi si aggiungono nei prossimi mesi molte altre presentazioni e degustazioni, e poi gli appuntamenti organizzati negli spazi dei partner e delle istituzion, e gli eventi Off organizzati in città cui possono contribuire con le proprie proposte circoscrizioni, associazioni, enti culturali e ricreativi.

Centrale, tra le tematiche, la riflessione sulle principali questioni di attualità – come la crisi climatica, il ruolo delle multinazionali nel sistema alimentare, la giustizia lungo la filiera del cibo, il futuro delle aree interne e delle terre alte, la concreta possibilità di nutrire l’umanità attraverso modelli agricoli che rispettino la natura -, grazie ai contributi di nomi di fama internazionale e alle testimonianze di attivisti e produttori.

Ad accogliere le persone in visita alla manifestazione i 3 mila delegati da 120 Paesi e gli oltre 600 espositori del Mercato italiano e internazionale. Tra questi sono circa 180 i Presìdi Slow Food che partecipano dall’Italia e dall’estero, un terzo in più rispetto a due anni fa. Tra le novità di quest’anno, l’ingresso riservato a buyer, operatori del settore, giornalisti e soci Slow Food dall’Italia e dall’estero – giovedì 26 dalle 10 alle 15 – che possono così visitare il Mercato e conoscere gli espositori in anteprima.

Organizzata da Slow Food, Città di Torino e Regione Piemonte, con il patrocinio del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, del Ministero del Turismo e del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Italian Trade Agency, la 15esima edizione della più importante manifestazione internazionale dedicata al cibo buono, pulito e giusto per tutte e tutti e alle politiche alimentari pone l’accento sulla necessità di una nuova relazione con la natura, attraverso il cibo, l’elemento più potente che ci riconduce alla terra, scegliendo come claim We Are Nature.

L’edizione 2024 di Terra Madre Salone del Gusto è resa possibile grazie a istituzioni e realtà private che a oggi hanno già confermato il loro supporto, tra questi citiamo i Main Partner: Camera di Commercio di Torino, Demeter, Iren, Lavazza Group, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy, Reale Mutua, UniCredit. Gli Inkind Partner: Acqua S.Bernardo, BBBell, Bormioli Luigi, Coop, Liebherr, Consorzio del Parmigiano Reggiano. I Green Partner: Anemotech, Cuki, GTT, Guillin Italia Spa, Planet Smart City, Ricrea e Tucano. Gli Area Partner: Environment Park, Fondazione Fossano Musica, FSC Italia, Gruppo ASA, Renault, Ricola e Sebach. Gli hospitality Partner: Federalberghi Torino, Terre Reali del Piemonte e Turismo Alpmed. Il sostegno di Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria, Fondazione Compagnia di SanPaolo, Fondazione CRT. Partner culturale è l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale. Mobility Partner è Bus Company.


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Eventi

Il 21 maggio Café interculturale – Dialoghi per lo sviluppo sostenibile

Martedì 21 maggio 2024, alle ore 9 presso la Sala Auditorium del Complesso Aldo Moro (via Sant’Ottavio, 18 – Torino), in occasione della Giornata mondiale UNESCO della Diversità Culturale per il Dialogo e lo Sviluppo, si svolge la prima edizione del “Café interculturale. Dialoghi per lo sviluppo sostenibile”. (altro…)


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Futuri possibili

La NASA ha prodotto ossigeno estraendolo dall’atmosfera di Marte

Una grande notizia arriva dalla NASA. L’agenzia spaziale americana ha infatti annunciato di essere riuscita ad estrarre ossigeno dall’atmosfera di Marte. L’operazione è stata resa possibile da MOXIE, uno strumento che ha generato un totale di 122 grammi di ossigeno da quando la missione Rover è sbarcata sul pianeta rosso nel 2021.

MOXIE ha completato con successo tutti i test e nella sua performance migliore è riuscito a produrre 12 grammi di ossigeno all’ora, il doppio degli obiettivi originali della NASA per lo strumento, con una purezza del 98% o migliore.

Come funziona MOXIE

MOXIE produce ossigeno molecolare attraverso un processo elettrochimico che separa un atomo di ossigeno da ciascuna molecola di anidride carbonica. I gas vengono ovviamente estratti dall’atmosfera di Marte e passando attraverso il sistema vengono analizzati per verificare la purezza e la quantità di ossigeno prodotto.

A cosa serve produrre ossigeno su Marte

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la produzione di ossigeno su Marte non sarebbe utile in prima battuta per permettere agli astronauti di respirare ma servirebbe soprattutto come fonte di propellente per razzi, necessario in grandi quantità per permettere il ritorno a casa degli astronauti.

Foto Credit: NASA/JPL-Caltech


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