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Sostenibilità

Anna Giordano, la signora dei falchi vince il premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno

È stato assegnato ad Anna Giordano, fondatrice dell’Associazione Mediterranea per la Natura che si occupa di antibracconaggio e nel Messinese di un centro di recupero della fauna selvatica, il Premio “Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno”, alla sua quindicesima edizione. Anna Giordano ha conquistato il cuore del pubblico, che si è espresso attraverso la consultazione online; sono stati oltre 5.000 i votanti da tutta Italia su www.premioluisaminazzi.it.

La cerimonia di consegna del Premio si è tenuta oggi pomeriggio, 3 dicembre, a Casale Monferrato (AL), la città piemontese teatro da alcuni anni dell’importante riconoscimento promosso da Legambiente e dalla rivista La Nuova Ecologia insieme al Comitato organizzatore composto da esponenti di diverse associazioni di Casale Monferrato. Il Premio, fin dalla sua istituzione, punta a valorizzare persone impegnate per il benessere della comunità, la diffusione del messaggio ambientale, l’innovazione d’impresa, la salvaguardia del territorio e dal 2012 è intitolato a Luisa Minazzi, morta nel 2010 di mesotelioma a soli 57 anni, dopo una vita spesa in trincea a difesa dell’ambiente come direttrice didattica, attivista e amministratrice comunale.

La storia di Anna Giordano, messinese, classe 1965, da sempre in prima linea a difesa della natura e da 25 anni nel WWF è quella che, quest’anno, più ha colpito il pubblico di tutta Italia.

Anna aveva solo 15 anni quando vide i bracconieri uccidere molti rapaci in migrazione. Per contrastare questo fenomeno, che coinvolge in Sicilia numerose specie migratorie e non, ha intrapreso nel messinese una lotta che le è costata minacce ed intimidazioni ma ha portato alla riduzione del fenomeno. Quarant’anni di impegno che ora vede le prede dei bracconieri, in primis il falco pecchiaiolo, nidificare dove prima le uccidevano. Giordano nel frattempo si è laureata in Scienze Naturali e si è specializzata in ornitologia, ha fondato l’Associazione mediterranea per la natura che si occupa di antibracconaggio e di un centro di recupero della fauna selvatica. Il suo impegno le è valso nel 1998 il Goldman Environmental Prize.

«L’unico grazie che mi aspettavo dalla vita era il volo libero dei falchi – ha dichiarato una emozionata Anna Giordano ricevendo il Premio –. Tutto quello che è arrivato dall’umanità è stato sempre una cornice intorno al falco che vola e questo premio so che viene dal cuore di tutti voi e lo sento ancora di più e mi dà energia. Prima si parlava di ottimismo e mi sono chiesta se io sono ottimista: no, ma come diceva Seneca, “mi indigno” e quindi vuol dire che nutro ancora speranza in un futuro migliore».

Accanto ad Anna Giordano erano candidati Associazione I Frattimi di Erbusco (Bs), che in ricordo di Lorenzo Corioni, volontario di Legambiente, ha dato vita a un intero bosco diffuso; Fabio Ciconte, fra i co-fondatori dell’associazione Terra!, di cui oggi è direttore, e portavoce di “Filiera sporca”, la campagna che ha contribuito ad approvare la legge contro il caporalato, autore di inchieste giornalistiche e reportage che hanno svelato il lato oscuro del cibo; Elsa Merlino, che con il suo intervento ha salvato a Povoletto (Ud) i “magredi” friulani, distese spontanee di vegetazione ricche di biodiversità e tutelate dalla Regione, minacciati da un cantiere; Coopventuno, start up per la rivendita di prodotti ecologici nata da un’idea di Massimiliano Noviello e Francesco Pascale, due amici impegnati nella lotta alla camorra; Giuseppe Vadalà, generale dei Carabinieri forestali, dal 2017 commissario unico per le attività di bonifica e messa in sicurezza delle discariche abusive oggetto di sanzione da parte dell’Ue; Carlo e Manuele Degiacomi, padre e figlio, impegnati nel campo della divulgazione, con particolare attenzione a ciò che concerne l’ambiente, la prevenzione e la tutela della salute; Massimo Vallati, ideatore di “Calciosociale”, progetto nato al Corviale, a Roma, per offrire un’opportunità ai ragazzi, trasformando i campi da calcio in palestre di vita.

Intervistati dalla giornalista Marina Maffei, hanno raccontato la scintilla che li ha portati ad impegnarsi attivamente, nella vita come nel lavoro, in nome di quei valori su cui si costruisce l’Italia migliore. Una narrazione non scontata, in linea con questi tempi dove prendere posizione e agire è sempre più necessario per la salvaguardia dell’ambiente e per dare un nuovo impulso vitale alla società.

«Per questi motivi noi consideriamo i finalisti del Premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’Anno, selezionati sulla base delle segnalazioni inviate dalla Giuria preliminare, come tutti vincitori. Le loro storie, così diverse ma accomunate dalla volontà di fare la differenza, sono state protagoniste anche del Festival della Virtù Civica ed hanno creato grande coinvolgimento non solo negli adulti ma anche nei tanti ragazzi degli istituti scolastici cittadini che hanno potuto incontrarli in questi giorni» commentano i coordinatori della manifestazione Vittorio Giordano e Marco Fratoddi.

La cerimonia di premiazione, con assegnazione di riconoscimenti a tutti i partecipanti, è stata aperta dai saluti istituzionali del Comune di Casale Monferrato, nella persona del sindaco Federico Riboldi, di Matilde Casa, sindaco di Lauriano e Ambientalista dell’Anno nel 2016, in rappresentanza dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese, del direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti, del direttore di La Nuova Ecologia Francesco Loiacono e di Gabriella Bionda in rappresentanza del Comitato organizzatore.

«L’edizione 2021 del Premio si conferma un’occasione preziosa per conoscere e riconoscere il valore di storie di autentica resistenza diffuse in tutta Italia e che tanto ci richiamano, ciascuna a suo modo, la determinazione e l’impegno concreto di Luisa Minazzi per i territori e le loro comunità. Quelle selezionate quest’anno sono esperienze e testimonianze di attenzione verso la natura e i diritti umani, di contrasto agli ecocriminali, ma anche di divulgazione originale dei temi ambientali, tutela della salute, attività comunitarie improntate alla costruzione di una società più giusta e più equa. Tutti temi che devono avere un ruolo sempre più centrale per una giusta transizione verso un futuro sostenibile», dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.

«In questo anno in cui l’Italia sta provando a ripartire, gli otto finalisti del Premio Ambientalista dell’anno sono l’esempio concreto di come la ripresa possa essere verde, innovativa e inclusiva. Le loro storie sono solo alcune di quelle che raccontiamo nel nostro mestiere di giornalisti ambientali, e siamo convinti che possano ispirare tutti noi a coltivare le passioni mettendole al servizio della collettività per il bene comune», aggiunge Francesco Loiacono, direttore di La Nuova Ecologia.

«Ancora una volta, grazie al Premio Luisa Minazzi Ambientalista dell’anno, scopriamo piccole e grandi storie, che ci fanno riflettere sul nostro contributo alla salvezza del pianeta e al miglioramento della società in cui viviamo. I complimenti, quindi, vanno ad Anna Giordano per essersi aggiudicata il prezioso, e ambito, premio, ma un elogio va anche a tutti i candidati, perché la loro testimonianza è prezioso esempio per tutti noi. Appuntamento al prossimo anno, certi che l’Ambientalista dell’anno e il Festival della Virtù Civica continueranno il cammino di sensibilizzazione e condivisione: da parte nostra proseguiremo a investire con determinazione nella cura e nello sviluppo del verde e delle buone pratiche ambientali», commenta il Sindaco Federico Riboldi.

«Il Festival della Virtù Civica e il Premio Luisa Minazzi – Ambientalista dell’anno sono l’occasione per comprendere che l’impegno a favore della comunità e dell’ambiente sono sempre vincenti, anche a costo di infrangere barriere e schemi. Buona volontà e competenza messi al servizio del prossimo sono ingredienti essenziali per vivere in modo empatico con la Terra e i suoi abitanti», afferma il presidente dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese Roberto Saini.

«Durante il Festival, accanto agli otto candidati abbiamo coinvolto numerosi ospiti, provenienti da settori diversi della società, per creare un racconto quanto più possibile sfaccettato della realtà e delle possibilità di incidere su di essa in modo positivo», aggiunge Marco Fratoddi, direttore artistico del Festival della Virtù Civica, promosso dalla rete delle associazioni che danno vita al Premio con il supporto della start-up Saperenetwork/Hub48 di Alba (Cn) e la collaborazione del Comune di Casale Monferrato, dell’Ente di gestione delle Aree protette del Po piemontese e della Rete Scuole Insieme di Casale Monferrato.

Durante il Festival della Virtù Civica, che vede il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e di Avis, Afeva, Equazione, Auser, Zaffiro Serramenti, Consorzio Casalese Rifiuti, Hic et Nunc, Krumiri Rossi, ai diversi incontri si è affiancata la proiezione del film documentario “Logos Zanzotto”, presentato alla scorsa edizione della Mostra internazionale del Cinema di Venezia che ripercorre la vita del grande poeta Andrea Zanzotto, da sempre ispirato dal paesaggio e dalla tutela dell’ambiente a fronte delle attività umane più indiscriminate e di cui ricorre quest’anno il centenario della nascita.

Inoltre, durante le giornate del 2 e del 3 dicembre, è stata aperta al pubblico anche la mostra “I folletti del crepuscolo” sulla vita dei pipistrelli e sui pregiudizi che li riguardano.

Tra gli ospiti coinvolti si segnala la presenza di Grammenos Mastrojeni, docente di Ambiente e Geostrategia in diversi atenei che si dedica da oltre vent’anni al tema degli sconvolgimenti climatici, già coordinatore per l’ambiente della Cooperazione allo sviluppo e Vicesegretario aggiunto dell’Unione per il Mediterraneo, con sede a Barcellona, presente nei principali negoziati internazionali e autore di diversi libri sul cambiamento climatico e le problematiche economiche, sociali e politiche che ne conseguono.


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Clima

Lo stato del clima in Europa nel 2023, il secondo anno più caldo. In due anni i ghiacciai delle Alpi hanno perso un decimo del loro volume

Il Copernicus ECMWF Climate Change Service  e la World Meteorological Organization hanno pubblicato il rapporto sullo stato del clima europeo ESOTC nel 2023. I dati sono presentati nel sito con molte infografiche
e corredati da animazioni. E’ stato l’ennesimo anno in cui gli impatti del Cambiamento Climatico hanno colpito milioni di persone.

Dai numerosi indicatori utilizzati si scopre che  il 2023 è stato l’anno più caldo o il secondo più caldo mai registrato, a seconda del dataset. I tre anni più caldi mai registrati per l’Europa si sono verificati tutti dal 2020 e i dieci più caldi dal 2007.

Il rapporto sullo stato europeo del clima rivela che l’Europa ha vissuto un numero record di giorni con “stress termico estremo” nel 2023. Dal 1970, il caldo estremo è stato la principale causa di decessi connessi al clima e al clima in Europa, con un notevole aumento dal 2000.
Le precipitazioni sono state complessivamente sopra la media del 7% con il fondamentale contributo della forte piovosità nei Paesi intorno al Mare del Nord; record di caldo per i mari, con anomalie fino a +5,5 °C in luglio e agosto nel Mediterraneo e di estensione degli incendi forestali, ma anche di portata dei fiumi in dicembre, con diffuse inondazioni in Europa centrale; inoltre i ghiacciai delle Alpi hanno perso un decimo del loro volume in appena due estati nel 2022 e 2023
Il rapporto rivela che nel 2023, un terzo della rete fluviale europea ha visto i flussi fluviali superare la soglia “alta” delle inondazioni, e il 16% superare la soglia “grave” e che la temperatura media della superficie del mare per l’oceano europeo è stata la più calda mai registrata. Parti del Mar Mediterraneo e dell’Oceano Atlantico nordorientale hanno visto la loro media annuale più calda mai registrata.

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