In Evidenza
A causa dei cambiamenti climatici cambiano i confini sul Cervino fra Svizzera e Italia
I cambiamenti climatici hanno anche degli effetti probabilmente inatesi sui rapporti internazionali dato che lo scioglimento dei ghiacciai ha determinato il cambiamento del confine naturale che delimita l’Italia e la Svizzera.
Il Consiglio federale elvetico ha approvato le nuove linee di confine tra Italia e Svizzera nella zona del Cervino, oltre che quelle tra Francia e Svizzera nell’area di Ginevra. Lo Stato italiano deve ancora ratificare i cambiamenti.
Il rifugio italiano Guide del Cervino resterà nel Comune valdostano di Valtournenche. La linea di demarcazione a Sud sarà segnata dalla Gobba di Rollin, mentre a Est il limite passerà sulla Testa Grigia, dove arriva la teleferica metà italiana e metà svizzera.
Il comunicato del consiglio federale elvetico
Nelle regioni di alta montagna tratti significativi del confine italo-svizzero sono definiti dalla linea spartiacque rappresentata dal crinale dei ghiacciai, dei nevai o delle nevi perenni. Tuttavia, con lo scioglimento dei ghiacciai, questi elementi naturali evolvono e ridefiniscono il confine nazionale quando questo viene determinato in modo dinamico.
Proposta della Commissione mista per la manutenzione del confine italo-svizzero
In considerazione della reciproca volontà della Svizzera e dell’Italia di rettificare il confine nazionale nelle zone della Testa Grigia/Plateau Rosa, del rifugio Carrel e della Gobba di Rollin, la Commissione mista per la manutenzione del confine italo-svizzero ha concordato nel maggio 2023 un progetto di convenzione concernente la rettifica del confine tra i due Paesi, conformemente agli interessi economici delle due parti.
Trattandosi di una rettifica minore del confine ai sensi dell’articolo 24 capoverso 1 della legge sulla geoinformazione, il Consiglio federale è autorizzato a stipulare autonomamente questa convenzione. Ha quindi approvato la firma della convenzione tra la Svizzera e l’Italia concernente la rettifica del confine tra i due Paesi.
Il processo di approvazione della firma della convenzione è attualmente in corso in Italia. Una volta che le due parti l’avranno firmata, la convenzione sarà pubblicata e la rettifica sarà messa in atto.
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In Evidenza
Cittadinanzattiva: a 21 anni dal crollo della scuola di San Giuliano di Puglia, resta ancora tanta strada da fare per la sicurezza delle scuole
È un anniversario triste quello del 31 ottobre, perché ci ricorda che, a causa dell’imperizia e dell’irresponsabilità umana, 27 bambini e la loro insegnante rimasero schiacciati dal crollo della sopraelevazione della loro scuola, Francesco Jovine, di San Giuliano di Puglia (CB). È importante ricordare quelle piccole vittime e le loro famiglie lacerate, insieme a tutte le altre che ci sono state a causa della mancanza di sicurezza strutturale delle scuole (Ilaria a Zagarolo, Vito a Rivoli, gli studenti e il giovane vigilante della Casa dello Studente a L’Aquila). (altro…)
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Acqua
A Valencia un disastro climatico porta 95 morti e dispersi imprecisati. E’ il più grande disastro naturale in Spagna
L’alluvione che ha colpito Valencia nel 2024 è stata un evento climatico di proporzioni drammatiche, causata dal passaggio di un fenomeno DANA (Depresión Aislada en Niveles Altos), noto in spagnolo come Gota Fria che ha riversato nella regione una quantità di pioggia senza precedenti.
In meno di 8 ore, si sono accumulati circa 445 millimetri di pioggia, una quantità che solitamente si raccoglie in un intero anno. Questo fenomeno ha trasformato le strade in fiumi, bloccato numerosi trasporti e causato vasti danni strutturali, con interruzioni nelle linee ferroviarie ad alta velocità e nella viabilità locale. I voli sono stati deviati e diverse aree risultano isolate o difficilmente raggiungibili.
Le immagini dell’alluvione mostrano scenari devastanti, con veicoli sommersi, edifici allagati e campi agricoli completamente devastati. La priorità attuale è il recupero dei dispersi e il ristabilimento dei collegamenti essenziali, mentre le previsioni meteorologiche mantengono un rischio di ulteriori precipitazioni nei giorni seguenti, aggravando ulteriormente la situazione
La disastrosa alluvione che ha colpito la provincia di Valencia nel pomeriggio-sera di ieri, martedì 29 ottobre, è stata innescata da una serie di nubifragi autorigeneranti sviluppatisi all’interno della medesima depressione che nello scorso weekend aveva interessato il Nord-Ovest italiano con eventi alluvionali tra Savona e Genova, in Valle Bormida e in Toscana, e che poi, ormai isolata dal flusso perturbato principale delle medie latitudini (cut-off) è andata a localizzarsi intorno a Gibilterra. Il drammatico bilancio dell’evento è in continua evoluzione, per ora sono accertati 70 morti, ma i dispersi sono a decine.Secondo AEMET, l’agenzia statale di meteorologia della Spagna, la precipitazione più intensa è stata registrata a Chiva, nell’entroterra 35 km a Ovest della costa di Valencia, con ben 491,2 mm in otto ore (pari alla media di un anno!), di cui 160 in un’ora. Si tratta di un valore tra i più elevati storicamente noti in Europa e nel bacino del Mediterraneo, all’incirca del medesimo ordine di grandezza dei 472 mm caduti in un tempo tuttavia ancora più breve (6 ore) il 25 ottobre 2011 a Brugnato (La Spezia), responsabili dell’alluvione delle Cinque Terre e della Val di Vara, e dei 496 mm piovuti sempre in 6 ore il 4 ottobre 2021 a Montenotte Inferiore (Savona), attuale record italiano su tale intervallo orario (precipitazioni tuttavia avvenute in territori mediamente abituati a ricevere e smaltire il triplo della pioggia annua di Valencia). Sono quantità che nessun territorio, anche se correttamente (e giustamente) manutenuto, può sopportare senza gravi conseguenze.
D’altra parte la Comunità Valenzana non è nuova a questo tipo di episodi, essendo anzi tra le zone maggiormente propense allo sviluppo di violenti nubifragi autorigeneranti in Europa e in tutto il bacino del Mediterraneo, insieme alla Catalogna, al Midi francese (dove si parla di épisodes cévenols o méditerranéens) e alla Liguria, trovandosi alle spalle di un mare caldo che dispensa enormi quantità di energia e vapore acqueo per lo sviluppo dei sistemi temporaleschi, con la complicità di fattori orografici e dinamici locali. Un altro evento drammatico avvenne proprio a Valencia il 14 ottobre 1957 causando almeno 81 vittime per il violento straripamento del fiume Turia che attraversava la città, e di cui – a seguito dell’episodio – venne deciso lo spostamento dell’alveo di 3 km, a sud dell’area metropolitana, dove si trova attualmente.
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Economia circolare
Caffè: più di uno su 3 è in capsula ma solo il 6% sono compostabili
Nel corso degli anni il mercato del caffè in capsule è cresciuto considerevolmente: ogni 100 grammi di caffè torrefatto venduto in Italia – rivelano i dati Mediobanca relativi al 2022 – oltre 37 sono contenuti nelle capsule monouso e altri 6 nelle cialde. In parole povere: poco meno della metà, una cifra sostanzialmente analoga a quella della moka (47,5 grammi). (altro…)
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