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COP28 il documento finale punta alla transizione fuori dai combustibili fossili non all’uscita

Dopo una lunga discussione diplomatica è stato trovato in extremis un compromesso per superare lo stallo e trovare un accordo alla Cop28 di Dubai sulla lotta al cambiamento climatico.

Il documento finale della Cop28 invita i Paesi a “transitare fuori dai combustibili fossili” e in effetti la parola chiave non è abolizione ma transizione. Infatti se è  la prima decisione di una conferenza Onu sul clima che parla del destino di tutti i combustibili fossili come petrolio, gas e carbone lo stesso testo introduce il termine “uscita” richiesto dai paesi più ambiziosi verso il salvataggio del clima, rifiutato dai paesi produttori.

I 198 delegati alla Cop28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, hanno approvato il ‘Global Stocktake’, il bilancio degli impegni e che comprende le azioni per ridurre le emissioni di gas serra.

Per il presidente della ventottesima edizione della Coop, Sultan al Jabe :

Per la prima volta in assoluto nella storia delle Cop abbiamo scritto combustibili fossili nel testo. Siamo ciò che facciamo non quello che diciamo, quindi sono importanti le azioni che metteremo in campo.

Secondo Simon Stiell Climate Change Executive Secretary :

La COP28 doveva segnalare una brusca frenata al problema climatico fondamentale dell’umanità: i combustibili fossili e il loro inquinamento che brucia il pianeta. Anche se a Dubai non abbiamo voltato pagina sull’era dei combustibili fossili, questo risultato è l’inizio della fine. Queste conferenze sul clima sono un processo basato sul consenso, il che significa che tutte le parti devono concordare su ogni parola, ogni virgola, ogni punto. Questo non è facile. Non è affatto facile. Senza di loro saremmo diretti verso un riscaldamento vicino ai 5 gradi. Una vera e propria condanna a morte per la nostra specie. Attualmente siamo orientati verso poco meno di 3 gradi. Ciò equivale ancora a sofferenze umane di massa, per cui la COP28 ha dovuto spostare ulteriormente l’ago della bilancia. Il bilancio globale ci ha mostrato chiaramente che i progressi non sono abbastanza rapidi, ma innegabilmente stanno accelerando.

Per mantenere l’obiettivo di aumento medio della temperatura globale entro i 1,5 gradi centigradi, i Paesi ricchi come Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Germania e Canada , le cui economie sono meno dipendenti dall’estrazione di fonti fossili  dovrebbero iniziare a eliminare gradualmente l’estrazione di combustibili fossili entro il 2031. In ogni caso, l’estrazione di carbone, petrolio e gas dovrebbe cessare in tutto il mondo entro il 2050 per salvare il clima.

La seduta finale plenaria della COP28

Lunedì 11 dicembre la  la COP28 ha visto una inedita protesta con centinaia di partecipanti che hanno accolto i delegati in fila, tenendosi per mano con la richiesta di arrivare a un accordo per eliminare i combustibili fossili entro il 2050. La fila si è formata fuori da una sala riunioni dove avrebbe dovuto tenere una conferenza stampa il presidente della COP28, Sultan Al-Jaber, che è anche il leader della compagnia petrolifera nazionale degli Emirati.

 


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Eventi

 Fridays for Future Italia torna in piazza il 19 e 20 Aprile contro gli interessi che ostacolano giustizia climatica e sociale

 Fridays for Future Italia torna in piazza il 19 e 20 Aprile contro gli interessi che ostacolano giustizia climatica e sociale inasprendo o generando instabilità e un conflitto mondiale a pezzi.

Quest’anno il movimento scenderà in piazza insieme ai movimenti palestinesi per chiedere anche un cessate il fuoco immediato e permanente in Palestina. Come afferma Martina Comparelli, attivista di Fridays For Future Milano: “Gli interessi delle lobby fossili continuano a finanziare gli Stati responsabili di guerre, colonialismo e genocidi, come per esempio accade nel caso del Piano Mattei di ENI voluto dal governo Meloni. La stessa ENI a fine Ottobre 2023 ha firmato un accordo con chi colonizza la Palestina, per esplorare giacimenti di gas nelle acque di Gaza, rendendosi a pieno titolo complice del genocidio del popolo palestinese.”

Inoltre, è stato annunciato uno sciopero di tutta la giornata di venerdì 19 aprile da parte del sindacato Sisa per tutto il personale docente, dirigente e ATA, sia di ruolo che precario, sia in Italia che all’estero. Questo sciopero rappresenta un’importante mobilitazione nel settore dell’istruzione, sottolineando l’urgenza di affrontare le sfide attuali legate alla giustizia climatica e sociale anche nel contesto educativo.

Il movimento climatico chiama a raccolta tutte le realtà che lottano per la giustizia climatica e sociale, per la costruzione di un futuro condiviso e più equo per tutti. “Abbiamo bisogno di riprenderci il futuro. Di agire per il benessere collettivo, fermando i progetti fossili confermati con il Piano Mattei come il raddoppio del gasdotto Tap, realizzando qui come altrove una transizione a pianificazione democratica” aggiunge Comparelli.

Di transizione e Piano Mattei si parlerà anche al prossimo G7 in Puglia, a giugno, ma gli già insufficienti impegni presi nell’edizione precedente non vedono ancora un riscontro nelle politiche italiane, come spiega Michele Ghidini, attivista di Fridays For Future Brescia: “Serve una spinta decisa verso l’uscita dal fossile: se vogliamo davvero rimanere i +1.5°C dobbiamo seguire le indicazioni che la scienza ci ha dato già da tempo. L’ultimo rapporto dell’IPCC è chiaro: la transizione deve essere accelerata accompagnandola con misure di riduzione delle disuguaglianze come la cancellazione del debito.”

Le date di mobilitazione sono annunciate in collaborazione con altre realtà sociali, sindacali e transfemministe, tra le quali il collettivo di fabbrica GKN e Giovani Palestinesi Milano. Come dice Alessandra Pierantoni, attivista di Fridays For Future Forlì: “Vogliamo mostrare che un’alternativa è non solo possibile, ma desiderabile. Abbiamo bisogno di un intervento pubblico ora che operi ora e massicciamente per assicurare una transizione equa partendo dai bisogni di base, che coinvolga anche il mondo del lavoro, in modo da creare nuovi posti in tutti i settori necessari e adottare politiche di inclusione economica e sociale. Nessuno/a deve essere lasciato indietro.”


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