Difesa Ambiente
Around punta a rivoluzionare il food packaging per eliminare il monouso
![](https://www.massa-critica.it/wp-content/uploads/2022/12/imballaggi-riutilizzabili.jpg)
Gli imballaggi monouso sono un problema crescente, con una stima di quasi 200 milioni di tonnellate solo nei nostri oceani, rappresentano ormai il 36% dei rifiuti prodotti in Europa. Basti pensare che un contenitore monouso, che viene usato in media per 60 minuti, si smaltisce in circa 100 anni.
Molta scienza è stata dedicata ai materiali biodegradabili, ma questi sono solitamente costosi e quasi mai riciclati o compostati a causa della mancanza di adeguate infrastrutture di raccolta e riciclaggio. Esistono anche tradizionali sistemi di riutilizzo basati sui depositi, ma questi non sembrano essere efficaci poiché non possono far fronte alla complessità del compito.
Con l’obiettivo di ridurre i rifiuti degli imballaggi monouso è nato Around, il primo servizio sostenibile di packaging riutilizzabile attivo in Italia, digitale e senza deposito per offrire un’alternativa sostenibile a locali e consumatori.
Around ha costruito una piattaforma tecnologica per il riutilizzo dove, a partire dalla consegna del cibo e dal consumo da asporto, offre a ristoranti, mense e supermercati contenitori riutilizzabili di alta qualità a un prezzo a utilizzo inferiore a quello dei monouso. I consumatori prendono in prestito i contenitori gratuitamente, quindi li restituiscono in uno qualsiasi dei locali del network.
L’obiettivo è rivoluzionare il mondo del food packaging ed eliminare il monouso, creando un beneficio per ambiente, città e cittadini.
I contenitori Around, infatti, possono essere usati più di 200 volte e il loro utilizzo è tracciato attraverso l’app Aroundrs, disponibile su Apple store e Google play, con cui viene gestito il processo di presa e consegna.
I ristoratori possono sottoscrivere un abbonamento con vantaggi e servizi differenti in base alle proprie esigenze e diminuire la propria impronta ambientale riducendo la quantità di rifiuti da imballaggio nei servizi di asporto e delivery.
I clienti, invece, attraverso l’applicazione Aroundrs possono visualizzare i ristoranti che hanno aderito al progetto da cui noleggiare gratuitamente il packaging Around per il loro asporto e restituirlo entro sette giorni. Del lavaggio si occupa il ristorante stesso, a meno che non abbia accesso al servizio extra di lavaggio centralizzato di Around.
Ogni singolo utilizzo è tracciato in maniera da poter quantificare in tempo reale il beneficio ambientale derivante dall’utilizzo del servizio e poterlo certificare agli utilizzatori.
Up2you ha calcolato che grazie ai suoi 200 riutilizzi un solo contenitore Around è in grado di risparmiare 25 kg di CO2, con una performance nettamente superiore rispetto alle alternative usa e getta in carta, alluminio e bioplastica.
I contenitori sono appositamente progettati per l’utilizzo in un contesto non domestico, sono lavabili in lavastoviglie e possono essere utilizzati in micro onde e in freezer per conservare gli alimenti, garantendo performance sul mantenimento del calore, gestione dei cibi liquidi e successivi processi di sanificazione da parte dei locali (Haccp)
I locali possono inoltre vendere i prodotti direttamente attraverso l’applicazione, collegati già con i contenitori, e scontarli, grazie al programma Zero Food Waste, per ridurre l’invenduto.
L’infrastruttura dell’applicazione, infine, è pensata in modalità open, con microservizi (API) in grado di essere utilizzate da partner che intendano integrare il servizio all’interno di una propria iniziativa territoriale o offerta, anche in ottica di filiera produttiva.
«Dopo anni in cui ci si è affidati al modello lineare, i suoi costi nascosti in termini economici e ambientali sono diventati chiari e ci hanno portato a dover considerare una prospettiva migliore: quella che valuta i materiali come risorse e non come rifiuto – racconta Giulia Zanatta, co-founder e amministratrice di Around – Ripensiamo a un percorso circolare del sistema, costruito sulla tecnologia e l’efficienza per catturare e mantenere il valore a lungo termine delle risorse. Questo cambiamento di prospettiva impatta positivamente ogni parte della catena del valore e crea un framework di cooperazione e condivisione globale dove città e comunità costruiscono economie che riducono costi, accrescono l’efficienza e proteggono l’ambiente».
Nata nel corso del primo lockdown per far fronte all’aumento di sprechi dovuto all’impennata della domanda di servizi di asporto e consegna a domicilio, Around si sta diffondendo anche a Torino, oltre ad essere presente a Roma, Firenze e Milano.
Nelle scorse settimane ha lanciato una campagna di crowdfunding, insieme a Banca Etica sulla piattaforma Produzioni dal Basso, per ampliare il network dei locali che mettono a disposizione dei propri clienti i contenitori riutilizzabili di Around.
L’obiettivo è raccogliere 15 mila euro che permetteranno di mettere il servizio a disposizione, gratuitamente, per 100 locali in tutta Italia, riducendo di 1 tonnellata di Co2eq l’impatto ambientale derivante dall’utilizzo dei contenitori monouso.
In questo viaggio, Around non è sola, ma è accompagnata da una rete di realtà che si occupano di implementare, diffondere e misurare pratiche di sostenibilità: Mercato Circolare, Up2You, Plastiz, Legambiente, GreenTo, Make It Tasty, Impact Deal e Torino City Lab, il laboratorio di innovazione del Comune di Torino.
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Ambiente
Alta Quota: montagna e crisi climatica da un punto di vista cinematograficamente inedito
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Si intitola “Alta Quota”, il nuovo documentario dei registi Fabio Mancari, Giacomo Piumatti e Stefano Scarafia, frutto di una co-produzione italo-francese, in corso di realizzazione durante il 2024 in diverse località dell’arco alpino. Il film vuole mostrare la situazione odierna e le condizioni di vita in alta montagna, partendo dal punto di vista, cinematograficamente inedito, di chi gestisce rifugi oltre i tremila metri di altitudine (i cosiddetti “rifugisti”), donne e uomini alle prese ogni giorno con nuove sfide: da quelle ambientali e logistiche fino alla gestione delle diversi tipologie di turismo che si sovrappongono in quota, con differenti necessità e visioni.
«Si tratta di un documentario dal taglio osservativo autoriale, che affronta il tema della montagna mettendone in luce alcuni aspetti-chiave, a partire dagli effetti del cambiamento climatico -spiegano i registi- L’idea è di raccontare, senza pregiudizi, uno spaccato di questo mondo di frontiera tra uomo e natura, con le connessioni tra chi vive in alta quota, a volte in condizioni estreme, chi fa dell’alpinismo una ragione di vita e chi frequenta questi territori anche in modo occasionale e, a volte, più inconsapevole. Un mondo dove tradizione e modernità vengono a contatto e spesso si scontrano».
“Alta Quota” sviluppa, in particolare, le storie di quattro rifugi (in Italia, Francia e Svizzera) e di chi li gestisce, due donne e due uomini (e una bambina): professionisti dell’ospitalità montana, al servizio di alpinisti esperti e di turisti avventurosi; persone che si trovano ad affrontare una natura potente, a volte ostile e oggi sempre più minacciata dal cambiamento climatico. Qui la sopravvivenza dipende, oggi più che mai, dalla loro capacità di adattarsi alle condizioni climatiche e al territorio.
«Salvo rare eccezioni, finora l’alta montagna è stata raccontata, tanto nel cinema quanto nella letteratura, attraverso grandi imprese, avventure mitiche o sfide estreme di alpinisti eroici -proseguono Mancari, Piumatti e Scarafia- Nel nostro film, di eroi, non ce ne sono. Il punto di vista è quello di personaggi da sempre ai margini di quest’epica: i rifugisti. Anello di congiunzione tra gli eterogenei frequentatori di un mondo in bilico tra l’immaginario romantico di un tempo, quando le Alpi sembravano eterne e immutabili, da esplorare e conquistare con sacrificio e a sprezzo della vita, e la realtà di oggi, turistica e pop, in cui da scoprire è rimasto poco o niente, e che rappresenta un importante indotto economico a cui è difficile rinunciare. I nostri protagonisti sono persone normali che gestiscono situazioni straordinarie, tentando ostinatamente di mandare avanti le loro vite e le loro attività, confrontandosi con i propri limiti e le proprie (e altrui) ambizioni. Il tutto in un luogo pieno di conflitti estetici e narrativi, che gli si sta letteralmente sfaldando intorno, tra ghiacciai che scompaiono, interi pendii che si sgretolano e rifugi che crollano».
E così “Alta Quota” diventa un documentario che fotografa un mondo destinato a mutare inesorabilmente e che necessita -urgentemente- di un cambio di paradigma da parte di chi lo frequenta e di chi ci lavora. Un documentario che racconta il presente (in qualche modo forse già la memoria), ma parla anche di futuro.
“Le Alpi si stanno sgretolando a causa della crisi climatica. Le conseguenze dell’aumento delle temperature sono ovunque sotto gli occhi di tutti, ma le montagne si stanno surriscaldando a velocità doppia rispetto al resto: per questo, in alta quota, l’impatto risulta ancora più devastante. I ghiacciai stanno sparendo, il permafrost si scioglie… vivere lì diventa sempre più estremo”
“Alta Quota” (Italia – Francia, 80’, colore, in lavorazione) è prodotto da Stuffilm, Pulp Films e L’Eubage; ha già ricevuto il contributo allo sviluppo da parte della Film Commission Torino Piemonte e il sostegno alla produzione da parte della Film Commission Valle d’Aosta; è inoltre sostenuto dal Club Alpino Svizzero e dal Club Alpino Francese, che ne garantiscono la distribuzione capillare nei rispettivi territori nazionali, con un pubblico potenziale di centinaia di migliaia di soci interessati ai temi del film.
I registi hanno una vasta esperienza nella realizzazione di documentari di montagna e hanno partecipato a importanti Festival internazionali (Berlinale, Locarno, Trento Film Festival, Pakistan International Mountain Film Festival, Cinemambiente e Cervino Mountain Film Festival). I loro film sono stati trasmessi in televisione (Sky e Rai), proiettati nei cinema italiani e sono disponibili in streaming su piattaforme come Amazon Prime Video, Netflix e Rakuten Tv.
Rispetto al tema del cambiamento climatico in montagna è inoltre prevista una prestigiosa collaborazione con Ice Memory, iniziativa scientifica internazionale riconosciuta dall’UNESCO, e in particolare con i co-fondatori italiani della Fondazione Ice Memory: l’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Università Ca’ Foscari Venezia. Ice Memory si pone l’obiettivo di raccogliere e conservare campioni prelevati dai ghiacciai di tutto il mondo che potrebbero scomparire o ridursi a causa del riscaldamento globale, per metterli a disposizione delle future generazioni di scienziati.
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11 dicembre è la Giornata Internazionale della Montagna
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La Giornata Internazionale della Montagna è stata creata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2003 il giorno 11 dicembre, con eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dello sviluppo sostenibile e della preservazione dei territori montani, intesi come sistemi economici, sociali, culturali e identitari unici, da cogliere in positivo come punto di partenza per ripensare un modello globale. (altro…)
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Roma. Mosaico Verde: riqualificati oltre 3 milioni di mq di aree verdi
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Rendere più verdi e resilienti le città, ripristinare parchi e boschi in condizioni di abbandono, ricreare oasi naturali di biodiversità andate perdute, nutrire e ospitare api e gli altri insetti impollinatori: sono questi alcuni degli importanti obiettivi raggiunti da Mosaico Verde, la Campagna nazionale per la riqualificazione delle aree urbane ed extraurbane e la tutela dei boschi esistenti, promossa da AzzeroCO2 e Legambiente. (altro…)
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