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Carovana Salvacibo: in un anno distribuite 246 tonnellate di aiuti alimentari a Torino

246 tonnellate di frutta e verdura recuperata e ridistribuita a più di 50 tra associazioni, enti e gruppi informali che si occupano di sostenere la popolazione torinese e fronteggiare una emergenza alimentare che si fa sempre più pesante. Questo è il bilancio del primo anno di attività della Carovana Salvacibo a Torino, il progetto che mette insieme la solidarietà e l’ambiente attraverso il contrasto allo spreco di cibo promosso dall’Associazione Eco dalle Città.

Nata a causa della chiusura del mercato di Porta Palazzo in occasione del primo lockdown e supportata dal Comune di Torino e dall’Unione Buddhisti Italiani, la Carovana Salvacibo in un anno di attività ha sostenuto concretamente tutte quelle realtà che nella città di Torino stanno contrastando, con la distribuzione di aiuti alimentari, la crisi generata dalla pandemia. Una attività che vede gli Ecomori (migranti e richiedenti asilo impegnati in azioni e progetti ambientali) e le Sentinelle dei Rifiuti recuperare l’invenduto del CAAT (Centro Agro Alimentare di Torino) e di Battaglio per poi distribuirlo nella città di Torino grazie al furgone della Rete delle Case del Quartiere di Torino.

I dati della Carovana Salvacibo

Il lavoro svolto quotidianamente dalla Carovana a Torino permette di fornire una prima valutazione, non esaustiva, dell’impatto dell’emergenza alimentare in città. Dai dati raccolti e sviluppati emerge che la maggiore richiesta di cibo proviene dai quartieri a nord-est della città. Infatti ben il 68% del cibo recuperato viene distribuito tra le circoscrizioni 6, 7 e 8. Parliamo principalmente dei quartieri di Aurora, Barriera di Milano e San Salvario dove la crisi sta mettendo a dura prova le aree dove il reddito pro capite dei residenti è tra i più bassi della città. Emerge con forza l’assunto che vede i ceti più bassi essere tra i soggetti che maggiormente vengono colpiti dalla crisi e specialmente, come sempre accade nelle aree fortemente urbanizzate, la crisi economica è sempre legata a quella alimentare.

Da quando, il 7 aprile 2020, è cominciata l’azione della Carovana sono state distribuite 246 tonnellate di frutta e verdura. In cima alla classifica del prodotto più recuperato e distribuito ci sono le banane con 58,4 tonnellate, seguite a distanza dai pomodori (22,2 tonnellate) e dalle patate (20,9 tonnellate). Mentre i prodotti meno distribuiti sono stati i piselli (6 kg), barba di frate (6 kg) e olive (2 kg). Se da un lato la frutta e la verdura recuperata segue un andamento legato alla stagionalità dei prodotti e alle produzioni agricole europee, dall’altro emerge con forza come il prodotto più distribuito siano proprio le banane e quindi un prodotto non di produzione europea e disponibile tutto l’anno. Questa apparente “stortura” del flusso di cibo recuperato e distribuito in città è legata la fatto che il principale (intenso come singola azienda) sostenitore della Carovana Salvacibo sia Battaglio S.p.a. uno delle più importanti aziende italiane che commercializzano frutta esotica e che proprio a Torino ha sede uno centri italiani di maturazione delle banane.

Dove va a finire il cibo recuperato dalla Carovana Salvacibo?

Da quando è cominciata l’azione della Carovana Salvacibo sono state 54 le realtà che hanno ricevuto aiuti alimentari con una media di 1800 beneficiari a settimana. La forza dell’iniziativa ha permesso di creare una rete di muto soccorso che ha messo insieme enti e organizzazioni molto diverse tra loro ma accomunate dalla necessità di soccorrere la popolazione torinese. Dalle parrocchie alle moschee, dai centri sociali ai progetti istituzionali la Carovana Salvacibo, ma soprattutto lo spirito che anima e ha animato queste realtà, è riuscita a portare cibo a tutti “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, come piace dire a Oumar Fofana (migrante della Costa d’Avorio che lavora fin dal primo giorno all’avventura della Carovana).

Durante l’anno molte di queste organizzazioni hanno dovuto fermarsi a loro malgrado. Attualmente la Carovana Salvacibo distribuisce tutte le settimane frutta e verdura alle seguenti realtà: Arci Torino, Associazione dei Sardi in Torino “Antonio Gramsci”, Associazione Aizo, Acfil, Associazione Husson, Bagni Pubblici di Via Agliè, Casa del Quartiere di San Salvario, Cecchi Point, Presenza Solidare, Associazione Cenacolo Eucaristico della Transfigurazione, Comitato Inquilini Case Bianche, Cottolengo, Cucine Solidali Torino, Associazione Amici di via Revello, Parrocchia Gesù Salvatore, Parrocchia Sacro Cuore di Maria, Parrocchia Santa Croce, Parrocchia Santa Maria di Nazaret, Parrocchia Maria Speranza Nostra, Sermig, Ristorante Il Giardino, Associazione Islamica di Torino.


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Presentate ad Alba le nuove Linee Guida per la gestione dei rifiuti durante gli eventi

Sono state presentate ad Alba le nuove Linee Guida per la gestione dei rifiuti durante gli eventi dopo i buoni risultati nella gestione dei rifiuti registrati durante Collisioni e il Baccanale dei borghi della Fiera del tartufo. (altro…)


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Economia circolare sui rifiuti d’imballaggio, riuso e riciclo: partiamo dalle basi

Come parte del Green Deal europeo e del nuovo piano d’azione per un’economia circolare, la Commissione europea ha proposto una revisione della PPWD nel novembre 2022. L’obiettivo dell’iniziativa di revisionare il piano d’azione è assicurare che tutti gli imballaggi siano riutilizzabili o riciclabili in modo economicamente fattibile entro il 2030. Si mira a rafforzare i requisiti essenziali per l’imballaggio al fine di garantirne il riutilizzo e il riciclo; inoltre sono previste misure per affrontare l’eccesso di imballaggi e ridurre i rifiuti d’imballaggio. La proposta, che era nelle mani dei co-legislatori, è stata affrontata e messa ai voti in sede di plenaria del Parlamento europeo a novembre di quest’anno; la votazione si è conclusa con con 426 voti a favore, 125 contrari e 74 astensioni. Ma torniamo un attimo indietro: cos’è l’economia circolare?

Cos’è l’economia circolare?

L’economia circolare è un modello economico progettato per ridurre al minimo lo spreco di risorse e promuovere un utilizzo più sostenibile delle stesse. A differenza del tradizionale modello lineare “prendi, produci, usa e getta”, in cui i prodotti vengono fabbricati, utilizzati e poi eliminati, l’economia circolare si concentra sull’estensione della vita utile dei prodotti e sulla massimizzazione del recupero e del riutilizzo dei materiali.
Applicata all’dimensione degli imballaggi usa-e-getta, l’economia circolare, che si esprime in riuso e riciclo, diventa il  fulcro attorno cui si è costruita la Direttiva sui Materiali d’Imballaggio e i Rifiuti d’Imballaggio (PPWD). Oggi, la maggior parte dei beni richiede imballaggi in diverse fasi della loro vita produttiva ed esiste una vasta gamma di materiali che viene utilizzata per l’imballaggio, tra cui vetro, carta e cartone, metallo (come acciaio o alluminio), plastica (polimeri come il polietilene tereftalato (PET)), legno, sughero, tessuto (borse), ceramica o porcellana.

Il mercato dell’imballaggio genera un grande fatturato per l’UE ( per fare un esempio si parla di ben 355 miliardi di euro solo nel 2018), e include molti produttori che vendono e producono imballaggi negli Stati membri dell’Unione. La produzione e gli spostamenti dei materiali da imballo è poi certamente cresciuta con l’uso di Internet, gli acquisti e le vendite online di beni confezionati. Ma i materiali da imballaggio, una volta raggiunto la destinazione e terminato il loro lavoro, possono anche trovare nuova vita. Almeno è questa la prospettiva dell’Economia Circolare e quindi della PPWD.
La Direttiva sui Materiali d’Imballaggio e i Rifiuti d’Imballaggio (PPWD – Direttiva 94/62/CE) impone i requisiti che tutti gli imballaggi immessi sul mercato dell’UE devono soddisfare, promuove il riciclo e il riuso dei rifiuti d’imballaggio al fine di prevenire la produzione di nuovi rifiuti d’imballaggio.

Riuso e Riciclo: quali differenze?

Per completare il quadro sull’economia circolare è fondamentale conoscere la differenza delle due forme con cui essa viene più spesso applicata nell’ottica di una gestione sostenibile dei rifiuti, ovvero il riuso e il riciclo.
A livello generale il riuso si riferisce alla pratica di utilizzare un oggetto o un prodotto più di una volta, spesso in modo simile al suo scopo originale, i suoi vantaggi stanno di certo nella la riduzione del consumo di risorse, nella riduzione della produzione di rifiuti e nel risparmio economico per i consumatori. Il riuso di materiali d’imballaggio implica l’utilizzo di un imballaggio più di una volta prima che venga smaltito o riciclato; ad esempio, una scatola di cartone che è stata utilizzata per la consegna di merci potrebbe essere riutilizzata per un altro scopo, come immagazzinare oggetti o effettuare una nuova spedizione.

Con riciclo s’intende invece, a livello generale, il processo di trasformazione di prodotti usati in nuovi prodotti. L’obiettivo del riuso è quello di ridurre al minimo l’utilizzo delle materie vergini, e per fare questo, si cerca di sfruttare al massimo i prodotti usati recuperandone i materiali ancora intatti e trasformandoli in qualcos’altro. La recente moda, dell’ Upcycling è, se vogliamo, il “livello pro” del riciclo: non si trasformano i prodotti usati in nuovi prodotti, ma in prodotti migliori rispetto prodotto (usato) di partenza. Il riciclo di materiali d’imballaggio implica la raccolta, la separazione e la trasformazione di materiali d’imballaggio usati in nuovi prodotti o materiali; esempi comuni di materiali d’imballaggio riciclabili includono carta, cartone, plastica, vetro e metallo. Durante il riciclo, i materiali vengono lavorati per essere riutilizzati nella produzione di nuovi imballaggi o altri prodotti.

 

 


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Torna il 18 novembre la Colletta Alimentare promossa dalla Fondazione Banco Alimentare ONLUS

Torna sabato 18 novembre l’appuntamento con la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, l’iniziativa promossa dalla Fondazione Banco Alimentare ONLUS durante la quale si potranno acquistare alimenti da donare alle persone in difficoltà. (altro…)


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