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Innovazione

Presentato il piano operativo di  Torino Social Impact : pronti 780 mila euro per i progetti per gli anni 2019-2021

Giovedì 14 febbraio 2018 è stato presentato il piano operativo di  Torino Social Impact , l’azione di coordinamento con la quale le organizzazioni ed i singoli cittadini, proveranno a raggiungere l’obiettivo di rendere Torino uno dei migliori posti al mondo nel quale fare impresa ed investimenti ad impatto sociale.

Contestualmente è stata firmata a a Palazzo Birago la convenzione tra la Camera di commercio di Torino e la Compagnia di San Paolo per il finanziamento delle attività di Torino Social Impact, la piattaforma progettuale che riunisce oltre 50 attori attivi sul territorio nell’ambito dell’economia sociale e della finanza di impatto.

Il piano operativo è accompagnato da risorse economiche fornite da Compagnia di San Paolo, Comune di Torino e Camera di Commercio per 780 mila euro per il triennio 2019-2021 per i progetti da sviluppare nel territorio.

La convenzione prevede l’impegno da parte dei due soggetti sottoscrittori a stanziare ciascuno un contributo annuale pari a 100mila euro per gli anni 2019, 2020 e, sulla base di una positiva valutazione delle attività svolte, anche nel 2021, per la realizzazione degli obiettivi strategici di TorinoSocial Impact.

“Scendiamo in campo con un impegno finanziario consistente e duraturo, per concretizzare gli obiettivi di TSI – annuncia Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio di Torino. – Tra le iniziative su cui stiamo già lavorando, la nascita di un Centro di competenza per la misurazione dell’impatto sociale, realizzato con il supporto di Human Foundation, a disposizione di tutte le realtà del territorio che sempre più spesso hanno necessità di presentarsi con una misurazione oggettiva dell’impatto generato dai propri progetti. Con il nostro Comitato per l’imprenditorialità sociale, poi, siamo da poco entrati a far parte della Social Impact Agenda per l’Italia (SIA) con un duplice obiettivo: dare impulso al mercato dell’Impact investing e candidare Torino ad ospitare nel 2020 il prossimo Global Steering Group forImpact Investment (GSG), l’evento internazionale che riunisce i player mondiali impegnati negli investimenti a impatto sociale. Da queste attività partiamo dunque per confermare Torino quale punto di riferimento, anche a livello mondiale, nel campo dell’economia sociale, convinti che in questo ambito non bastino più le imprese singole, ma ci sia bisogno di un vero ecosistema favorevole”.

Secondo Francesco Profumo, Presidente della Compagnia di San Paolo: “la Compagnia lavora sull’esperienza e l’innovazione. Quella di TSI è una politica di sistema che raccoglie il meglio di quanto aTorino si sia fatto nell’ambito dell’innovazione sociale e gli fa fare un salto di qualità. Sappiamo che, soprattutto in questo campo, gli investitori guardano agli ecosistemi tanto quanto, e forse, più guardano alle singole esperienze di impresa o alle idee brillanti. Ci vuole quindi un approccio integrato.

La Compagnia ha costruito una propria filiera di sviluppo di impresa sociale e impact, che mette a disposizione del sistema; ma sin dall’inizio è stata promotrice di un’azione ecosistemica che migliori il funzionamento della comunità degli innovatori locali e lo inserisca nella geografia dell’innovazione che conta, europea e mondiale. Per la Compagnia filantropia e sviluppo sono fortemente collegati e il campo d’azione di TSI è interamente nelle nostre corde”.

Torino Social Impact nasce dall’osservazione che si stia affermando, a livello globale, una nuova generazione di innovatori, imprese ed investitori finanziari che, sfruttando le nuove opportunità tecnologiche, sanno coniugare la capacità di produrre intenzionalmente impatti sociali positivi con la sostenibilità e la redditività economica e finanziaria delle loro iniziative. Produrre intenzionalmente impatti sociali significa concretamente saper trovare risposte e soluzioni a bisogni sociali emergenti, cambiando in modo significativo e permanente le condizioni di vita delle persone.

Torino è una città nella quale sono compresenti tutte le risorse necessarie per intercettare questa opportunità: un robusto sistema di competenze scientifiche e tecnologiche, un terzo settore che coniuga una consolidata vocazione sociale civile e religiosa con significative capacità imprenditoriali, un sistema industriale ancora fortemente caratterizzato dal saper fare e profondamente radicato nella società, una nuova generazione di incubatori e acceleratori sociali e infine importanti capitali orientati all’impatto sociale. Ciò grazie alla presenza di un sistema finanziario unico rispetto alla capacità di orientare gli investimenti alla missione di impatto sociale: fondazioni di origine bancaria, banche specializzate, fondi di investimento ad impatto sociale, filantropi.

Il piano operativo di Torino Social Impact si articola lungo due assi di intervento: rafforzare l’ecosistema metropolitano; rappresentarlo e promuoverlo a livello internazionale, attraverso diverse azioni finalizzate a mettere a disposizione infrastrutture a servizio della comunità, promuovere e sperimentare progettualità condivisa, promuovere la visibilità del brand e attrarre risorse e imprese.

Si tratta di un ambizioso progetto che punterà molto sul coordinamento e sulla collaborazione tra gli attori del territorio per promuovere Torino e il sistema regionale nella dimensione internazionale, al fini di posizionare Torino nella mappa dell’impact investing globale.

I più recenti rapporti internazionali della Commissione Europea e dell’OECD e quanto emerso nell’ultimo World Economic Forum, rilevano l’enorme potenziale di sviluppo del fenomeno dell’Impact Economy.

Gli investimenti privati pronti a finanziare la crescita di imprese, capaci di coniugare un impatto sociale intenzionale e misurabile con la sostenibilità economica e finanziaria delle proprie iniziative, sono stimati ad oggi essere oltre 100 miliardi di euro.

È una trasformazione che non coinvolge solo imprese profit, organizzazioni del terzo settore, investitori e banche ma anche le pubbliche amministrazioni chiamate a ridisegnare politiche sociali coniugando innovazione e sviluppo locale.


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Innovazione

Un viaggio tra cultura e sostenibilità. Tutte le tappe del progetto “Ambiente e Cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo”

Giunge alla sua fase conclusiva il progetto di UCCA – Unione dei Circoli Cinematografici ArciAmbiente e Cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo”, finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU tramite avviso pubblico per la presentazione di proposte progettuali di capacity building per gli operatori della cultura, nell’ambito del PNRR, MISSIONE 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, COMPONENTE 3 – Turismo e cultura 4.0, MISURA 3 – Industrie culturali e creative, INVESTIMENTO 3.3 (Azione A I). Il progetto si poneva l’obiettivo di raccogliere i bisogni, mappare e condividere le buone pratiche relativamente ai temi della sostenibilità ambientale e della transizione ecologica.

Un viaggio in Italia, iniziato a febbraio e conclusosi nel mese di giugno, che ha fatto emergere la presenza di una diffusa consapevolezza tra gli operatori e le operatrici degli spazi UCCA circa l’esigenza di attuare delle politiche sostenibili, con la progressiva adozione di protocolli green che possono riguardare tutti quegli eventi, in primis i festival, che offrono al pubblico opportunità di visione e fruizione.

Il primo appuntamento si è svolto presso Kinetta, una piccola e importante realtà UCCA sita nel centro di Benevento che negli anni si è affermata come un punto di riferimento non solo per la promozione cinematografica, ma anche per la formazione rivolta a bambini e preadolescenti coinvolti nei corsi di cinema. Dopo una tappa romana, che ha coinvolto le e i dirigenti UCCA, è stata la volta di Saluzzo, dove, ospiti del Teatro Magda Olivero gestito dall’associazione Ratatoj, è stato chiesto alle e ai partecipanti di indicare le caratteristiche imprescindibili di un circolo di cultura cinematografica su cui poter intervenire per affrontare la transizione ecologica. Il lavoro è proseguito nelle tappe di Milano – appuntamento promosso durante le giornate di Equa, l’iniziativa nazionale di Arci dedicata al tema delle disuguaglianze sociali e delle politiche pubbliche atte a facilitare la loro eliminazione – e di Agrigento, nel meraviglioso scenario dello Spazio Temenos ospitato presso la Chiesa di San Pietro.

È stata poi la volta di Napoli, che ha visto le e i partecipanti coinvolti in diverse attività: una tre giorni di incontri presso la sede dell’associazione Arci Movie, storico sodalizio che da oltre trent’anni anima la vita culturale della città e del quartiere di Ponticelli alla periferia est. In questo contesto, l’incontro realizzato con Legambiente Campania con un focus sulla CER (Comunità Energetica e Solidale) NAPOLI Est di San Giovanni a Teduccio ha posto l’accento sul percorso intrapreso e sulle fasi di attuazione che hanno coinvolto i partner del progetto. 

Poi ancora Bari (presso “Officina degli Esordi”) Carbonia (presso la sede dell’associazione “Casa del Popolo” dove è intervenuta Florencia Santucho, esperta green manager del settore audiovisivo e cinematografico), Ferrara (negli spazi di “Officina Meca”) e Bologna (presso lo spazio del centro culturale “Porta Pratello”). Una serie di appuntamenti che hanno attivato una riflessione collettiva sul format di “spazio culturale” nella transizione verde, in un percorso di ricerca/azione che ha chiesto a operatori e operatrici di definire le caratteristiche di uno spazio di promozione culturale, confrontandosi su quanto emerso dalle fasi precedenti e identificando i bisogni in termini di competenze, risorse tecniche e strumentali, risorse umane.

“Ambiente e Cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo” ha, quindi, dato l’opportunità ai territori di dialogare tra loro, condividendo esperienze, risorse e visioni innovative sui temi della sostenibilità: se, infatti, risulta cruciale definire delle linee guida condivise su questi temi, appare altresì imprescindibile tener conto delle differenze territoriali, sociali ed economiche per l’attuazione delle stesse. Porre al centro i territori significa proprio questo: favorire una rete di cooperazione che rispetti e integri le specificità di ciascuna comunità, contribuendo a una transizione sostenibile e culturalmente ricca. “Priorità”  “Fattibilità” “Creatività” e “Coinvolgimento” sono le parole chiave che guidano il sempre più necessario lavoro di rete per garantire questa trasformazione.

E la creatività non manca di certo nelle azioni che sono già state messe in campo: c’è chi ha coinvolto la propria base sociale in laboratori di costruzione di arredi attraverso l’utilizzo di materiali di recupero e c’è chi promuove un riuso comunitario dei supporti culturali come riviste, libri, Blu-Ray, DVD e supporti audiovisivi in genere, trasformando questi beni in patrimonio comune che altrimenti andrebbe disperso, anche attraverso la promozione di iniziative ad hoc, come l’apertura di mediateche sociali o la promozione di spazi di bookcrossing. Chi ancora organizza degli swap party per abiti usati, rivolti in particolare alle e ai giovani, in concomitanza con iniziative culturali e mostre per creare momenti di aggregazione e promuovere la sostenibilità. A queste si affiancano azioni un po’ più basilari, come l’uso di materiali riciclabili o l’eliminazione dei bicchieri monouso, l’uso degli erogatori di acqua in luogo dei distributori automatici. Piccole azioni forse, che però testimoniano come ciò che è immediatamente applicabile venga subito adottato, manifestando non solo una diffusa e radicata consapevolezza sul tema ma anche un grado di capacità di “mettersi in azione” non scontato.

Nonostante, quindi, siano già molte le buone pratiche attivate dai circoli, maggiori criticità sono state individuate in relazione a quegli interventi che vanno ad incidere su azioni dirette di efficientamento energetico e riconversione verso fonti rinnovabili: un dato che restituisce il problema delle limitate risorse finanziarie per sostenere i costi della transizione e la mancanza di un’adeguata formazione in merito, anche rispetto al tema delle attrezzature e dotazioni tecniche a risparmio energetico, all’utilizzo di materiali di consumo e produzione che siano davvero “green”. 

Il bisogno di proseguire verso una maggiore sostenibilità da parte della rete UCCA e degli spazi culturali che la compongono, passa per una trasformazione interna dei singoli circoli che va dall’acquisizione di conoscenze e competenze fino alla sperimentazione di ulteriori pratiche ecosostenibili e all’individuazione di referenti ad hoc. Il tutto con l’obiettivo di coinvolgere, con azioni concrete di sensibilizzazione e informazione, la base di soci e il pubblico in generale che partecipano alle attività culturali e alla vita del circolo stesso, in una prospettiva di condivisione e co-progettazione degli interventi orientati verso la sostenibilità.

Proprio questa consapevolezza su quanto ancora si possa fare, unita alla profonda sensibilità verso la tematica affrontata, hanno determinato una disponibilità e un entusiasmo diffusi a partecipare alle attività di gruppo. Segno di come la modalità di partecipazione scelta – quella di un percorso partecipato e non puramente didattico o informativo, che fondasse, quindi, il proprio successo sul protagonismo delle operatrici e degli operatori e sulla valorizzazione della propria esperienza professionale, personale e associativa –  si sia rivelata vincente, creando un ambiente di collaborazione attiva e stimolante, capace di generare idee innovative e soluzioni condivise per affrontare le sfide della sostenibilità in maniera efficace e inclusiva.


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imprenditoria

Stefano Buono e Newcleo lanciano il progetto di una nuova torre – grattacielo a Porta Susa a Torino

Stefano Buono, fondatore e Ceo di Newcleo, ha annunciato l’intenzione di costruire una nuova torre nella zona di Porta Susa di fronte al grattacielo di Intesa Sanpaolo per localizzare la  sede italiana dell’ azienda.
Newcleo è una scaleup italo – inglese con sede a Londra, impegnata nello sviluppo di reattori nucleari di ultimissima generazione.  Stefano Buono immagina che la torri possa ospitare anche attività del Politecnico di Torino e la nuova sede di Liftt, la società di venture capital specializzata in investimenti deeptech, di cui Buono è presidente.
L’area prescelta per la nuova torre fa parte di un più ampio piano di riqualificazione urbana del Torino Innovation Mile che coinvolge oltre a Newcleo, il Politecnico di Torino, Ogr, Environment Park, Infra.To, Liftt, Nexto e Planet Smart City. I tempi per la realizzazione del progetto dovrebbero essere di tre anni dal momento in cui verrà finalizzato l’acquisto delle aree.
La nuova sede di Newcleo sorgerà su un’area di oltre 45 mila metri quadrati, di proprietà di FS Sistemi Urbani e utilizzerà i capitali del round di raccolta fondi da un miliardo di euro, annunciato lo scorso marzo che con altri round di finanziamenti porteranno a un totale di 3-4 miliardi di euro che saranno utilizzati per sviluppare due reattori in Francia e Regno Unito, un prototipo non nucleare  in Italia(nel laboratorio di Brasimone, sull’Appennino Bolognese e una fabbrica di combustibile nucleare.

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App

Aldilàpp, piattaforma digitale dedicata ai servizi cimiteriali

“L’innovazione digitale che parte dalla memoria: Aldilapp permette di onorare i nostri cari defunti, prendersi cura delle strutture che li accolgono attraverso una rete di servizi collegati. Per restare vicini, anche se distanti”. È quanto si legge nella presentazione del sito di Aldilàpp, una piattaforma digitale dedicata ai servizi cimiteriali. (altro…)


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