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Premio Internazionale Res Publica, annunciati i premiati 2022

Annunciati i premiati della V edizione del Premio Internazionale Res Publica, attribuito ogni anno a singoli e associazioni che si prodigano a favore del bene comune e del senso civico. La giuria del premio assegnerà il prestigioso riconoscimento al Fondo Etica SGR, nella persona del direttore generale Luca Mattiazzi, per il comparto “Finanza Etica”. Sarà conferito un duplice premio per il comparto “Sport come salute pubblica” alla Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali (Fispes) nella persona del presidente Sandrino Porru e alle atlete medagliate alle Paralimpiadi di Tokyo 2020: Martina Caironi, Monica Contrafatto e Ambra Sabatini. I premiati di origine straniera saranno resi noti nei prossimi giorni dall’associazione “Buon Governo e Senso Civico” promotrice del Premio, fondata nel 2017 a Mondovì. Il Premio Res Publica, Medaglia d’oro della Presidenza della Repubblica, è simboleggiato in una scultura bronzea di Riccardo Cordero. La consegna dei premi avverrà nel pomeriggio di sabato 29 ottobre presso la Sala Ghislieri a Mondovì Piazza, in provincia di Cuneo.

Il Fondo Etica SGR, individuato per il comparto “Finanza Etica”, nasce nel 2000 con la convinzione che valorizzare imprese e Stati da un punto di vista ambientale, sociale e di governance (ESG) offre valore aggiunto sul piano dei rendimenti non inferiori alla finanza tradizionale. Ispirandosi a sani principi di finanza etica, Etica SGRriconosce che il credito è un diritto e l’onesta intermediazione finanziaria un dovere. L’efficienza nella gestione, l’etica negli investimenti e la protezione dell’ambiente dovrebbero essere componenti della responsabilità morale di ogni attività finanziaria: in un mondo bancario caratterizzato da atteggiamenti ostili verso questi nobili criteri, Etica SGR ne salvaguardia diversi tra essi. In particolare, il reddito generato dal possesso, uso e scambio di denaro deve essere conseguenza di attività orientate al bene comune, poi equamente distribuito tra i soggetti che concorrono alla sua realizzazione.

Doppio riconoscimento per il comparto “Sport come salute pubblica”: il primo alla Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali (Fispes). Dal 2010 la Federazione coordina e organizza le discipline paralimpiche nell’atletica. La Fispes è presieduta da Sandrino Porru, ex-atleta azzurro paralimpico, riconfermato nel 2020 per il quadriennio 2021-2024.

La giuria premierà anche le atlete Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatto per la prestazione alle paralimpiadi di Tokyo dove hanno vinto rispettivamente un oro, un argento e un bronzo nei 100 metri nella categoria riservata ad atleti con protesi a un arto.

Ambra Sabatini, classe 2002, dopo aver vinto l’oro al Grand Prix di Dubai del 2021, esordisce sul palcoscenico paralimpico nello stesso anno a Tokyo, dominando la finale dei 100 metri di categoria T63 con il tempo di 14.11. Gareggia anche nei 200 metri, specialità in cui detiene il record del mondo con 29.87, e nel salto in lungo. Martina Caironi, classe 1989, ha all’attivo tre partecipazioni ai Giochi Paralimpici (Londra 2012, Rio 2016, Tokyo 2020), dove ha ottenuto, in totale, due ori e tre argenti nelle discipline dei 100 metri e del salto in lungo. In carriera vanta anche cinque ori mondiali e sei europei ed è detentrice del primato mondiale sui 100 metri T63 con il crono di 14.02. È anche impegnata nella difesa delle donne con disabilità che subiscono violenze. Monica Contrafatto, classe 1981, prima donna soldato dell’Esercito Italiano a essere decorata, nel 2015 ha ricevuto la Medaglia al Valore per il comportamento tenuto durante un attacco in Afghanistan nel 2012. Il suo esordio a una Paralimpiade risale a Rio 2016, dove vinse una medaglia di bronzo. Risultato bissato a Tokyo 2020. In bacheca figurano anche due argenti iridati, un argento e un bronzo continentali.

Foto Bizzi


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Bambini

La gioventù nel mondo — e in Italia — è un film dell’orrore

c:\>11 C’è chi ricorda la gioventù come un periodo felice. Domani questo potrà essere vero solo per una minima parte dei sopravvissuti nell’indifferenza generale.

Lo scorso 2 novembre si è tenuto il World Children’s Day– Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza dell’UNICEF.

È sempre più importante ricordare anche qui che ogni 11 minuti nel mondo un adolescente si toglie la vita. Le ragazze e i ragazzi hanno difficoltà a chiedere aiuto, non sanno a chi rivolgersi e sono preoccupati per la condizione economica della famiglia. Il suicidio rappresenta la quinta causa di morte per i giovani tra i 15 e i 19 anni nel mondo e la seconda causa in Europa. Numeri allarmanti.

Tra i 10 e i 19 anni, 1 su 7 soffre di salute mentale e secondo i dati dell’ultimo sondaggio di Unicef, il 50% di loro si sente triste, preoccupato o angosciato.

La metà di tutte le problematiche legate alla salute mentale inizia entro i 14 anni di età e il 75% di tutte le problematiche legate alla salute mentale si sviluppano entro i 24 anni, ma la maggior parte dei casi non viene individuata e non viene trattata.

Una delle ragioni che stanno alla base del problema è il modo in cui vengono interiorizzate stigmatizzazione e norme sociali e di genere dannose. Per le ragazze le norme inique svalutano le loro vite, limitano le loro libertà, le spingono al matrimonio precoce e incoraggiano ideali di bellezza dannosi.

È di poche ore fa la notizia che il Parlamento indonesiano ha approvato gli emendamenti legislativi che vietano il sesso prematrimoniale e apportano altre modifiche significative al Codice penale del Paese. Due uomini sono stati frustati pubblicamente nella provincia conservatrice indonesiana di Aceh, sull’isola di Sumatra, per aver fatto sesso ricevendo 77 frustate ciascuno di fronte alla folla da un ufficiale mascherato.

Il mancato finanziamento dei servizi e le interruzioni dovute al COVID-19 hanno fatto sì che bambini e giovani non ricevessero il sostegno di cui avevano bisogno soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito dove tra il 76% e l’85% delle persone non riceve alcun trattamento per i propri problemi di salute mentale.

La situazione italiana

In Italia, prima della pandemia solo 30 su 100 persone minorenni con un disturbo neuropsichico riuscivano ad accedere ad un servizio territoriale specialistico e solo 15 su 100 riuscivano ad avere risposte terapeutico-riabilitative appropriate; la prevalenza dei problemi di salute mentale si collocava intorno al 18-20% della popolazione, ovvero tra 1.800.000 e i 2 milioni di persone minorenni. Nel 2019, si stimava che il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni, circa 956.000, soffrissero di problemi di salute mentale, con una prevalenza in questa fascia d’età maggiore nelle ragazze (17,2%, pari a 478.554) rispetto ai ragazzi (16,1%, pari a 477.518) e con una incidenza in aumento con l’età.

L’UNICEF Italia ha lanciato un sondaggio, realizzato sulla piattaforma digitale indipendente U-Report sostenuta dall’UNICEF, al fine di rilevare la percezione di benessere psicosociale e salute mentale fra un campione di adolescenti di età compresa fra i 10 e i 19 anni; su 194 rispondenti: il 28% si sente ottimista; il 12% triste; il 14% preoccupato; il 14% angosciato; ed il 10% frustrato.

Fra le circostanze che causano apprensione le difficoltà economiche personali e/o della famiglia (17%), il senso di isolamento (19%), la distanza dalla famiglia e dagli affetti (8%), i litigi e tensioni all’interno della famiglia (7%), emergono come i fattori più preponderanti; Tuttavia, il 41% degli adolescenti afferma di non aver richiesto aiuto a nessuno, il 22% di aver cercato aiuto da coetanei ed amici e l’11% ai familiari. L’11% dichiara di essersi rivolto presso psicologi presenti nelle scuole e nelle comunità ed il 7% presso i servizi sociali e sanitari. Fra le ragioni per non aver richiesto aiuto, il 22% afferma di non ritenerlo necessario, il 10% di non sapere a chi rivolgersi, il 10% di temere di richiedere aiuto, e l’8% di avere timore del giudizio negativo degli altri. 1,3 milioni di bambini in Italia sono in povertà assoluta; il 36,9% dei bambini e degli adolescenti tra 5 e 19 anni sono in sovrappeso o obesi, 1 adolescente su 3 è vittima di bullismo o cyberbullismo.

Secondo i dati ISTAT in tema di bullismo le ragazze presentano una percentuale di vittimizzazione superiore rispetto ai ragazzi. Nel periodo della rilevazione, oltre il 55% delle giovani 11- 17enni è stato oggetto di prepotenze qualche volta nell’anno mentre per il 20,9% le vessazioni hanno avuto almeno una cadenza mensile (contro, rispettivamente, il 49,9% e il 18,8% dei loro coetanei maschi). Il cyberbullismo ha colpito il 22,2% di tutte le vittime di bullismo. Nel 5,9% dei casi si è trattato di azioni ripetute (più volte al mese).

Il Report del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale evidenzia che per quanto riguarda i casi di cyberbullismo si è registrato un incremento pari al 13%, tra l’anno 2020 e il 2021: nella fascia di età 0-9 anni i dati sono rimasti sostanzialmente identici mentre l’incremento maggiore ha riguardato la fascia di età 14-17 anni.

L’indagine rivela che gli adolescenti vorrebbero sentire parlare più spesso di salute mentale e benessere psicosociale dalle istituzioni (34%), dalle scuole (31%), dai famigliari (7%) e dai media (7%).

Nei primi 6 mesi del 2022 si evidenzia che:

  • la violenza sessuale, la violenza sessuale aggravata perché commessa presso istituti di istruzione e l’abuso dei mezzi di correzione sono i reati in aumento rispetto all’analogo periodo del 2021
  • la fascia anagrafica con il maggior numero di vittime è quella infraquattordicenne (età tra 0 e14 anni), tranne che per la violenza sessuale e la violenza sessuale di gruppo dove la fascia di età con più vittime è quella tra i 15-17 anni
  • le vittime di genere femminile sono predominanti per quasi tutte le tipologie di reato analizzate dal Report (atti sessuali con minorenne, violenza sessuale, adescamento di minorenni, abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, pornografia minorile, abbandono di persone minori o incapaci, maltrattamenti contro familiari e conviventi, sottrazione di persone incapaci, violazione degli obblighi di assistenza familiare
  • gli autori dei reati sono uomini in quasi 9 casi su 10, mentre in quasi i due terzi dei casi (62%) gli autori sono adulti di “mezza età”, compresi nelle fasce anagrafiche che vanno dai 35 ai 64 anni.

I reati che registrano un maggior numero di denunce sono gli atti sessuali con minorenne (31,5%), la violenza sessuale in danno a minori di 14 anni (28,0%), la pornografia minorile (17,4%), la corruzione di minorenne (10,2%).

Per arginare questi fenomeni il Ministero della Salute ha avviato negli anni diverse azioni per tutelare il diritto alla salute di neonati, bambini e adolescenti, anche perché investire sulla salute dei minori rappresenta una delle politiche a lungo termine più efficaci per promuovere società pacifiche e sostenibili, contrastare la povertà, anche educativa, e le disuguaglianze, nonché rilanciare la crescita economica.

Tra le azioni avviate si ricordano:

  • Accordo in Conferenza Stato Regioni sul Documento di indirizzo “Investire precocemente in salute: azioni e strategie nei primi mille giorni di vita” , rivolto a genitori, operatori sanitari e policy
  • Piano di Azione Nazionale della Garanzia Infanzia (PANGI), disponibile in versione italiana a seguito della validazione della Commissione Europea
  • Protocollo di intesa tra Ministero dell’Istruzione e Ministero della Salute “Tutela del diritto alla salute, allo studio e all’inclusione”
  • “V° Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva”, approvato dall’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza il 21 maggio 2021, e adottato con decreto del Presidente della Repubblica il 25 gennaio 2022
  • Protocollo di intesa dell’11 novembre 2021 tra Ministero della Salute e Unicef Italia per il sostegno e la promozione dell’allattamento nell’ambito del Tavolo tecnico operativo interdisciplinare per la promozione dell’allattamento al seno (TAS). Il Protocollo nasce con l’obiettivo di collaborare per promuovere i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, con attenzione particolare al diritto al benessere e allo sviluppo dei più piccoli, e per la realizzazione di iniziative inerenti le tematiche dell’Agenda 2019-2022 del TAS.

Un pianeta per vecchi?

Nel mondo, secondo dati Unicef, 300 milioni di bambini tra i 2 e i 4 anni nel mondo subiscono regolarmente violenze dai propri familiari/tutori (circa 3 su 4), 250 milioni di questi sono puniti in modo fisico (circa 6 su 10).
La violenza sessuale durante l’infanzia e l’adolescenza, evidenzia l’Unicef, si verifica contro i bambini di tutte le età:15 milioni di ragazze tra i 15 e 19 anni hanno subito episodi di violenza sessuale nella loro vita, 2,5 milioni di giovani donne di 28 paesi europei riportano di aver subito episodi di violenza sessuale prima dei 15 anni.
Secondo il rapporto Unicef “On my mind”, The State of The World’s Children 2021, a livello globale 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato. L’ansia e la depressione rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati. Il suicidio è la quinta causa prevalente di morte per ragazzi e ragazze adolescenti di età compresa tra 10 e 19 anni. Il report dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Adolescent Mental Health stima che il 3,6% dei 10-14enni e il 4,6% dei 15-19enni abbiano sperimentato un disturbo d’ansia.
Nel mentre che oltre 200 milioni di bambini soffrono di qualche forma di malnutrizione e nel solo 2017, la malnutrizione è stata concausa di circa 3 milioni di decessi infantili – oltre il 50% della mortalità infantile globale – nello stesso anno circa 38,3 milioni di bambini sotto i 5 anni risultavano in sovrappeso: 8 milioni in più rispetto ai 30,1 milioni del 2000.

L’UNICEF invita i governi e i partner del settore pubblico e privato a intraprendere subito azioni urgenti per promuovere la salute mentale di tutti i bambini, gli adolescenti e le persone che se ne prendono cura, per proteggere coloro che hanno bisogno di aiuto e per prendersi cura dei più vulnerabili, tra cui:

  • Aumentare significativamente gli investimenti a lungo termine nei servizi di salute mentale e benessere psicosociale dal momento che, in base ai più recenti dati OCSE, in Italia la spesa pubblica per questo settore è tra le più basse d’Europa;
  • Garantire un sistema uniforme e integrato di servizi di assistenza neuropsichiatrica infantile e adolescenziale;
  • Promuovere su tutto il territorio nazionale interventi a sostegno della genitorialità consapevole rispetto al tema del benessere mentale;
  • Permettere a tutte le bambine, i bambini e gli adolescenti di beneficiare di un supporto per la salute mentale nelle scuole e nelle comunità;
  • Garantire, consolidandone la diffusione, i servizi di prevenzione e sostegno psicologico nei contesti educativi e comunitari.

Nel frattempo il problema del sostegno al disagio psicologico e sociale che dilaga non solo fra i giovani, ma anche fra anziani, soggetti deboli e adulti disoccupati e soprattutto privi di indirizzo, in particolare dopo il lockdown, ma — fenomeno decisamente ancora sottovalutato — dopo gli effetti internazionali della belligeranza diffusa e l’anomia sociale conseguente i paradossi incontrollati originati dal crollo del modello consumistico-capitalista, non trova risposte adeguate. In molte regioni prime fra tutte la nostra del Piemonte sono stati previsti sostanziosi investimenti in questa direzione, tuttavia è l’inconsistenza del sistema sociosanitario e i cattivi rapporti con i professionisti privati a rendere pessimisti molti di noi.


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Alexa legge i giornali ai non vedenti con la skill Edicola in voce

In occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre, l’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, la ONLUS che da oltre 100 anni promuove in tutta Italia l’uguaglianza dei diritti per donare luce alle persone cieche, ipovedenti e con disabilità plurime, annuncia la disponibilità della nuova skill ‘Edicola in Voce’, realizzata con il supporto di Amazon. (altro…)


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Cerchio delle abilità onlus a Torino supporta le famiglie con figli con disabilità motorie attraverso la Conductive Education

L’associazione CErchio delle abilità, che ha sede in piazza Santa Rita a Torino, è nata nel 2007 su iniziativa di un gruppo di genitori con figli affetti da disabilità motorie derivanti da danni celebrali. La volontà alla base era di fornire un sostegno concreto ai figli attraverso la metodica “Conductive Education“.

Il sito dell’associazione riporta che la Conductive Education

è una metodica riabilitativa nata in Ungheria per opera del professor Andras Petö, conosciuta e praticata in tutto il mondo. E’ un approccio educativo rivolto a bambini e adulti con disordini motori e fornisce un concreto aiuto nella gestione della vita di tutti i giorni. Utilizzando semplici strategie all’individuo viene insegnato come raggiungere ciò che desidera, motivandolo con il lavoro di gruppo. Le abilità di movimento, sensoriali e cognitive vengono stimolate simultaneamente attraverso partecipazione attiva, motivazione e indipendenza.

Attraverso una stimolazione alla cooperazione attiva e consapevole, i professionisti del CErchio delle abilità cercano di fornire ai bambini e alle bambine con disabilità una corretta direzione e guida. Così facendo si cerca di insegnare loro a compiere le attività funzionali della vita quotidiana, dando un supporto anche alle famiglie, sia nel processo educativo, sia nella vita di tutti i giorni.

L’idea alla base della metodologia è che i bambini e le bambine con disabilità motorie seguano un percorso di sviluppo e di apprendimento simile a chi non ha disabilità. I bambini e le bambine sono i primi attori di questo processo e infatti si cerca di trattarli nella propria totalità e all’interno di relazioni interpersonali: in un gruppo di pari; con fratelli, sorelle e compagni; con la propria famiglia e altri adulti.


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