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Innovazione

Perchè Eric Adams, il neo eletto sindaco di New York, è rivoluzionario

adams

Eric Adams ha vinto le elezioni della città di New York da pochi giorni, ma ha già fatto delle dichiarazioni che hanno incuriosito il mondo specialmente legato all’innovazione. Vediamo perchè potrebbe essere il sindaco più rivoluzionario degli ultimi tempi.

La storia di Eric Adams

Adams ha un passato da ufficiale della polizia di New York dove è entrato nel 1984. Proviene da una famiglia umile e il carisma politico gli appartiene da sempre dal momento che ha co-fondato il movimento 100 Blacks in Law Enforcement Who Care che è un gruppo che si è battuto per la riforma della giustizia penale e la profilazione raziale.

Durante la campagna elettorale, Adams si è presentato come un democratico moderato che si oppone al movimento Defund the police e ha sempre promosso l’equilibrio tra la lotta alla criminalità e l’eliminazione delle pratiche di polizia razzistePer i sostenitori delDefund the police” è fondamentale disinvestire denaro dai bilanci della polizia locale e statale per reinvestirlo in comunità, servizi di salute mentale e programmi di servizio sociale, ma anche tra le fila dei democratici ci sono molti scettici riguardo al ridimensionamento dei soldi pubblici da dedicare alle forze dell’ordine.

Adams, che dal 2007 al 2013 è stato Senatore per lo stato di New York e dal 2013 è Presidente del distretto di Brooklyn, entrerà in carica subentrando a Bill de Blasio in un momento non facile per la Grande Mela: la pandemia del COVID-19 ha impoverito ampi strati della società newyorkese e ha segnato un significativo aumento degli omicidi.

Adams e la dieta vegana

Adams è il primo vegano dichiarato a ricoprire la carica di Sindaco di New York. L’ex agente di polizia è famoso per aver portato avanti una carriera politica incentrata sul cambiamento anche dal punto di vista alimentare.

La scelta di passare ad una dieta completamente vegana risale al 2016 e negli scorsi anni è riuscito a ottenere una sovvenzione di 10.000 dollari per finanziare corsi sull’alimentazione vegetale presso la State University of New York (SUNY) Downstate College of Medicine. Con de Blasio ha lavorato ad un piano alimentare per bambini e ragazzi affinchè si avvicinassero ad una dieta sana e vegetale portando prima in 15 scuole di Brooklyn i lunedì senza carne per poi estendere il piano a tutte le 1.700 scuole pubbliche nel 2019.

Adams più volte si è fatto portavoce delle problematiche legate al benessere degli animali e al cambiamento climatico motivo per cui ha scelto di eliminare la carne dalla sua alimentazione e limitarla nelle mense pubbliche.

Le criptovalute e il la sfida con Miami

In un momento in cui la Silicon Valley è la capitale mondiale dell’innovazione con un ecosistema che sembra inossidabile e Miami che vuole diventare una città crypto friendly, Adams ha capito che lo spazio per attrarre a New York Startup e aziende legate alla blockchain è ancora ampio.

Così ha spiazzato tutti dichiarando di voler prendere i suoi primi tre stipendi da sindaco in bitcoin e di fatto lanciando un guato di sfida al sindaco di Miami Francis Suarez ( repubblicano ) anche lui fan del mondo cripto e intenzionato a ricevere il prossimo stipendio in bitcoin.

Francis Suarez

NYC sarà il centro dell’industria delle criptovalute e di altre industrie innovative e in rapida crescita!” ha fatto sapere in un tweet. “Vedrete!

Il neo sindaco di New York ha detto di aver preso nota del fiorente hub di criptovalute che sta prendendo piede a Miami e ha promesso di non lasciare che New York venga lasciata indietro, dicendo che avrebbe anche esplorato una moneta cittadina come Miami ha fatto con il suo MiamiCoin. “Miami ha un MiamiCoin che sta andando molto bene – andremo in quella direzione per realizzarlo anche noi“, ha detto Adams in un’intervista a Bloomberg Radio il giorno dopo la vittoria.

Il democratico ha anche sottolineato la necessità che New York City prepari una forza lavoro locale per i futuri posti di lavoro nel fiorente settore delle criptovalute ricordando che a Brooklyn, dove è presidente dal 2013, negli ultimi 10 anni c’è stato un aumento del 356% delle startup tecnologiche.

Invece in un’intervista su Bloomberg Television, Adams si è impegnato a rendere New York City più business-friendly. “Siamo troppo burocratici, troppo costosi e troppo difficili “, ha detto Adams. “Le nostre agenzie – entrano nelle aziende e sono alla ricerca di modi per penalizzarle o multarle. Stiamo cambiando completamente quell’atmosfera“.

Eppure Suarez, 44 anni, non sembra voler cedere alla Grande Mela il titolo di capitale americana delle criptovalute perchè ha puntato gran parte del suo futuro politico sul suo impegno nei confronti del bitcoin e sul posizionamento della città della Florida punto nevralgico del settore delle criptovalute. A settembre, Suarez ha espresso la speranza che MiamiCoin, un nuovo progetto crittografico lanciato ad agosto, potesse supportare la città eliminando la necessità per i residenti di pagare le tasse partecipando all’estrazione e allo staking della moneta.

L’insegnamento delle criptovalute nelle scuole di New York

Ma l’endorsement al bitcoin di Eric Adams non finisce qui perchè ha affermato che le scuole dovrebbero insegnare la criptovaluta e la sua tecnologia. “Quando ho parlato di blockchain e Bitcoin, i giovani per strada si sono fermati e mi hanno chiesto: ‘Cos’è quello?‘”, ha detto Adams su “State of the Union” della CNN domenica. Alla domanda se poteva spiegare Bitcoin, ha riso, dicendo che è una sfida anche per gli esperti. Bitcoin significa “un nuovo modo di pagare beni e servizi in tutto il mondo“, ha affermato. “E questo è quello che dobbiamo fare: aprire le nostre scuole per insegnare la tecnologia e insegnare questo nuovo modo di pensare“. Alla domanda se incoraggerebbe le aziende di New York ad accettare Bitcoin o altre criptovalute, il 61enne democratico ha detto: “Lo esamineremo e procederemo con attenzione. Lo faremo bene.” 

Leggi anche: Perchè Bitcoin ha superato i massimi di sempre


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In Evidenza

Cultura e sostenibilità: l’impegno di UCCA per la transizione green

 

Se è vero che il cambiamento verso un futuro sostenibile necessita anzitutto di un cambiamento culturale, è anche vero che ad oggi non è più possibile pensare a un’offerta culturale che non tenga conto nella sua attuazione delle sfide della sostenibilità.  

Come può nel concreto il comparto culturale sostenere la transizione green e diventare attivatore di cambiamento? Un interrogativo aperto a cui UCCA – Unione dei Circoli Cinematografici Arci sta provando a dare una risposta concreta attraverso il progetto “Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo” sostenuto dall’UE – Next Generation nell’ambito dell’avviso TOCC “Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde”. 

UCCA Aps è un’associazione nazionale di promozione della cultura cinematografica attiva dal 1967 e riconosciuta dal Ministero della Cultura e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che associa circa 180 cineclub in tutta Italia. Il prototipo di circolo UCCA ha ben poco a che spartire con la classica sala cinematografica: è uno spazio informale, spesso accuratamente arredato con materiali di risulta, pensato per e adibito a ospitare eventi culturali ad ampio spettro e interdisciplinari, che coniugano il cinema con live-act, performance, dj-set, reading, in un flusso ininterrotto di suggestioni rivolte a stimolare e soddisfare qualsiasi curiosità intellettuale.

“Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo” rappresenta un percorso di crescita collettivo della rete, reso possibile dall’utilizzo di metodologie e pratiche partecipative, quali focus group e world cafè, che porterà alla realizzazione di una proposta condivisa di linee guida e buone pratiche per i circoli del cinema che intendono affrontare la transizione verde.

Ne abbiamo parlato con gli ideatori del progetto.

 

Da quali esigenze e riflessioni nasce il progetto “Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo”?

Il progetto nasce dalla riflessione in corso negli anni recenti sulle trasformazioni che hanno investito la fruizione cinematografica (la crisi delle sale, l’aumento del consumo individuale di audiovisivi etc) e di conseguenza le trasformazioni che hanno affrontato e stanno affrontando alcuni dei nostri circoli, anche con strategie diverse fra loro. Accanto a ciò, il tema politicamente che ha raggiunto i primi posti in agenda è la crisi climatica, su cui si sono attivate le ultime generazioni di attivisti – tema che non possiamo ignorare. 

Le nostre basi operano principalmente in degli spazi (che fanno spostare le persone, consumano energia, producono rifiuti) il cinema è fatto essenzialmente di proiezioni (che consumano energia): non vogliamo rinunciare né ai nostri spazi né alle nostre proiezioni per essere a impatto zero, ma vogliamo individuare, insieme ai nostri operatori/trici e a degli esperti che ci stanno accompagnando, le modalità per mantenere le nostre attività e ridurre il nostro impatto. 

Con che modalità coinvolgete i circoli cinematografici? Quali sono i loro feedback finora?

Ai circoli e ai dirigenti si chiede non solo di partecipare e iscriversi ma di portare le proprie esperienze, anche icasticamente condividendo durante gli incontri del progetto dei materiali pubblicitari e tutto ciò che può rappresentare le azioni svolte, sia dentro che fuori l’ambito della transizione ecologica. Ogni spunto, spesso sottovalutato o non visto nell’ottica del progetto, può essere invece utile per provare a generare un’azione di intelligenza collettiva che trova gli opportuni suggerimenti che ci portano a ragionare nell’ottica della transizione verde partendo da ciò che già si è. I feedback dalle operatrici e dagli operatori coinvolti sono molto lusinghieri tanto è vero che laddove possibile e previsto alcune persone stanno scegliendo di seguire più appuntamenti. In particolare viene apprezzata la dimensione di rete del progetto e la tematica sulla quale si concentra che è già al centro del dibattito e della riflessione delle nostre basi associative.

Quali sono i principali vantaggi che i circoli cinematografici possono ottenere attraverso la partecipazione al progetto?

I vantaggi sono di due tipi. Vi sono vantaggi diretti rispetto alla tematica affrontata, ovvero quella della transizione ecologica, rispetto alla quale le operatrici e gli operatori coinvolti sentivano e percepivano diverse esigenze. Il bisogno di essere formati e informati, la necessità di provare a sperimentare e a ricercare insieme delle soluzioni comuni e condivise che diverranno poi patrimonio di tutta la rete Ucca. In maniera indiretta questi incontri rafforzano poi la coesione e quel meccanismo di scambio e conoscenza tra le basi della rete Ucca e tra operatori e operatrici e vengono visti anche come la possibilità, specie per quei territori più “marginali”, che non a caso sono stati al centro della strategia e del piano operativo degli incontri, di poter essere al centro di un grande dibattito e di una grande riflessione che è politica e organizzativa insieme.

Quali sono i prossimi appuntamenti?

I prossimi appuntamenti del progetto ci vedranno impegnate e impegnati nell’individuazione di strategie, interne ed esterne, organizzative e di tipo comunicativo che ci permettano di far compiere alle nostre basi dei passi avanti decisivi verso la graduale transizione verde delle nostre pratiche e dei nostri spazi. In particolare il 29 marzo a livello nazionale saremo collegate in un world cafe online, mentre il 7 aprile saremo ad Agrigento per un focus group sempre sui temi del progetto. Ancora il 20 aprile un altro appuntamento nazionale online e nel mese di maggio chiuderemo il cerchio andando finalmente a scrivere il nostro “manifesto green” il quale sarà il frutto di tutte le riflessioni e gli spunti raccolti durante gli incontri di questi mesi. Non prima di aver attraversato le città di Bari, Napoli, Carbonia e Ferrara.

 

 


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Idrogeno

Coradia Stream il primo treno a Idrogeno inizia le sue sperimentazioni

Il primo treno Coradia Stream alimentato ad idrogeno ha lasciato lo stabilimento Alstom di Savigliano per raggiungere quello di Salzgitter, in Germania, ed essere sottoposto ai primi test statici con l’idrogeno e test dinamici a bassa velocità.

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Eventi

Venerdì  23 febbraio a Genova nasce CTE-Genova-Opificio digitale per la Cultura

Venerdì  23 febbraio presso l’Ex Stazione di Prà, in via Prà 39 a Genova viene inaugurato il progetto CTE-Genova-Opificio digitale per la Cultura che punta a favorire e promuovere nuove opportunità di sviluppo per le imprese,  per le start-up e le piccole e medie imprese, per realizzare e offrire soluzioni innovative per il settore della cultura e della creatività. (altro…)


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