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Transizione ecologica: cosa prevede il Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza

Il Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza PNRR rende il sistema italiano più sostenibile nel lungo termine, con la progressiva decarbonizzazione di tutti i settori.

Propone sistemi avanzati e integrati di monitoraggio e analisi per migliorare la capacità di prevenzione di fenomeni e impatti; incrementa gli investimenti volti a rendere più robuste le infrastrutture critiche, le reti energetiche e le infrastrutture esposte a rischi climatici e idrogeologici; determina un accelerazione dell’efficientamento energetico; incrementare la quota di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili; miglioramento della gestione dei rifiuti e dell’economia circolare; adozione di soluzioni di smart agriculture e bio-economia, la difesa della biodiversità e il rafforzamento della gestione delle risorse naturali, a partire da quelle idriche.

Il Governo intende anche sviluppare una leadership tecnologica e industriale nelle principali filiere della transizione come sistemi fotovoltaici, turbine, idrolizzatori, batterie, attraverso la ricerca e lo sviluppo nelle aree più innovative, a partire dall’idrogeno.

Nel pianificare e realizzare la transizione, il governo intende assicurarsi che questa avvenga in modo equo e inclusivo, contribuisca a ridurre il divario Nord-Sud, e sia supportata da adeguate politiche di formazione. Vuole valorizzare la filiera italiana nei settori dell’agricoltura e dell’alimentare e migliorare le conoscenze dei cittadini riguardo alle sfide e alle opportunità offerte dalla transizione.

In particolare, il Piano vuole favorire la formazione, la divulgazione, e più in generale lo sviluppo di una cultura dell’ambiente che permei tutti i comportamenti della popolazione.

Il Governo intende richiedere il massimo delle risorse RRF, pari a 191,5 miliardi di euro, divise in 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti. Il primo 70 per cento delle sovvenzioni è già fissato dalla versione ufficiale del Regolamento RRF, mentre la rimanente parte verrà definitivamente determinata entro il 30 giugno 2022 in base all’andamento del PIL degli Stati membri registrato nel 2020-2021 secondo le statistiche ufficiali. L’ammontare dei prestiti RRF all’Italia è stato stimato in base al limite massimo del 6,8 per cento del reddito nazionale lordo in accordo con la task force della Commissione.

Next Generation EU fornisce come piorità nei rispettivi Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza orientato a sette programmi di punta definiti Flagship programs europei:

1) Power up (Accendere);
2) Renovate (Ristrutturare);
3) Recharge and refuel (Ricaricare e Ridare energia);
4) Connect (Connettere);
5) Modernise (Ammodernare);
6) Scale-up (Crescere);
7) Reskill and upskill (Dare nuove e più elevate competenze)


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