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Presentati i risultati 2020 della della campagna Che aria tira? a Torino

Giovedì 11 giugno il Comitato Torino Respira ha presentato i risultati della campagna “Che aria tira?”, una campagna di monitoraggio civico della qualità dell’aria di Torino, giunta con successo al secondo anno. E’ stata portata a termine la seconda edizione della campagna di monitoraggio civico dell’aria.  Il 39% dei siti campionati nella Città di Torino ha concentrazioni superiori ai limiti di legge di 40 µg/m3 su base annua. Nonostante il lockdown, che ha ridotto fortemente le attività, il 99% delle scuole presenta valori superiori al superiori al valore di 20 µg/m3 al di sopra del quale si osservano effetti negativi sulla salute.

https://www.facebook.com/ComitatoTorinoRespira/videos/2337625179867447/

Alla presentazione dei dati sono intervenuti: Roberto Mezzalama, Presidente Torino Respira; Matteo Bo, Dottore di Ricerca del Politecnico di Torino; Federico Mensio, Presidente Commissione Ambiente del Comune di Torino; Luca Scarpitti, Obiettivo Cultura Fondazione Compagnia di San Paolo;  Chiara RIvetti, Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Torino; Antonio Sgroi, UNICEF Torino; Giangiacomo Garrone, Pediatra ASL 4 e Alfonso Carlone, docente ITIS A. Avogadro.

“Nonostante le restrizioni legate al COVID-19, Torino Respira è riuscito a portare a termine questo importante lavoro che ha consentito di misurare la concentrazione di biossido di azoto (NO2) in città. Abbiamo svolto la più capillare azione di monitoraggio dell’aria nelle scuole torinesi mai fatta, e i risultati sono purtroppo preoccupanti, nonostante le condizioni generali nel periodo di campionamento fossero migliori rispetto all’anno scorso.”. – commenta Roberto Mezzalama presidente di Torino Respira. Sono stati distribuiti 700 campionatori, 533 sono quelli recuperati e inviati ad analisi, 491 i dati utili.

La Campagna ha avuto due focus: all’usuale campionatura fatta in collaborazione con i cittadini, si è affiancato un lavoro di rilevamento della qualità dell’aria presso le scuole. Grazie al sostegno finanziario della Fondazione Compagnia di San Paolo, infatti,  il Comitato Torino Respira ha installato provette per il monitoraggio del biossido di azoto in 121 scuole di Torino. Inoltre sono stati coinvolti nel progetto oltre 30 comuni al di fuori di Torino, i cui dati verranno presentati in un altro evento.

La mappa dei dati

Che aria tira? è una campagna di citizen science autofinanziata e realizzata dai cittadini che hanno effettuato il monitoraggio del biossido di azoto (NO2) in un luogo a loro scelta che ritenevano interessante per il campionamento. I cittadini che hanno aderito hanno posizionato il campionatore nelle date indicate e lo hanno riconsegnato dopo un mese. I campionatori sono poi stati inviati al laboratorio per le analisi. A causa dell’epidemia di COVID19 e delle conseguenti limitazioni alla mobilità a partire dal 10 marzo una parte consistente dei campionatori non è stata recuperata.

Per la misurazione delle concentrazioni di NO2 sono state usate delle fiale assorbenti (20% TEA/Water – trietanolammina/acqua). Il campionamento passivo è economico e di semplice gestione. Non richiede l’impiego di un dispositivo per l’aspirazione dell’aria, avviene per diffusione molecolare attraverso il campionatore esposto all’aria.  Il rilevamento è durato un mese, dal 2-3 febbraio al 2-3 marzo. I dati rilevati sono stati corretti per l’effettivo tempo di esposizione.Campionatori forniti e analisi effettuate da Gradko Environmental (www.gradko.com).

L’NO2 si forma in tutti i processi di combustione per l’ossidazione dell’azoto presente nell’aria. Il campionamento passivo dell’NO2 è semplice e altamente standardizzato. La fonte principale di NO2 è il traffico veicolare, sia a livello regionale che cittadino.  I veicoli diesel contribuiscono per il 92% alle emissioni di NOx in Piemonte.

Il progetto “Che aria tira? Scuole”, ancora in corso, ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza degli studenti torinesi e delle loro famiglie. Oltre alla rilevazione di NO2 sono stati, infatti, effettuati incontri di formazione con più di 20 classi di studenti, prima della chiusura forzata delle scuole.  È stata data priorità alle scuole dell’infanzia e alle scuole superiori, per sensibilizzare da un lato i genitori dei bambini più piccoli e dall’altro i «nuovi adulti».

“La Fondazione Compagnia di San Paolo,” ha sottolineato Luca Scarpitti Obiettivo Cultura di Fondazione Compagnia,  “che  opera con costante attenzione agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, sostiene le attività del progetto ‘Che aria tira? Scuole’, di cui si presentano alcuni dati, come intervento di promozione della partecipazione civica attiva. Si tratta di un tema, quello degli spazi adiacenti alle scuole, che investe non solo le comunità scolastiche ma l’intera cittadinanza per i suoi riflessi sulla qualità della vita urbana in termini di salute, mobilità, fruizione  e percezione degli spazi pubblici.”

Scuole dell’infanzia: 70 su 71 eccedono il valore raccomandato dall’OMS (20 µg/m3), 29 su 71 eccedono i limiti di legge (40 µg/m3). Le scuole con la qualità dell’aria peggiore sono le scuole Margherita Hack di via Coppino, Danilo Dolci di via Reiss Romoli e De Panis in via Ala di Stura.

Scuole superiori: 23 delle 51 scuole superiori e università analizzate (45%) sono risultate al di sopra dei limiti di legge. Le scuole con la qualità dell’aria peggiore sono Ist tecnico Carlo Grassi di Via Veronese, Liceo Classico Umberto I di via Bligny, Ist. tecnico Santorre di Santarosa di corso Peschiera.

Applicando i fattori di rischio dell’OMS (Studio HRAPIE 2013) ai dati rilevati durante la campagna «Che aria tira?» è possibile stimare quanti dei siti campionati sono associati a diversi livelli di rischio per la salute.

Il fattore di rischio relativo utilizzato per stimare la percentuale di aumento di mortalità generale negli adulti sopra i 30 anni è di 1,055 assumendo che non ci siano effetti sotto 20 µg/m3 di NO2.

Questo significa che per ogni incremento di 10 µg/m3 di NO2, la mortalità aumenta del 5,5%. Di conseguenza la metà dei siti campionati ha un rischio di aumento della mortalità da 5.5 a 11% mentre un terzo da 11 a 16.5%.

Conclusioni “Che aria tira?”

  • La campagna ha avuto una partecipazione molto alta ma ha purtroppo incontrato una serie di difficoltà nel recupero delle provette a causa dei blocchi delle attività dovuti all’epidemia di COVID 19.

  • I risultati ottenuti sono in linea con i dati ottenuti dalla rete di monitoraggio ARPA nel periodo di campionamento

  • I valori medi annui stimati per la Città di Torino nella campagna «Che aria tira?» 2020 sono più bassi di quelli della campagna 2019 (38.22 µg/m3 contro 48.57 µg/m3 – diff. 21%), in linea con le differenze riscontrate da ARPA..

  • Il 98% dei siti campionati nella Città di Torino ha concentrazioni superiori al valore di 20 µg/m3 al di sopra del quale si osservano effetti negativi sulla salute

  • Il 39 % dei siti campionati nella Città di Torino ha concentrazioni superiori ai limiti di legge di 40 µg/m3 su base annua

Conclusioni “Che aria tira a scuola?”

  • Il 99% delle scuole presenta valori superiori al superiori al valore di 20 µg/m3 al di sopra del quale si osservano effetti negativi sulla salute

  • Il 40% delle 71 scuole dell’infanzia e primarie analizzate presenta valori oltre i limiti di legge

  • Il 45% delle 51 scuole superiori e sedi universitarie analizzate presenta valori oltre i limiti di legge

  • Le scuole con le situazioni più critiche sono localizzate prevalentemente nella zona nord di Torino

  • Questo conferma ulteriormente la sovrapposizione di disagio sociale e disagio ambientale di quella parte della città

  • Alcune scuole del centro e persino all’interno della ZTL sono fuori dai limiti di legge.


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Eventi

 Fridays for Future Italia torna in piazza il 19 e 20 Aprile contro gli interessi che ostacolano giustizia climatica e sociale

 Fridays for Future Italia torna in piazza il 19 e 20 Aprile contro gli interessi che ostacolano giustizia climatica e sociale inasprendo o generando instabilità e un conflitto mondiale a pezzi.

Quest’anno il movimento scenderà in piazza insieme ai movimenti palestinesi per chiedere anche un cessate il fuoco immediato e permanente in Palestina. Come afferma Martina Comparelli, attivista di Fridays For Future Milano: “Gli interessi delle lobby fossili continuano a finanziare gli Stati responsabili di guerre, colonialismo e genocidi, come per esempio accade nel caso del Piano Mattei di ENI voluto dal governo Meloni. La stessa ENI a fine Ottobre 2023 ha firmato un accordo con chi colonizza la Palestina, per esplorare giacimenti di gas nelle acque di Gaza, rendendosi a pieno titolo complice del genocidio del popolo palestinese.”

Inoltre, è stato annunciato uno sciopero di tutta la giornata di venerdì 19 aprile da parte del sindacato Sisa per tutto il personale docente, dirigente e ATA, sia di ruolo che precario, sia in Italia che all’estero. Questo sciopero rappresenta un’importante mobilitazione nel settore dell’istruzione, sottolineando l’urgenza di affrontare le sfide attuali legate alla giustizia climatica e sociale anche nel contesto educativo.

Il movimento climatico chiama a raccolta tutte le realtà che lottano per la giustizia climatica e sociale, per la costruzione di un futuro condiviso e più equo per tutti. “Abbiamo bisogno di riprenderci il futuro. Di agire per il benessere collettivo, fermando i progetti fossili confermati con il Piano Mattei come il raddoppio del gasdotto Tap, realizzando qui come altrove una transizione a pianificazione democratica” aggiunge Comparelli.

Di transizione e Piano Mattei si parlerà anche al prossimo G7 in Puglia, a giugno, ma gli già insufficienti impegni presi nell’edizione precedente non vedono ancora un riscontro nelle politiche italiane, come spiega Michele Ghidini, attivista di Fridays For Future Brescia: “Serve una spinta decisa verso l’uscita dal fossile: se vogliamo davvero rimanere i +1.5°C dobbiamo seguire le indicazioni che la scienza ci ha dato già da tempo. L’ultimo rapporto dell’IPCC è chiaro: la transizione deve essere accelerata accompagnandola con misure di riduzione delle disuguaglianze come la cancellazione del debito.”

Le date di mobilitazione sono annunciate in collaborazione con altre realtà sociali, sindacali e transfemministe, tra le quali il collettivo di fabbrica GKN e Giovani Palestinesi Milano. Come dice Alessandra Pierantoni, attivista di Fridays For Future Forlì: “Vogliamo mostrare che un’alternativa è non solo possibile, ma desiderabile. Abbiamo bisogno di un intervento pubblico ora che operi ora e massicciamente per assicurare una transizione equa partendo dai bisogni di base, che coinvolga anche il mondo del lavoro, in modo da creare nuovi posti in tutti i settori necessari e adottare politiche di inclusione economica e sociale. Nessuno/a deve essere lasciato indietro.”


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