Massa Critica
Paola Pisano vuole rilanciare SPID nell’ambito di una riforma dell’identità digitale per i cittadini
La ministra per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano ha annunciato un forte rilancio di SPID durante un audizione in Commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera esponendo le linee programmatiche del suo dicastero. In parallelo ha continuerà il lavoro su gli altri strumenti di identità digitale come CIE, card unica, CNS, Pin unico annunciato dal presidente del Consiglio Conte.
Dallo sviluppo dell’innovazione e del digitale è previsto un miglioramento del Pil del 13% pari a una crescita in valore di 228 miliardi di euro. Ad oggi utilizzano Spid 4,9 milioni di utenti, abbiamo 9 identity provider attivi, circa 4mila servizi integrati e 120mila è il picco di rilascio settimanale nel 2019. La diffusione dell’identità digitale con SPID non è sufficiente, perché 5 milioni di utenti non sono abbastanza e che per questo serve una riforma dell’identità digitale, che il ministero sta mettendo a punto insieme con il Ministero dell’Economia (Mef).
I punti deboli dello SPID sono il timore dei Comuni che i cittadini debbano pagare per lo SPID, il modello di business che non funziona con gli Identity Provider che non sono riusciti a monetizzare il rilascio delle identità digitali ai clienti. E’ necessario che lo Stato investa nel progetto SPID e che un player pubblico forte prenda in mano la governance dello SPID.
Ci vuole una riforma all’interno di Spid per superare alcune criticità che noi abbiamo oggi: bisogna ridisegnare il sistema pubblico di attribuzione e di gestione dell’identità digitale, e questa attività la faremo in collaborazione con il Mef. Le Pa hanno paura che un giorno i cittadini debbano pagare Spid, e la Pa non vuole dare l’identità tramite un servizio gestito da privati. Inoltre, la user experience di Spid è migliorabile, ma gli identity provider – i soggetti che oggi erogano Spid – sono in perdita, e quindi non la vogliono migliorare. Gli identity provider non sono in grado di fare business attraverso l’utilizzo di Spid da parte dei privati. Agid, in questo momento, è in difficoltà sulla governance di questo sistema estremamente complesso”, ha detto la ministra. “Lo Stato deve investire almeno nella partenza di questo progetto, e ci vuole una governance più incisiva, in cui gli identity provider diventino dei fornitori di un soggetto centrale sotto il controllo dello Stato. Ci vuole una collaborazione con il settore bancario e quello postale, che per loro natura possono diffondere l’identità digitale, e su questa proposta di riforma stiamo lavorando con il Mef.
Il progetto dell’Anpr, l’Anagrafe nazionale per i residenti deve riuscire a creare una base dati unica per i cittadini, e coinvolge tutti i Comuni italiani per riuscire a creare un unico grande Comune. Per il cittadino le procedure saranno più semplificate, tutti i certificati saranno online, ci sarà la possibilità di controllare i propri dati, e ci sarà la possibilità di fare servizi non solo nel proprio Comune di appartenenza, ma anche in altri. L’interazione tra i vari Comuni diventa più semplice: oggi è complessa, bisogna scambiare tanta documentazione, e con Anpr questo sarà molto più agevolato. Inoltre, i servizi saranno immediatamente erogabili.
Su Anpr siamo arrivati in queste quattro settimane a 30 milioni di cittadini on board: sono entrate Napoli e Palermo. Per PagoPa abbiamo superato i 500mila wallet, che sono utenti registrati su PagoPa che hanno memorizzato la loro carta di credito, e solo nel mese di settembre sono stati gestiti oltre 1 miliardo di euro di pagamenti. Quindi, PagoPa sta bene e sta iniziando a funzionare correttamente. Nel breve e medio periodo per Agid faremo il rinnovo del direttore e la razionalizzazione delle competenze, del ruolo e delle funzioni. Inoltre, la app del Progetto IO verrà lanciata negli store e verranno attivate le funzioni di digitalizzazione, di patente e tessera sanitaria, in modo da garantire l’utilizzo di questi due documenti attraverso lo smartphone”.
La strategia sulle infrastrutture dipende dal servizio: esistono dei servizi critici che stiamo mappando, e lo sta facendo anche l’Ue e dei servizi non critici, ma altrettanto importanti, all’interno della Pa. I servizi digitali, che sono tutti pubblici e creano valore per cittadini e imprese, speriamo che migrino all’interno di un cloud . I servizi critici ed essenziali per la Pa, cioè che sono essenziali per il mantenimento di attività sociali ed economiche, e sono critiche per il Paese, devono migrare all’interno di un soggetto che gestirà il cloud che noi chiamiamo ‘Polo strategico nazionale‘. Il Polo è un gestore unico che è controllato dallo Stato, e che è formato da almeno 3 data center distribuiti sul territorio nazionale.
Nei prossimi mesi sarà rilanciato il domicilio digitale per inviare in digitale tutte le comunicazioni con valore legale ai cittadini da parte della PA. Sarà una casella di posta certificata che semplificherà lo scambio di di comunicazioni fra enti pubblici e cittadini.
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Online il secondo report di ORA – Osservatorio Regionale Antidiscriminazione
È stato presentato mercoledì 4 dicembre 2024, presso il grattacielo della Regione Piemonte a Torino, il secondo report di ORA – Osservatorio Regionale Antidiscriminazione. Il secondo report ha analizzato 6.346 articoli, monitorando dal 1° novembre 2023 al 31 luglio 2024 e offrendo una panoramica dettagliata su come i media locali piemontesi trattano i temi cruciali di genere e disabilità.
O.R.A. è stata realizzata da un team di lavoro misto composto dalle ricercatrici universitarie Rossella Iannone, Francesca Tampone, Elena Morrone, Arianna Pellizzer, e da quattro professioniste dell’informazione appartenenti alla rete GIULIA: Stefanella Campana, Ilaria Leccardi, Elena Miglietti, Sara Perro.
È possibile scaricare il report completo al seguente link: https://www.collane.unito.it/oa/items/show/206#?c=0&m=0&s=0&cv=0
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Eventi
Il 9 dicembre è la giornata mondiale contro la corruzione
Il 9 dicembre è la giornata mondiale contro la corruzione. La corruzione è un fenomeno sociale, politico ed economico che colpisce tutti i paesi, minando le istituzioni e lo stato di diritto, distorcendo i mercati e i processi elettorali. In definitiva, questo fenomeno priva i cittadini di diritti fondamentali e rallenta lo sviluppo economico.
La corruzione crea un circolo vizioso che impoverisce sempre più i paesi dove il problema è endemico. Tra le conseguenze: gli investimenti stranieri leciti vengono scoraggiati e le piccole imprese nazionali non riescono a superare l’ostacolo dei cosìdetti “costi di avviamento”. In molti paesi la credibilità e la fiducia dei cittadini nel governo viene minata principalmente dalla corruzione, che alimenta anche forme di estremismo e divisioni sociali.
Il 31 ottobre 2003, l’Assemblea Generale dell’ONU, in risposta al crescente fenomeno della corruzione e alla minaccia che rappresenta per la stabilità e la sicurezza, ha adottato la Convenzione delle Nazioni Unite contro la Corruzione (United Nations Convention against Corruption). La Convenzione mira a promuovere un approccio globale e multisettoriale per prevenire e combattere il fenomeno. Questo anche in considerazione della sua dimensione transnazionale. La Convenzione, entrata in vigore nel dicembre 2005, è uno degli strumenti più innovativi ed è il primo strumento giuridico vincolante nella lotta contro la corruzione. Essa prevede misure di prevenzione e la criminalizzazione delle principali forme di corruzione. Crea una piattaforma comune che rafforza la collaborazione tra la polizia e la magistratura per l’arresto e l’estradizione dei colpevoli.
La Convenzione prevede misure finalizzate al recupero dei patrimoni trafugati, le prime nella loro specificità, che obbligano i paesi a restituire capitali o beni – ottenuti attraverso atti di corruzione – al paese ai quali sono stati sottratti.
L’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (UNODC) fu incaricato dall’Assemblea Generale di svolgere funzioni di segretariato del principale organo decisionale della Convenzione: la Conferenza degli Stati Parte della Convenzione (Risoluzione 58/4).
Tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile definiti nell’ Agenda 2030, l’obiettivo 16 “Pace, giustizia e istituzioni forti”, fa particolare riferimento alla necessità di ridurre la corruzione e gli abusi di potere come uno dei traguardi da raggiungere entro il 2030. Tuttavia, il raggiungimento di questo obiettivo richiede misure efficaci e istituzioni inclusive, responsabili e trasparenti. Le istituzioni sane, capaci di far fronte alla criminalità, catalizzano il cambiamento positivo delle società.
Per promuovere la campagna della giornata internazionale, il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) e UNODC hanno sviluppato lo strumento Uniti contro la corruzione per lo sviluppo, la pace e la sicurezza. Indirizzato a tutti i settori delle società, esso indica misure concrete attraverso le quali combattere la corruzione.
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Energia
Consegnati da Cittadinanzattiva i riconoscimenti per le migliori proposte dal basso nell’ambito del progetto ‘Energie di comunità’. Online una Guida utile per i cittadini per un uso più consapevole dell’energia
Costituire una comunità energetica nel comune di Alessandria, in particolare destinata alle fasce più deboli della popolazione e a famiglie in emergenza abitativa. La proposta viene da un gruppo di cittadini che, in collaborazione con il Comune di Alessandria e l’ATC (Agenzia Territoriale per la Casa, ossia l’ente di riferimento per l’assegnazione degli alloggi di edilizia sociale), hanno partecipato al percorso Energie di comunità, promosso da Cittadinanzattiva e conclusosi con l’assegnazione di un riconoscimento per le migliori proposte elaborate dal basso sul tema della sostenibilità energetica. (altro…)
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