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Massa Critica

L’Inattuale: Fare blogging con la curation

Inizia la condivisione e la collaborazione fra Massa Critica e il canale di curation Inattuale. Un modo indiretto di reinventare il blog. Mentre digito questo titolo non posso non riflettere sulla sua bruttezza se vista da un amante della lingua di questo paese, tuttavia dobbiamo fare i conti con un’infinità di melting pot non solo linguistici, ma anche tecnico-concettuali di un’epoca che contrae più significati impliciti in una sola espressione.

Il giornalismo è fra le prime discipline ad aver dovuto fare i conti con questo cambiamento. È un giornalismo sempre più di “riporto” e sempre meno di inchiesta e chi legge deve fare i conti necessariamente con un condizionamento che porta sempre meno a pensare e sempre più a subire l’influenzamento di massa.
L’inattuale è un progetto che esiste da un po’ di tempo e che ha come obiettivo, non solo quello di dare spazio all’informazione pensata filtrando quella di moda, ma anche di riabituare le persone a riflettere di più sulla critica delle notizie di quanto non ci venga imposto dal sistema mediatico.
Intanto, recuperando il dizionario, capiamo meglio la parola: inattüale – Che manca di attualità, che non risponde alle condizioni, alle esigenze del momento, o è in contrasto con esse”. Il termine ricorda molto il titolo di un libro incompiuto di Nietzsche che voleva avviare un “reverse engineering” dell’encyclopedie illuminista nel senso di un’anti-modernità, un ridimensionamento del “nuovo” come “dittatura del progresso” come prescrizione. Una pratica quanto mai indispensabile nei tempi di Internet.

Selezionare gli scritti, nella fattispecie gli articoli, su questa base rieducativa o, se preferiamo, stilistica è fare giornalismo – per meglio dire, blogging – usando il materiale già disponibile nella sovrabbondanza della rete. Chiaramente, si tratta di un’operazione arbitraria dove l’autorialità sta nella scelta più che nella composizione: questo è un cambiamento importante che proprio Internet ci consente.

Ecco un esempio di contributo di Inattuale

E i relativi commenti su L’Inattuale a proposito

Inattuale ha poche ma precise regole riportate nel canale Telegram da cui trae origine:

I criteri della pubblicazione comportano che possa essere presentato di tutto al di fuori di: “marchette,  shopping, storie di battibecchi. sport,  gossip,  cronaca nera, verde, blu …  , partitica, polemiche di moda, quello che trovi ovunque.

Le eccezioni sono consentite quando alcuni di questi argomenti sono tirati in ballo dall’obiettivo primario della segnalazione (che ovviamente dev’essere differente da quanto su detto).
Rivolgendosi a parlanti italiano, le lingue straniere trovano spazio solo in casi eccezionali come quello di un argomento non trattato (o non visto) in italiano o di un autore significativo su un tema di competenza che sia diverso da quelli sopra elencati.
Gli articoli sono proposti dagli amministratori del canale cosa che si può diventare facendone richiesta. Ma anche senza questo passaggio per proporre un articolo è sufficiente inserirlo in commento o nel gruppo di discussione “L’inattuale a proposito”

Perché Inattuale approda su Massa Critica? Le ragioni sono diverse e, oltre alla presenza fra gli amministratori del canale di alcuni redattori del magazine, lo stesso gioco di parole presente nella testata – quello di conseguire una soglia di influenza del pensiero verso una dimensione del rispetto delle persone e del pianeta con i suoi esseri (non solo umani) e quello di risvegliare un pensiero critico riguardo agli eventi che stiamo vivendo – è decisamente coerente con le logiche di curation del canale. Grazie alle potenzialità offerte da Telegram, le notizie del canale sono allineate con un gruppo di discussione dove poterle commentare e, come si è detto, suggerirne di nuove in rispetto dei pochi principi sopra elencati. La novità sta anche nell’integrazione di strumenti differenti, quelli della pagina web, del messaging e, poco alla volta, dello shortcasting (podcast audio e video brevi, della durata media di un messaggio Telegram, Whatsapp, TikTok e simili).

Va da sé che si tratta di una sperimentazione che nutre grandi aspettative, non solo da parte della redazione di Massa Critica, ma soprattutto dalla qualità dei suoi lettori con cui speriamo di riuscire a raccontare una storia di cambiamento comune.

nell’immagine Max Stirner, nume tutelare di Inattuale


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Innovazione

Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori a Torino e in Piemonte è UNIGHT

Venerdì 29 settembre e sabato 30 settembre 2023 si svolgerà la Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori, l’iniziativa promossa dalla Commissione Europea che coinvolge ogni anno migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i Paesi europei. (altro…)


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Cibo

29 settembre è la Giornata internazionale di sensibilizzazione sulla perdita e sullo spreco alimentare

Il 29 settembre è la Giornata internazionale di sensibilizzazione sulla perdita e sullo spreco alimentare – The International Day of Awareness of Food Loss and Waste.

L’iniziativa, proclamata dalle Nazioni Unite, rappresenta un chiaro invito all’azione per sensibilizzare il mondo intero, cittadini e Istituzioni, sulla centralità della questione delle perdite e dello spreco di cibo e sulle sfide più rilevanti da affrontare per favorire un’economia sostenibile e circolare per il futuro del Pianeta.
Agenzia per la Coesione Territoriale
L’impegno contro gli sprechi alimentari dev’essere una priorità globale: il risparmio del cibo, infatti, non è solo un problema etico ma determina anche effetti sui piani economico e ambientale per l’impatto negativo sul dispendio energetico e sullo smaltimento dei rifiuti. Affrontare la perdita e lo spreco di cibo è fondamentale per aumentare l’efficienza nel modo in cui il nostro cibo viene prodotto, distribuito e consumato.

Ogni anno un terzo del cibo sulla terra, 1,3 miliardi circa di tonnellate, viene sprecato senza neanche arrivare in tavola, che fanno ottenere a loro volta 4,4 miliardi di tonnellate di CO2 emessa nell’atmosfera e un consumo di acqua pari a 170 miliardi di metri cubi. Intanto, oltre 820 milioni di persone nel mondo soffrono la fame: è il 10,8% della popolazione, ovvero 1 persona su 10 che abita il pianeta. C’è poi lo spreco alimentare legato alla gestione e fruizione del cibo nelle nostre case.
Solo in Italia, lo spreco alimentare domestico pesa 529,9 grammi ogni settimana per ciascun cittadino, pari a oltre 25 kg di cibo gettati ogni anno. Considerando l’intera popolazione italiana si arriva a un dato vertiginoso: 1.526400 tonnellate di cibo ogni anno sprecate in Italia, nelle sole dinamiche di fruizione domestica del cibo”.

Per spingere verso comportamenti più responsabili bisogna fare fronte comune. Ci sono, infatti, termini internazionali che servono a raccontare e smuovere la lotta allo spreco alimentare.

Food Loss: espressione selezionata dalla FAO per indicare lo spreco alimentare che avviene all’inizio della filiera, da distinguersi da “food waste” che si riferisce a quello che avviene durante la distribuzione e dopo la vendita.
Pre-Consumer Waste: indica lo spreco che si verifica prima dell’acquisto, durante la produzione. A questo segue il “Post-Consumer Waste“, ovvero lo spreco dopo la vendita.
FLW: sigla per “Food Loss and Waste Protocol”, il protocollo internazionale contro lo spreco di cibo. Nello specifico, è uno standard che permette di calcolare quanto spreco alimentare si genera a livello globale.
Close the Loop: espressione che indica la fine del processo di riciclaggio, quando il consumatore finale acquista un prodotto riciclato. Letteralmente significa “chiudere il cerchio” e allude a un processo che potenzialmente, essendo circolare, potrebbe non interrompersi mai.
Minimization: racchiude tutti gli sforzi (tra cui il riciclaggio) per ridurre la quantità di rifiuti e si ottiene attraverso la riprogettazione dei prodotti o dei modelli di produzione e di consumo.
Spazio all’azione

A volte basterebbe davvero poco per evitare lo spreco alimentare: pochi e semplici comportamenti per vivere in maniera più sostenibile.

Three R’s: dall’inglese letteralmente “le tre erre”, è la triade di azioni per evitare lo spreco, ovvero “ridurre, riusare e riciclare”. Anche in campo alimentare, infatti, un acquisto consapevole e un utilizzo (e riutilizzo) adeguato possono contribuire a ridurre la quantità di cibo scartato.
Meal planning: termine inglese che si riferisce alla creazione di un calendario dei pasti. Oltre ad essere utile per la vita di tutti i giorni, questo strumento può essere un buon alleato contro lo spreco casalingo: una buona pianificazione dei pasti, infatti, permette un acquisto ed un uso consapevole del cibo.
Doggy bag: farsi preparare una “doggy bag”, ovvero un contenitore per gli avanzi del cibo al ristorante, è sempre un buon modo per evitare gli sprechi. Questa pratica è già molto diffusa all’estero e fortunatamente sta prendendo sempre più piede anche in Italia.
Natmad: anche i danesi hanno una parole per indicare la “doggy bag”, anche dopo una cena tra le quattro mura di casa. “Natmad”, in particolare, è la pratica di lasciare ai propri ospiti gli avanzi della cena per uno spuntino notturno.
Bokashi (ぼかし): letteralmente “miscuglio organico“, è un particolare metodo di fermentazione giapponese di compostaggio adatto anche per carne, latticini, ossa e frutti di mare. Questa tecnica permette di prendersi cura del proprio suolo con del compost fermentato autoprodotto. In questo modo si può fertilizzare la terra sfruttando gli scarti domestici che normalmente andrebbero buttati e quindi sprecati.
La parola alle culture

Le parole possono anche raccontare bisogni sentiti dalle società e volti ad evitare lo spreco.

Mottainai (もったいない): in Giappone viene solitamente utilizzata per esprimere disappunto per qualcosa che viene sprecato per niente. Non è, infatti, raro che chi lascia molto cibo nel piatto venga redarguito con un “mottainai!“.
Itadakimasu (いただきます): tradotta generalmente come “buon appetito”, in realtà l’espressione giapponese “itadakimasu” si ferisce a un rituale di gratitudine e di riflessione. L’idea alla base di questo rituale è che il cibo che si sta per mangiare è di grande importanza e non può essere sprecato.
Lagom: termine svedese non del tutto traducibile in italiano. Indica un concetto di misura riassumibile con “non troppo, non troppo poco”. L’espressione “lagom” sottintende l’idea che non esista una misura comune a tutti: ogni persona deve trovare il suo equilibrio.
Resfest: parola svedese che indica un pasto a base di avanzi, rielaborato per essere gustoso e diverso. Ad esempio una pasta gratinata a base di polpette e spaghetti avanzati dalla cena del giorno prima. In tedesco questo concetto si esprime con la parola “resteverwertung“.
Kutt-matsvinn uke: è la settimana norvegese contro lo spreco alimentare, un periodo per aumentare la consapevolezza sullo spreco e su ciò che l’industria alimentare e della ristorazione può fare, nonché per mostrare come ogni singolo individui giochi un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questi obiettivi. Da considerare inoltre che uno degli obiettivi della Norvegia è dimezzare il food waste entro il 2030.
Se, lukt, smak: letteralmente “guarda, annusa, assaggia”, è invece un’espressione norvegese per incoraggiare i consumatori a non affidarsi solo alla data di scadenza di un prodotto. Proprio per questo la data di scadenza dei prodotti in Norvegia è indicata con “Best før, ofte god etter”, ovvero “Da consumarsi preferibilmente entro – Anche se potrebbe essere ancora buono dopo”. Qualcosa di simile avviene anche in Svezia con la dicitura “Bäst före, ofta bra efter”.
Containern: in tedesco l’azione di salvare del cibo ancora commestibile, ma scartato dai supermercati per motivi estetici.
Pfandflaschen: parola tedesca per indicare il vuoto a rendere. In Germania, infatti, quella del vuoto a rendere è una pratica molto comune: le bottiglie costano 25 centesimi in più, ma si può riavere questa differenza di costo restituendo successivamente la bottiglia in negozio per farla riutilizzare.
Weiterverwertung von Lebensmittelresten: letteralmente “riutilizzo dei residui alimentari”, in tedesco si riferisce al riuso di scarti alimentari per creare qualcosa di nuovo – ad esempio produrre un prodotto per la pulizia a partire dalla buccia di limoni o arance oppure utilizzare i fondi di caffè per realizzare cosmetici.
Come lo que compras y compra lo que necesitas: proverbio spagnolo letteralmente traducibile in “mangia quello che compri e compra quello che ti serve”.


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Google Podcast chiude entro il 2024, gli utenti indirizzati su Google Music

Google ha annunciato la chiusura di Google Podcasts entro il 2024, nel contesto dell-operazione per concentrarsi su YouTube Music che appare sempre piú anche un competitor di Spotify. (altro…)


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