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Stop al Nuovo Codice della Strage, una Ciclabile Umana a Torino martedì 12 marzo

Torino si mobilita, insieme a tante altre città in Italia, per fermare la revisione del Codice della Strada proposta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che sarà discussa nei prossimi giorni in Parlamento. La ciclabile umana Stop al Nuovo Codice della Strage fa parte delle Mobilitazioni nazionali dal 9 al 12 marzo in tutta Italia.

L’appuntamento è martedì 12 marzo 2024, dalle ore 7:30 alle 10:30 a Porta Nuova sulla banchina lato di Piazza Carlo Felice. L’invito è per aderire partecipando alla mobilitazione a piedi, con la propria bici o il proprio mezzo di micromobilità e sostenibile.

“Stop al Nuovo Codice della Strage“ è una mobilitazione che parte dalla piattaforma Città30Subito  a cui si uniscono numerose associazioni  di tutta Italia. Per conoscere il calendario delle mobilitazioni “Stop al Nuovo Codice della Strage” in programma in tutta Italia  consultare la pagina dedicata sul sito FIAB. La mobilitazione torinese è organizzata da “Torino 30”, campagna di sensibilizzazione sui benefici di Città 30.

Per evitare la strage in Italia

3.159 sono le persone morte in collisioni sulle strade nel 2022, con un aumento del 9% rispetto al 2021 e solo una leggera diminuzione rispetto al 2019. 223.475 sono stati i feriti. Il 73% delle collisioni avviene in ambito urbano. L’assenza di sicurezza stradale è la prima causa di morte per le e i giovani sotto i trent’anni.

Una situazione, quella italiana, che è un’anomalia in Europa: se in Gran Bretagna i morti in strada per milione di abitanti sono 26, in Germania 34, in Spagna 36, in Italia siamo a 53 (Fonte: Commissione Europea 2022), dato in crescita rispetto all’anno precedente.

Le principali cause di morte sono secondo l’Istat sono l’eccesso di velocità, la guida distratta e la mancata precedenza ai pedoni sugli attraversamenti. Queste cause non vengono prese in considerazione dalla riforma del Codice della Strada voluta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che sarà discussa nei prossimi giorni in Parlamento.

La riforma viene proposta “per salvare vite in strada”, ma nella sostanza prefigura il persistere della strage. Infatti, limita pesantemente l’autonomia di azione delle amministrazioni comunali, attacca e depotenzia ZTL, aree pedonali, sosta regolamentata, controlli elettronici e mobilità ciclistica. Misure che ci allontanano dagli obiettivi del Piano Sicurezza Stradale 2030.

La proposta di riforma da una parte promuove “misure-vetrina”, come l’inasprimento di alcune pene o l’alleggerimento delle limitazioni ai neopatentati, e dall’altra strizza l’occhio a chi vìola sistematicamente le regole. Vengono meno i presupposti per la tutela di chi è più vulnerabile e si indebolisce la convivenza tra i diversi utenti della città. Misure inefficaci e dannose che non migliorano le norme attuali e addirittura vanno ad aggravare la situazione, poiché non agiscono sulle cause della strage e sulla prevenzione.

La richiesta è una: città vivibili e strade sicure, la sicurezza stradale ha un’altra direzione.

Serve un approccio scientifico e sistemico: agendo sulla moderazione della velocità, non solo attraverso i limiti ma anche con controlli e ridisegno dello spazio pubblico.

Occorre realizzare interventi normativi a favore della mobilità attiva e del potenziamento del trasporto pubblico, e agevolare percorsi verso le città 30, prendendo esempio da Bologna.

 


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