Innovazione

Presentato il progetto Torino Innovation Mile per riqualificare l’area tra il Politecnico e l’Environment Park

E’ stato presentato il progetto “Torino Innovation Mile” che punta a riqualificare l’area del passante ferroviario di Torino, 200 mila metri quadri per l’Innovazione tra il Politecnico e l’Environment Park, che comprende le Ogr e Porta Susa. Torino Innovation Mile punta a svilupparsi su due aree allineate: la prima di 52mila metri quadrati tra Porta Susa e le Ogr, l’altra di 143mila nei pressi del centro di ricerca Environment Park.

Il comitato promotore, composto da Environment Park, Infra.To, Lift, New Cleo, Nexto, Planet, Ogr e Politecnico di Torino, si propone di coinvolgere altri attori interessati. Le aree sono di proprietà delle Ferrovie dello Stato, con cui il comitato ha già iniziato le discussioni e ha programmato ulteriori incontri. Il progetto vuole attrarre investitori, incluse le stesse Ferrovie, per far sì che le aree vengano assegnate e il progetto possa partire.

L’obiettivo è attrarre investitori, inclusi le stesse Ferrovie, per avviare il progetto e trasformare le aree abbandonate in un polo di sviluppo e innovazione. Il progetto vuole concentrarsi sulla sostenibilità e l’innovazione.

Il progetto prevede due aree, una tra Porta Susa e le Ogr e l’altra intorno all’Environment Park, con edifici aperti e sostenibili, spazi dedicati alla ricerca e una componente residenziale per universitari e il mercato.

Le aree in questione sono di proprietà delle Ferrovie dello Stato, con le quali il comitato ha già avuto avviato le interlocuzioni: il prossimo appuntamento è fissato il 12 marzo.

“Dopo mesi, se non anni – ha dichiarato il presidente del comitato Davide Canavesio, insieme ai vice Giacomo Portas e Stefano Corgnati – finalmente presentiamo qualcosa di concreto: un comitato che mette insieme un mix di soggetti fra i più dinamici e innovativi del Nord-Ovest. Vogliamo che questi terreni oggi abbandonati possano diventare un luogo iconico, che porti sviluppo e innovazione sul territorio”.

“Pensiamo – ha aggiunto l’architetto Benedetto Camerana – “a edifici aperti e plurali: ci saranno tetti verdi e facciate verdi, messaggio del fatto che al loro interno si fa ricerca green. Ogni azienda avrà il suo spazio, ma ci sarà anche un 40% riservato al residenziale, per universitari e per il mercato”.


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