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IT-alert: come funziona il nuovo sistema di allarme pubblico per l’informazione alla popolazione

IT-alert è il nuovo sistema in fase di sperimentazione di allarme pubblico per l’informazione alla popolazione, che diffonde ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica messaggi utili in caso di gravi emergenze o catastrofi in arrivo o in corso.

Al momento, IT-alert è ancora in fase di sperimentazione.

IT-alert si affianca ai sistemi di allarme già esistenti e quando sarà operativo integrerà le modalità di informazione e comunicazione già previste per informare la popolazione e favorire l’adozione di misure di autoprotezione legati alla tipologia di rischio e al contesto di riferimento. Il servizio punta a consentire la diramazione rapida delle prime informazioni sulle possibili situazioni di pericolo.

Il messaggio IT-alert viene ricevuto da chi si trova nella zona interessata dall’emergenza o dall’evento calamitoso e abbia un cellulare attivo. Il servizio è conforme allo standard internazionale Common Alerting Protocol per garantire la completa interoperabilità con altri sistemi, nazionali e internazionali, di divulgazione di allerte, allarmi di emergenza e avvisi pubblici.

I messaggi IT-alert viaggiano attraverso cell-broadcast. Ogni dispositivo mobile connesso alle celle delle reti degli operatori di telefonia mobile, se acceso, può ricevere un messaggio “IT-alert”. Grazie alla tecnologia cell-broadcast i messaggi IT-alert possono essere inviati all’interno di un gruppo di celle telefoniche geograficamente vicine, capaci di delimitare un’area il più possibile corrispondente a quella interessata dall’emergenza.

Il cell-broadcast funziona anche in casi di campo limitato o in casi di saturazione della banda telefonica. I dispositivi non ricevono i messaggi IT-alert se sono spenti o se privi di campo e potrebbero non suonare se con suoneria silenziata.

Da giugno 2023 si sono svolti i primi test regionali di invio del messaggio

  • 28 giugno Toscana;
  • 30 giugno Sardegna;
  • 5 luglio Sicilia;
  • 7 luglio Calabria;
  • 10 luglio Emilia-Romagna.

Entro la fine del 2023 verranno effettuati i test nelle altre Regioni e nelle Province Autonome di Bolzano e Trento.

Quando sarà operativo, sarà impiegato per le seguenti tipologie di rischio nel campo della protezione civile, previste al momento dalla Direttiva del 7 febbraio 2023:

  • maremoto generato da un sisma;
  • collasso di una grande diga;
  • attività vulcanica, relativamente ai vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli;
  • incidenti nucleari o situazione di emergenza radiologica;
  • incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti al decreto legislativo 26 giugno 2015, n. 105 (Direttiva Seveso);
  • precipitazioni intense.

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