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Una proposta di legge per ridurre l’uso dei jet privati che sono il mezzo più inquinante

Il report dell’ONG Transport & Environment “Private jets: can the super-rich supercharge zero emission aviation?” ha rivelato l’impatto sul cambiamento climatico attribuibile ai jet privati in Europa, evidenziando che questi hanno in media un’intensità di carbonio 10 volte maggiore rispetto agli aerei di linea e sono 50 volte più inquinanti dei treni. Secondo il report, un volo privato di quattro ore emette quanto una persona media in un anno.

I jet privat sono il mezzo più inquinante ad oggi disponibile dato che bruciano così moltissimo carburante fossile per l’uso esclusivo di un numero limitato di persone.

L’Italia è il quarto Paese europeo per numero di voli di jet privati, con 55.624 voli effettuati nel 2022, con una crescita del 61% rispetto al 2021 e l’emissione di 266.100 tonnellate di CO₂, il doppio rispetto a quelle dell’anno precedente e pari alle emissioni medie di CO₂ prodotte da più di 50 mila italiani in un anno.

In questi anni si è cercato di aumentare le tasse sui carburanti più inquinanti o si sono introdotti bolli differenziati a seconda delle caratteristiche dei veicoli esente dal cosiddetto fisco ecologico.

In Europa la situazione è in divenire: la Francia ha vietato i voli privati su tratte brevi, in Olanda l’aeroporto di Amsterdaam Schiphol ha chiuso ai voli privati .

In Italia è stata presentata una legge “Misure in materia di trasporto aereo privato per la riduzione delle emissioni climalteranti” che introduce una limitazione sulle tratte brevi di parte dei voli privati sul territorio nazionale, e prevede una revisione della tassazione che attualmente grava sui voli privati non di linea, anche al fine di introdurre una sorta di carbon tax su una modalità di trasporto inquinante e quasi sempre a bassa utilità. Le maggiori entrate ottenute dalla revisione delle imposte che gravano direttamente o indirettamente sui voli privati non di linea, potranno essere investite nel trasporto pubblico sostenibile.

L’articolo 1, introduce, dal 2025, il divieto sulle tratte brevi all’interno del territorio italiano di voli privati non di linea per il trasporto passeggeri, di aero-taxi ed elitaxi, il cui tragitto è assicurato anche dalla rete ferroviaria nazionale da una tratta di durata inferiore a 4 ore, e garantita da almeno sei collegamenti diretti nelle 24 ore.
Si prevedono specifiche deroghe per quegli aerei che utilizzano tecnologie innovative e sostenibili per il trasporto aereo. A detti aeromobili gli incrementi di aliquota e imposta previsti dagli articoli 3 e 4, si applicano nella misura ridotta del 50 per cento.

L’articolo 2, stabilisce che dall’anno 2030 i divieti e le limitazioni di sorvolo previsti all’articolo 1, riguarderanno tutte le tratte nazionali e non solo quelle brevi, per quegli aeromobili privati, che non riusciranno a garantire zero livelli di emissione di carbonio.

L’articolo 3, amplia e chiarisce quali siano i voli che sono tenuti al pagamento dell’accisa sul cherosene. Contestualmente si introduce un aumento del 30% dell’attuale accisa sul cherosene usato come carburante per la navigazione aerea privata.

All’articolo 4, comma 1, si modifica l’attuale imposta erariale sui voli dei passeggeri di aerotaxi che attualmente aumenta all’aumentare della lunghezza del tragitto. Si introduce quindi un’imposta unica più alta di quella vigente, e che penalizza e disincentiva maggiormente i voli sulle tratte brevi.

L’articolo 5, istituisce un Fondo nel quale confluiscono le maggiori risorse conseguenti agli aumenti di accisa e di imposta previsti dagli articoli 3 e 4. Queste risorse sono destinate a favore del trasporto pubblico locale e su ferro, ai fini di una sua maggiore sostenibilità.


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