Ambiente

Giovedì 3 febbraio la presentazione a Torino del rapporto Ecomafia 2021 di Legambiente

Nella mattinata di giovedì 3 febbraio 2022 si terrà presso “La Fabbrica delle E” di Corso Trapani a Torino una presentazione del rapporto Ecomafia 2021 promossa da Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta in collaborazione con Libera Piemonte.

Il rapporto, pubblicato da Legambiente sotto forma di volume, fotografa la situazione di ecomafie e illeciti ambientali del 2020. Tra le tendenze principali che emergono dai dati diffusi dall’associazione, spicca ad esempio un aumento nel numero di reati ambientali (+0.6%), di persone denunciate (+12%), di ordinanze per custodia cautelare (+14,2%) e di sequestri effettuati (+25,4%). Per contro, nel primo anno di pandemia sono stati registrati soltanto 1.415.907 controlli, ovvero il 17% in meno rispetto al 2019. In particolare le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Sicilia, Campania, Puglia e Calabria) continuano a registrare un’incidenza molto alta di reati ambientali, essendo interessate dal 46,6% di quelli nazionali. Sino ad oggi inoltre, sono 32 i comuni commissariati per ecomafia.

I procedimenti penali aperti per delitti contro l’ambiente sono in leggero calo ma restano comunque alti. Sono infatti 883, più della metà dei quali classificati come delitti di inquinamento ambientale. Un dato invece positivo è dato dall’aumento all’88% delle Procure i cui uffici competenti hanno aumentato i controlli sull’applicazione della legge 68, che regola appunto i delitti contro l’ambiente.

Registra un’incremento dell’8,1% anche il numero di incendi boschivi. Alto anche il numero di illeciti contro gli animali, attestati a 8.193, il 23,5% del totale dei reati ambientali.

Il ciclo dei rifiuti ha visto nel 2020 invece un calo degli illeciti – forse per la produzione minore influenzata dalla pandemia – anche se gli arresti sono aumentati del 15,2%. Simile tendenza nel ciclo del cemento che è stato interessato da un numero minore di illeciti, a fronte di un aumento delle persone denunciate. In generale, le stime del fatturato illegale fatte da Legambiente evidenziano un calo dello 0,9% a cui ha in parte contribuito una crescita nel numero di inchieste sviluppate contro i traffici organizzati di rifiuti.

Rivela invece uno stallo il dato degli abbattimenti di abusi edilizi eseguiti. Essi costituiscono infatti soltanto il 32,9%  sulle 57.250 ordinanze di demolizione emesse tra il 2004 e il 2021.

Di fronte a questi dati Legambiente ha presentato, contestualmente al rapporto, 10 principali proposte, tra le quali: l’inserimento dei delitti ambientali e del delitto di incendio boschivo tra i procedimenti giudiziari per cui non scatta l’improcedibilità; l’approvazione delle leggi contro agromafie e saccheggio del patrimonio culturale, archeologico e artistico; l’inserimento nel Codice Penale dei delitti contro gli animali; la garanzia alle prefetture del potere sostitutivo nei casi di mancata esecuzione da parte dei comuni delle ordinanze di demolizione di immobili abusivi; l’inasprimento delle sanzioni per il traffico illegale di rifiuti; l’emanazione dei decreti attuativi per completare l’istituzione del Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente; l’accesso gratuito alla giustizia per le associazioni del Terzo settore impegnate nel perseguimento dei propri fini statutari.

 


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