Energia

Energia: Coldiretti, da blocco tir scaffali vuoti e cibo buttato

Con l’85% delle merci che viaggia su strada, lo sciopero dei Tir con i blocchi stradali provoca danni incalcolabili, dal campo alla tavola, con i prodotti deperibili come frutta, verdura, funghi e fiori fermi nei magazzini che marciscono e il rischio concreto di scaffali vuoti anche per la mancanza di forniture all’industria alimentare costretta a fermare gli impianti di lavorazione.

E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla protesta degli autotrasportatori dalla Sicilia alla Puglia fino alla Campania a Nola, dove è stato coinvolto anche un tratto dell’autostrada A1, che rappresenta la principale arteria di collegamento del Paese. Una situazione che – sottolinea la Coldiretti – aggrava le già pesanti difficoltà della filiera agroalimentare costretta a far fronte a pesanti aumenti dei costi di produzione per le materie prime e l’energia. A risentirne è la capacità di autoapprovvigianamento alimentare del Paese in un momento di grandi tensioni internazionali con accaparramenti, speculazioni e limiti alla circolazione delle merci e venti di guerra in Ucraina che soffiano sui prezzi di gas e carburanti. Già provati dalla difficile situazione climatica climatica, arance, limoni, pomodori e agli altri prodotti ortofrutticoli rischiano di essere buttati. Ma il problema riguarda anche i lattiero caseari, spiega la Coldiretti. A preoccupare, inoltre, è anche l’impatto sulle esportazioni con i concorrenti stranieri pronti a prendere lo spazio del made in italy sugli scaffali di negozi e supermercati all’estero mettendo a rischio il record di 52 miliardi di export agroalimentare realizzato nel 2021 (analisi Coldiretti su dati Istat).

“Occorre trovare una soluzione immediata per rimuovere i blocchi stradali e consentire la ripresa dei ritiri dei prodotti nei magazzini e la consegna ad industrie alimentari e distribuzione commerciale” afferma la Coldiretti nel sottolineare che “ sul piano strutturale occorre intervenire con I fondi del Pnrr per ridurre il deficit logistico nazionale che fa perdere comeptitività al Made in italy sui mercati internazionali.” Su questo scenario pesa il deficit logistico italiano per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci, che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro, con un gap che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga. In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante – conclude Coldiretti – è pari a 1,12 euro/ chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro, ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’Est come la Lettonia, la Romania o la Polonia.


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