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Il programma del Festival Cinemabiente 2021: come seguire in presenza e online i film della rassegna

Il Festival Cinemambiente si svolge in presenza a Torino, dall’1 al 6 ottobre 2021 nelle sale Cabiria e Soldati del Cinema Massimo – Museo Nazionale del Cinema in via Giuseppe Verdi 18, Torino a capienza limitata secondo le attuali norme in materia di prevenzione sanitaria.
A partire dal giorno successivo alla proiezione in sala, i film saranno disponibili, fino al 13 ottobre, sulla piattaforma OpenDDB, che avrà una capienza di 500 accessi per ciascun titolo. Le proiezioni VR sono ospitate nelle due chapelle CineVR 1 e 2 del Museo Nazionale del Cinema, nell’Aula del Tempio della Mole Antonelliana. La mostra fotografica “Il Quinto Elemento” è allestita negli spazi espositivi del Piano 0 della Mole Antonelliana, accessibile gratuitamente.
I panel “Il cinema ambientale oggi” e “Un festival più verde” saranno ospitati al Circolo
dei lettori in via Bogino 9.
L’ingresso e l’accesso a tutti gli eventi del Festival sono gratuiti. Le proiezioni al Cinema Massimo e online su OpenDDB sono a prenotazione obbligatoria, che si può effettuare sul sito www.cinemambiente.it. La prenotazione in sala è consentita per max 2 persone. L’ingresso al Cinema Massimo sarà consentito solo dietro presentazione del Green pass.

I premi in palio

  • Premio Asja Energy per il miglior documentario della sezione internazionale, di $ 5000.
  • Premio Terna per il miglior cortometraggio della sezione internazionale, di $ 1500.
  • Premio IREN del pubblico, di $ 1500, assegnato dagli spettatori del Festival al miglior documentario in gara nel Concorso internazionale.
  • Premio “Dalla Terra alla Terra”, promosso da Biorepack, di € 3000, assegnato a giudizio insindacabile del promotore e del Festival, al film in concorso che meglio illustra le problematiche legate alla terra, al suolo, ai suoi problemi e alle soluzioni possibili per proteggere la salute umana, salvaguardare la biodiversità e garantire la sicurezza alimentare.
  • Premio speciale Movies Save the Planet, istituito dal Festival, assegnato a un artista che abbia saputo declinare nella sua opera il tema dell’ambiente e della natura.
  • Il Premio Movies Save The Planet 2021 è assegnato a Yann Arthus-Bertrand, ambientalista, fotografo, giornalista, regista, di cui viene presentato, a chiusura di Festival, l’ultimo film

Ricorda Gaetano Capizzi direttore del Festival CinemAmbiente

La corsa del cinema ambientale, quasi frenetica prima della pandemia, è stata rallentata, ma non interrotta, dall’emergenza sanitaria. Oggi anche questo settore sta gradualmente tornando alla normalità. In attesa che l’onda di piena del cinema ambientale scorra con la forza di prima, il Festival presenta un’edizione “di ripartenza”. Il numero molto alto dei titoli iscritti, oltre tremila, certifica una consistente ripresa (anche se meno evidente nel caso delle grandi produzioni, come quelle statunitensi), ripresa che si è tradotta in una selezione estremamente varia per temi e provenienza dei film.
Il Festival 2021 riparte dal suo luogo naturale, la sala (peraltro fortunatamente non abbandonata nemmeno nella scorsa edizione), e dall’essenziale contatto diretto con il pubblico, ma non rinuncia alla programmazione via web. Modalità di diffusione imposta in una fase emergenziale, lo streaming si è dimostrato molto efficace per un ulteriore allargamento di una platea sensibile ai temi della cultura e della cinematografia green, obiettivo fondante che il Festival persegue da quasi un quarto di secolo.
Oggi che l’emergenza ambientale è entrata nell’agenda politica di tutto il mondo e si moltiplicano i report di fonti sempre più autorevoli sulle conseguenze già in parte irreversibili del riscaldamento globale, il Festival sceglie per la sua 24^ edizione il claim “Time for Change”: non un appello o un’esortazione, ma la constatazione di una scadenza ineludibile. “Tempo di cambiare” vuol dire che non c’è più tempo da perdere. Gli effetti dei cambiamenti climatici ormai sono sotto gli occhi di tutti, come abbiamo modo di vedere ogni giorno, e non risparmiano nessun continente: la transizione deve avvenire ora, se vogliamo evitare di superare il punto di non ritorno.
Dal canto suo, il cinema ambientale ha già avviato una transizione significativa. I film realizzati oggi non fanno più plausibili profezie (puntualmente avverate), non proiettano scenari distopici in un prossimo futuro, ma registrano l’esistente, documentano cambiamenti ormai certificabili. La centralità della questione climatica nel dibattito mondiale sta dando – e darà probabilmente nei prossimi anni – una crescente visibilità al cinema ambientale, che oggi si fa largo anche nei grandi festival generalisti. E se il rischio di ogni cinematografia avviata a entrare nel mainstream è quello di eccessi di banalizzazione e spettacolarizzazione, il volano mediatico risulta positivo anche per quei film documentati, rigorosi, basati su dati scientifici e su fatti verificabili che, come sempre, il Festival propone al pubblico con un programma segnato da alcune novità.
Tornano le sezioni competitive (temporaneamente abolite nella scorsa edizione “pandemica”), che si suddividono in due concorsi internazionali, uno riservato ai documentari, l’altro ai cortometraggi. La recente fortuna del cinema ambientale investe anche la produzione nazionale, che oggi si mostra in grande fermento, tanto da indurre il Festival a istituire una sezione, non competitiva, riservata ai soli film italiani. L’iniziativa vuole essere un ulteriore stimolo per la cinematografia nazionale di settore e si accompagna a un panel, “Il cinema ambientale oggi”, in cui i registi italiani potranno confrontarsi con i colleghi stranieri. Un altro importante momento di confronto di operatori del cinema italiano sarà il panel “Un festival più verde”, organizzato in collaborazione con AFIC, sulla riduzione dell’impatto ambientale delle manifestazioni culturali.
Il premio “Movies Save the Planet” attribuito a un regista di caratura internazionale per il complesso della sua opera per quest’edizione va a Yann Arthus-Bertrand e al suo eccezionale impegno nella fotografia e nel cinema ambientali che dura ormai da mezzo secolo ed è sintetizzato nel suo ultimo lavoro, Legacy, film di chiusura del Festival CinemAmbiente 2021.


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