Anti-spreco

Ogni giorno gli italiani gettano 100 grammi di cibo a testa

Per la prima volta arrivano i dati reali sullo spreco alimentare nelle nostre case, integrati da rilevazioni nella grande distribuzione e nelle mense scolastiche. Gli innovativi monitoraggi, su campione statistico di 400 famiglie di tutta Italia – e su campioni significativi di scuole, iper e supermercati italiani – sono stati realizzati dal progetto Reduce del Ministero dell’Ambiente con l’Università di Bologna – Distal, e il partenariato dell’Università della Tuscia – Deim, del Politecnico di Milano – Dica e L’Università di Udine – Deis.

Ogni giorno fra ciò che rimane nel piatto nel frigo e nella dispensa di casa gli italiani gettano 100 grammi di cibo: una quota che moltiplicata per 365 giorni all’anno ci porta a 36,92 kg di alimenti, per un costo di 250 € all’anno. Lo hanno rilevato i Diari di Famiglia dello spreco, eseguiti con scrupolosa annotazione quali-quantitativa da parte di 400 famiglie di tutta Italia: per una settimana, sotto il coordinamento di Claudia Giordano ricercatrice dell’Università di Bologna, hanno preso nota del cibo gettato, della tipologia e delle cause che hanno determinato lo spreco. Reduce ha accertato che ogni famiglia getta 84,9 kg di cibo nel corso dell’anno: a livello nazionale significa sprecare circa 2,2 milioni di tonnellate di cibo in un anno, per un costo di 8,5 miliardi €. circa lo 0,6% del Pil.

La famiglia media spreca circa 1,5 kg di cibo ogni settimana e il pasto incriminato e’ la cena, quando si spreca in media 1 volta e ½ piu’ che a pranzo. Guida l’infausta ‘hit’ dei cibi gettati la verdura, che ciascuno di noi sperpera ogni giorno, in media, per quasi 20g, pari al 25,6% dello spreco totale giornaliero (in un anno significa sprecare 7,1 kg di verdure). Subito dopo il latte e latticini con 13,16 g al giorno pari al 17,6% dello spreco totale giornaliero, per 4,8 kg all’anno. A seguire la frutta (12,24 g) e i prodotti da forno (8,8 g). Le cause? Aver raggiunto o superata la data di scadenza o essere andato a male nel 46% dei casi, e aver gettato il cibo che non era piaciuto (26%).

Rilevazioni importanti anche dal monitoraggio sulla grande distribuzione avviato dal progetto Reduce con il coordinamento di Silvio Franco e Clara Cicatiello del DEIM dell’Università della Tuscia. Pesa 9,5 kg/anno per mq di superficie di vendita lo spreco negli ipermercati e 18,8 kg/anno per mq nei supermercati. Tradotto per ogni cittadino italiano significa una produzione di spreco di 2,89 kg/anno pro capite, vale a dire 55,6 gr a settimana e 7,9 gr al giorno. Il 35% di questo spreco potrebbe essere recuperabile a scopo alimentazione umana. In termini economici, l’incidenza dello spreco alimentare sul fatturato dei punti vendita è sotto l’1% per gli ipermercati, e di circa 1,4% per i supermercati. Le rilevazioni hanno preso in esame 16 punti vendita, di cui 3 ipermercati (oltre 2.500 m2) e 13 supermercati (da 600 a 2.500 m2).

Ma si spreca anche nelle mense scolastiche: lo studio pilota di Reduce, sotto il coordinamento di Matteo Boschini ricercatore dell’Università di Bologna, ha coinvolto 73 plessi di scuola primaria, 35 dei quali in Emilia-Romagna, 25 in Lazio e 18 in Friuli-Venezia Giulia. Hanno partecipato 11.518 soggetti fra studenti e personale scolastico, per un totale di 109.656 pasti monitorati. I dati evidenziano che quasi 1/3 del pasto viene gettato, il 29,5%: si tratta di 120 grammi di cibo per ogni studente a fronte di pasti che offrono ca 534 grammi di cibo pro capite. Lo spreco è ripartito fra avanzi dei piatti (16,7%), cibo intatto lasciato nella mensa (5,4%) e cibo intatto portato in classe (pane e frutta, 7,4%). Il cibo meno gradito agli studenti è la frutta, in testa al gradimento dei bambini il ‘secondo’ piatto.


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