Salute

Attenzione alla pressione arteriosa in montagna

L’ipertensione arteriosa, detta “il killer silenzioso” per la sua asintomaticità, è ancora oggi il principale fattore di rischio per malattie cardiovascolari in tutto il mondo, e colpisce circa il 40% della popolazione adulta occidentale. Per prevenire il verificarsi di eventi cardiaci e cerebrali spesso fatali o invalidanti, occorre quindi prestare maggiore attenzione al comportamento della pressione arteriosa in diverse condizioni della nostra vita quotidiana.

Studi recenti dell’Istituto Auxologico Italiano e dell’Università di Milano-Bicocca hanno chiaramente dimostrato come la pressione arteriosa salga in modo significativo durante esposizione ad alta quota (sopra i 2500 metri), iniziando a modificarsi anche in caso di salita ad altitudini moderate (attorno ai 1800-2000 metri). Questo si verifica in soggetti normali e anche in pazienti già affetti da ipertensione arteriosa, sollevando così il problema di come mantenere la pressione controllata anche quando si salga in quota, per garantire un approccio alla montagna sicuro e privo di rischi per l’apparato cardiovascolare.

Dato che, soprattutto in estate, il numero di persone, con o senza problemi cardiovascolari, che salgono in montagna è altissimo, la Società Italiana contro l’Ipertensione Arteriosa (SIIA), la Commissione Medica Centrale del Club Alpino Italiano e la Società Italiana di Medicina di Montagna (SIMeM) hanno deciso di organizzare una campagna di informazione su questi temi.

La campagna di sensibilizzazione “La Pressione Arteriosa In Montagna”, “Blood pressure at moderate and high altitude” ha come scopo promuovere in chi si avvicina alla montagna la consapevolezza sulle reazioni dell’apparato cardiovascolare a quote moderate e alte. Oltre a questo obiettivo di divulgazione scientifica tra gli escursionisti, la campagna ha anche l’obbiettivo di effettuare una semplice ma importante raccolta di dati per ricerca scientifica sul comportamento della pressione arteriosa in montagna e sul profilo individuale di rischio cardiovascolare tra gli escursionisti.

A questo scopo verranno istituite postazioni in 16 rifugi di montagna che hanno deciso di partecipare all’iniziativa, sulle Alpi in Italia e in Svizzera e sugli Appennini (in particolare in Valle D’Aosta, Lombardia, Alto Adige, Abruzzo e Lazio), dove gli escursionisti potranno ricevere informazioni sul rapporto tra pressione arteriosa e montagna, misurare la propria pressione arteriosa, frequenza cardiaca e saturazione di ossigeno nel sangue, e compilare un breve questionario non solo contribuendo alla ricerca scientifica (in modo anonimo), ma anche verificando in modo semplice e rapido la propria condizione di rischio cardiovascolare e la proprio reazione alla esposizione a quote moderate o alte.

“Informare e prevenire sono i capisaldi dell’intera attività del Club alpino italiano in ogni sua singola espressione ed è per questo che la giornata di studi e divulgazione sul tema della pressione arteriosa in montagna costituisce la riprova di una proiezione dinamica di crescente attenzione verso chi frequenta le terre alte”, afferma il Presidente generale del CAI Vincenzo Torti. “Alpinisti ed escursionisti possono in questo modo contribuire ad una sempre più approfondita conoscenza sia delle risposte del proprio organismo durante l’attività, sia delle criticità che possono emergere in presenza di patologie quali l’ipertensione. Il che sarà molto prezioso per le nostre Scuole e per la pratica dell’accompagnamento in montagna”.

Secondo Gianfranco Parati, Presidente della SIIA, Luigi Festi, Presidente della Commissione Medica Centrale del CAI, e Guido Giardini, Presidente di SIMeM, “questa iniziativa, sperimentata con successo in alcuni rifugi alpini e appenninici già nel 2016, rispecchia pienamente la principale missione delle organizzazioni promotrici: aumentare la consapevolezza di tutti sui rischi legati all’ipertensione e promuovere la sicurezza in montagna. Siamo felicissimi di vederla finalmente realizzata su ampia scala”.

I rifugi nei quali si svolgerà questa campagna il 23 luglio 2017 sono: Rifugio Mantova (Gressoney-La-Trinité – AO), Rifugio Torino (Courmayeur – AO), Casermetta Monte Bianco Espace Mont Blanc (Courmayeur – AO), Rifugio Teodulo (Valtournenche AO), Capanna Michela/Motterascio (Canton Ticino, Svizzera), Rifugio Curò (Valbondione – BG), Rifugio Tagliaferri (Schilpario – BG), Rifugio Pizzini (Valfurva – SO), Rifugio Martello (Martello – BZ), Rifugio Bolzano (Fiè allo Sciliar – BZ), Rifugio Vallon (Corvara – BZ), Rifugio Franchetti Gran Sasso (Teramo), Rifugio Duca Degli Abruzzi (Pietracamela – TE), Rifugio Rinaldi (Terminillo – RI).

La manifestazione è stata resa possibile dal supporto non solo dell’Istituto Auxologico Italiano e dell’Università di Milano-Bicocca, ma anche dell’Università dell’Insubria con i Master in Mountain Emergency Medicine e Expedition Medicine, di EURAC – Institute of Mountain Emergency Medicine, Fondazione Montagna Sicura, Presidenza del Club Alpino Italiano e del Club Alpino Svizzero, oltre che dei gruppi regionali del CAI di Alto Adige, Lazio, Lombardia, Suedtirol Alpenverein AVS, del CAI di Bergamo e del CAS Ticino e di altre Istituzioni o Associazioni.


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