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Innovazione

Il futuro dei podcast secondo Spotify

E se Spotify diventasse la nuova Netflix degli show? Dopo aver guadagnato il 31% in più degli iscritti alla piattaforma grazie anche alla pandemia, la ex Startup svedese sembra voler diventare leader anche nei Podcast e rubare un po’ di egemonia a Youtube

Oltre la musica i Podcast

Spotify sta testando i podcast video nella sua app, a partire da due star di YouTube: Zane Hijazi e Heath Hussar, ospiti di Zane e Heath: Unfiltered. Il test globale, che consente ai creatori di caricare i filmati oltre al solo audio, verrà mostrato per il 50% degli ascoltatori di podcast di Spotify dello spettacolo. Gli ascoltatori vedranno il video solo quando toccheranno il tasto play per poi vedere le riprese nella parte inferiore dello schermo. Potranno toccarlo per renderlo a schermo intero. Anche se questo è solo un test iniziale, la fonte di The Verge dice che probabilmente la funzione arriverà a più podcast in futuro  e molto “velocemente”.

Sarà particolarmente utile per i programmi di The Ringer, una rete Spotify acquisita all’inizio di quest’anno per molti milioni, perché il team carica già spettacoli come The Rewatchables su YouTube. I video si sincronizzeranno con il feed audio e continueranno a essere riprodotti anche se gli ascoltatori bloccano i loro telefoni e gli spot pubblicitari continueranno a essere riprodotti ma con il video visualizzato come una singola ripresa statica. Questi video verranno inoltre caricati solo nel record dei podcast in lingua, quindi Spotify non li tradurrà per un pubblico globale. La funzione sarà disponibile sulle app Spotify desktop e mobile.

Un portavoce di Spotify ha dichiarato a The Verge: “In Spotify, effettuiamo abitualmente una serie di test nel tentativo di migliorare la nostra esperienza utente. Alcuni di questi test finiscono per spianare la strada alla nostra più ampia esperienza utente e altri servono solo come un apprendimento importante. Non abbiamo altre notizie da condividere in questo momento“.

Un colpo diretto a Google

Il fatto che Spotify stia iniziando il suo test con due star di YouTube sembra un colpo diretto alla società di proprietà di Google. Alcuni podcast postano le registrazioni video del loro show su YouTube perché traggono vantaggio dall’algoritmo di raccomandazione di YouTube ogni volta che tagliano il loro show in clip sui motori di ricerca. La fonte vicina a Spotify non ha saputo dire immediatamente se i video pubblicati su Spotify sarebbero stati mostrati nella ricerca di Google o altrove sul Web. Spotify ha cercato per anni di rendere i video sulla sua piattaforma un’opzione allettante. È dotato di video in loop con uno strumento chiamato Canvas ed è stato sperimentato con contenuti video speciali e video musicali per uscite di grandi nomi.

Non possiamo dire se le persone vorranno guardare video su Spotify. Le persone che guardano podcast su YouTube potrebbero farlo solo perché hanno trovato uno spettacolo attraverso le clip e Spotify avrebbe bisogno di popolare questi spettacoli nella ricerca di Google per beneficiare di quel traffico. Le persone a cui piace semplicemente guardare i podcast invece di ascoltarli potrebbero essere interessate all’edificio di Spotify, soprattutto se possono bloccare il telefono e continuare a riprodurre l’audio. Il test suggerisce grandi ambizioni per l’azienda audio. Sta già costruendo una location in studio a Los Angeles che non solo faciliterà le registrazioni dei podcast ma anche i video. La società vuole chiaramente essere un luogo per tutti i contenuti, in qualunque forma le persone vogliano consumare.

Federica Tremolada

Anche in Italia si muove qualcosa

“Grazie all’introduzione dei podcast, siamo nel campo dell’intrattenimento audio allargato”. Le parole della country manager Italia, Est e Sud Europa Federica Tremolada parlano chiaro sulle nuove strategie di Spotify anche per il mercato italiano.

In Italia siamo ancora all’anno 0 nel mondo dei Podcast, ma le cose si stanno muovendo: pare che Spotify Italia stia assumendo persone dedicate solo al segmento Podcast e si sta impegnando ad un servizio di remunerazione.

 


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In Evidenza

Cultura e sostenibilità: l’impegno di UCCA per la transizione green

 

Se è vero che il cambiamento verso un futuro sostenibile necessita anzitutto di un cambiamento culturale, è anche vero che ad oggi non è più possibile pensare a un’offerta culturale che non tenga conto nella sua attuazione delle sfide della sostenibilità.  

Come può nel concreto il comparto culturale sostenere la transizione green e diventare attivatore di cambiamento? Un interrogativo aperto a cui UCCA – Unione dei Circoli Cinematografici Arci sta provando a dare una risposta concreta attraverso il progetto “Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo” sostenuto dall’UE – Next Generation nell’ambito dell’avviso TOCC “Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde”. 

UCCA Aps è un’associazione nazionale di promozione della cultura cinematografica attiva dal 1967 e riconosciuta dal Ministero della Cultura e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che associa circa 180 cineclub in tutta Italia. Il prototipo di circolo UCCA ha ben poco a che spartire con la classica sala cinematografica: è uno spazio informale, spesso accuratamente arredato con materiali di risulta, pensato per e adibito a ospitare eventi culturali ad ampio spettro e interdisciplinari, che coniugano il cinema con live-act, performance, dj-set, reading, in un flusso ininterrotto di suggestioni rivolte a stimolare e soddisfare qualsiasi curiosità intellettuale.

“Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo” rappresenta un percorso di crescita collettivo della rete, reso possibile dall’utilizzo di metodologie e pratiche partecipative, quali focus group e world cafè, che porterà alla realizzazione di una proposta condivisa di linee guida e buone pratiche per i circoli del cinema che intendono affrontare la transizione verde.

Ne abbiamo parlato con gli ideatori del progetto.

 

Da quali esigenze e riflessioni nasce il progetto “Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo”?

Il progetto nasce dalla riflessione in corso negli anni recenti sulle trasformazioni che hanno investito la fruizione cinematografica (la crisi delle sale, l’aumento del consumo individuale di audiovisivi etc) e di conseguenza le trasformazioni che hanno affrontato e stanno affrontando alcuni dei nostri circoli, anche con strategie diverse fra loro. Accanto a ciò, il tema politicamente che ha raggiunto i primi posti in agenda è la crisi climatica, su cui si sono attivate le ultime generazioni di attivisti – tema che non possiamo ignorare. 

Le nostre basi operano principalmente in degli spazi (che fanno spostare le persone, consumano energia, producono rifiuti) il cinema è fatto essenzialmente di proiezioni (che consumano energia): non vogliamo rinunciare né ai nostri spazi né alle nostre proiezioni per essere a impatto zero, ma vogliamo individuare, insieme ai nostri operatori/trici e a degli esperti che ci stanno accompagnando, le modalità per mantenere le nostre attività e ridurre il nostro impatto. 

Con che modalità coinvolgete i circoli cinematografici? Quali sono i loro feedback finora?

Ai circoli e ai dirigenti si chiede non solo di partecipare e iscriversi ma di portare le proprie esperienze, anche icasticamente condividendo durante gli incontri del progetto dei materiali pubblicitari e tutto ciò che può rappresentare le azioni svolte, sia dentro che fuori l’ambito della transizione ecologica. Ogni spunto, spesso sottovalutato o non visto nell’ottica del progetto, può essere invece utile per provare a generare un’azione di intelligenza collettiva che trova gli opportuni suggerimenti che ci portano a ragionare nell’ottica della transizione verde partendo da ciò che già si è. I feedback dalle operatrici e dagli operatori coinvolti sono molto lusinghieri tanto è vero che laddove possibile e previsto alcune persone stanno scegliendo di seguire più appuntamenti. In particolare viene apprezzata la dimensione di rete del progetto e la tematica sulla quale si concentra che è già al centro del dibattito e della riflessione delle nostre basi associative.

Quali sono i principali vantaggi che i circoli cinematografici possono ottenere attraverso la partecipazione al progetto?

I vantaggi sono di due tipi. Vi sono vantaggi diretti rispetto alla tematica affrontata, ovvero quella della transizione ecologica, rispetto alla quale le operatrici e gli operatori coinvolti sentivano e percepivano diverse esigenze. Il bisogno di essere formati e informati, la necessità di provare a sperimentare e a ricercare insieme delle soluzioni comuni e condivise che diverranno poi patrimonio di tutta la rete Ucca. In maniera indiretta questi incontri rafforzano poi la coesione e quel meccanismo di scambio e conoscenza tra le basi della rete Ucca e tra operatori e operatrici e vengono visti anche come la possibilità, specie per quei territori più “marginali”, che non a caso sono stati al centro della strategia e del piano operativo degli incontri, di poter essere al centro di un grande dibattito e di una grande riflessione che è politica e organizzativa insieme.

Quali sono i prossimi appuntamenti?

I prossimi appuntamenti del progetto ci vedranno impegnate e impegnati nell’individuazione di strategie, interne ed esterne, organizzative e di tipo comunicativo che ci permettano di far compiere alle nostre basi dei passi avanti decisivi verso la graduale transizione verde delle nostre pratiche e dei nostri spazi. In particolare il 29 marzo a livello nazionale saremo collegate in un world cafe online, mentre il 7 aprile saremo ad Agrigento per un focus group sempre sui temi del progetto. Ancora il 20 aprile un altro appuntamento nazionale online e nel mese di maggio chiuderemo il cerchio andando finalmente a scrivere il nostro “manifesto green” il quale sarà il frutto di tutte le riflessioni e gli spunti raccolti durante gli incontri di questi mesi. Non prima di aver attraversato le città di Bari, Napoli, Carbonia e Ferrara.

 

 


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Idrogeno

Coradia Stream il primo treno a Idrogeno inizia le sue sperimentazioni

Il primo treno Coradia Stream alimentato ad idrogeno ha lasciato lo stabilimento Alstom di Savigliano per raggiungere quello di Salzgitter, in Germania, ed essere sottoposto ai primi test statici con l’idrogeno e test dinamici a bassa velocità.

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Eventi

Venerdì  23 febbraio a Genova nasce CTE-Genova-Opificio digitale per la Cultura

Venerdì  23 febbraio presso l’Ex Stazione di Prà, in via Prà 39 a Genova viene inaugurato il progetto CTE-Genova-Opificio digitale per la Cultura che punta a favorire e promuovere nuove opportunità di sviluppo per le imprese,  per le start-up e le piccole e medie imprese, per realizzare e offrire soluzioni innovative per il settore della cultura e della creatività. (altro…)


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