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Auto e CO2: gli ambientalisti chiedono di essere ascoltati dal Governo sull’emendamento ‘bonus-malus’

Transport & Environment, Legambiente, Kyoto Club, WWF Italia, Cittadini per l’Aria accolgono positivamente l’emendamento al disegno di legge di Bilancio, approvato dalla Commissione Bilancio della Camera lo scorso martedì, che introduce dal 1 gennaio 2019, un nuovo sistema fiscale che lega la tassa d’acquisto dei nuovi veicoli al valore specifico delle emissioni di CO2.

L’urgenza climatica, in discussione in questo momento a Katowice in Polonia, non lascia spazio ad esitazioni: tutti i paesi devono mettere in atto misure adeguate per intraprendere la strada della decarbonizzazione dell’economia il prima possibile.

Il settore trasporti, driver principale delle emissioni di CO2 in Italia ed in Europa, con emissioni che continuano a crescere, è un settore chiave nella lotta al cambiamento climatico ed è cruciale per permettere all’Italia e all’Europa di centrare gli impegni climatici presi in seno all’accordo di Parigi.

La nuova strategia di decarbonizzazione al 2050 pubblicata dalla Commissione Europea la settimana scorsa richiede che l’ultima auto endotermica sia venduta al più tardi al 2035, in quanto al 2050 l’80% del parco veicolare europeo dovrà essere a zero emissioni.

L’Italia, con solo lo 0,5% di market share per immatricolazioni di auto elettriche e ibride plug-in nel 2018, resta significativamente indietro rispetto ad altri paesi europei (ad e. I Paesi Bassi sono già al 9% di share) nella transizione verso una mobilità a zero emissioni. Con il record di decessi annuali per inquinamento atmosferico, l’urgenza di intervenire sul settore trasporti è evidente.

Con la proposta di introduzione del meccanismo bonus-malus, il governo mostra un segnale importante di attenzione verso l’urgenza climatica in corso e una presa di coscienza della necessità di politiche atte a spingere il mercato verso la diffusione di veicoli a zero emissioni. Il malus è una misura efficace nell’orientare i consumatori verso l’acquisto di veicoli maggiormente efficienti.

Secondo le associazioni, tuttavia “l’applicazione proposta del governo nell’approccio bonus–malus andrebbe rivisitata a favore di veicoli a zero e basse emissioni. In particolare la fascia dei 70-90gr/km prevista dall’emendamento, desta alcune preoccupazioni. Essa è destinata principalmente ad auto diesel di piccola taglia, molte delle quali ancora “sporche” con probabili ricadute negative sulla qualità dell’aria. Inoltre, poichè nei prossimi tre anni lo standard 2021 (95gr/km) guiderà il mercato verso nuovi modelli caratterizzati dal livello emissivo oggetto dell’incentivo, esiste il rischio che il budget stanziato dal governo venga completamente assorbito da questa fascia in breve tempo, non lasciando spazio all’incentivo di veicoli veramente efficienti e in grado di guidare il mercato verso la decarbonizzazione. Infine è importante assicurarsi che il bonus destinato ai veicoli elettrici sia disegnato in maniera tale da essere socialmente equo”.

Veronica Aneris, delegata nazionale per l’Italia di T&E ed a nome di tutte le associazioni ambientaliste Legambiente, Kyoto Club, WWF Italia, Cittadini per l’Aria commenta: “Accogliamo positivamente il tentativo del governo di introdurre un sistema di tassazione progressista basato sull’impatto climatico del nuovo veicolo, ma la formulazione attuale ha bisogno di essere rivisitata. Esiste infatti il rischio che a beneficiare della maggior parte del bonus siano le tecnologie già esistenti, a scapito delle nuove tecnologie realmente in grado di guidare il mercato verso la diffusione di veicoli a zero e basse emissioni. Il disegno di legge deve essere tale da mettere il parco veicolare italiano sulla giusta rotta per decarbonizzarsi”.

“Inoltre andrebbe inserito anche un bonus per la rottamazione dei veicoli esistenti, per avere come obiettivo la riduzione del parco veicolare vetusto ed obsoleto oggi in circolazione, che invece il provvedimento non contiene – ha dichiarato Anna Donati, responsabile Mobilità Kyoto Club – anche per evitare che continui a crescere il tasso di motorizzazione già molto alto con 635 auto ogni 1000 abitanti in Italia”.

Una precisa richiesta sul provvedimento è arrivata da Anna Gerometta di Cittadini per l’Aria che chiede che “il Governo metta in azione una campagna di controlli delle emissioni delle auto in circolazione e valuti l’adozione di una imposta a carico dell’industria automobilistica, in gran parte responsabile dell’inquinamento che affligge le nostre città, e riferita alle emissioni NOX reali su strada, da far confluire in un fondo nazionale per la mobilità urbana sostenibile”.

Per Andrea Poggio, responsabile mobilità Legambiente: “E’ giusto studiare un “bonus-malus” che moduli diversamente quel che già si paga oggi, senza tassazione aggiuntiva. Oggi si agevola chi inquina (ad esempio gasolio e autotrasporto con Euro3) e non si agevola la mobilità elettrica e non si premia la rottamazione delle auto più vecchie. Abbiamo proposto al governo un voucher rottamazione di mille euro spendibile in TPL, sharing e mezzi elettrici leggeri.”

Infine le associazioni ambientaliste T&E, Legambiente, Kyoto Club, WWF Italia, Cittadini per l’Aria richiedono al Vicepresidente del Consiglio Di Maio di essere ascoltate nell’ambito della consultazione annunciata dal Governo insieme a tutti gli altri soggetti interessati al provvedimento.


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Eventi

 Fridays for Future Italia torna in piazza il 19 e 20 Aprile contro gli interessi che ostacolano giustizia climatica e sociale

 Fridays for Future Italia torna in piazza il 19 e 20 Aprile contro gli interessi che ostacolano giustizia climatica e sociale inasprendo o generando instabilità e un conflitto mondiale a pezzi.

Quest’anno il movimento scenderà in piazza insieme ai movimenti palestinesi per chiedere anche un cessate il fuoco immediato e permanente in Palestina. Come afferma Martina Comparelli, attivista di Fridays For Future Milano: “Gli interessi delle lobby fossili continuano a finanziare gli Stati responsabili di guerre, colonialismo e genocidi, come per esempio accade nel caso del Piano Mattei di ENI voluto dal governo Meloni. La stessa ENI a fine Ottobre 2023 ha firmato un accordo con chi colonizza la Palestina, per esplorare giacimenti di gas nelle acque di Gaza, rendendosi a pieno titolo complice del genocidio del popolo palestinese.”

Inoltre, è stato annunciato uno sciopero di tutta la giornata di venerdì 19 aprile da parte del sindacato Sisa per tutto il personale docente, dirigente e ATA, sia di ruolo che precario, sia in Italia che all’estero. Questo sciopero rappresenta un’importante mobilitazione nel settore dell’istruzione, sottolineando l’urgenza di affrontare le sfide attuali legate alla giustizia climatica e sociale anche nel contesto educativo.

Il movimento climatico chiama a raccolta tutte le realtà che lottano per la giustizia climatica e sociale, per la costruzione di un futuro condiviso e più equo per tutti. “Abbiamo bisogno di riprenderci il futuro. Di agire per il benessere collettivo, fermando i progetti fossili confermati con il Piano Mattei come il raddoppio del gasdotto Tap, realizzando qui come altrove una transizione a pianificazione democratica” aggiunge Comparelli.

Di transizione e Piano Mattei si parlerà anche al prossimo G7 in Puglia, a giugno, ma gli già insufficienti impegni presi nell’edizione precedente non vedono ancora un riscontro nelle politiche italiane, come spiega Michele Ghidini, attivista di Fridays For Future Brescia: “Serve una spinta decisa verso l’uscita dal fossile: se vogliamo davvero rimanere i +1.5°C dobbiamo seguire le indicazioni che la scienza ci ha dato già da tempo. L’ultimo rapporto dell’IPCC è chiaro: la transizione deve essere accelerata accompagnandola con misure di riduzione delle disuguaglianze come la cancellazione del debito.”

Le date di mobilitazione sono annunciate in collaborazione con altre realtà sociali, sindacali e transfemministe, tra le quali il collettivo di fabbrica GKN e Giovani Palestinesi Milano. Come dice Alessandra Pierantoni, attivista di Fridays For Future Forlì: “Vogliamo mostrare che un’alternativa è non solo possibile, ma desiderabile. Abbiamo bisogno di un intervento pubblico ora che operi ora e massicciamente per assicurare una transizione equa partendo dai bisogni di base, che coinvolga anche il mondo del lavoro, in modo da creare nuovi posti in tutti i settori necessari e adottare politiche di inclusione economica e sociale. Nessuno/a deve essere lasciato indietro.”


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Bike to Work Cuneo: ora chi usa la bicicletta per andare al lavoro potrà avere buoni fino a 20 euro nei negozi locali

Dal giugno del 2021 i biketoworker di Cuneo  hanno pedalato per 768.972 chilometri in 249.277 viaggi, per un risparmio di 111.206 chili di anidride carbonica. Ora il progetto si allarga dato che il successo dell’iniziativa bike to work Cuneo è tale da incoraggiare a un nuovo obiettivo per il futuro: trasformare il progetto in una pratica di economia circolare. (altro…)


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La realizzazione del PNRR è un passaggio cruciale per il futuro dell’Itaila che passa attraverso l’investimento di circa 235 miliardi di euro. (altro…)


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